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Autore: Marmaya    15/08/2013    4 recensioni
-“Mi scusi, è libero questo posto?”
Claudia si voltò lentamente con un brivido che le scosse la pelle e la fece destare da quella specie di sonno mattutino nel quale era caduta.
Le sembrava di conoscere quella voce e quando si voltò ne ebbe la conferma. -
Claudia/Gabriel
Ambientata dopo la fine dell'ultimo episodio dato che non ho accettato la fine! E l'ispirazione mi è venuta dopo aver ascoltato la canzone "Sul treno" di Nek.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'aria era fresca, brillava pallido il sole delle sette di mattina e quella luce veniva sporcata dal fumo che quell'esile donna buttava fuori dalla bocca.
Claudia osservava i pendolari che si apprestavano a salire sulle carrozze ancora con l'aria assonnata, movimenti automatici, intrinseci.. Ogni giorno ripetevano sempre la stessa strada, sempre gli stessi movimenti, ormai erano diventati innati.
Un caffè, ecco di cosa sentiva il bisogno Claudia, un altro caffè, o un'altra sigaretta, ma non riusciva a staccare gli occhi dal binario.
“Mi scusi, è libero questo posto?”
Claudia si voltò lentamente con un brivido che le scosse la pelle e la fece destare da quella specie di sonno mattutino nel quale era caduta.
Le sembrava di conoscere quella voce e quando si voltò ne ebbe la conferma.
Un uomo con i capelli rossicci e la giacca di pelle la stava fissando con la stessa aria sconvolta che doveva avere anche lei.
“Gabriel..” riuscì solo a dire la psicoterapeuta.
“Claudia.. Io.. Vado via..”
“No, resta, non ti preoccupare”
L'uomo non se lo fece ripetere due volte e lanciò la borsa su un sedile.
“Torno subito” affermò con un voce spezzata abbandonando la cabina.
****
Da quanto tempo non lo vedeva? Quanto tempo era passato dalla loro ultima conversazione disastrosa? Da quanto non aveva sue notizie? E cosa ci faceva su quel treno per Milano? Coincidenza? Destino? Cosa aveva provato?
Troppe domande si affollavano nella testa di Claudia e sapeva che aveva scarse possibilità di trovare tutte le risposte.
Si lasciò cadere sul sedile consapevole che la tratta le sarebbe sembrata la più lunga e la più corta della sua vita.
 ****
“Questo è per te” disse l'uomo che era tornato con due caffè bollenti tra le mani.
“Grazie.. Non dovevi..” risposte Claudia imbarazzata.
“è solo un caffè” affermò distratto il prete.
Quel solo gli rimbombò nelle orecchie come se fosse una parola fortissima.
Solo, come noi due, pensò.
I due sorseggiarono il loro caffè in silenzio fissandosi la punta delle scarpe, come se fossero due estranei, ma con la voglia di parlare e di abbandonarsi l'uno all'altro.
 Il treno partì con quindici minuti di ritardo, ed ancora Claudia e Gabriel non avevano scambiato una parola, poi Gabriel si decise ad aprir bocca.
“Dove ti fermi?”
“A Milano..”
“Lavoro?”
“Ho un convegno di due giorni.. Tu?”
“Sto seguendo un caso per la Congregazione, ma si dovrebbe risolvere in fretta, nulla di particolare..”
“Bene..” disse Claudia non sapendo come mandare avanti la conversazione, anzi, lei sapeva benissimo cosa le sarebbe piaciuto dirgli, ma sapeva di non poterlo fare, non dopo la loro ultima conversazione, e soprattutto non dopo la scelta di Gabriel.
Dopo più di un'ora senza scambiare una parola e senza incrociare neanche per sbaglio gli sguardi Gabriel decide di spostarsi nel sedile di fronte a Claudia, così da osservarla meglio.
Claudia si accorse del repentino cambio di posto e finalmente alzò lo sguardo e lo puntò dritto negli occhi azzurri dell'uomo.
“Claudia.. Vorrei dirti tante cose..”
“Non c'è bisogno di dire nulla, non credo abbiamo altro da dirci noi due” affermò secca la donna.
A quelle parole Gabriel risposte spostandosi sulla punta del sedile e prendendo le mani della psicoterapeuta tra le sue senza spostare il suo sguardo.
A Claudia sembrava che quegli occhi così profondi si fossero schiariti, gli sembrò che avessero assunto la luce che avevano quando erano usciti da villa Antinori, quando finalmente Gabriel aveva smesso di combattere contro se stesso ed aveva accettato l'amore che provava per lei.
Rimasero così a fissarsi per minuti interi o secondi che non passavano mai, poi l'uomo, in un attimo di calda follia, si sporse verso il viso della donna e poggiò le labbra su quelle di lei.
L'odore di fumo della donna, il suo profumo, lo inebriarono.
Era come respirare di nuovo, tutti i ricordi tornarono violentemente nella sua testa e ne voleva ancora, sempre di più.
Ma non poteva andare così.
“Gabriel, per favore..” disse Claudia spostando il volto contro la sua stessa volontà.
“Mi manchi, non posso fare altrimenti” affermò Gabriel spingendosi con più audacia contro le labbra della donna, che questa volta capitolò ricambiando il bacio.
I due non fecero altro che stringersi senza staccare le labbra, non servivano parole, quei contatti stavano medicando tutte le ferite provocate dalla mancanza.. Ed il tempo andò veloce, fin quando un altoparlante non annunciò l'arrivo a Milano.
Si staccarono guardandosi negli occhi, volendosi, ma senza dire una parola.
Gabriel prese la sua borsa, un ultimo bacio veloce e scese dal treno senza voltarsi.
   
 
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