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Autore: Seki    15/08/2013    1 recensioni
C’era stato un momento, un singolo attimo nell’infinità del sempre, in cui una piccola finestra si era aperta sul mondo di Sora.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Roxas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts II
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Mirror

Mirror, tell me something.
Tell me who's the loneliest, of all?

(Mirror Mirror, Jeff Williams and Casey Lee Williams)

Il buio lo avvolgeva, come una di quelle calde coperte nelle notti troppo fredde: caldo, accogliente, ma anche terribilmente soffocante.

Non c’era nulla che potesse, in qualche modo, far entrare il benché minimo raggio di sole o qualsiasi altra forma di luce che potesse andare a sciogliere la presa dell’oscurità.

Ma Roxas sapeva che era inutile pregare per qualcosa di simile: per lui che dall’oscurità era nato non ci sarebbe mai stata alcuna luce.

Allora restava lì, fermo nell’immobilità del niente, in attesa di qualcosa – di qualcuno- che non sarebbe arrivato, perso nella solitudine di cui solo le ombre sono a conoscenza.

Lì, nel cuore di Sora, non c’era nulla per lui.

Nonostante quello fosse il suo posto da sempre, sembrava che, nel lasso di tempo in cui si era allontanato dall’altro se stesso, persino quel luogo si fosse dimenticato di lui, trasformandosi in una prigione buia in cui un Nobody come lui finiva per perdere anche il minimo barlume di emozione a cui era riuscito a rimanere legato, tramutando ciò che, in teoria, non avrebbe dovuto avere in pietra.

Tuttavia Roxas non si ribellava a quella condizione, conscio di ciò che era.

Ci aveva provato solo una volta e il dolore che ne era conseguito era stato talmente tanto da annientarlo.

C’era stato un momento, un singolo attimo nell’infinità del sempre, in cui una piccola finestra si era aperta sul mondo di Sora.

E lui, ingenuo ingordo di normalità, aveva corso come un disperato verso quella che appariva come una fonte di salvezza, ma che in verità era stata un’ulteriore prova della sua condanna.

Da quella piccola fessura Roxas aveva potuto vedere l’unica cosa che mai avrebbe voluto vedere.

E all’improvviso la pietra si era rotta e aveva iniziato ad urlare, ma nessuno –che perfida ironia- poteva sentirlo; aveva urlato al se stesso al di là di quel vetro di stare attento, di fermarsi, di fermare l’altro, ma a nulla erano valse le sue grida; aveva allungato le mani, dita protese a raggiungere quell’alone di oscurità che scompariva per sempre tra le braccia sbagliate, ma non era riuscito a toccare nulla.

E aveva pianto, Roxas. Aveva pianto tutto il suo dolore, pregando per riuscire a strapparsi fuori dal petto quel cuore che non doveva avere, ma che sentiva struggersi terribilmente a quella vista.

Poi lui aveva parlato e il dolore era cresciuto, ma Sora, dall’altra parte, non riusciva a sentirlo, non riusciva a capirlo.

Negli ultimi istanti, quando si era reso conto che tutto quello che avrebbe fatto non sarebbe servito; quando si rese conto che la piccola finestra si stava per chiudere, portandolo di nuovo nella sua prigione, Roxas si era rassegnato.

Accasciandosi in ginocchio, le braccia ancora protese verso quell’esterno che non poteva raggiungere, aveva infine posato leggermente le labbra su quel vetro, senza un vero motivo se non quello dettato dalla disperazione.

Ma ciò che gli aveva risposto era stato solo il suo riflesso, e lui si era sentito come un bambino che appoggia le labbra sul vetro della propria finestra per imitare un gesto d’amore che non può ancora capire.

Perché lui non poteva capire.

Perché lui non aveva un cuore, il buio lo sapeva e, proprio per questo, non gli permetteva di nascondersi da se stesso.

Quella era la sua punizione: restare solo con se stesso, a cercare le risposte per un cuore che non poteva esistere, nel buio, per sempre.

 

 

 

  

°Blabla vari°

La canzone iniziale –che anche se non c’entra nulla era bella lo stesso- è questa http://www.youtube.com/watch?v=qROQOpei73Q e sì, ho seri problemi perché mi sono figurata immediatamente Roxas: curatemi!
L’unica nota seria che mi sento di fare è che ciò che vede Roxas dovrebbe in teoria –molto in teoria- essere la “morte” di Axel, ma non ho voluto specificarlo.
Lasciamo perdere poi che ciò che ho scritto non ha molto senso ed è un po’ orribile, ma fa nulla.
Alla prossima, Seki

   
 
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