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Autore: Flutter    14/08/2013    16 recensioni
Nella notte di San Lorenzo si han sempre tanti desideri da affidare ad una stella cadente...ma cosa succede quando non si hanno più desideri da esprimere?...
LA STORIA E' UN PO' LUNGA MA VALE LA PENA LEGGERLA TUTTA :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era per tutti, arrivata finalmente l’estate a Seattle. Il sole splendeva nel candido azzurro del cielo  ,che qua e là era ricoperto dall’elegante volare delle rondini. Il profumo dei fiori e il leggero venticello che alleviava del caldo asfissiante ,erano arrivati, e con essi la chiusura delle scuole ,le ferie dal lavoro ,dallo stress ,dallo svegliarsi alle 7 del mattino … insomma ,l’estate era proprio arrivata.
 Di questo tutti ne erano felici ,anche Renesme. I suoi occhi, verde smeraldo, in estate si schiarivano, così proprio come i suoi capelli biondi, che a tutti piacevano ,meno che a lei .
D’altro canto questa non era una novità .Lei non si piaceva affatto ,non si era mai piaciuta. Vedeva in  sé tanti, troppi difetti, forse solo quelli.
 Tuttavia  aveva sempre detto che questo per lei era come una sorta di pregio così, diceva, riusciva sempre a sminuire i difetti degli altri, a renderli invisibili, chiusi in una scatola.
L’estate non era il suo momento preferito dell’anno; certo il mare, la spiaggia, le ferie.. le piacevano, ma non erano nulla in confronto agli abbracci che scaldano il cuore, alla cioccolata calda, ai film d’amore sotto le coperte con gli amici, alle corse sotto la pioggia, alle uscite serali che finivano davvero tardi ,ai maglioni, al rumore ininterrotto della pioggia, al “periodo dell’amore puro” come lei adorava definire il suo amato inverno.
Renesme era una persona timida, candida ,come la luce dell’alba invernale, era molto simpatica ,strappava a tutti una risata, anche alla persona più distrutta  che conosceva, amava questo lato del suo carattere, amava la sua abilità nel  sollevare una persona con un dito ,per poi aprire le braccia e stringerla forte  a se. Era sempre stata  molto protettiva nei confronti delle persone che amava, un buon marinaio durante le tempeste ,uno di quei marinai che dopo aver lottato, affonda con la nave. Si definiva una persona felice, o quanto meno una ragazza che cercava di esserlo. Ma in cuor suo non aveva ben chiaro cosa fosse la felicità. Fin quando non incontrò una persona che le sconvolse la vita come un uragano…

Tutto iniziò nel mese di settembre.
 
 Il 7 settembre per la precisione, Il giorno del suo sedicesimo compleanno.
Un raggio di sole trapelò dalle nuvole  e ricoprì il suo viso. Appena aperti gli occhi, una scarica d’adrenalina si era infiltrata in ogni parte del suo corpo ,balzò dal letto, percorse il corridoio  come un calciatore che percorre il corridoio del campo prima di una finale di Champions. Corse in cucina e trovo la colazione pronta, i suoi adorati muffin ed il suo amato cappuccino.
 Spuntarono i suoi fratellini più piccoli che la riempirono di coccole e sua madre che la abbracciò sussurrandole: “Sei comunque la mia piccina”. Aveva da sempre avuto un ottimo rapporto con la madre, si erano sostenute a vicenda dopo il brusco divorzio dei suoi genitori. Katniss era la sua roccia, il suo rifugio. Avevano lottato. Ed eccole, due donne forti, belle unite.
  Renesme  si accorse che era tardi e che doveva darsi una mossa!
Andò in camera sua, aprì l’armadio e lo fissò per una decina di minuti.
 Aveva scelto  il suo maglioncino preferito, bianco, con una stampa invernale sulla parte superiore, un pantalone nero e le sue adorate vans ,naturalmente rosse.
 Si era truccata poco, ricoperta del solo  profumo della sua  pelle chiara. Prima di uscire,  riflesse  per un’ ultima volta la sua immagine nello specchio, e per un attimo, per un attimo di piacque. Era una sensazione fantastica per lei.
  Si era incamminata verso la scuola ,ovviamente con Alice ,la sua migliore amica, la persona con cui aveva da sempre condiviso tutto ,che la conosceva meglio di chiunque, che l’amava davvero ,a cui Renesme poteva davvero affidarsi durante una tempesta…perché è questo che faceva ,si affidava alle persone ,come una rondine si affida al suo nido.

Arrivata a scuola, fuori il cortile la stavano tutti aspettando, c’era davvero tanta gente che le voleva bene!  Corsero tutti ad abbracciarla. La prima che la raggiunse fu Eleonor. Tra loro due c’era un rapporto d’amicizia stupendo, Esme adorava i loro abbracci e le loro chiacchierate, anche quelle sugli argomenti più stupidi e insensati, Ed è proprio questo che puoi fare con un’amica, parlare di tutto.

 L’insistente rumore della campanella pose fine a quegli abbracci e diede inizio ad un lunga giornata di scuola che trascorse serenamente.

 Al pomeriggio Renesme uscì in centro con le sue amiche ed i suoi amici, si fermarono al bar. David il suo migliore amico ,che era davvero come un fratello per lei ,le aveva portato una crepe, un simbolo della sua amata Francia .
Le si avvicinò e poi la abbracciò forte. Lui era sempre stato molto protettivo con lei e forse,  aveva in qualche modo ereditato da lui questo .Si sedette con i suoi amici al tavolino del solito bar.

 Ad un tratto David  le fece notare che una ragazza che continuava a fissarla. “Si chiama Bleir” le disse.

 Renesme la conosceva, conosceva i suoi capelli mossi ,neri, i suoi occhi scuri, le sue labbra carnose ,il suo sorriso solare… si erano incrociate in corridoio diverse volte, si erano scambiate due chiacchiere disinteressate, e qualche sguardo distratto.

 Per un tratto della loro vita, erano anche state amiche! Si erano avvicinate tanto, per poi allontanarsi senza un chiaro motivo.
  Esme poi   sentì come un tonfo al cuore, un ricordo che le sfiorò la mente:  si ricordò di loro, di quando ad una festa di un’amica comune, le loro labbra si sfiorarono.
 La musica era alta, le bottiglie ancora piene di alcolici sul tavolo, entrambe si stavano divertendo un sacco.

 Gli occhi di Renesme, se pur tra la folla cercavano sempre e solo quelli di Bleir.
 Era ormai notte, una notte speciale, quella in cui “cadono” le stelle, in cui tutti noi, alziamo gli occhi al cielo ed affidiamo ad una stella, un nostro desiderio. Era la notte di s. Lorenzo.
 Entrambe uscirono fuori a pendere un po’ d’aria e in cuor loro speravano di vedere una stella, di ritrovare un po’ di magia.
 Bleir con passo leggero raggiunse  Renesme sul prato.

 Tra loro c’era molto feeling.
 Parlarono di quanto fosse magnifica la luce candida della luna, come un faro nel mare.  Fin quando non alzarono gli occhi al cielo e la videro ,videro un luminosa stella cadente.  Esme aveva tanti desideri da esprimere, tante speranze, tanta magia..
 Tutti i suoi ‘pensieri, tutti i suoi desideri   alla fine si racchiudevano  in un’unica  semplice frase: “Voglio amare ed essere amata ,voglio essere felice con l’amore della mia vita”.
 Anche Bleir espresse un desiderio:  “Voglio soltanto che qualcuno mi guardi come se fossi la cosa più bella al mondo, proprio come io guarderò quel qualcuno”
.  Fu questo che entrambe pensarono tra sé e sé.

 Poi  Esme sentì il bisogno di abbracciare Bleir, di stringerla forte a sé, la guardò negli occhi che tanto amava,  Dio se li amava. Le prese la mano, le accarezzò la guancia  e la baciò.

 Da quel giorno era passato un mese .Nessuna delle due aveva raccontato niente. Cercarono di ignorarsi, ma sapevano che tra loro c’era qualcosa di forte.
 Il tempo aiuta a dimenticare e il destino regala sempre una seconda occasione. Ma aprirsi all'amore significa rendersi vulnerabili.

 Ed ecco, ecco la loro seconda occasione. David propose al gruppo di fare un giro, ma Renesme sentiva che quel posto, in cui i suoi sguardi potevano incontrarsi con quelli di Bleir, dove in qualche modo poteva sentire la sua vicinanza, era il luogo in cui voleva rimanere.

Così  disse:  “ Vi raggiungo tra poco, voi andate”. David le diede un bacio sulla guancia e con un sorrisetto, di chi aveva capito tutto, si allontanò.

 I suoi sguardi continuavano ad incrociarsi con quelli di Bleir.
Si baciavano di sguardi. Si amavano con gli occhi.
Si eran dichiarate indifferenza ma guardandosi facevano l’amore.
 Tra di loro c’era qualcosa.
 Esme non sapeva se fosse, amore o semplice attrazione o magari niente di tutti ciò, tuttavia sapeva che il cuore  iniziò a batterle forte .
 Con una sguardo deciso, lo stesso di chi sapeva sempre ciò che fare, Bleir  si alzò e si incamminò verso di lei, la guardò proprio  come si guarda un bellissimo tramonto e le chiese di andare a far due passi, come se si conoscessero da una vita.  
Esme annuì.
 Passeggiavano lungo un sentiero alberato dove il silenzio era interrotto dalle risate dei bambini e dal cinguettio degli uccelli. Le due ragazze iniziarono a parlare, parlarono per ore!
  Esme era molto simpatica quanto insicura, ma Bleir riusciva a metterla a suo agio, riusciva a darle forza, coraggio, amore.
  Così le due continuarono a chiacchierare fin quando le gocce di pioggia non bagnarono la loro pelle liscia, così corsero a rifugiarsi sotto un bellissimo pesco.
 Le due per un attimo si guardarono negli occhi, Esme negli  occhi di Bleir ci poteva annegare, diceva che gli occhi come i suoi erano insostenibili, non poteva fare a meno di guardarli.
Si sdraiò sul parato, il suo cuore batteva forte, aveva paura che Bleir riuscisse quasi a sentirlo. Le faceva uno strano effetto, sentiva di essere felice. D’un tratto la mano di Bleir le accarezzò  la  guancia, le loro mani si strinsero, la guardò un ultima volta prima di chiudere gli occhi,  respirò il profumo del suo collo  e poi ,poi la baciò.
 Il loro fu un bacio lungo, dolce, vero. Forse il bacio più bello della sua vita. Si strinsero forte.
Esme appoggiò la sua testa sulla spalla di Bleir, la piccola differenza d’altezza era quasi confortante.

“Ti amo”.
 Esme sussurrò.

“Ti ho sempre amata, ho da sempre amato i tuoi occhi, le tue labbra, la tua sicurezza. Ti amo perché non vorrei nessun altro accanto a me, ti amo per quella che io sono quando tu ci sei. Ti amo perché adesso ho paura che il cuore mi esca dal petto, ti amo perché  non mi immagino senza di te, non ci riesco. Ti amo perché ho paura di perderti.”
Si prese una piccola pausa, le sue guance cominciarono a coprirsi di lacrime.
Bleir asciugò le sue lacrime.

 Poi   con la sua armonica voce disse:
“Ti amo anch’io”. Ti amo perché le  uniche volte in cui non mi sento un fantasma è quando mi guardi tu, perchè tu mi guardi e vedi me. Sono io, eccomi. Sono io eccomi e  ti amo da impazzire.Insomma.
 Ieri c’era il sole, oggi ci sei tu. E a dir il vero è la stessa cosa.”

La loro storia continuò da lì. Esatto, continuò, perché era già iniziata da un bel pezzo.  I loro cuori pulsavano l’un per l’altra da tempo.

Renesme definiva i giorni con Bleir, i migliori della sua vita. La amava davvero.
 L’amava da sempre, doveva solo scoprirlo e lo scoprì amandola.

Passarono tanti giorni insieme, la loro storia andò avanti e il loro amore crebbe sempre di più, se possibile.
L’amore degli amici e della loro famiglia le aiutavano a superare il giudizio di alcune persone che definivano il loro amore illogico, contro natura. Fin quando si resero conto che il loro amore, da solo, era di gran lunga più forte del giudizio della gente!

 E un anno dopo eccole lì, nel luogo che per loro aveva significato l’inizio di tutto, nella notte magica che aveva unito i loro destini.

 Proprio quel giorno come allora, si distesero sul prato l’una accanto all’altra,  i loro occhi verso il cielo. I loro cuori che battevano all’unisono.

Il cielo blu venne illuminato dalla scia di una stella cadente. Per la prima volta nella loro vita, nessuna delle due seppe cosa esprimere.

 Bleir aveva trovato chi la guardava come se fosse la cosa più bella del mondo, così come Renesme la guardava e così come Bleir guardava lei.
Aveva trovato il vero amore. Esme era la cosa più bella che poteva capitarle.


Esme sapeva di aver trovato l’amore della sua vita ed era felice come non lo era mai stata e come mai sarà senza Bleir.

Sarà forse questa la felicità?
Sarà forse questo l’amore puro?
Sarà il sentirsi completi ,amati, felici, uniti, meravigliosi…sarà forse questo che tutti cercano?
Sarà forse questo quello che tutti vogliono?

E’ tutto da scoprire, ma in fondo, già conosciamo la risposta.

  
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