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Autore: mikka    16/08/2013    0 recensioni
Raccolta a rating vari, su vari pairings (perché limitarsi quando Free! offre di tutto e di più?) che ruota attorno al tema del titolo: in ogni capitolo ci sarà qualcosa che qualcuno non ha mai detto. In ogni capitolo saranno specificati gli avvertimenti, le coppie, ed il tema della singola storia.
(Il rating di partenza è giallo, ma potrebbe anche drasticamente aumentare oppure rimanere verde. In ogni caso, per evitare spiacevoli sorprese, esso sarà specificato all'inizio di ogni capitolo.)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autore: mikka
Fandom: Free!
Personaggi: Makoto Tachibana; Matsuoka Rin
Rating: Verde
Avvertimenti: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale
Commento: Sapevo che non dovevo, eppure ho deciso di scavarmi la fossa da sola, consapevole che non ne uscirò più da questo fandom anche perchè non ci sono limiti e lo shipping può essere totale e soprattutto tutti con tutti *w* Dopo il mio delirio vi lascio alla lettura.
I Never say:
Ti invidio

 

Nemmeno lui sapeva da quando era iniziata. Forse dalla prima volta che l'aveva visto, con quel suo sorriso affilato e misterioso.
Era tornato dall'Australia, non che lo infastidisse il fatto in sé quanto più che senza alcun diritto si era ripresentato davanti a loro con una gran faccia tosta e soprattutto con l'arroganza di trattare Haru senza alcun rispetto. Non tollerava in alcun modo il suo modo di fare verso il moro, anzi, quello era un eufemismo perché se avesse dato ascolto al proprio io l'avrebbe preso a calci e ce l'avrebbe annegato in piscina. Eppure non riusciva ad essere egoista, voleva esserlo, voleva proteggere Haru perché lo amava, perché in quegli anni era diventata routine, routine che non accettava di perdere. Voleva essere la persona che lo consolava ma che al contempo dominava i pensieri del ragazzo che, anche se nessuno lo capiva, lui sapeva leggere attraverso ogni sguardo e gesto. Ed era proprio perché lo amava che non poteva essere egoista, che non poteva spaccare la faccia arrogante di Rin. Non poteva perché sapeva che era il rosso il centro gravitazionale di Haru eppure, proprio perché consapevole di ciò, poteva permettersi di odiarlo e picchiarlo ma, lo stesso, non ci riusciva. Era troppo buono Makoto, sapeva di esserlo e la felicità di Haru era anche più importante della propria.
Si ritrovava sempre a sorridergli, a Rin, inconsapevole perché in realtà quello che provava non era odio. Come poteva odiarlo? Sapeva che Rin non era cattivo ma che anzi era la persona più sensibile che conosceva, che usava l'arroganza per proteggersi anche se i suoi gesti e quei suoi occhi espressivi lo tradivano a discapito del suo dispotismo.
Non avrebbe mai potuto odiarlo, come poteva? Gli voleva bene, tanto, e spesso sentiva il bisogno di aiutarlo, di confortarlo anche se sapeva fin troppo bene che Rin non glielo avrebbe mai permesso, a nessuno, salvo ovviamente ad Haru.
Il sentimento che provava era più sbagliato, era il più distante da associare alla sua persona ed emotività eppure ne era succube ogni talvolta che osservava l'elettricità tra Haru e Rin. Oggi come ieri, come domani, come sempre.
Ed era lì adesso a sorridergli, con il capo appena reclinato verso la spalla come suo solito vizio inconscio, nonostante avrebbe voluto prenderlo per le spalle, scoppiare a piangere e gridargli in faccia tutto quello che aveva dentro.
<< Tsk >>
Non poteva fare davvero quello che voleva ma, proprio perché lo conosceva, poteva permettersi il lusso -come egoistico palliativo- di farlo indisporre appena, non che fosse difficile, giusto per alleviare le proprie pene. Ma Rin aveva preferito snobbarlo, superarlo senza degnarlo di troppa attenzione mentre più in la poteva vedere lo sguardo apparentemente piatto di Haru seguire con dedita devozione ogni passo, ogni respiro quasi, del rosso.
" Perché devi essere tu? Perché non io Rin? Perché non può amare me? Vorrei odiarti, perché non sai quanto sei fortunato ma la realtà è che ti invidio, da sempre."
Ma quelle grida disperate, quel monologo frustrato, ancora una volta rimbombò sordo dentro di lui mentre si avvicinava ad Haru e con lui si avviava verso casa.

  
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