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Autore: Flame Ettard    15/08/2013    2 recensioni
[Contesto: Path of Radiance/Radiant Dawn]
[Accenni Haar X Jill]
"-... Chi era, quella?- domandó Haar, quando la rossa fu lontana.
-É mia figlia, Jill.- sorrise l'uomo, grattandosi la nuca.
-Uhm, non so cosa le sia preso, ti chiedo scusa. Di solito non fa cosí.-
-Non importa. Jill, hai detto?-
-Uhm, si?-
-Benissimo, ho trovato il nome perfetto per il mio drago, allora. (...)-"
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Haar alzó gli occhi al cielo.
Era una giornata di primavera, verso fine maggio, di quelle calde ma al punto giusto, e con un venticello ma piacevole.
Una di quelle giornate dal tempo perfetto, belle quanto rare.
Che bel tepore.
Gli occhi di Haar quasi si chiudevano, guidati dal tepore rilassante di quella giornata.
-Grrroooan.-
Il suo drago emise un ruggito. Non uno di quelli furiosi da battaglia, uno di quelli che servivano solo a richiamare l'attenzione del padrone.
Gli occhi di Haar, che precedentemente stavano per chiudersi, si spalancarono di colpó.
-Ah!-
Haar riprese a guardare il suo drago, tornando ad impugnare una spazzola particolare che serviva alla pulizia delle scaglie di drago.
-Oh, scusami, piccola!-
La draghessa ruggí in risposta.
-Haar!- rise un uomo robusto, che, a pochi metri da lui, lucidava la sua ascia dediziosamente, seduto ad un tavolo fatto da tre lastre di pietre (due erano le gambe, l'altra fungeva da superficie del "tavolo") costruito lí all'aperto.
-Mi spiace, maestro.-
Il maestro di Haar rise ancora. 
-Hai sempre il vizio di addormentarti nel primo secondo libero che hai. Quella draghessa è proprio adatta a te.- Si lasció andare ad una nuova risata, prima di guardare soddisfatto la propria ascia che aveva lucidato fino alla perfezione, per poi riporla accanto a sè. Poi volse il volto al cielo.
Haar sospiró, ma non voltó lo sguardo dal proprio drago, che continuava a spazzolare. 
Ecco. Ora il vecchio avrebbe cominciato a parlare ininterrottamente.
Era da poco che era lí, ma giá gli pareva di aver imparato le abitudini dl suo maestro.
Fuori dalla battaglia era cosí diverso...
L'aveva visto combattere, una volta.
Una persona valorosa. Forte. Un esempio per chiunque. 
Cavalcava il suo drago con destrezza, e fendeva i suoi nemici con l'abilitá della sua ascia.
Tutti i suoi nemici cadevano sotto i suoi colpi.
Haar ne era rimasto così affascinato.
Peró quando non combatteva, e anche quando lo allenava, sembrava solo un vecchio di campagna perseguitato dai ricordi (anche recenti) e scherzoso.
Haar aveva giá avuto qualche dubbio sulla scelta fatta di farsi prendere come allievo. 
Dubbio che poi si dissolveva completamente quando l'uomo, brandendo l'ascia urlava "Giovanotto, forza, ad allenarsi!".
Comunque quando cominciava a parlare a raffica era insopportabile.
Sebbene Haar stesse pensando a tutt'altro che a spazzolare il proprio drago, fu in procinto di concentrarsi su ció, invece che sorbirsi il sermone del vecchio.
-Ricordo ancora quando sei venuto da me, supplicandomi di diventare mio allievo...! Quanto tempo è passato?-
-Cinque giorni, signore.- rispose il castano. Per quanto le sue risposte potessero essere fredde ed annoiate, non erano mai sgarbate. Haar stimava davvero quell'uomo.
-Cinque giorni!- ripetè. - Cinque giorni e ti dai giá tanto d fare!-
-Non merito le sue lodi, maestro. Non ancora almeno.
Un' altra grassa risata risuonó nelle orechie di Haar.
-Cinque giorni! Sembri giá cresciuto, in cinque giorni. Ma i tuoi genitori, giovanotto? Ti hanno lasciato andare così facilmente? A proposito, non hai ancora dato un nome al tuo drago--- -
-Non ho piú dei genitori, signore.-
-Oh.-
Caló il silenzio,all'improvviso.
L'uomo caló il proprio sguardo sul ragazzo, impietosito.
Haar ebbe un brivido.
-É dura, eh? Bisogna...-
-Non lo faccia.-
-Come?-
-Non lo faccia, per favore.-
-Fare... Cosa?-
-...-
Haar si fece scuro in volto, fermó la spazzola a mezz'aria.
Il drago, non sentendo piú la spazzola grattargli il corpo, si voltó verso il padrone, incuriosito.
-... Non mi guardi con compassione. Non mi dica parole che possano confortarmi. Non sono un bambino. So assumermi le mie responsabilitá. So che i miei genitori sono morti perchè sono debole. É per questo che sono venuto da voi.-
Si toccó la benda che aveva sull'occhio.
-É stato un miracolo se io non sono morto e il nemico mi ho tolto solo la vista ad un occhio. Era destino. La dea voleva che continuassi a vivere perchè rimpiangessi la mia mancanza di forza.-
-Questa- disse una voce - è la cosa piú stupida che io abbia mai sentito dire.-
Haar spalancó gli occhi.
Non era la voce del suo maestro.
Era la voce di...una ragazza.
Volse lo sguardo.
Il suo maestro, difatti, lo guardava abbastanza stupito. Non avrebbe mai immaginato che quel ragazzino sempre assonnato potesse fare un discorso del genere.
Piuttosto, individuó chi era stato a parlare.
Una ragazza dai lunghi capelli rossi acconciati in una lunga di cavallo alta, lo guardava con ari di rimprovero.
Aveva gli stessi occhi del suo maestro, ed era in armatura. Al suo seguito c'era un drago rosso che doveva appartenerle. Probabilmente era un'allieva del suo stesso maestro, anche se fino ad allora non l'aveva notata.
-Bentornata!-
Sorrise il vecchio, ma la ragazza lo ignoró, troppo concentrata a rimproverare Haar.
-É una sciocchezza. I tuoi sono morti durante l'invasione, vero? C'erano centinaia di soldati, allora. Anche se tu fossi stato forte, cosa avresti potuto fare? Non essere sciocco. C'erano centinaia di soldati. Anche se fu fossi stato forte da solo, che avresti potuto combinare?-
-...- Haar la fissava, senza spicciare una parola.
-...-
Jill gli diede le spalle, tornando sui suoi passi, assieme al suo drago.
-... Chi era, quella?- domandó Haar, quando la rossa fu lontana.
-É mia figlia, Jill.- sorrise l'uomo, grattandosi la nuca.
-Uhm, non so cosa le sia preso, ti chiedo scusa. Di solito non fa cosí.-
-Non importa. Jill, hai detto?-
-Uhm, si?-
-Benissimo, ho trovato il nome perfetto per il mio drago, allora. Hanno lo stesso carattere.-
Jill, la draghessa appena battezzata così da Haar, grugní.





---------------------------- Angolo dell’ autrice-----------------------------
Salve a tutti! Io sono Saw, ed è la prima volta che scrivo in questo fandom!
E’ che, giocando a Radiant Dawn, ho sentito un impellente bisogno di scriverci! Questa idea mi torturava la notte, tanto che questa one-shot è stata scritta proprio di notte--- (Anche se non c’è da stupirsi, l’ 80% delle cose che scrivo sono scritte di notte---)
Ma torniamo alla shot.
Qui vigono ben due headcanon: quella del perché Haar abbia scelto il padre di Jill come maestro (e dunque il suo passato) e il fatto che il drago di Haar fosse femmina e si chiamasse Jill.
Riguardo ai personaggi, forse sono andata leggermente OOC. Però, alla fine, chi può dire di avere lo stesso carattere che aveva da piccolo? (eheheh)
Il punto è che mi piaceva l’idea che da piccola fosse Jill a rimproverare Haar, mentre poi in futuro sarà sempre Haar ad aprire gli occhi a Jill. Eheh.
Spero di essere riuscita almeno a rendere l’eterna pigrizia di Haar (?)
A presto, allora! Spero di pubblicare ancora su questo fandom!
-Saw
 
   
 
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