Nuvola al cioccolato.

Sul piano della cucina, c'è un piattino di porcellana dai bordi ondulati e rifiniti in oro, avvolto da una sottile pellicola trasparente.
Luigi può distinguere perfettamente la fettina di morbido pan di spagna al cioccolato al suo interno. É lì da due giorni, ormai, e, quasi sicuramente, fra non molto la sua consistenza diventerà stopposa e compatta, se non lo é già.
É la sua preferita da... da una vita. Ricorda ancora i suoi vitali occhi da cerbiatto, le spalle esili e la gonna a pois lunga sino alle caviglie. Ricorda i suoi capelli, ricci e lunghi sulla schiena, le labbra sottili e il naso forse un po' troppo imponente per un viso tanto piccolo. E il suo sguardo, sognante, il modo in cui si era morsa il labbro inferiore, assaporando con l'immaginazione il friabile dolce al cacao esposto tra altre torte e paste, sul piano della vetrina. Lui era poco più grande di lei, e lavorava nella pasticceria di famiglia per arrotondare lo stipendio da postino.
Aveva lasciato che ne prendesse una fetta, impedendole di pagare, e l'aveva osservata mangiare, assorto, mentre alcune briciole le scivolavano dalle labbra rosse. Era un incanto.
- Come si chiama questo dolce? -, aveva chiesto, curiosa.
Il giovane Luigi ci pensò su: era difficile da ricordare, perché non era un nome italiano.
- Chocolat dream -, disse poi, con un'incerta pronuncia inglese.
- Sogno di cioccolato... -, tradusse la ragazza, senza sforzi.
Più in là, Luigi scoprì che Mia aveva uno zio americano, ragion per cui lei conosceva qualche parola di inglese.
- A me sa più di "nuvola al cioccolato" - , aveva commentato lei.
E quello era così diventato il nome della soffice torta alla crema di cacao. Alla gente piacque di più: facile da ricordare, comprensibile, e presagio di una delizia del palato solo al pronunciarlo.
Eccola là, una fetta di nuvola al cioccolato proprio sul bancone della cucina. Preparata per lei, come ogni anno, come ogni dodici luglio.
- Lasciamene un po', non fare il goloso - , l'ha ammonito Mia, due sere fa, prima di addormentarsi.
E così ha fatto. Quella fetta é per lei e per nessun altro.
Luigi aspetta solo che Mia ritorni a prendersela, e prega, il viso accartocciato dal tempo e i radi capelli bianchi spettinati, prega che Dio la lasci scendere giù prima che la torta perda la sua friabilità.

 

Angolo autrice:
Salve, cari! (:
Non sono abituata a pubblicare in una sezione "Originale", perciò perdonate la mia scarsa dimestichezza in questo campo.
Sono sempre stata affascinata dalle coppiette di anziani che si tengono per mano al parco, che sembrano nutrire un amore inesauribile l'uno per l'altro.
Questa storia risale a Marzo di quest'anno, più o meno. L'ho pubblicata prima su un forum per aspiranti scrittori, e adesso l'ho ritrovata, nascosta e sepolata tra le miriadi di cartelle del pc. Ho notato che si addice abbastanza al prompt di una Challenge a cui mi sono iscritta - torta - e quindi ho deciso di postarla.
Non è nulla di che, una sciocchezza.
Solo... mi sono accorta che paradossalmente è una flash incentrata su una pasticceria, su un ragazzo che vi lavora e che s'innamora di una ragazza che passa di lì per caso.
Insomma, non ho potuto far a meno di collegare tutto ciò ad Hunger Games, che al tempo della stesura non conoscevo ancora. E sì, sono fissata, perciò ficco Peeta e Katniss anche dove non c'entrano completamente niente.
Bene. Vi saluto.
Recensite, criticate, consigliate. Fate quel che volete.
S.