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Autore: claudy    21/02/2008    3 recensioni
la prima fan fiction che pubblico qui ^^ eccovi un piccolo assaggio: - Camminiamo svogliatamente verso scuola, per le vie deserte di Loitsche. È mattina presto, il sole sta per fare capolino ancora pallido, assonnato come tutta la gente che in quel momento cominciava la loro giornata. Tom sbadiglia. È il giorno della foto di classe, i nostri insegnanti ci avevano raccomandato di vestirci decentemente, che vestiti come sempre in una foto non ci volevano. Dio,che bella considerazione che hanno di noi -
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un altro noiosissimo giorno di scuola

Un altro noiosissimo giorno di scuola. No oggi è diverso, c’è foto di classe. L’incubo. Perché mai bisogna fare un insulsa foto che serve soltanto ad ingombrare gli scatoloni giù in garage, con tutta la classe, i tuoi amici. Si, magari. Io e mio fratello non abbiamo nessun amico in questa fottuta scuola, solo gente capace di giudicarci e a prederci a botte…si effettivamente quello succede spesso, l’unico vero contatto che abbiamo con i nostri compagni.

Tutti coi sorrisi felici, abbracciati tra loro e in completa armonia, con i professori altrettanto felici,in un aula con cartelloni colorati, che sfoggiano una risata angelica,quando alcuni minuti prima ti avevano sbattuto fuori dall’aula. Si, questo è lo spirito scolastico. Gente sorridente ovunque, pronta ad aiutarti, a sostenerti…quando in realtà varcando il cancello grigio di quell’edificio, entri in un incubo.

Camminiamo svogliatamente verso scuola, per le vie deserte di Loitsche. È mattina presto, il sole sta per fare capolino ancora pallido, assonnato come tutta la gente che in quel momento cominciava la loro giornata.

Tom sbadiglia. È il giorno della foto di classe, i nostri insegnanti ci avevano raccomandato di vestirci decentemente, che vestiti come sempre in una foto non ci volevano. Dio,che bella considerazione che hanno di noi. Bhe, tanto noi ce ne freghiamo comunque.

Tom è vestito con una t-shir grigia, jeans larghissimi di un blu/grigio e leggermente strappati sulle ginocchia, i dread biondissimi legati in una coda e coperti da un capellino bianco e azzurro. Io invece, ho addosso una maglietta a maniche corte blu cielo,con scritte gialle, adoro questa maglietta; poi, un giubbetto nero e i miei soliti capelli, neri come la pece, leggermente in piedi e i miei occhi marroni cerchiati con l’eyeliner nero, pesante che mi da l’aria alquanto vampiresca. Mi piace.

Arriviamo a scuola e Tom scappa subito in aula. Ha il compito di storia e ieri è rimasto tutta sera a suonare, a volte mi chiedo dove ha la testa.

Io invece indugio: oggi non mi va proprio di entrare, e poi mancano ancora 10 minuti. Alla fine decido di seguire mio fratello.

Mentre salgo le scale vengono bloccato da quattro bulletti che mi sbattono contro il muro. Hans e i suoi. Inzia a salirmi il panico, non ho scampo con loro. Ma perché se la devono sempre prendere con me?

Tre mi bloccano al muro, mentre Hans incomincia a fare i suoi discorsi.

- hey frocetto, come stai? -

- stavo meglio prima – rispondo.

- oggi non c’è quell’altra checca di tuo fratello a difenderti eh? Bene ora che non ho lui tra i piedi posso picchiarti come si deve –

Pum. Un pugno dritto allo stomaco, un dolore lancinante. Sento in mio stomaco spappolarsi sotto la forza di quel tiro. Mi sforzo di non piangere, non posso dargliela vinta, ma mi accascio a terra.

Dopo alcuni minuti decido di riagguantare tutte le mie cose e di correre in classe. Ero pure in ritardo.

- non piangere gemellina Kaulitz, ti si scioglierà il trucco…vuoi anche la cipria? –

Così entro nella scuola sentendo quei quattro rincoglioniti ridere di me. Come sempre.

Alla fine della terza ora decido di andare in bagno, lo stomaco mi fa molto male e poi in qualche modo cerco di scappare dal fare la foto di classe. Ma tanto mi presenterò comunque; non voglio altre rogne, mamma ci ha raccomandato di comportarci civilmente anche se in quella scuola era pieno di idioti che non sapevano accettare la diversità.

Arrivo in bagno e mi nascondo dietro al muro marroncino che separava i bagni dal lavandino. Non c’è nessuno, perfetto. Scivolo lentamente a terra, con la schiena appoggiata al muro e incomincio a piangere.

Piangere perché la pancia mi fa male, piangere perché nessuno mi accetta per quello che sono, piangere perché sono stufo di essere oggetto di scherzi altrui, piangere perché vorrei solo essere capito da questo mondo di idioti.

Lacrime nere scendono dai miei occhi color nocciola, rigandomi il viso. Lo premo contro le ginocchia, come se così potessi cancellare la mia esistenza, la mia situazione. Come se così potessi vivere in un mondo migliore. Lo premo contro le ginocchia per cercare di isolarmi da questo mondo ostile che mi circonda.

Ad un certo punto sento un rumore di passi, che mi riporta alla realtà. Chi è ora?

Sento una voce molto familiare provenire dall’altra parte della parete. Tom. Mi vede fare capolino dalla parete e si precipita da me.

- Bill, che ti succede? Stai piangendo…-

- mia hanno picchiato Tom, un’altra volta. E io sono stufo. Sono una merda, ecco perché tutti mi vogliono male. Io non conto per nessuno –

- Bill..- Tom mi fissa con uno sguardo tenero,mi ricorda la mamma.

- tu non sei una merda, e nemmeno diverso, tu sei tu. Un ragazzo stupendo, dall’animo d’oro. Il ragazzo senza il quale non vivrei, il ragazzo per il quale darei la vita. Sei tutto per me Bill. –

Alzo lo sguardo per fissare mio fratello negli occhi. Lui mi sorride compiaciuto, mi aveva fatto smettere di piangere.

- e poi non è vero che non conti per nessuno Bill. Conti per me, per la mamma, per Gustav e Georg…delle altre persone fregatene. Capiranno troppo tardi quanto sei speciale. –

Abbraccio di colpo mio fratello, quasi stritolandolo. Lui ricambia,passando una mano tra i miei capelli neri, arruffandoli.

- ora signor Kaulitz , di grazia, vuole andare a fare quella foto? –

- il trucco è andato a farsi sfottere. Mi prenderebbero ancora più in giro. –

Vedo Tom che si toglie il suo capellino azzurro per metterlo sulla mia testa, coprendomi gli occhi.

- così non lo noterà nessuno e nella foto ci sarai comunque. –

- grazie Tom! –

Esco di corsa dal bagno dirigendomi verso la mia aula. Tom a sua volta esce tranquillamente dirigendosi verso la sua.

Prima di entrare mi sporgo aspettando mio fratello.

- ti voglio bene –

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I tokio hotel non mi appartengono(putroppo), ne tantomeno i gemelli Kaulitz. Questa storia si rifà a quello che avevano raccontato Tom e Bill circa la loro foto di classe.

Accetto qualsiasi tipo di commenti e critiche, purchè costruttive ^^

Claudy.

  
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