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Autore: Alfietta    17/08/2013    0 recensioni
Gli Originali sono tornati A New Orleans. Si sono lasciati alle spalle tutto il resto e Per ora vanno avanti, ma si sa il passato ritorna e la cosa brutta è il suo mischiarsi al presente.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katherine, Pierce, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Klaus è tornato, con tutta la famiglia. Ci sono delle novità. Non ti anticipo niente, ti aspetto.

Marcel, oh Marcel, Fratello caro.

Mi informi del ritorno degli Originali per farmi tornare?  Come se non mi conoscessi, io lo so già. Ecco perché sono qui.

“Mary, ti ho fatto il pieno, dovresti arrivare entro sera giusto?”

“New Orleans non è così lontana”

“Certo. Se guidi tu”

Mi scappa una risata di gusto.

Tornare a casa, dopo tutto questo tempo, solo per assistere alla battaglia tra due re è davvero eccitante se poi nel conto metti che uno di questi è tuo fratello è l’altro un tuo grande amico di vecchia data, la vacanza è assicurata. Che si apri il sipario, lo spettacolo inizia.
 
 
“La bambina è tornata a casa” sento affermare Marcel parcheggiando la macchina. Entro in casa, come sempre affollata: vampiri, vampiri ovunque. 

“Sorellina! È sempre un piacere rivederti! Com’è andato il viaggio?” lo guardo schifata

“Come se ti interessasse fratello” il suo sorriso scompare ne prende il posto il suo sguardo serio e preoccupato

“Dolcezza che ti prende?”

“Giornata pesante, fratellone. E la tua presenza mi infastidisce”

“Dolce come al solito”

“Le vecchie abitudini non cambiano” lui sorride compiaciuto. Il nostro approccio non è mai stato dei migliori, questo episodio ne è la prova. Siamo fratelli di sangue, ma solo di sangue. Non c’è mai stato un approccio fraterno. Klaus è stato il nostro unico punto di incrocio. Lui il suo allievo, io la sua amica, se cosi mi posso  definire.

“La mia stanza è sempre la solita?”

“Certo, nessuno tocca la tua stanza” meglio così, penso. Mi faccio una doccia e poi esco.
New Orleans mi è sempre piaciuta come città. Caotica e tranquilla al tempo stesso. I mercatini sono la parte più calda della città, camminarci intorno è sempre piacevole, nonostante gli sguardi increduli della “Gente del posto” che ti vede tornare, dal luogo da cui sei scappata.

Qui tutti sanno chi sono. La sorella del Boss. La piccola e indifesa Mary, la ragazza che aveva paura del Buio.

Notare, due Originali più in là mi trasmette una strana sensazione.

Volente o no. Elia mi viene a sbattere.

“Chi non muore si rivede” parla cauto Elia con la sua voce incredibilmente antica.

“Nel nostro caso è difficile morire El, tu più di tutti dovresti saperlo” lui ride e mi bacia la mano, ecco l’uomo d’onore che conosco, l’uomo d’onore. L’uomo sincero, l’ennesimo caduto nelle mani di Katerina Petrova.

“È sempre un piacere rivederti, Mary” ammette lui da galantuomo.

“Lo stesso è per me, El.”

“Qual cattivo vento ti porta da queste parti?” chiede schietta Rebekah

“Anche per me è bello rivederti, Bek.” Alza gli occhi al cielo come se non ci fossi.

“I nostri fratelli sono i re di questa città, manca poco alla battaglia decisiva, e io non voglio perdermela”

“Nessuno ha parlato di battaglia” commenta con molta attenzione Rebekah, alzando lo sguardo con cautela verso il fratello

“Sappiamo entrambi che Klaus vuole la corona, e sappiamo anche che Marcel non abbandonerà il trono”

“Conosci Klaus quanto noi”

“Non mi stupisce affatto mentre noi eravamo chiusi in delle squallide bare lui se la spassava con te!” ribatte Rebekah all’affermazione del fratello.

“Ognuno vede le situazioni a proprio piacimento. Adesso scusate, ma ho delle commissioni da fare. Ah e auguri per il piccolo nonsisache!” ecco la bomba l’ho lanciata ed ecco che Elia mi viene addosso mi prende i polsi e mi trascina in una strada disabitata con poca luce e con mura molto alte. Quanto mi piace innervosire le persone,  è nel sangue non ci posso fare niente.
“Tu sai?” mi chiede esitante, le carinerie sono andate a farsi benedire.

“Non sono certo nata ieri! So molto, anche quel che non vi immaginate”

“Cioè cosa sai???” mi chiede Bek muovendomi le spalle da un muro all’altro.

“Hayley è incinta di Klaus lui è un ibrido lei è un licantropo, chi sa cosa ne uscirà fuori!” dichiaro divertita

“Marcel lo sa?” ecco il loro punto debole, il tallone d’Achille dei famosi originali.

“Se me lo state chiedendo vuol dire che non lo sa, oh... Bene...”

“Chi te lo ha detto?”

“Rebekah, dolce e piccola Bek, credi che io non abbia delle conoscenze? Sono vecchia quasi quanto te, infondo. E diciamocelo ho vissuto anche più di te”

Boom ecco che finisco contro delle bottiglie d’acqua e qualche scatolone. Bek mi ha presa in un lampo e mi ha buttata sulle bottiglie. Me la sono cercata, ma stuzzicarla mi piace da morire.

“Ok, adesso calmati, non è il momento di perdere la testa Rebekah”

“Infatti ascolta il fratellino su, da brava” ok, lo so, non dovevo ma dai è cosi elettrizzante innervosirla!

Si sta per scagliare di nuovo contro di me, si avvicina più lentamente di prima ha le mani pronte per scaraventarmi contro il muro. Lo farà e io per divertirmi gli e lo farò fare. Ma qualcuno interrompe il mio divertimento. Non è Elia e nemmeno Marcel.

È Klaus.
 
 
  
“Piccola ribelle che non sei altro, la finisci di metterti nei guai! Sei arrivata da sole due ore!”
Mi dice ridacchiando, portandomi in salvo.

“Fratelli, lasciate fare a me, me ne occuperò io” è la stessa frase che dice quando vuole uccidere qualcuno. Ma so che non mi ucciderà. Questo lo so.

Mi mette su una spalla e mentre io cerco di liberarmi ride e dice malizioso “Una volta non ti dispiaceva essere portata così!”

“Una volta avevo paura del buio! Ma sai è passato così tanto tempo! Klausssssssssssssssssssssssss!”

“Va bene va bene!” urla mettendomi giù.

“Come mai sei di ritorno a casa?” mi chiede, dopo un'attenta riflessione su cosa dirmi dopo tanti secoli
“Ma tutti questa domanda mi fate? Volevo tornare ecco tutto!”

“Mi sei mancata Piccola Mary” mi dichiara come un bambino che ha trovato le caramelle che la mamma gli aveva nascosto

“Quando la finirete di chiamarmi piccola?” ribatto seccata

“Mi aspettavo tutt’altra risposta sai?”

“Klaus, non sono più quella che hai sverginato. Cosa ti aspettavi che ti sarei caduta tra le braccia e avrei pianto di gioia?”

“No, certo che no. Non sei mai stata il tipo di simili sdolcinerei” mi dice facendomi fare un giro su me stessa con una sola mano.

“E se posso naturalmente, cosa ti ha fatto cambiare?”

“Il mondo, La tua assenza, i tempi” gli rispondo camminandogli intorno

“Sapevi che me ne sarei andato” si giustifica girandosi

“Infatti non mi sono sconvolta più di tanto”

Poi mi osserva come se mi leggesse dentro e mi pone una domanda

“Possibile che sia io il motivo della tua rabbia interiore?”

“Tu, questa città, mio fratello, credimi sono passate solo due ore e già sono pentita” rispondo senza tanti giri di parole

“Allora perché non te ne vai?” mi chiede avvicinandosi alle mie labbra, una volta sue, senza guardarle.

“Mi piacciono le battaglie”

“Una volta non eri cosi, eri piccola indifesa, e ti piaceva ridere”

“Te l’ho detto, sono cambiata”

“Staremo a vedere” si gira, sta per andarsene ma il suo istinto cerca di proteggersi, infatti, si gira e cerca di soggiogarmi, peccato, che la verbena è nel mio corpo da anni.

“Non dire niente di Hayley a Marcel”

“Soggiogarmi ti è impossibile, questo tu lo sai”

“So che posso fidarmi di te” ed ecco che scompare. Come un fulmine.

Purtroppo, si. Lo sa.
  
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