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Autore: SmartieMiz    16/08/2013    3 recensioni
I Niffad organizzano l'evento più entusiasmante di tutto gennaio: il Ballo di Metà Anno.
Invitati: Warblers e Skylarks, le ragazze del Glee Club della Crawford Country Day.
Un viaggio graduale verso la pazzia con Sebastian Smythe, alle prese con Cenerentole innamorate, festoni troppo alti e fiori a sorpresa. E l'amore.
Thad mi porge la mano. «Mi concede questo ballo, signor Smythe?», chiede, con un sorriso.
Vomito.
«Harwood, per andare d’accordo devi sapere a memoria delle semplici regole. Una di queste è: Sebastian Smythe odia le smancerie e tutto ciò che può risultare ridicolo e patetico. Okay?».
«Okay, allora te lo chiederò diversamente», mi dice lui, avvicinando le sue labbra al mio orecchio e sussurrando: «Mi concede questo ballo, signor Smythe? Poi più tardi la farò ballare in un altro modo…».
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Di Cenerentole innamorate, gran balli e fiori a sorpresa
Rating: arancione
Genere: commedia/un po' demenziale/fluff



Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Fox; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
 

 

 

 Di Cenerentole innamorate, gran balli e fiori a sorpresa 

 


~


Avete presente Barbie e le sue amiche? Oppure le Bratz? O le Winx?
Bene, alla Dalton esistono le loro versioni viventi, trasformate in uomini, e uno di loro – ahimè –  è anche il mio compagno di stanza.
Hanno anche un nome: Niffad, ovvero Niff più l’aggiunta del suffisso ad.
Il gruppo è composto da tre ragazzine con gli ormoni a mille: Nick, Jeff e Thad.
Nick Duval – o Ken – è il “saggio” del gruppo; è il pacifista, cerca di evitare le liti e di garantire una lieta convivenza. Ma con la compagnia di Jeff, cambia completamente: mieloso, vomitevole e un sorriso ebete sul volto. Si autodefinisce “etero fino al midollo”, e intanto giuro di averlo visto sbavare sul culo di Sterling.
Jeff Sterling – Barbie, decisamente -, aka la dolce metà di Nick Duval, è la bionda – tinta – del gruppo. Vivace, allegra e frizzantina; ha sempre un sorriso stampato in faccia da venirti la folle voglia di vederlo sdentato. È una rompicoglioni assurda e il suo faccino da angelo inganna: è un demonio. Ed è una troietta a tutti gli effetti. Si autodefinisce “etero esattamente quanto Smythe è gay”, e intanto quando guarda Nick lo spoglia con gli occhi.
E infine, in ogni gruppo che si rispetti, non può mancare il membro – scusate il gioco di parole – più figo. Vi presento Thad Harwood: capelli scuri, occhi da cerbiatto color cioccolato. Basso, incredibilmente basso rispetto a me, ma con un fisico mozzafiato e un culo favoloso. Un ispanico decisamente sexy.
Ma è assolutamente una piattola. Odiosa come il raffreddore in estate. Odiosa come il mignolo del piede che sbatte contro i mobili. Fastidiosa come il gelato freddo sui denti in inverno. Fastidiosa come la zanzara che ti ronza attorno alle orecchie durante la notte.
Condividere la stanza con lui è un inferno: litighiamo per tutto, per i libri, i vestiti, la scrivania, il bagno – è single, comprendiamolo –. Adoro punzecchiarlo perché amo vederlo arrossire: quando arrossisce, è la cosa più buffa e dolce del mondo…
Sì. Dolce. Certo.
Dolce come un cavolo a merenda.
È da circa un mese che stiamo in “tregua”. A volte ci scambiamo persino sorrisetti, ammiccamenti vari e battutine. Beh, questo significa che tra meno di un mese me lo scopo.
Ma non stiamo qui per parlare della mia vita sentimentale/sessuale.
Sono qui per parlarvi di qualcosa di molto più assurdo della mia vita privata…
 
«Comitato per il Ballo di Metà Anno!».
Oggi pomeriggio la voce esaltata di Jeff Sterling risuonava in tutta l’aula canto della Dalton Academy.
Era stata indetta una riunione speciale dei Warblers dai cosiddetti Niffad.
I tre ragazzi erano seduti al Tavolo del Consiglio.
«Comitato per il che?», chiese Ethan Moore perplesso.
«Comitato per il Ballo di Metà Anno!», ripeté Thad, persino più eccitato di Sterling: «Io, Nick e Jeff abbiamo deciso di organizzare un ballo al quale siete tutti invitati!».
«Bleah. Patetici!», commentai, beccandomi l’occhiataccia della piattola.
«Un ballo tra… tra maschi?», aveva chiesto Richard James inarcando un sopracciglio.
«No! Non saremo solo noi», rispose pronto Duval: «Io e Jeff abbiamo dei contatti con delle ragazze della nostra scuola gemella, la Crawford Country Day! Saranno invitate tutte le Skylarks, ovvero le ragazze del loro Glee Club».
Allodole e usignoli. Che bell’accoppiata.
Flint Wilson cinguettò. «È un’idea magnifica! Quando si terrà il gran ballo?».
«Questo sabato in aula canto. Abbiamo soltanto pochi giorni per fare i preparativi, quindi dobbiamo darci una mossa!», aveva risposto Thad allegro, per poi sorridere in mia direzione.
No, mio caro, se davvero pensi che io, Sebastian Smythe, ti accompagni a questa pagliacciata, ti sbagli di grosso.
Trent Nixon aveva sorriso, quasi nostalgico. «Le idee migliori sono sempre le vostre. Sareste degli ottimi capi-consiglio. A proposito, seduti a quel Tavolo mi avete fatto ricordare i bei tempi d’oro, quando regnavano Wes e David!», piagnucolò, prendendo un fazzolettino dal blazer per soffiarsi il naso.
«Hey, c’ero anch’io!», aggiunse Thad irritato.
«Ma poi è venuto Sebastian. E poi Hunter», proseguì Trent, imperterrito, alzando gli occhi al cielo.
«Nixon, ti ricordo che sono qui!», gli dissi, infastidito.
«Hanno portato via tutto quello che c’era di bello e speciale nel nostro gruppo!», continuò Nixon: «Quella di Hunter è una tirannia! Vedendo voi tre seduti su quelle sacre postazioni, in me si è riaccesa la speranza! Votate Niffad!».
Lo spassionato discorso di Nixon ottenne gli applausi esaltati di tutti i Warblers. Arricciai il naso al solo pensiero di quei tre imbecilli come membri del Consiglio; sarebbero assolutamente la rovina dei Warblers, ne sono certo.
«Qualcuno mi ha nominato?».
La voce glaciale di qualcuno. Ci voltammo tutti: Hunter Clarington era sulla soglia della porta, con quell’odiosa palla di pelo tra le mani che mi rifiuto di chiamare Mr. Puss. Preferisco di gran lunga Clarence, il suo secondo nome.
L’espressione da duro, l’affetto che riserva soltanto nei confronti di quel gatto. I Warblers tutto questo lo trovano spaventoso ed inquietante; a me, invece, viene soltanto da ridere.
Sogghignai, silenziosamente.
«Ti faccio ridere, Smythe?», mi chiese lui, innalzando un sopracciglio e guardandomi con aria di sufficienza. I Warblers quasi indietreggiarono, impauriti.
Lo squadrai con altezzosità da capo e piedi. «Beh, se rido, credo proprio di sì».
«Vedremo chi riderà quanto ti toglierò tutti gli assoli», mi aveva minacciato.
Gli avevo sorriso, sprezzante. «E tu vedrai come perderemo senza la mia magnifica voce».
Hunter ammutolì. L’idiota sa bene che senza di me saremmo tutti fottuti.
Per un attimo contemplò la stanza, poi si soffermò sui tre coglioni seduti al Tavolo del Consiglio. «Cosa ci fate lì? Il Consiglio è stato annientato da me in persona già tempo fa».
Potevo vedere Sterling quasi tremare. «S-s-stavamo semplicemente p-p-parlando… tutto qui…».
«Stavamo parlando del Ballo di Metà Anno organizzato dai Niffad! Ci saranno anche le Skylarks della Crawford Country Day!», Flint rispose, pronto, beccandosi le occhiatacce di tutti e le gomitate dei compagni vicini.
Hunter aveva riso. Una risata diabolica. «Un ballo?», chiese, sprezzante: «Un ballo senza il mio consenso? Consenso che di certo non otterrete dato che non sono stato neanche invitato!».
«Non dobbiamo chiedere il consenso a te per organizzare un fottuto ballo!», si era ribellato Thad. Oh, quanto mi eccita il suo lato così… roar.
«Clarington, non fare la Malefica della situazione, non stiamo recitando nel musical della Bella Addormentata nel Bosco», avevo risposto, saccente: «Se non ti hanno incluso nell’invito ci sarà un motivo: forse ci starai sul cazzo, punto».
Per un momento Hunter aveva boccheggiato. «Mr. Puss, meglio che lasciamo questa massa di idioti», aveva sussurrato al suo gatto, per poi andare via.
Restammo quasi a bocca aperta.
«Si sarà offeso?», chiese Flint apprensivo.
I Warblers lo fulminarono con lo sguardo.
 
Ed ora eccomi qui, in aula canto, ad osservare il lavoro dei Niffad e degli altri Warblers: stanno decorando – anzi, sfigurando direi che è il termine più adeguato – la nostra aula canto con ridicoli festoni e palloncini colorati. Mancano tre giorni, ma loro sono i Warblers, no? Pazzi, scatenati, assurdi, matti. Semplicemente imbecilli.
E io ne faccio parte. Sigh.
«Smythe, che fai, stai a guardare? Dacci una mano!», la vocina squillante di Sterling quasi mi stordisce un orecchio.
«Su, passaci quello scatolone», ordina Duval, poi alla mia occhiataccia aggiunge: «Per favore!».
Sbuffo. Prendo lo scatolone e lo passo ai Niff. Mi lascio sottomettere da loro così facilmente? No, semplicemente voglio evitare l’ennesima lite.
«Hey, splendore», qualcuno mi sussurra all’orecchio.
Mi volto e vedo Thad che sta aiutando Jeff ad attaccare un festone. Mi sorride, con fin troppa malizia.
Vuoi la guerra, Harwood? E che guerra sia.
«Cos’è tutta questa disinvoltura, Harwood?», gli chiedo, avvicinandomi.
«Stai bene oggi. Ti sta bene il blazer», risponde lui, quasi con nonchalance.
«Harwood, ti ricordo che indosso ogni giorno il blazer».
Lui arrossisce, notando la gaffe che ha appena fatto. «Oggi ti sta meglio», taglia corto.
Sorrido, divertito. Prima cerca di fare quello spontaneo e sicuro di sé e poi diventa timido ed impacciato. Assolutamente adorabile.
Tossisco leggermente, cercando di rimuovere quei malsani pensieri dalla mia testa. «Cosa ti serve, Harwood?», chiedo infine.
«Ehm, io… niente, in realtà mi chiedevo se…», Thad si ferma, prendendo un respiro: «… dato che le ragazze della Crawford Country Day sicuramente non ti interesseranno – e sarà lo stesso anche per me –, mi chiedevo se… se ti piacerebbe venire al ballo con me!».
Thad ha parlato a raffica come suo solito, e sembrava tanto una mitragliatrice.
Oh. Questo è un invito esplicito. Questo è un piccolo grande passo per il nostro rapporto!
Ma cosa cazzo sto andando a pensare?! Seriamente, che qualcuno mi porti in un manicomio: Sterling mi avrà contagiato con i germi della sua idiozia.
«Thad, ehm, ecco, io…».
Thad. Non Harwood. Thad!
Gli occhi di Sterling si sono improvvisamente illuminati. Fissa prima me, poi Thad.
«… d’accordo, accetto. Ma sappi che lo faccio solo per te perché mi fanno schifo i balli, sono una palla mortale», rispondo, con noncuranza.
Ma la mia risposta sembra rendere Thad il ragazzo più felice del mondo. «Oh!», cinguetta, abbracciandomi. Spalanco gli occhi: ma sappi che lo faccio solo per te.
Cazzo. Perché sto facendo sentire così importante quel tappetto?
«Harwood, non ti emozionare troppo, però», dico, sogghignando. Thad stacca delicatamente l’abbraccio e continua a sorridermi. «Ti do una mano con il festone? Sei troppo basso, non ci arrivi lì in alto».
Thad mi guarda seccato, ma non può trattenere una risata.
 
Alle otto di sera stiamo ancora in aula canto. Sono assurdi questi Warblers: si lamentano per le prove extra, ma per imbruttire una stanza non si lamentano affatto.
Posso sentire i Niff conversare amabilmente.
«Hai visto, Nick? Thad ha fatto il grande passo! Te l’avevo detto, io. E ora sgancia i dieci dollari».
«Ti odio», risponde lui scocciato, cacciando i soldi dal blazer. Poi respira lentamente e chiede: «Jeff, con chi vai al ballo?».
«Con Sandy, una delle Skylarks! Non preoccuparti, ne ho trovata una anche per te, se è questo che mi stavi chiedendo! Il tuo migliore amico pensa sempre anche a te!», gli sorride Sterling dandogli una pacca sulla spalla.
Duval forza un sorriso. Mi fa quasi pena: innamorato follemente di un imbecille che finge costantemente di non filarselo nemmeno.
Mi basta osservare questi due individui per essere sempre più fermamente convinto del fatto che innamorarsi sia un’enorme cazzata: quando sei innamorato, diventi totalmente, incondizionatamente, inconsciamente devoto ad un’altra persona, e faresti di tutto per lei.
Sterling decide di togliersi dai Warblers? Anche Duval lo farà.
Sterling decide di cambiare stato? Anche Duval lo farà.
Sterling decide di buttarsi dalla finestra? Sì, anche Duval lo farà.
 
Venerdì. I Warblers sono super eccitati per l’imminente ballo.
«Sterling è un mito! Grazie a lui abbiamo tutti una ragazza per il ballo!», fa Flint, entusiasta: «Jeff, se mai ti candidassi come rappresentante d’istituto, sappi che voterò per te!».
Sterling sorride. «Siamo a gennaio, troppo tardi, ma devo ammettere che ci ho pensato!».
Trattengo una smorfia. Giro un po’ per la stanza e finalmente intravedo lui. Sta parlando con Nixon, James e Duval di… fiori?
«Le rose bianche indicano purezza, quelle gialle gelosia e quelle rosse amore, passione», dice Trent con ovvietà: «Mi piacerebbe ricevere delle rose bianche. Sono troppo belle!».
«Trent, sei tu l’uomo, tu devi regalare le rose alla ragazza», gli dice Richard.
«Perché questi stupidi stereotipi? Siamo nel ventunesimo secolo, ragazzi, svegliatevi!», dice Nixon.
«Concordo con Trent. Sarebbe carino ricevere dei fiori dalla ragazza che si ama…», risponde Duval, quasi sconsolato, mentre i suoi occhi sono puntati verso Barbie che si sta divertendo con Flint a gonfiare i palloncini.
«Sì, carino», commenta Thad, poi dice: «Io invece amo le gardenie! Invece delle rose, a San Valentino mio padre regala sempre a mia madre delle gardenie. E lei gli regala delle margherite. Sono i loro fiori preferiti. Non so nemmeno cosa simboleggiano, ma mi piacciono tanto».
Un’idea malsana si è impossessata della mia mente.
 
Sabato. Il sabato tanto atteso è arrivato.
Mancano circa tre ore al ballo, ma i Warblers sono già rinchiusi nelle loro stanze adibite a camerini.
Trattengo il vomito.
Harwood mi ha tipo costretto a restare in stanza con lui.
«Sono un idiota! Sono stato troppo preso per i preparativi da non pensare al completo da mettere!», si lamenta, camminando avanti e indietro per la stanza.
«Anche nudo andrà bene. Perché scervellarsi così tanto per un completo? Credo che così tutti apprezzeranno di più», rispondo, sarcastico.
Thad spalanca gli occhi, arrossendo vistosamente. «Pervertito», mormora.
«Ragazzina».
«Ninfomane».
«Piattola».
«Perché ti ho invitato al ballo?! Cosa mi è saltato in testa?».
«Perché ho accettato il tuo invito? Quale fulmine mi ha colpito?».
Lui sbuffa. «Beh, vorrà dire che chiederò aiuto a Nick e Je…».
«NO», mi alzo dal letto, quasi di scatto, spaventando Thad: «Non voglio che si impossessino della nostra stanza», dico, con fare molto possessivo.
Thad sorride leggermente. «Facciamo sempre così. Ci lasciamo andare un po’, poi litighiamo e poi parliamo in modo quasi civile. Come diresti tu, sembriamo due donne eternamente mestruate. Tutto questo è… è buffo».
È ridicolo. Assolutamente patetico, completo mentalmente.
Bacialo, Smythe, cosa ti costa? Tu lo vuoi, non in quel senso, ma esattamente come Duval vuole Sterling.
Deglutisco. Devo assolutamente andare a schiarirmi un po’ le idee facendo un giro.
«Harwood, devo andare, mi ero dimenticato di avere un impegno. Comunque non dovrei vederti mentre ti cambi, no? Cioè, non in quel senso, intendevo dire che non devo vedere il risultato finale, no? Deve essere come una sorpresa, un po’ come il fatto che lo sposo non può vedere prima la sposa altrimenti porta sfortuna… insomma, ci siamo capit…».
Sento le labbra di Thad vicine alle mie. «Sì, ho capito perfettamente», mi sussurra, con gli occhi luminosi.
Chiudo gli occhi, in attesa d…
«THADDY!».
Mi allontano istintivamente da Thad come se fosse una medusa.
Sterling. Maledetto fottuto Sterling.
«Uh-uh, che cosa ho interrotto?», improvvisamente Sterling sembra dimenticare il motivo del perché sia sprofondato inaspettatamente in camera e ci guarda, con un sorriso fin troppo da sgualdrina per i miei gusti.
«Uhm, ehm, ecco… niente! Sebastian aveva un residuo di dentifricio sulle labbra e… e glielo stavo togliendo!», recita improvvisamente Thad.
«… con la lingua?».
«Con le dita, Jeff. Con le dita!», sbotta l’ispanico.
Sterling ridacchia. «Sebastian, soltanto due minuti e poi sarà tutto tuo e farai di lui quel che vuoi tu. Devo chiedergli una cosa».
Digrigno i denti. «Non è mio e comunque ho un impegno ora. A dopo!», mi dileguo, uscendo dalla stanza.
 
Nessun impegno. Devo soltanto pensare a quello che stava succedendo tra me e quell’infernale tappetto ispanico tentatore.
Altro che dentifricio. Ci stavamo per baciare, cazzo. Da una parte devo ringraziare Sterling: ora ho tutto il tempo per riflettere.
Ma dall’altra no, perché ora sono anche più confuso. Va’ al diavolo!
«Smythe», una vocina interrompe i miei pensieri.
Mi volto: Duval è sulla soglia della porta della sua stanza. «Puoi venire un attimo?», mi chiede, quasi con occhi imploranti.
Amo sentire le suppliche della gente e rifiutarle con un netto e soddisfacente no. Ma Duval mi fa persino pena, e poi non è così imbecille come Sterling, o almeno non lo sembra.
Entro in stanza e Nick chiude subito la porta. «Smythe, ho bisogno del tuo aiuto».
«Quale onore, Duval? Chiedi a Barbie, no?».
«Smythe, è di Jeff che ti devo parlare».
«Finalmente ti sei deciso a spiattellargli in faccia i tuoi sentimenti?», gli chiedo, saccente.
Nick prende un respiro. «Sì».
Annuisco, lentamente. «Bene, Duval, siediti che zio Bas ti fa provare un giochino divertente».
Nick mi guarda, scandalizzato. «Cosa mi devi fare?», chiede, sconcertato.
Questa volta sono io a restare a bocca asciutta. «Duval, no! Per una volta non era nessunissimo doppio senso».
Nick annuisce lievemente, per poi sedersi sul letto. «Chiudi gli occhi e immaginati tra dieci anni», gli dico: «Come ti vedi?».
Nick respira, lentamente. «Professore a New York. O avvocato. O qualsiasi altro lavoro che mi piaccia e mi soddisfi».
«Mm, poco ambizioso il ragazzo», sorrido, poi dico: «E con chi ti vedi?».
«Con Jeff e delle testoline bionde e more. Avranno i miei occhi e il suo sorriso».
Un conato di vomito mi risale alla disgustosa visione. «Bene, dolcezza, quando aspetti a dirglielo? Se non lo farai, questa sarà soltanto una splendida – e nauseante, per me – utopia».
Nick mi guarda, seccato. «Non è così semplice, Sebastian! Jeff è etero, lo vedi come parla con così tanto fervore delle Skylarks e delle ragazze in generale? Mi vuole bene come amico, lo so bene, e non voglio rovinare la nostra amicizia…».
«Duval, la vuoi sapere una cosa?», gli dico, incrociando le braccia: «Sterling ricambia, ne sono sicuro».
«Come fai ad esserlo?».
«Andiamo, tutti lo sanno alla Dalton tranne voi due, ovviamente. Non smette mai di levarti gli occhi di dosso e quando parla di te è come se parlasse di Johnny Depp o Brad Pitt. Duval, cazzo, muoviti e prenditi quel che è tuo. Fallo prima che sia troppo tardi».
«Grazie, Sebastian. Mi serviva qualcuno che mi scuotesse un po’».
Sorrido, ammiccando. «Ehm, no, non in quel senso…».
Ridacchio, dandogli una pacca sulla spalla. «Stasera conquista la Barbie, mi raccomando», dico, incamminandomi verso l’uscita.
«E tu conquista Thad», risponde lui, sorridente.
Quasi mi irrigidisco. «Non c’è niente tra me e Harwood», dico, freddo.
«Smythe, fai lo stesso giochetto: vediti tra dieci anni e poi ne riparleremo».
 
Continuo il mio viaggio di meditazione, e sento qualcuno piagnucolare nella stanza 47.
47… oh. La stanza di Hunter Clarington e Mr. Puss aka Clarence.
Non è possibile: Hunter Clarington non piange mai! Sarà Mr. Puss che si è trasformato in uomo.
Entro con passo felpato, senza far rumore. Hunter è così preso che non si accorge nemmeno della mia presenza: è semi sdraiato su un divanetto nero, con un plaid verde e il gatto sulle gambe e un cucchiaio e una vaschetta di gelato al cioccolato tra le mani. Giuro di vedere delle lacrime scendere dai suoi occhi.
«Perché? Perché non mi hanno invitato al ballo?», piagnucola: «Perché non ho amici?».
Mr. Puss risponde con un miagolio. «Sì, Mr. Puss, lo so, perché sono uno stronzo. Ma il fatto che io odio tutti non significa che anche gli altri debbano odiare me!».
Hunter accarezza il gatto, per poi mangiare altro gelato. «Ho capito: da grande vivrò da solo in un appartamentino, sarò un alcolizzato fradicio dipendente del gelato al cioccolato, guarderò film strappalacrime e sarò circondato da gatti. Voi siete i migliori, siete ottimi amici: non mi giudicate per quello che sono».
Qui ci vuole una videocamera. Subito.
«… ma tutto questo mentre gli altri avranno le loro carriere da sogno e saranno circondati da amici umani! Nick e Jeff andranno a New York, si sposeranno e sforneranno tanti bambini. Sebastian diventerà un avvocato di successo e Thad un medico, un ballerino o quel che cazzo vuole, e andranno a Parigi per coronare il loro sogno d’amore».
Vomito. Thad non sta nemmeno nel mio presente, figuriamoci in un eventuale futuro! A Parigi, poi, la città dell’amore… che stereotipo del cazzo.
«… Flint diventerà una rockstar, Ethan un attore, Richard un regista. Trent realizzerà i suoi sogni e andrà a Broadway, senza di me! Oh, Mr. Puss, ho sbagliato tutto con lui! Perché l’avevo cacciato dai Warblers? Perché? Pensavo che così mi avrebbe amato? Un corno!»
Mi trattengo dal ridere. Qui la cosa si sta facendo davvero interessante: un Hunter Clarington nemmeno remotamente bi-curioso innamorato di Trent Nixon. È come dire che a me piace Jeff Sterling. Assurdo.
«… la mia vita fa schifo!», e Hunter si alza dal divano, buttando la vaschetta di gelato ormai vuota per prenderne un’altra dal suo minifrigo personale.
Hunter è l’unico studente della Dalton ad avere una camera tutta sua, con la scusa che la divide con Mr. Puss. Avrà pagato minimo il triplo della retta della Dalton per avere tutti i comfort inimmaginabili: tv a plasma, computer di ultima generazione, letto a baldacchino, divanetto e addirittura una vasca idromassaggio in bagno, o almeno questo è quello che ci disse lui.
Non sono mai entrato nel bagno della sua stanza e non ci tengo.
Ho deciso: devo assolutamente prendere la videocamera. Mi incammino verso l’uscita.
«Gelato alla vaniglia. Ti piace la vaniglia, Puss?», chiede Hunter al gatto, con un lieve sorriso e asciugandosi una lacrima: «Oh, sì, sono sicuro che ti piacerà. CHE CAZZO CI FAI NEL MIO REGNO, SMYTHE?!».
Sobbalzo. Certo che quel Clarington deve essere un ottimo urlatore a letto.
«Lo sai che potrei ricattarti a vita, Clarington?», gli dico, con un adorabile sorriso: «Altro che appartamentino da condividere con i tuoi gatti, dovrai segregarti nella tua stanza alla Dalton per il resto dei tuoi giorni».
Lui mi guarda con lo sguardo più truce del mondo. «Cento dollari vanno bene se taci?», mi dice.
«Non voglio soldi», sorrido. Quanto è bello avere delle persone che ti strisciano come vermi.
«E cosa vuoi? Una scopata?!».
«Saresti disposto?».
«No!».
«Meno male, mi faresti schifo comunque».
«Cosa cazzo vuoi, Smythe?! Sto perdendo la pazienza!».
«Diventare di nuovo il capitano dei Warblers sarebbe un ottimo riscatto».
Mi guarda, sgranando gli occhi. «Ricatto, direi», sottolinea: «D’accordo. Tutto pur di non essere sputtanato».
Gli sorrido e gli porgo la mano. «Affare fatto, Clarington. È bello stipulare patti con te».
«Stronzo».
«So di esserlo».
«Stronzo al quadrato».
«Grazie».
«Prego».
Cade un breve attimo di silenzio. «E così nemmeno remotamente bi-curioso, vedo, eh?».
«Non so cosa mi è preso. Un attimo di debolezza», Hunter non mi guarda nemmeno in faccia.
«Non fare come quei due imbecilli di Barbie e Ken che giocano agli allegri amichetti del cuore. La loro amicizia è un cliché: se uno dei due non si dà una mossa, non avranno più contatti dopo il college, Barbie si troverà un nuovo Ken, lo sposerà e Ken sarà un uomo depresso a vita, poi si rincontreranno un giorno in un caffè di New York e la scintilla si riaccenderà, ed entrambi capiranno di essere stati degli idioti e vivranno una vita intera piena di rimorsi e rimpianti…».
Hunter mi guarda, quasi scandalizzato. «Lo sai che dovresti fare lo scrittore?».
«Clarington, questa è la vita», gli dico, saccente: «Corteggialo. Cerca di riparare i rapporti, di aggiustare gli errori. E sii meno stronzo con gli altri. Ah, e dimenticavo: portagli un mazzo di rose bianche. Lo farai estremamente felice».
«Sebastian Smythe che dà consigli su una cosa così complicata come l’amore e i rapporti con l’umanità?», Hunter ride, divertito: «E cosa mi dici di Thad? State giocando ad un gioco molto simile a quello di Duval e Sterling. Che cosa ne sarà di voi dopo la Dalton, il college? Farete la stessa fine dei Niff, ma invece di incontrarvi in un caffè vi incontrerete in un localetto da quattro soldi».
Lo guardo, irritato. «Se stessi insinuando che io e Thad siamo due troie, beh, ti sbagli di grosso, non è affatto così! Lui mi piace davvero e quando lo scoperò e se mai lo scoperò non sarà mai una semplice scopata perché lui è diverso, non è come tutti gli altri!», dico, furente.
Prendo un respiro. Cosa cazzo ho detto?
Questa volta è Hunter a sghignazzare. «Tesoro, lo sai che potrei ricattarti a vita?».
Sbuffo. «Cosa vuoi, Clarington?».
«Non voglio niente… a parte andare a quel maledetto ballo», dice, sconsolato, buttandosi sul divano.
È impressionante come sia passato da stronzo patentato a povera fanciulla indifesa in un nanosecondo.
«Ci tieni davvero tanto a quel ballo?», chiedo, fingendo di essere comprensivo e sedendomi accanto a lui sul divano, trattenendo le risate. Deve essere davvero affranto, altrimenti mi avrebbe cacciato dal suo prezioso divano a calci in culo.
Annuisce, lentamente. «Ma è inutile, tanto non sono stato invitato…», piagnucola.
Bontà divina! Che qualcuno mi procuri immediatamente dei tappi per le orecchie.
«Sai che ti dico? Tu verrai lo stesso a questo fottuto ballo! Comportati bene e vedrai che i Warblers saranno più lieti di invitarti ai loro eventi. E magari al mio prossimo compleanno posso farci anch’io un pensiero…».
«Cosa?! Non mi hai invitato alla tua festa di compleanno?!».
«Sì perché mi stavi sulle palle, ma adesso non importa», taglio corto: «Prendi lo smoking che qui si balla, Clarington!», cerco di risollevarlo.
Perché cazzo sono diventato improvvisamente una specie di consulente per adolescenti? Prima Duval, poi Clarington… altro che legge, mi sa che dovrò iscrivermi a psicologia.
«Sebastian… c’è un problema».
«Dimmi», roteo gli occhi al cielo.
«Non ho nemmeno un vestito adatto!», frigna, nascondendo la faccia tra le mani: «Ho soltanto le mie divise da militare!».
Giuro che se incomincia di nuovo a piangere scappo via.
«Idiota, ti presto uno dei miei completi. Credo ti vadano visto che hai un fisico leggermente simile al mio. Mica sei un hobbit come Thad che i miei pantaloni gli arrivano al mento!».
Hunter sorride leggermente. «Ti ringrazio, Sebastian. Sembri quasi… gentile».
«Suvvia, non mi piacciono le smancerie. E ora muoviti, Cenerentola, che tra poco l’incantesimo si spezzerà e Smythe diventerà di nuovo lo stronzo di sempre».
 
Le tre ore infernali sono passate.
Giro per il corridoio e le stanze sono tutte chiuse; solo una stanza ha la porta socchiusa.
La 47.
Apro leggermente la porta e sbircio: la rivoltante visione di Hunter che balla con Mr. Puss si presenta ai miei occhi. Stringe tra le sue mani le zampette del gattino e volteggia qua e là con leggiadra, come una principessa innamorata.
Altro che Malefica. Ora sembra decisamente Aurora che balla con il gufo nel bosco.
Sia Hunter che il gatto indossano uno smoking.
Tutto questo è inquietante.
«Sei pronta, Rosaspina?», colgo la sua attenzione. Il gatto scappa dalle mani di Hunter e lui mi guarda, rosso di vergogna. «Sì, prontissimo. Aspetta, prendo le rose! Sicuro che gli piaceranno?».
«Sicurissimo».
 
Le Skylarks sono arrivate e non mi piacciono nemmeno un po’.
Siamo tutti riuniti in aula canto e sto aspettando Thad con un mazzo di gardenie e margherite nascosto dietro la schiena. Chi l’avrebbe mai detto?
Finalmente lo vedo: i capelli leggermente scompigliati, gli occhi luminosi, il sorriso sulle labbra. È… è perfetto nel suo completo nero.
«Sei bellissimo», gli dico, folgorato.
«Bugiardo. Tu lo sei», mi dice lui, con un sorriso.
Respiro profondamente, poi gli mostro il mazzo di fiori e glielo porgo, ottenendo il suo sguardo stupito. «Questi sono per te, principessa», dico, con un ghigno.
Thad ignora completamente la mia frase: «Sebastian, oddio… non so come ringraziarti! Ma come facevi a sapere che sono i miei fiori preferiti?».
«Sesto senso», gli rispondo, ammiccando: «Oppure sei stato semplicemente tu a dirlo l’altro giorno a gran voce…».
Thad mi guarda, secco, ma non riesce a trattenere una risata. Ed è così bello quando ride…
«Quando sono andato a comprare i fiori, il fiorista mi ha voluto dire il loro significato», gli dico, mordicchiando leggermente le labbra per il nervosismo: «Lo vuoi sapere?».
Thad annuisce. «Va bene».
«Le margherite simboleggiano l’amore fedele, ma anche l’innocenza e la purezza. Insomma, tutto quello che non sono io», rispondo, facendolo ridacchiare: «E le gardenie rappresentano la sincerità. Forse è per questo che ti piacciono tanto perché credimi, non conosco una persona più leale e bella di te».
Mi ritrovo le labbra di Thad premute contro le mie, e sento che mi sta regalando il bacio migliore della mia vita.
Sono stato un cretino per tanto tempo a nascondermi. I baci di Thad sono come una droga.
Prima vivevo “bene” senza di lui. Ora non riesco a farne meno. E tutto questo è successo soltanto in pochi minuti.
O forse da sempre?
Sento già che le sue labbra sulle mie sono un contatto essenziale, quasi indispensabile per entrambi.
Lo attiro leggermente verso di me, stringendolo per la vita. I baci, prima dolci e appena sfiorati, si trasformano in qualcos’altro.
«E no!», una voce ci interrompe.
Ci voltiamo di scatto: Barbie al fianco di una Skylark bionda come lui.
«Non è neanche iniziata la serata e già limonate? Non immagino cosa farete a fine serata!», ci ammonisce Jeff.
«Bene, Sterling, invece di infastidire gli altri, ti consiglio di andare da Duval e di dirglielo, cazzo. Smettila di fingerti etero», rispondo, irritato.
Jeff mi guarda, rosso in viso e con occhi sgranati. «Chi è Duval?», chiede la ragazza, incuriosita.
«Ehm, Sandy, forse è meglio che ci prendiamo qualcosa da bere e te ne parlo…», dice Barbie, facendosene per andare. Sorrido, trionfante.
Thad ridacchia, per impossessarsi di nuovo delle mie labbra. «Ci stai prendendo gusto», gli dico in un sussurro tra un bacio e l’altro.
«Sai, per recuperare il tempo perso…», risponde lui, e le nostre lingue si intrecciano, mentre i nostri cuori si fondono insieme.
 
Thad è andato a prendere qualcosa da bere per entrambi.
«Sebastian!».
Alzo gli occhi al cielo. «Cosa c’è, Clarington?».
«Hai ragione, i fiori gli sono piaciuti! E l’ho anche convinto a prendere qualcosa da bere!», mi dice, con un sorriso vittorioso: «Credi che sia troppo se gli chiedo di uscire?».
Scuoto la testa. «I Warblers hanno così paura di te che non ti diranno mai di no, quindi no, sta’ sicuro che accetterà».
«Non sbaglio mai, yeah! È proprio incutendo terrore che si ottengono le cose!», dice Hunter, poi mi lascia un bacio veloce sulla guancia: «Grazie grazie grazie grazie!», e scappa via.
Sgrano gli occhi. Ora quel tipo fa paura anche a me.
Thad si avvicina, con due bicchieri di qualcosa che non mi soffermo ad analizzare. «Ho visto bene?», mi chiede lui, freddo.
«È come impazzito», gli spiego: «L’ho aiutato ad infiltrarsi al ballo e gli ho prestato uno dei miei smoking e ora lui mi è riconoscente e… e beh, lo dimostra così. Quel tipo è strano, lo so».
«Hai aiutato lui con la scelta dell’abito e non me», dice Thad, imperterrito.
«Tesoro, che cosa ci posso fare se sei alto un metro e basta?», gli dico, con un dolce sorriso.
Thad alza gli occhi al cielo. «Quindi posso stare tranquillo? Non c’è niente tra te e Clarington?».
«Assolutamente niente. Con lui e con chiunque altro non posso fare questo», e gli do un bacio sulle labbra: «… e questo…», gli lascio un bacio sul collo: «… e questo…», dico, facendo scivolare la mia mano lungo il suo sedere.
Thad arrossisce e ingoia rumorosamente. «Fa caldo… non senti anche tu caldo?».
«Siamo a gennaio, non può far caldo», gli dico, con un sorriso, poi gli sussurro all’orecchio: «Sei eccitato, è diverso…».
«Piantala o dovrò farmi portare un cambio di pantaloni da Nick e Jeff!», sbotta lui.
«Beh, potrei accompagnarti anch’io…», concludo, malizioso.
 
La serata prosegue abbastanza bene. Non ho visto i Niff per tutto il tempo. Buon segno, sia per me che per loro.
Thad mi porge la mano. «Mi concede questo ballo, signor Smythe?», chiede, con un sorriso.
Vomito.
«Harwood, per andare d’accordo devi sapere a memoria delle semplici regole. Una di queste è: Sebastian Smythe odia le smancerie e tutto ciò che può risultare ridicolo e patetico. Okay?».
«Okay, allora te lo chiederò diversamente», mi dice lui, avvicinando le sue labbra al mio orecchio e sussurrando: «Mi concede questo ballo, signor Smythe? Poi più tardi la farò ballare in un altro modo…».
«Ragazzo, ho sbagliato fiori da regalarti. Le margherite non fanno decisamente per te», gli dico, divertito.
Thad fa schioccare leggermente la lingua.
Credo di poter morire di asfissia da un momento all’altro.
«Comunque la mia risposta è: con piacere, signor Harwood», ammicco, accettando la sua mano.
 
La serata finisce a mezzanotte a causa del maledetto coprifuoco. Le Skylarks vanno via, sorridenti.
«Credo di amarla», parla Richard, rivolto a Flint: «Credi che la rincontrerò?».
«Certo! Dobbiamo fare un’uscita tutti insieme!», risponde lui, esaltato.
Hunter e Trent si sono salutati, con un leggero sorriso. Nick e Jeff, invece, sono vicini, mano nella mano. Finalmente.
Thad li guarda entusiasti, come una mamma fiera dei suoi bambini.
«Che gran casino! Wes si incazzerebbe sicuramente se venisse a sapere com’è conciata l’aula canto…», commenta Ethan.
Osserviamo la stanza: alcuni festoni a terra, palloncini in giro e altri ormai scoppiati, residui di cibo e la limonata che Flint ha fatto cadere accidentalmente addosso ad una povera sfortunata ragazza.
«Dobbiamo pulire tutto, uff», sbuffa Sterling.
«Possiamo farlo anche tutti domani mattina, magari parlando anche della serata», risponde Duval, e lo vedo sorridere quando Sterling gli stringe più forte la mano e gli lascia un bacio sulla guancia.
Portatemi in un centro di ricovero. Non smetto di vomitare.
«Lo faremo io e Sebastian ora».
Mi volto verso Thad, confuso. «Puliremo noi due, voi potete anche andare a dormire», dice, con un sorriso rassicurante.
I Warblers approfittano della magnanimità di Thad e se la danno a gambe. Sterling e Duval si dileguano, non senza averci prima fatto l’occhiolino.
Thad chiude la porta, armeggiando con il lucchetto.
«Sebastian, sto per darti una cosa», mi dice lui. Sembra un po’ nervoso.
«Lo so cosa vuoi darmi. Me l’hai quasi promesso, d’altronde», gli dico, malizioso.
«Sebastian, ma… ma cosa hai capito?!», mi chiede, perplesso: «Devo darti un’altra cosa. Per quella c’è tempo dopo… abbiamo una notte intera…».
Una notte intera. Mi piace il ragazzo.
Thad si avvicina a me, poi estrae una scatolina blu dalla sua giacca. «Sebastian, io…».
«Thad, apprezzo il tuo gesto, ma no, non mi sposerò a diciassette anni», rispondo, semplicemente.
«Sebastian, potrò essere anche un tipo sdolcinato da diabete, ma no, nemmeno io mi sposerò a diciassette anni, non mi chiamo Blaine Anderson, per fortuna».
Rido. «Per piacere… posso parlarti senza essere interrotto?», chiede lui.
Annuisco, lentamente. «Bene, Sebastian… è difficile, non so nemmeno da cosa iniziare. Tu odi le svenevolezze e io non sono bravo con le parole, perciò andrò al sodo. Mi piaci, mi piaci tanto, e credo di essere innamorato di te».
Mi porge la scatolina. «Aprila pure», mi dice. La apro e quel che vedo è un sottile e semplice anello d’argento. «Sebastian, è una sorta di promessa. Ho paura di rovinare tutto… ho paura che tu te ne vada e mi lasci subito, perché forse non sei pronto per qualcosa di serio, perché forse non vu…».
«Ah, ma sta’ zitto e baciami, cazzo», gli dico, unendo le nostre labbra in un bacio: «Hai presente le frasi che hai detto dopo “perciò andrò al sodo?”. Bene, le penso anche io».
Thad mi sorride, radioso. Ci baciamo con passione, e immediatamente le nostre giacche sono a terra. Lo spingo verso la prima superficie piana disponibile, e lo sento gemere di piacere quando le mie labbra accarezzano il suo collo.
Incomincio ad occuparmi della sua cravatta, sentendo il suo respiro affannoso sulla mia pelle e le sue mani sulla mia schiena.
«Sebastian…».
La cravatta è a terra, a far compagnia alla giacca che si sentiva tremendamente sola.
«Sebastian…».
Gli sbottono lentamente la camicia.
«Sebastian!».
Ritorno alla realtà. «Mm?».
«Non voglio che la nostra prima volta sia sul Tavolo del Consiglio. Sai, non lo vedrò più in modo innocente…».
Rido, divertito. «Ma non la trovi una cosa terribilmente… eccitante?», gli sussurro all’orecchio, provocandogli un brivido lungo la schiena.
«Sì, tantissimo, ma non trovo affatto eccitante immaginare noi due che ci diamo dentro come ricci mentre ci esibiamo con tutti i Warblers con le nostre allegre canzoncine. Se solo lo sapessero Wes e David… ci scomunicherebbero!».
Sorrido divertito, intenerito, eccitato e mille altre cose insieme allo stesso tempo. Gli accarezzo una guancia. «Vogliamo andare in stanza?».
Thad mi sorride. «Certo, ma chi pulirà qua a terra?».
«Cenerentola aka Hunter Clarington, no? Ha voluto il vestito e l’aiuto della Fata Smemorina? Ora ritornerà a pulire».
Thad mi guarda e scoppia a ridere. «Granchio, la tua invidiabile conoscenza del mondo Disney mi sconcerta, sappilo. Mica mentre facciamo l’amore mi sussurrerai queste cose?».
«Oh no, mia piccola Ariel. Ti dirò ben altro», le mie mani sfiorano il suo bacino.
«Okay, ho capito. Meglio che andiamo in stanza. Subito».  

 

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Angolo Pseudo Autrice

Buona serata a tutti! :D
Se siete arrivati fin qui, mi complimento con voi, davvero! Avete appena letto 12212936 pagine di Word XD
Scritta di getto in una notte e un giorno. Le idee migliori - nel mio caso, sempre malsane XD - arrivano di notte <3
Che dire? Questa OS è una cretinata senza pretese, ma abbiamo tantissimo fluff e... e Thadastian! *w* *sparge cuoricini*
Abbiamo anche la Niff <3 e accenni abbastanza intensi(?) di Trunter ;)
Hunter versione depresso, con gelato al cioccolato e gattino sulle gambe... io così me lo immagino, lol. Duro, ma con il cuore tenero, un po' come i cioccolatini!(?) *delira*
Sebastian è completamente andato e avete potuto assistere al suo graduale viaggio verso la pazzia <3 (e l'amore, yay! *w*).
Thad... tanto tenerino, ma poco micetto alla fine. *se lo spupazza*
Nick, oh, il nostro caro Nick alle prese con Jeffie XD Cuccioli loro! <3
Ah, Skylarks dovrebbe essere Allodole in inglese xD Ho deciso di chiamarle così perché allodole usignoli mi sembravano una bella accoppiata XD *pensa a Romeo and Juliet <3* :33
Che dire? Spero vi sia piaciuta! :D
E ora credo che mi fermerò un po' con queste OS perché devo studiare innanzitutto u.u XD, e continuare anche le long ;)
Spero vi sia piaciuta! Alla prossima :D

   
 
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