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Autore: Loreparda    16/08/2013    3 recensioni
È cosa ormai risaputa che a uno scapolo in possesso di un’ingente fortuna manchi soltanto una moglie. Questa verità è così radicata nella mente delle famiglie del luogo che, nel momento in cui un simile personaggio viene a far parte del vicinato, prima ancora di conoscere anche lontanamente i suoi desideri in proposito, viene immediatamente considerato come proprietà legittima di una o dell’altra delle loro figlie.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass, Nate Archibald/Serena Van Der Woodsen
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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CHAPTER NINE.

«B., come hai potuto farlo con Dan?» Serena aveva trascinato la sorella, per la seconda volta quella stessa sera, lontano dalla massa, costringendola a girarsi ed infiltrarsi nuovamente nei bagni.
Ora, in piedi davanti ai lavandini con le mani poggiate sui fianchi e la testa inclinata a destra, stava interrogando Blair, cercando di capire il motivo di quel comportamento a prima vista insensato.
«Sei invidiosa, S.?» la risposta di B. colpì la bionda come un schiaffo sulla guancia ricoperta di fondotinta.
«Invidiosa? Perché dovrei esserlo?» domandò l’altra, inviperita, con un tono di voce che tradiva quanto fosse ferita dall’attacco inaspettato.
«Perché io sono apparsa su Gossip Girl come una ragazza svogliata, mentre tu come una che non combina niente. Com’è essere oscurata da qualcuno a cui vuoi bene?» E con questa domanda, la mora richiuse con violenza la confezione dei trucchi tascabili, elemento indispensabile ad ogni ragazza di New York, e osservò  un’ultima  volta la sua immagine riflessa allo specchio.
Infine, sorpassò un’ancora incredula Serena ed uscì dai bagni, mostrando un invidiabile contegno e nascondendo le lacrime che le annebbiavano gli occhi.
La mattina seguente, casa Waldorf fu avvolta dal clima teso che aleggiava dopo il litigio tra le due sorelle maggiori.
Dormendo in camere adiacenti, le ragazze condividevano un bagno di grandi dimensioni e, complice il destino, si ritrovarono ad aprire le rispettive porte nel medesimo momento.
Si scrutarono, entrambe con una leggera camicia da notte, i piedi scalzi sulle mattonelle fredde ed i capelli crespi a causa della schiuma e degli altri prodotti usati la sera precedente per rendere durature le acconciature, e chiusero di nuovo gli accessi alla stanza comune in contemporanea.
Trascorsero il resto della mattinata, un periodo non rilevante di tempo considerata l’ora tarda durante cui si erano decise a svegliarsi, svolgendo attività rilassanti, quali la lettura, la visione di film, l’ascolto di musica e l’ozio in generale.
Giunto il primo pomeriggio, però, i colpi insistenti di Dorota le ridestarono e le costrinsero ad abbandonare i loro rifugi: «Signorina Serena, signorina Blair, abbiamo visite! Vostra madre vi ordina di rendervi presentabili mentre intrattiene gli ospiti.».
Consapevoli di quanto i modi della signora Eleanor potessero essere antiquati e a lungo andare esasperanti, B. e S. si precipitarono verso le rispettive cabine armadio e scelsero qualcosa di semplice ma carino da indossare, spingendosi malamente per riuscire ad avere una parte di specchio più grande di quella dell’altra.
Senza rivolgersi la parola, scesero di corsa le scale, curiose di conoscere l’identità di chi era venuto a fare loro visita.
«Serena!» la felicità di Nate alla vista della ragazza era percepibile dalla sua voce, come lo era quella di Serena alla vista del ragazzo. «Nate! Penelope! Cosa ci fate qui?»
«Passavamo da qui e abbiamo deciso di invitarvi di persona alla festa di Halloween, verrete?» chiese Penelope rivolgendosi anche a Blair, che era rimasta in un angolo sentendosi abbastanza esclusa, mentre i due biondi si fissavano spensierati.
«Con piacere.» confermò B., con  un falso sorriso.
Quale occasione sarebbe stata migliore per rubare la scena  a Serena e far ingelosire Chuck?

***

Blair entrò nell’ampio salone arredato a festa.
C’erano tavoli pieni di cupcakes con denti finti e con glassa rossa, che simboleggiava il sangue.
Alle pareti e negli angoli erano state appese ragnatele finte e il punch era  anch’esso di un rosso vivo.
B. aveva un vestito nero e una maschera di pizzo sugli occhi; tra i capelli, che erano stati acconciati in un morbido chignon, era presente una piuma, rigorosamente nera.
Al suo fianco, più bella che mai, c’era Serena.
Aveva un vestito azzurro chiaro, quasi bianco, e una maschera che le copriva quasi tutto il viso.
Quando B., qualche ora prima, le aveva chiesto cosa significava il suo travestimento la bionda rispose in modo secco: «Sono un angelo.», così che B. fu spinta a vestirsi di nero, per differire completamente dalla sorella.
Ma anche lei si era vestita da angelo, da angelo del male però.
Arrivata alla festa si era guardata intorno per cercare Dan Humphrey.
Nonostante la vicenda successa, Blair lo voleva usare ancora per far ingelosire Chuck.
Fu Vanessa, vestita di viola, a dirle che D. non era alla festa.
«Non riesco a immaginare come uno di Brooklyn possa essere così impegnato.»  rispose la Waldrof prima di andarsi a prendere da bere al bancone del bar.
Erano nella sala da meno di cinque minuti, ma Serena era già in mezzo alla pista, con attorno cinque o sei ragazzi in preda agli ormoni.
La musica si fermò un secondo per riprendere più lenta: era un valzer e S. trovò subito Nate, in maschera dorata, per ballare.
Blair si sorprese quando Chuck le rivolse la parola, chiedendole quel ballo.
Rimase così sorpresa che acconsentì ancor prima di pensare a una risposta, ritrovandosi così a volteggiare vicino alla sorella, con davanti un ragazzo coperto da una maschera rossa con le corna.
Si fermarono solo quando videro che un centinaio di flash illuminavano due persone poco distanti da loro.
Non ci fu bisogno di girarsi a vedere cosa succedesse perché il quel momento il suo cellulare, come quello di tutta la sala e di tutta Manhattan, annunciò un nuovo messaggio.

Applausi ai Serenate!
Ci avete fatto aspettare,
ma ne è valsa la pena.
xoxo, Gossip Girl

Allegato al messaggio una foto della coppia che si baciava appassionatamente nel centro della sala, incurante dei flash.
I due ragazzi si accorsero a malapena dello squillo del cellulare e del fatto che tutti li stessero fissando;  continuarono, infatti, a baciarsi con la stessa passione di qualche minuto prima.
Una volta tornate nel loro appartamento, S. iniziò a elencare le numerose qualità di Nate, coinvolgendo un’estasiata madre e una sognante sorella minore.
«È dolce e simpatico. Non è un bastardo doppiogiochista come quasi tutti i ragazzi dell’Upper East Side. È premuroso. Quando siamo usciti ad aspettare la limo mi ha chiesto se volevo la sua giacca dato che c’era freddo.»
«E non te lo sei portato a letto?»  disse B. ancora arrabbiata per la litigata della sera prima con la sorella.
«Deve essere un record per te. Non credevo avessi mai dato un primo bacio a un ragazzo per poi aspettare a scopartelo.»
«Almeno io una vita sentimentale ce l’ho! E non sbavo dietro a un ragazzo facendo finta di odiarlo.» urlò in risposta S. con le lacrime agli occhi.
Poi si tolse il vestito lungo e  le scarpe, le gettò su letto e si chiuse nel bagno, da cui si sentivano, seppur ovattati, i singhiozzi della ragazza.

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