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Autore: ManuBlackVIP    17/08/2013    5 recensioni
La vita di Chanyeol era perfetta, finché…
“E perché dovrei far entrare qualcuno che non conosco in casa mia?” chiese, incredulo.
“Perché ho dato a te il mio primo bacio” rispose Baekhyun.
“Non l’ho chiesto!” esclamò Chanyeol, sicuro di essere arrossito come una ragazzina.
....Finché non è arrivato Baekhyun. E ora tutto è sotto-sopra, ma lui stesso non vuole lasciarlo andare.
Perché, FORSE, la vita di Chanyeol prima di Baekyun non era così perfetta, dopotutto.
Pairing: Baekyeol, Kaisoo, Taoris e altri
[TRADUZIONE]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, D.O., D.O., Kai, Kai
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Angolo della traduttrice*

Eccomi tornata!  Ancora un capitolo e saremo alla pari con la storia originale (e dovremo aspettare gli aggiornamenti dell’autrice). Intanto vi lascio con questo capitolo, il mio preferito <3
Grazie a tutti voi che mi seguite e supportate.
Buona lettura! ^-^/

 

 
 
Chanyeol era cresciuto sotto le cure di Nonna. Le voleva bene e le avrebbe concesso qualsiasi cosa avesse voluto. Ma al momento era triste, perché quello che halmeoni desiderava era l’attenzione di Baekhyun e Chanyeol era costretto a guardarla mentre chiacchierava con il suo ragazzo. Non che non volesse, ma né l’anziana donna né Baekhyun gli avevano prestato la minima attenzione, da quando si erano seduti a tavola per la colazione.
Aveva provato ad inserirsi nella conversazione, ma era come se fosse invisibile. Non lo calcolavano minimamente. Osservò Nonna avvolgere Baekhyun in un abbraccio e sospirò inavvertitamente. Anche Chanyeol desiderava farlo. E desiderava  dargli anche un appropriato bacio mattutino.

Si, un bacio mattutino lungo trenta minuti suonava appropriato.

Tuttavia, quello che poteva fare era solo fantasticare, dato che quei due si comportavano come se lui non ci fosse. Chanyeol posò lo sguardo sul cibo a malapena toccato; era così intento a lamentarsi tra sé e sé che non sentì Nonna che lo stava chiamando.
-Park Chanyeol- disse il cucciolo. Alzò la testa e sussultò, notando la faccia di Baekhyun così vicina alla sua, dato che il ragazzo si era sporto sul tavolo per attirare la sua attenzione. Baekhyun rise, prima di tornare a sedersi nella sua sedia.
-Che c’è?- chiese Chanyeol, tornando alla realtà.
-Ti stavo chiamando prima, ma non stavi ascoltando- rispose Nonna –dicevo, dato che ora Baekhyun è tornato, è tempo di far visita a tua nonna. Di recente non si dà pace, sai com’è fatta-

Lo sguardo di Chanyeol scivolò su Baekhyun. Il cucciolo lo stava guardando come se stesse aspettando la sua decisione. Pensò che non ci fosse più ragione per non andare. Però restava un grande passo per Chanyeol. Baekhyun sarebbe stata la prima persona che avrebbe portato alla villa in vita sua. Anche se il ragazzo aveva già incontrato sua nonna varie volte, portarlo alla villa era significativo.
Ma… il cucciolo sarebbe stato d’accordo? Chanyeol conosceva già il suo passato ed era pronto ad accettare ogni suo aspetto. Ma sua nonna sicuramente avrebbe voluto sapere di più e avrebbe fatto a Baekhyun domande sulla sua vita e sulla sua famiglia. Chanyeol non era sicuro che il suo ragazzo fosse pronto ad affrontarla e ad affrontare l’argomento in generale. Baekhyun non si era nemmeno completamente aperto a lui. Chanyeol non era certo di come il cucciolo avrebbe reagito quando avrebbe scoperto che lui sapeva già tutto del suo passato.

-A te va bene?- chiese a Baekhyun.
-Si- rispose l’altro, con un cenno d’assenso.
-Okay. Halmeoni, per favore informa nonna che verremo stasera a cena- 
L’anziana donna batté le mani per la gioia. –Lo farò certamente- disse, iniziando a chiedere con eccitazione a Baekhyun cosa preferisse mangiare a cena –oh cielo! Devo proprio andare. Voi ragazzi, perché mi avete fatto parlare così a lungo?-
-Come se avessimo potuto fermarti-mugugnò Chanyeol.
-Oh, shhh. Ora vado. Finite di mangiare, ci vediamo più tardi!- Halmeoni abbracciò di nuovo Baekhyun.
Chanyeol sollevò un sopracciglio, quando tutto quello che ricevette dall’halmeoni fu un cenno di saluto, prima che se ne andasse. Baekhyun notò la sua espressione e gli chiese quale fosse il problema.

-Nulla, solo il fatto che tutti ti adorano- disse Chanyeol, imbronciandosi.
Baekhyun scoppiò a ridere. -Sei geloso?-
Chanyeol probabilmente sembrava ancora di cattivo umore, perché Baekhyun rise di nuovo. Il cucciolo si alzò e andò al suo fianco. Chanyeol fu sorpreso quando il suo ragazzo gli accarezzò gentilmente i capelli.
-Non dovresti essere geloso, sai.  Halmeoni e tutti gli altri amano di più te- disse il ragazzo più basso.
Chanyeol fece scivolare le braccia attorno alla vita di Baekhyun e lo attirò più vicino, prima di poggiare la testa sul suo petto.
-Non è questo-
-E allora cosa?-
Chanyeol guardò Baekhyun. – Sono geloso perché tutti vogliono stare con te e riducono il poco tempo che io posso passare con te-
Baekhyun gli colpì la fronte – Ma quale poco tempo? Sono con te per la maggior parte del giorno. E lavoro insieme a te. Spendiamo talmente tempo insieme che probabilmente presto ti stancherai di me-
-Questo non succederà mai-  Chanyeol sospirò accoccolandosi contro Baekhyun –Non ridere. Ma per me, cucciolo, ogni secondo senza te è troppo lungo, mentre ogni secondo con te passa troppo in fretta- inconsciamente aumentò la sua presa su Baekhyun –ho paura di non avere abbastanza tempo per amarti- confessò –sembro ridicolo, vero?-

Si aspettava una risata da parte di Baekhyun, ma invece ricevette un bacio sulla testa. Il cucciolo sollevò il viso di Chanyeol e sfregò il suo naso contro quello di Chanyeol.
-No, non lo sei. Ma per me le cose sono diverse- Baekhyun gli prese il viso tra le mani – quando sono con te, il tempo si congela. Non penso al passato o al futuro. L’unica cosa che importa è il presente. E finché tu non mi lascerai andare, io farò altrettanto-
-Davvero? Prometti?-
-Prometto-
Baekhyun sorrise ed ecco che Chanyeol la sentì di nuovo. Quella strana sensazione. Ma questa volta sapeva di cosa si trattava. Gli piaceva sentirsi così, perché significava che era insieme a Baekhyun.
-Dovremmo sigillare la promessa- sollevò una mano e scacciò alcune ciocche ribelli dalla fronte di Baekhyun. Prolungò il tocco, prima di far scivolare la mano sulla nuca del cucciolo –un bacio di mezz’oretta dovrebbe bastare-
Baekhyun rise e roteò gli occhi. –Come facevo a sapere che avresti detto questo?-
-Perché stavi pensando la stessa cosa- rispose sfacciatamente Chanyeol.
-Non è vero!- Baekhyun tentò di spostarsi, ma Chanyeol fu più veloce. Attirò il cucciolo a sé, costringendolo a sedersi sul suo grembo e gli diede un bacio sulle sue labbra.

Baekhyun lo guardò esasperato, ma alla vista dell’ampio sorriso dell’altro, cedette e mise le braccia attorno al collo di Chanyeol. – Trenta minuti, huh? Sicuro di poter reggere?-
-Sopravvivrò- Chanyeol abbracciò Baekhyun, per dargli quel bacio tanto desiderato sin da quando si era svegliato quella mattina. –Ti amo, lo sai vero?-
Baekhyun annuì.
Ed ecco che provava di nuovo le stesse sensazioni di tutte le volte che si baciavano. Chanyeol sentiva la testa girare forte, il suo cuore bruciare, il respiro affannarsi  …tutto era perfetto, così come doveva essere.
Mentre le loro labbra si muovevano dolcemente, pensò che non fosse giusto avere dei segreti con Baekhyun. Essere onesto con lui era l’unico modo per far sì che il suo ragazzo si fidasse completamente di lui. Era nervoso. Chanyeol non sapeva come dire a Baekhyun che sapeva del suo passato, praticamente da appena si erano conosciuti. Ma doveva dirglielo.

-Ti amo, Chanyeol- sussurrò Baekhyun contro le sue labbra.

Glielo dirò più tardi, pensò, non volendo interrompere quel prezioso momento.O domani. Glielo dirò sicuramente domani.







*************************


 



Avvertì le labbra di Yixing che scivolavano lungo il suo collo e Junmyeon non poté fare altro che attirare il manager più stretto a sé.  Le sue braccia si posarono sulle spalle dell’altro ed era abbastanza sicuro che ormai i loro vestiti fossero stropicciati in maniera irreversibile. I primi tre bottoni della sua camicia erano aperti e dio sa solo dove Yixing aveva messo il suo papillon, dopo averlo strappato via poco prima.

Non era ben certo di come fosse finito con la schiena contro la parete del suo ufficio, gemendo e dimenticandosi del suo appuntamento quotidiano con Chanyeol. Ma era esattamente quello che stava succedendo quei giorni, ogni volta che lui e Yixing si incontravano nei corridoi od ogni volta che le loro spalle si sfioravano quando si stavano dirigendo a qualche meeting alla KSE. Junmyeon non sapeva cosa fosse esattamente tutto questo e che cosa significassero questi incontri clandestini, ma non aveva il tempo nemmeno di rifletterci un secondo, che veniva trascinato via da Zhang YiXing. Sembrava incapace di resistergli.

Quando l’altro ragazzo sospirò il suo nome col suo accento cinese, Junmyeon sentì una fitta al petto, una via di mezzo tra il batticuore e un infarto. Succedeva solo quando si trovava in questo modo insieme a Yixing. In qualunque posizione a dire la verità. Non che avessero provato varie posizioni o altro. Anche se, ad essere onesti, non gli sarebbe dispiaciuto.

Junmyeon fu interrotto dai suoi pensieri dallo squillare del telefono sulla scrivania. Si mosse per staccarsi, ma Yixing scelse quel momento per inclinare la testa e approfondire il bacio, facendogli dimenticare qualsiasi cosa, tranne che la presa su di lui. Solo al quarto squillo, Junmyeon ricordò dove si trovava e che quello che stava facendo non sarebbe dovuto accadere né lì né in quel momento.
Non sarebbe dovuto succedere a prescindere, a dire la verità.

-Devo..- disse, interrompendosi quando improvvisamente Yixing lo guardò dritto negli occhi. E questo frustrò Junmyeon perché, sebbene avesse le sue braccia attorno ai fianchi, non riusciva a leggere l’espressione di Yixing.  Anche se aveva capito che le sue fossette erano più evidente quando era corrucciato e che sollevava il sopracciglio quando trovava stupido qualcosa, Junmyeon non lo conosceva affatto.

L’EVP non era il tipo da fiondarsi così ciecamente nelle relazioni, ma questa volta l’attrazione tra lui e il manager di Lu Han era troppo forte per essere ignorata. Non aveva avuto il tempo di pensare alle conseguenze, qualunque fossero, perché la sua mente si era svuotata sin dal loro primo bacio. Forse anche prima.

Aveva paura di ammettere che voleva qualcosa di più. Qualcosa più di queste brevi scappatelle in cui si finiva col trovarsi così vicino a Yixing da poter sentire il battito del suo cuore. Aprì la bocca per parlare, ma fu di nuovo interrotto da Yixing, che si allontanò, lasciandolo andare. Il ragazzo più alto cercò di sistemarsi i capelli e i vestiti. Buona fortuna.  Junmyeon si schiarì la gola e si diede una sistemata mentre si dirigeva alla scrivania, per afferrare il telefono al sesto squillo.
-Pronto?- rispose distrattamente. Metà della sua attenzione era ancora su Yixing che si ravvivava i capelli. –si, ovvio che verrò al meeting. Tieniti pronto per le due-

Pensò che se lo sarebbe dovuto aspettare. Vide Yixing avviarsi verso la porta, senza un ciao o una parola. Senza un sorriso. Non si avrebbe dovuto sentirsi così deluso e ferito.  Perché dopo tutto quello che avevano fatto e detto, loro non erano niente.

Junmyeon provò a convincersi che a lui andava bene così. Lascialo andare via, è tutto okay.
Lo stava lasciando andare, quando vide il suo papillon sporgere dalla tasca del manager. Il rosso contrastava molto con il nero della sua giacca. Per qualche motivo, questo fatto fece parlare Junmyeon.
-Te ne stai andando?-
Yixing di fermò e si girò a guardarlo. –Si- rispose, prima di afferrare la maniglia della porta.
-Te ne stai andando- ripeté Junmyeon. Non sapeva nemmeno perché stesse dicendo qualcosa di così ovvio. Yixing se ne stava andando e questo era quanto.
Il manager lo guardò di nuovo ed ecco che aveva nuovamente quell’espressione indecifrabile sul volto.
-Che c’è?-
-Nulla. Non è nulla- Noi non siamo nulla. Junmyeon pensò di lasciar correre, ma la sua bocca sembrava più veloce del suo cervello –finiamola qui-

Aspettò una risposta, una reazione, un qualsiasi cosa, ma non ci fu nulla. Il silenzio era devastante e Junmyeon non riusciva a bloccare la lingua.
-Io non sono così. Io non sono.. questo- indicò loro due –io non faccio queste cose. Io sono il tipo di ragazzo che bacia il suo ragazzo alla fine del loro terzo appuntamento. Sulla guancia. Non lo tengo nemmeno per mano prima di esserci uscito insieme per un mese. Io non trascino le persone negli ascensori o altrove solo per limonare. Io non.. è che… tu nemmeno mi piaci-
-Io non ti piaccio- disse Yixing.
-No, non mi piaci- Era una bugia. Junmyeon lo seppe nell’istante in cui pronunciò quelle parole. Gli piaceva molto, ma era abbastanza sicuro che Yixing non provava lo stesso per lui. Bastava guardare quanto fosse facile per lui dimenticarsi di Junmyeon. Il fatto che poco prima se ne stesse andando freddamente dopo quel bacio ne era la prova. – Quindi fin..--
-Finiamola qui. Ti ho sentito la prima volta- rispose finalmente Yixing –Va bene. Nemmeno tu mi piaci se è per quello-

Dopodiché l’Evil Manager uscì dalla porta. Junmyeon doveva ammettere che faceva male. Molto. Con la rottura, la fitta al cuore non andò via, anzi peggiorò. Si toccò il petto. Era confuso: come poteva essere così doloroso ma sentirsi anche così vuoto?
Junmyeon avrebbe voluto richiamare indietro Yixing.
Se n’era andato con il suo papillon, ma Junmyeon aveva paura che non fosse l’unica sua cosa ad essere stata portata via da Yixing.







*************************






Dopo essersi lasciato cadere sulla sedia nell’ufficio del suo manager, Luhan giocherellava col biglietto che Sehun gli aveva dato il giorno precedente. Gli aveva passato con discrezione quel pezzo di carta dopo la fine del photoshoot. No, non il suo cuore non aveva scalpitato perché le loro dita si erano sfiorate e no, non era rimasto deluso perché Sehun non aveva aggiunto altro prima di andarsene. Quella testa di cazzo non aveva detto una parola.

Sehun gli aveva solo dato il bigliettino e aveva sorriso. Ma era bastato per garantirgli una lunga nottata insonne, a contemplare il modo migliore per far fuori quell’odioso ragazzo. Il photoshoot era stato una tortura, la voce di Sehun gli rimbombava in testa, destabilizzandolo.

Sorridi. Bellissimo. Perfetto, gli aveva sussurrato.

Gli aveva detto parole che qualsiasi fotografo avrebbe detto a Luhan. Ma suonavano sbagliate. Era diverso da quando erano da soli. Sehun non aveva bisogno di parlare per far capire a Lu Han cosa pensava. Gli bastava annuire o corrugare la fronte. Fermarsi e fissarlo. O restare completamente impassibile.

Non riusciva a credere che il giovane fotografo avesse avuto l’audacia di dargli l’indirizzo di una galleria d’arte. Come se Lu Han avesse tempo da perdere andando a visitare qualcosa di ridicolo come una mostra fotografica.  Non era riuscito nemmeno a capire il significato della nota scritta a mano sul retro del biglietto.

“Ho vinto io”.

Vinto cosa? Onestamente non gl’importava. La cosa importante era che dopodomani ci sarebbe stato l’ultimo photoshoot e sarebbe dovuto essere sollevato dall’idea di non dover più incontrare quell’ Oh Sehun. Peccato che non si sentisse esattamente sollevato. Stava uscendo fuori di testa.

Rigirò il foglio e lesse nuovamente quelle tre parole.

Ho vinto io.

Non sarebbe andato. Non sarebbe andato. No.
Proprio allora la porta si aprì di colpo, spaventando Lu Han e distogliendolo dai suoi pensieri. Entrò Yixing con una grossa nuvola nera sulla testa e un’aura tetra.
-Chi piace a chi? Ha! Pretendere di sapere le cose.. è solo uno spreco di tempo- il ragazzo si fermò davanti alla scrivania e poi iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza. –e io non trascino le persone negli ascensori!-
Lu Han rise. –Chi è che ti tormenta tanto?-
Yixing si voltò verso di lui, stupito di vederlo lì. –Che ci fai qua?-
Il cantante si limitò a scrollare le spalle. Era là perché non aveva nulla da fare e non voleva tornare al dormitorio e restare da solo con i suoi pensieri.

-Ti ho detto di andare a riposare. Da mercoledì avrai l’agenda piena di impegni e non voglio che crolli. E devi anche recuperare le lezioni di coreano. Il produttore ha detto che hai problemi di pronuncia nelle canzoni e..--
-Va bene, va bene. Lo farò, okay?- Lu Han si alzò dalla sedia girevole e si sedette sull’orlo della scrivania –non hai ancora risposto alla mia domanda-
Yixing si passò una mano tra i capelli e Lu Han si rese conto che qualcosa impensieriva davvero il suo amico.
-Quale domanda?-
-Ti ho chiesto cosa ti succede- Non era abituato a vedere Yixing in quello stato. Di solito era sempre il manager cool e impassibile dell’Angel of The East. –va tutto bene?- chiese Lu Han preoccupato.

-Si. Nulla di cui tu debba preoccuparti- rispose Yixing, senza però guardare Lu Han negli occhi.
-Fai sul serio? Stai parlando con me- disse il biondo incredulo – c’mon-
Yixing si grattò il retro del collo. –Okay.. ci sarebbe questa cosa-
-E..?- Lu Han incrociò le braccia.
-E io non voglio desiderarla- il ragazzo dai capelli scuri cominciò a camminare avanti e indietro di nuovo –non voglio-
Lu Han avrebbe voluto ridere di entrambi perché, dal suo astio nei confronti di Oh Sehun e dal papillon rosso che sporgeva dalla tasca di Yixing (a proposito da dove diamine saltava fuori?), capì che avevano entrambi lo stesso problema. Desiderare.

-Ma non puoi farci niente, giusto?-
 Yixing si fermò a guardare Lu Han. –Esatto- ammise.
Luhan scese dalla scrivania e si avvicinò al manager, afferrandolo per le spalle.
-Tu sei Zhang Yixing. Tu sai sempre cosa fare-
Vide le fossette apparire sul suo volto, mentre Yixing accennava un sorriso. Lu Han prese il suo zaino dalla scrivania.
-A più tardi-
Non diede il tempo a Yixing di chiedergli dove stesse andando. Il suo manager non avrebbe comunque approvato. Lui era l’Angel of The East. Non sempre sapeva cosa fare, ma faceva sempre quello che voleva.





La galleria che ospitava l’esibizione fotografica non era molto distante dalla KSE. In meno di mezz’ora, Lu Han era già all’interno, cappellino calato sulla fronte e occhiali scuri che gli nascondevano gran parte della faccia. Tuttavia non bastava a mascherare i suoi tratti delicati e anche indossando semplici jeans e una giacca rossa, si sentiva addosso gli sguardi della gente. Si avviò rapidamente verso la stanza in cui si teneva la mostra.

“The 16th Annual Art & Soul Photography Competition” diceva l’insegna all’ingresso. Competizione? Era quello che intendeva Sehun? Aveva vinto qui? Lu Han entrò e vide un banner su cui era scritto a lettere dorate “2013: Favourite Things”.
Scrollò le spalle. Che razza di tema era? Così amatoriale. Continuò a camminare, dicendosi che si trovava lì solo perché era curioso di sapere perché Sehun gli avesse detto di andare e non perché sperava di incontrare quella chioma argentata. Ripensandoci, voleva vedere Sehun e gongolare, ricordandogli che non si sarebbero più rivisti.

Tuttavia, Lu Han era incantato dalle foto esposte. Era evidente che non si trattava di una competizione amatoriale come all’inizio aveva creduto. Le scene e gli oggetti catturati in ogni foto lasciavano senza fiato. Una solitaria margherita gialla in mezzo ad un campo di papaveri bianchi. Palloncini colorati che volavano nel cielo azzurro. Chi si sarebbe aspettato che un bicchiere di latte e un piatto di biscotti potesse essere così bello?

Interessato com’era, i suoi occhi scandagliavano le descrizioni sotto le foto, cercando inconsciamente il nome Oh Sehun. Raggiunse la fine dell’ampia stanza e trovò un breve corridoio che conduceva ad una galleria più piccola. Alla sua sinistra vi era una grande foto di un uccellino congelato in volo, le ali spalancate in tutta la loro maestosità. Nella targhetta sotto vi erano il nome del fotografo e il titolo “Red”. Aveva vinto il terzo posto. Pochi passi alla sua destra, vi era una foto di un paio di vecchie scarpe da ginnastica, incrostate di fango, abbandonate senza cura vicino ad una porta d’ingresso. Si intitolava “Coming Home” e aveva vinto il secondo posto.

Sentì il cuore accelerare; aveva paura di vedere l’ultima foto. Si voltò lentamente, ma non era preparato a vedere quello che vide. Dopo le precedenti foto piene di colori, quella davanti a lui risaltava particolarmente. Era un suo primo piano.
I suoi capelli sembravano dorati, in contrasto con lo sfondo bianco e la sua pelle era di una pallida sfumatura color albicocca. Lu Han si sentì le guance in fiamme, quando vide l’espressione sul suo viso.
Le sue labbra erano leggermente socchiuse in modo strano, come se stesse per ridere ma si fosse trattenuto all’ultimo secondo. Vi erano piccole rughe a bordo degli occhi e la cicatrice di un brufolo sulla guancia liscia. Era imbarazzante vedere una sua foto di questo tipo.

Dannato idiota, pensò. Si allontanò dalla foto. Ti ucciderò. Lu Han guardò la targhetta, giusto per esserne sicuro. Aveva ragione. Vi era il nome Oh Sehun scritto in grassetto. Ovvio che avesse vinto il primo posto.  Il cantante stava per distogliere lo sguardo, quando il titolo della foto attirò la sua attenzione:

“Quella quasi risata”

Tornò a guardare la foto e stavolta non ne fu infastidito. Si tolse gli occhiali per guardare meglio. I suoi occhi si posarono una seconda volta sulla sua faccia. Ora ricordava chiaramente quando era stata scattata. Pensa nudo, gli aveva detto Sehun e Lu Han era stato indeciso se ridere o tirargli un pugno. Provava lo stesso anche ora. Voleva picchiare il fotografo per aver mostrato al mondo la sua foto senza make up (e senza permesso, quel piccolo bastardo). Ma voleva anche ridere perché, ad essere onesti, in quella foto era davvero bello. Sembrava reale.

Era il Lu Han che vedeva allo specchio quando era il ragazzino di quattordici anni che sognava di diventare un cantante. Gli mancava. Gli mancava quel Lu Han che non aveva paura di sorridere e ridere. Che non si preoccupava di fare strane espressioni o di essere troppo esagerato.

Allora era così che Oh Sehun lo vedeva?

-Oh my god, scusami, tu sei… Lu Han?-
Lu Han sobbalzò, notando una ragazzina intenta a fissarlo. Si voltò bruscamente e si rimise gli occhiali.
-No, non sono io-
-Oh- La ragazza sembrava delusa- allora devi essere il ragazzo della foto, vero? Assomigli all’Angel of the East-
-Yeah- rispose. Era pronto a fuggire, quando la ragazza parlò di nuovo.
-All’inizio pensavo che quello nella foto fosse Lu Han, ma il sorriso è troppo diverso. Ma anche tu sei bello- disse con sincerità –il fotografo è il tuo ragazzo? La sua cosa preferita è la tua quasi risata. E’ così dolce-

Fu come ricevere un pugno allo stomaco, quando realizzò il significato di quelle parole. Quell’idiota.
-No, um, lui è…--
-E’ stato bello parlare con te, ora devo andare- ridacchiò la ragazza –devo andare a raccontare alla mia amica che si è persa il sosia di Lu Han. E’ una Sweetest a livelli estremi. Peccato che non siano permesse le foto qui dentro-  Ridacchiò di nuovo, prima di lasciare Lu Han da solo e più confuso di prima.
A Lu Han pizzicavano gli occhi. Non era commosso. Non avrebbe pianto per una stupida fotografia. Il suo cuore non ne era minimamente toccato. Stava solo battendo in questo modo perché.. perché .. era arrabbiato. Si, lo era. Quello stupido fotografo non aveva nemmeno chiesto il suo permesso prima di esporre la sua foto. Sarebbe davvero dovuto andare a prenderlo a calci. Si disse che quello era l’unico motivo per cui stava praticamente correndo a cercare Oh Sehun.

Solo per quello, ovviamente. Nient’altro.






****************************






Si stava chiedendo se fosse il caso di bussare o fare direttamente irruzione nell’ufficio di Junmyeon. Con la coda dell’occhio, vide che la segretaria dell’EVP lo stava osservando. Perché non avrebbe dovuto? Dopotutto era in piedi davanti alla porta da ormai tre minuti, non permettendole di informare il suo capo della sua presenza. Zhang Yixing, apri questa dannata porta.

Era stato troppo distratto (a pensare a Junmyeon, ma non lo avrebbe ammesso) per notare che aveva il papillon rosso dell’EVP in tasca tutto il giorno. Solo quando aveva visto il suo riflesso in una vetrata mentre si recava ad un meeting, aveva notato qualcosa di rosso che sporgeva dalla tasca. Lo aveva tirato fuori e si era ricordato di averlo portato via inavvertitamente.
Ricordava di averlo visto indossare dall’EVP quella mattina e che aveva dovuto fare del suo meglio per non trascinarlo in un angolo e farlo suo lì sul momento.
Non aveva progettato di seguire l’EVP fino al suo ufficio, né di sbatterlo contro il muro e baciarlo con passione. Ma era successo. Non era colpa sua se quella mattina Junmyeon era particolarmente irresistibile. E anche tutte le altre volte in cui erano finiti in quella situazione. Diamine, lui era sempre irresistibile.

Yixing era rimasto sorpreso quando Junmyeon aveva detto di finire qualunque cosa ci fosse tra loro, perché era stato abbastanza sciocco da pensare che i suoi sentimenti fossero ricambiati. Non era mai stato in una relazione prima d’ora ed era passato molto tempo dall’ultima volta in cui era uscito con qualcuno. Era stato troppo occupato a portare avanti la carriera di Lu Han, per anche solo poterci pensare. Era la prima volta dopo tanto tempo che gli veniva voglia di baciare qualcuno. Yixing non aveva sentito proteste da Junmyeon quando tutto questo era iniziato. Non si aspettava che il ragazzo volesse di più. Perché era di questo che si trattava, vero? Junmyeon desiderava qualcosa che ora Yixing non poteva dargli.

Gli andava bene finirla. Ora doveva solo aprire quella porta e restituire quello stupido (carino) papillon al suo pretenzioso (carino) proprietario. Con questa rinnovata determinazione, abbassò la maniglia.
Sussultò appena, tuttavia, quando la porta si aprì e vide Junmyeon in piedi, che lo guardava altrettanto stupito.
Guardò l’altro ragazzo scuotere confuso la testa ed entrò nell’ufficio. Yixing chiuse la porta alle sue spalle, domandandosi vagamente perché lo avesse fatto. Si era appena detto che doveva solo restituire il papillon e andarsene. Non avrebbe dovuto addentrarsi nella stanza e fissare Junmyeon.
L’EVP si posizionò affianco alla scrivania, tamburellava sulla superficie con le dita. Perché era così nervoso?

-Sono venuto solo per restituirti questo- disse Yixing prendendo in mano il papillon –ho scoperto di averlo in tasca solo qualche minuto fa-
-Oh. Grazie- Junmyeon tese la mano per prenderlo. Ma Yixing ebbe la folle impressione che fosse troppo impersonale. Junmyeon parlava come se non avesse avuto le mani sul corpo di Yixing per tutta la mattinata.
Non sapeva perché improvvisamente si sentisse così infastidito e turbato. Decisamente turbato.

Quindi, invece di porgergli il papillon e uscire dalla stanza, Yixing avanzò verso Junmyeon fino a fermarsi a pochi centimetri da lui. Sentì Junmyeon irrigidirsi, quando sollevò le mani e sistemò il papillon attorno al suo collo.
-Po.. potevo farlo da solo. Non c’era bisogno –
Il manager pensò che Junmyeon facesse un po’ fatica a respirare. Anche lui si sentiva un po’ stordito. Forse era la vicinanza. Non c’era abbastanza aria.
Tuttavia, non riuscì ad allontanarsi. Anche dopo avergli messo il papillon (era storto, ma Yixing non ne aveva mai indossati, d’accordo?!), non era arretrato. Non poteva. Perché se lo avesse fatto, sarebbe finita sul serio. Non avrebbe più potuto toccare Junmyeon. Non avrebbe più potuto guardare i suoi occhi profondi dopo ogni bacio.

Prese un profondo respiro e si rassegnò. Yixing premette le labbra contro l’orecchio di Junmyeon.
-Usciremo insieme. Va bene-
-Cosa?-
-Tutto quello che vuoi. Appuntamenti. Niente baci. Niente prese per mano. Nessun contatto fino alla terza uscita. Non ho mai fatto niente del genere, ti avverto. Non mi piace andare al cinema, ma se è necessario guarderò solo i film d’azione. Niente diabetiche storie d’amore o stupidaggini del genere-
Yixing si raddrizzò e guardò Junmyeon negli occhi.
-Niente scappatelle negli ascensori o altrove. Anche se, ti avverto, ti mancheranno sicuramente- concluse.

Junmyeon lo fissava e basta. Yixing non lo avrebbe ammesso, ma era nervoso e spaventato come non mai.
Stava praticamente chiedendo all’EVP di diventare il suo ragazzo. Sapeva che ciò avrebbe comportato una serie di complicazioni nella sua vita,  ma al momento riusciva solo a pensare che Junmyeon non gli aveva ancora risposto. –Ebbene?- chiese Yixing impaziente.
-Io.. okay- fu la breve risposta.
Finalmente Yixing rilasciò il respiro che stava trattenendo. Istintivamente si chinò a baciare Junmyeon, ma poi si bloccò, ricordandosi che non avrebbe dovuto farlo. Mugugnando mentalmente, Yixing si ritirò. Per questo non era preparato quando Junmyeon lo attirò di nuovo bruscamente a sé e gli diede un bacio passionale. Non era né breve, né casto. Se lo stava godendo decisamente troppo e gemette quando l’EVP gli succhiò la lingua. Se era un test, avrebbe sicuramente fallito.

Fu difficile, ma si forzò ad interrompere il bacio.
-Pensavo che avessi detto…-
Junmyeon sorrise e Yixing pensò di non averlo mai visto sorridere in quel modo.
-Stiamo lavorando insieme da quasi tre mesi. Penso proprio che abbiamo passato la regola del terzo appuntamento-
Era il suo turno di sorridere all’altro ragazzo.
-E i film romantici non piacciono nemmeno a me. Più sangue c’è, meglio è- Junmyeon toccò delicatamente il labbro di Yixing –ho sentito che questo fine settimana esce un nuovo film horror-

Ora era ufficialmente fottuto, non c’era più via di ritorno. Ma non gl’importava.

-E’ un appuntamento- sussurrò Yixing, prima di reclamare le labbra di Junmyeon ancora una volta.






**************************


 




Sehun aveva passato l’intera giornata a fissare le foto di Lu Han. Aveva molti duplicati. Probabilmente avrebbe potuto coprire tutte le pareti dello studio con la faccia del cantante. Sarebbe stato inquietante, ma Sehun era ad un passo dal farlo.
Mercoledì avrebbe finito di lavorare con lui. E, a meno che Sehun non avesse trovato una qualche altra cosa con cui inconsciamente ricattarlo, le loro strade si sarebbero divise.
Avrebbe dovuto esserci abituato. Ogni volta che un incarico finiva, saltava al successivo.
Ma era stranamente difficile lasciarsi Lu Han alle spalle.Non voleva.

Gli piaceva. C’era poco da discutere. Anche se non sapeva fino a che punto, lui gli piaceva. Non si era mai sentito in quel modo prima d’ora. Non sapeva cosa fare. Sehun aveva pensato che quest’infatuazione gli sarebbe passata presto. Non aveva pensato che avrebbe desiderato passare più tempo con lui per vedere quale sviluppi ci sarebbero stati.

Era certo che anche Lu Han provava qualcosa per lui. Ma lui era l’Angel Of the East e sarebbe stato parte di lui, non importava quante volte Sehun gli chiedesse di essere sé stesso. Sehun sapeva che non avevano trascorso abbastanza tempo insieme per far sì che Lu Han superasse le sue insicurezze e si fidasse di lui.
Avrebbe voluto un altro po’ di tempo, anche solo uno o due giorni, ma non ce n’era.

Stava fissando una delle sue foto in silenzio. Se qualcuno lo avesse visto, nessuno avrebbe minimamente intuito quali pensieri turbassero il giovane ragazzo. Eccetto forse per le labbra impercettibilmente tese, nessuno avrebbe mai saputo che, per la prima volta in assoluto in vita sua, Sehun non avrebbe voluto essere solo e avrebbe voluto avere un certo cantante violento e dai capelli biondi al suo fianco.

Forse far andare Lu Han all’esibizione era stato uno sbaglio, ma non riusciva a rimpiangere di averlo invitato. Se il cantante biondo fosse andato, avrebbe capito quanto piaceva a Sehun. Era un misero tentativo per dichiararsi, ma la cosa peggiore che sarebbe potuta succedere era che Lu Han ridesse di lui. Comunque, se avesse avuto ragione e Lu Han avesse ricambiato i suoi sentimenti, quest’insopportabile attorcigliamento di budella per l’ansia ne sarebbe valso la pena.

Sehun avvertì una presenza alle sue spalle e si voltò, trovandosi faccia a faccia con un Lu Han assolutamente stupendo efurioso.

-Tu!- esclamò, avanzando verso il fotografo – tu non puoi fare certe cose! Non puoi farmi provare cose e rendermi confuso e ..—Sehun si sentì un dito conficcato dolorosamente tra le costole –come osi espormi pubblicamente in quel modo? Come osi farmi sentire bello? Sei un tale idiota!- Gli occhi di Luhan erano pieni di rabbia, incredulità e un accenno di lacrime –non puoi farlo!-
Sehun lo lasciò sfogare. Pensava di meritarselo, in ogni caso. Non intendeva farlo, ma era ovvio che avesse ferito Lu Han in qualche modo. Il cantante sembrava perso. Sehun non riuscì a fare a meno di accoglierlo tra le sue braccia, la sua guancia premuta contro il petto.

-Non puoi davvero- mormorò Luhan.
-Ti amo- sussurrò Sehun contro i capelli del ragazzo più basso. Lui stesso ne fu shockato. Ma era vero. Avere Lu Han tra le sue braccia gli aveva fatto capire che non gli piaceva semplicemente. Era qualcosa di più. Lo era sempre stato.
Lu Han si scostò per guardarlo in faccia.
-Non puoi-
-L’ho già fatto- rispose.
-Ti sto per tirare un pugno- minacciò il cantante.
-Ti amo lo stesso- sfiorandogli la guancia con la mano.

Lu Han si alzò in punta di piedi e premette le sue labbra contro quelle di Sehun, facendo scorrere una mano tra i suoi capelli argentati e attirandolo a sé. Non aveva detto all’altro ragazzo di amarlo a sua volta, ma Sehun lo poteva percepire dal modo in cui Lu Han lo stava baciando. Un momento dopo, si separò dalla bocca di Lu Han. Vide lo sguardo del cantante scivolare sulle sue labbra e Sehun si sentì vacillare un attimo.
-Non picchio le persone quando sono occupato- disse Lu Han prima di avvicinarsi ulteriormente –hai tre secondi-
Sehun era imbarazzato ad ammettere di aver capito cosa Lu Han intendesse, solo quando il cantante roteò gli occhi. Continuò a rimanere immobile.
-Tempo scaduto- sospirò il ragazzo biondo, iniziando a divincolarsi dall’abbraccio di Sehun.

Alla velocità della luce, Sehun trattenne Lu Han afferrandolo per i fianchi. Lo fece voltare e lo sollevò, facendolo sedere sul tavolo e facendo cadere parecchie fotografie e negativi per terra. Lu Han afferrò la maglietta di Sehun con entrambe le mani e sollevò la testa per guardarlo.
Una mano lo lasciò andare e Sehun sentì il tocco del cantante sulla sua gola, poi giù sulle clavicole e sul suo petto. Sehun si chinò, baciando dolcemente Lu Han e facendogli cadere la testa sensualmente all’indietro.
Le sue mani finirono sulle ginocchia di Lu Han e poi gli spalancò le gambe, occupando subito dopo lo spazio che si era creato tra loro. Le cosce di Lu Han si strinsero con forza attorno ai suoi fianchi e sentì il suo calore invaderlo. Sehun lo assaggiava, esplorando ogni angolo della sua bocca. Lu Han tentò di sollevare ulteriormente la testa e si aggrappò al suo collo per approfondire il bacio, ma Sehun lo ignorò. Aveva tutto il giorno per baciarlo.

-Non dovresti lanciare certi ultimatum alla gente- disse contro il collo di Lu Han.
-Sono l’Angel of the East, faccio quello che voglio- rispose l’altro, prima di lasciarsi sfuggire un gemito.
-No, sei Lu Han- smise di colpo di baciarlo e lo guardò negli occhi –e tu puoi fare tutto quello che vuoi con me-
-Qualsiasi cosa?- chiese serio il cantante.
Sehun annuì e sentì il suo cuore scalpitare quando Lu Han lo abbracciò. Lo abbracciò semplicemente.
-Oh Sehun?-
Sehun sorrise al tono improvvisamente scherzoso dell’altro. Lu Han girò il viso di Sehun verso il suo e i suoi occhi ebbero una scintilla maliziosa.  Si sarebbe dovuto aspettare che non sarebbe finita lì.
-Si?-
-Pensa nudo-
 
 
 
 
 
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-..E questo è Chanyeol quando si unì al Club dei Furetti- Nonna Park indicò la foto incorniciata sul grande mobile in legno ad un lato del soggiorno della villa.
Baekhyun sorrise vedendo un Chanyeol cicciottello di 11 anni, con occhiali da nerd e con un furetto in mano.
-Nonna- grugnì Chanyeol alle loro spalle –se Baekhyun decide di rompere con me, sarà colpa tua-
-Smettila di lamentarti. Il piccolo Baekhyun non ti lascerà, a meno che tu non faccia qualcosa di davvero stupido e a quel punto io ti mollerò in mezzo alla strada e adotterò ufficialmente Baekhyun- l’anziana donna prese a braccetto Baekhyun –non preoccuparti. Tutte le volte in qui mio nipote ti bullizza, vieni pure da me-
Baekhyun lanciò un’occhiata al suo imbronciato ragazzo –Lo farò-
-Bene. Ora, ecco il mio Chanyeollie quando ottenne la sua prima medaglia da boy scout…- Nonna Park continuò ad indicare tutte le foto. Vi erano foto di Jongin, Chanyeol e Kyungsoo ai tempi del liceo, tutti e tre sembravano allegri e giovani. In alcune vi erano pure l’EVP e i suoi genitori.

Era stata una cena abbastanza semplice, per quanto potesse essere semplice una cena con cinque portate. Nonna Park lo aveva intrattenuto con storie divertenti sull’infanzia di Chanyeol  e degli altri suoi nipoti. Faceva finta di non sopportarli, ma dal suo tono era chiaro quanto fosse orgogliosa di loro.
Ci fu un momento di tensione quando la donna chiese a Baekhyun della sua famiglia e dei suoi genitori. Provò ad essere il più onesto possibile, dicendo che era orfano e che gli mancava un anno alla laurea.
Chanyeol forse aveva percepito il suo disagio, perché cambiò discorso, distraendo sua nonna con discorsi sulla HJ Entertainment e il loro nuovo gruppo. Gliene fu grato, ma si sentì anche un po’ in colpa. Avrebbe voluto dire a Chanyeol del suo passato. Non c’era motivo per non farlo.

Sentì una gomitata alle spalle e si voltò, vedendo Chanyeol che faceva finta di addormentarsi per colpa delle chiacchiere senza fine di Nonna Park. Provò a guardarlo con disappunto, ma era così divertente. Baekhyun trattenne a stento una risata.
-Park Chanyeol, non pensare che non ti veda- Nonna Park colpì il braccio di Chanyeol.
-Nonna, non è ora che tu vada a letto?- chiese il nipote.
Come se fosse pianificato, Halmeoni entrò nella stanza.
-Mrs. Park, le ho già preparato il suo tè-
-Mi trattate tutti come se fossi una specie di invalida- si lamentò l’anziana donna.
-Dobbiamo comunque andare via, nonna. Domani dobbiamo andare a lavoro- disse Chanyeol. Diede alla donna un bacio sulla guancia. –Grazie per la cena-

-Ma promettimi che tornerete questo sabato. Porta Jongin e anche Junmyeon. E anche Kyungsoo. Vi voglio tutti qui-
-Va bene nonna. Ora vai a riposare- Chanyeol le diede un breve abbraccio.
-D’accordo- Nonna Park si rivolse a Baekhyun –anche tu Baekhyunnie. Dai a nonna il bacio della buonanotte-
Anche Baekhyun l’abbracciò e la baciò sulla guancia. Si sentiva felice, mentre guardava le due donne allontanarsi. Si sentiva come a casa. Improvvisamente gli mancavano i suoi genitori. Per fortuna c’era Chanyeol al suo fianco che gli accarezzava i capelli e gli impediva di essere triste.

-Andiamo?- chiese.
-Un attimo. Voglio farti vedere una cosa- rispose Chanyeol. Afferrò la mano di Baekhyun e lo trascinò lungo una serie di corridoi, fino ad una porta blu.
Chanyeol l’aprì e spinse Baekhyun all’interno.
Era una stanza enorme, molto più grande di quella di Baekhyun. Le pareti erano color crema e vi erano tappeti grigi che coprivano il pavimento. Una grande libreria separava l’area da letto dal resto della stanza, dove vi erano un divanetto e una poltrona. Chanyeol lo portò fino al letto di dimensioni regali.
-Fammi indovinare. E’ la stanza di Jongin- scherzò Baekhyun.
-Sbagliato, prova di nuovo-
Baekhyun si guardò attorno. Era una bella camera, pulita e dai bei colori. Non si era immaginato così la stanza d’infanzia di Chanyeol. In base alle storie di Nonna Park, Chanyeol era un bambino attivo, che amava i cartoni animati, la musica e .. furetti.

-Sembri deluso- disse Chanyeol, facendo scivolare le braccia attorno a Baekhyun –cerchi qualcosa?-
-Non proprio-  Baekhyun sorrise timidamente –pensavo che sarebbe stata.. qualcosa di più?-
La patata rise e strinse più forte Baekhyun.
-C’è di più, ma non è qui. Te lo mostrerò dopo-
-Allora che ci facciamo qui?-
-C’è bisogno di chiederlo?- Chanyeol lo spinse giocosamente sul letto, seguendolo subito dopo. Baekhyun finì intrappolato sotto Chanyeol che lo sovrastava.
-Ho sempre sognato di portare qualcuno qui e scambiarci tanti i baci come nei film-

La patata si lasciò andare, mise le braccia sul petto di Baekhyun, prima di poggiare il mento su di loro.
Era praticamente coricato sopra Baekhyun e sembrava si stesse divertendo.
-Park Chanyeol, non sei affatto leggero- sospirò il ragazzo più grande.
-Hmmm, perché non trascorriamo così il resto dei nostri giorni?- Chanyeol poggiò la testa su di lui e sospirò beato. Baekhyun mosse le mani tra i capelli corvini del suo ragazzo.
Tre anni fa aveva perso tutto, quando i suoi genitori erano morti, e aveva visto la sua vita sgretolarsi davanti ai suoi occhi. Ma ora il fato era intervenuto e gli aveva offerto il mondo.
Gli sembrava ancora incredibile che il ragazzo che aveva impulsivamente baciato qualche mese fa alla fermata dell’autobus ora fosse tra le sue braccia e gli dicesse di amarlo. Aveva sempre pensato che Park Chanyeol fosse fuori dalla sua portata. Non avrebbe mai pensato che la patata cercasse di raggiungere lui.

-Possiamo scambiarci tutti quei baci ora- sussurrò.
Chanyeol sollevò la testa e si arrampicò più in alto, finché non furono faccia a faccia.
-Non c’è qualcosa che dovresti dirmi prima?-
Baekhyun sentì il cuore battergli forte nel petto. C’erano tante cose che voleva dirgli. Riguardo i suoi genitori e i debiti. Tutto quanto. Ma aveva ancora paura della reazione di Chanyeol. Si fidava della patata, ma non era ancora pronto.
-Ti ho già detto che ti amo stamattina- disse invece.
Vide qualcosa negli occhi di Chanyeol, ma sparì in fretta, prima che avesse il tempo di decifrarlo.
-Ma questo è il mio sogno. Nel mio sogno tu dici di amarmi. Tentativo numero due!-
Sospirando, Baekhyun disse :- Chanyeol, ti amo, anche se sei..--
Ma Chanyeol aveva già catturato le sue labbra e lo stava baciando, stringendolo forte come se non ci fosse un domani. Forse lo fece perché anche Baekhyun provava lo stesso.

Ti dirò tutto domani. Tutto quanto. Domani.




  
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