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Autore: anotherlivingpoet    17/08/2013    1 recensioni
[Robert Sheehan]
[Robert Sheehan]
Mi mancava, un'amica.
Un'amica vera.
Una con cui puoi parlare di tutto, a cui non importa chi sei ma come sei.
A cui non importa quanti soldi prendi a fine mese.
A cui non importa essere scambiata dai tabloid per una nuova ragazza.
Be', in realtà, non l'ho proprio mai avuta, un'amica vera.
©
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Pranzo





«Rispondi Addie... dai....» sussurro al telefono mentre provo, inutilmente, di chiamare Addie.
Alle fine le lascio un messaggio in segreteria, chiedendole se vuole mangiare con il sottoscritto.
«Sheehan» mi chiama dopo circa cinque minuti.
«Evans» le rispondo, stando al gioco. 
«Cavolo Sheehan, se non ti rispondo c'è un perché: stavo cercando di rimorchiare una» mi spiega.
«Cavolo Evans, se ti chiamo c'è un perché: mangi con me a pranzo? Ho fame e sto preparando una cosuccia che mangiarla da soli è un peccato...»
Sento Addie pensarci un po' su, dall'altra parte della cornetta.
«Okay, da te tra cinque minuti.»
Mi affretto per far apparire casa più in ordine possibile, ma non troppo.
Ormai Addie è stata qui così tante volte che sa quando è troppo pulita per i miei standard.
L'unica cosa che è pulitissima, è la cucina.
Ci tengo in modo particolare.
Apparecchiando la tavola, sento un leggero odore di bruciato.
Imprecando tra me e me, vado a controllare l'arrosto all'italiana nel forno.
È salvo.
Le patate tagliate a mano un po' meno, ma bruciacchiate le trovo favolose.
Quella dell'arrosto all'italiana è una delle ricette che non ho mai sperimentato con Addie, 
e lei è la mia assaggiatrice fidata.
Ne rubo una o due ed il campanello suona.
Corro ad aprirle la porta e le sorrido.
Ormai è poco più di un mese che ci sentiamo.
È un'amica fantastica.
Appena mi vede, però, scoppia a ridere.
Be'... è diretta.
Un'altra cosa che apprezzo di lei.
E poi, se c'è qualcuno con cui posso giocare senza che se la prenda, 
be', è lei.
Mi fingo offeso.
«Ehy, che ti prende?»
La faccio entrare, ma lei ancora ride.
Si sta asciugando le lacrime e tenendo la pancia, quando domanda.
«Che ti sei messo addosso?»
Ah.
Ecco perché ride.
«Questa è una tutina da Chef, direttamente dalla Francia, plebea!» la prendo in giro.
In effetti, adoro questa tutina.
Sapendo del mio amore per la cucina, me l'ha regalata Jemima1, direttamente da Parigi.
«No... è che... il cappello.... è.... rosa.» non riesce proprio a smettere di ridere.
«Ma che dici? Sei daltonica per caso?»
Mi sfila il cappello e me lo fa vedere.
È davvero rosa.
Merda.
L'ultima persona che l'ha vista e toccata è stata Iwan2, quando avevamo fatto quella festa.
Doveva averlo trovato uno scherzo molto divertente.
Ma come ho fatto a non rendermene conto?
«Robbie dai, ho fame! Mi fai mangiare sì o no?» mi chiede ancora sorridendo.
«Solo se mi prometti di non colorarmi i guanti di fucsia.» e gli tiro il naso,
in quello strano modo che uso solo con lei.
La faccio accomodare con la vecchia battuta "Prima gli anziani".
Che poi non è vero perché ho tre anni più di lei, ma sono dettagli.
«Spero che tu non mi abbia avvelenato l'arrosto» mi fa Addie in tutta risposta.
Ribatto con un fiacco «Simpatica la ragazza...» con una piccola smorfia.
In realtà quando ci scontriamo così mi piace farla vincere.
CI ingozziamo come due maiali e a volte ci stiamo anche per strozzare, tanto ridiamo.
Dopo pranzo, con la promessa di uscire sul tardi per una birra, 
ci stendiamo sul divano, Addie sul mio grempo mentre le accarezzo i capelli.
«Alla fine hai rimorchiato quella?» domando incuriosito.
«No... cioé... avrei potuto... ma non mi sento ancora abbastanza bene.»
Capisco al volo a cosa (o meglio CHI) si riferisce.
Ci raccontiamo un po' di battute squallide in una gara a chi le fa più penose.
Ovviamente vinco io.
«Stai cercando dei dadi da cucina al supermercato. Il mistero dei dadi scomparsi. Giochiamo?»
quando dico questa battuta, Addie mi guarda.
Veramente, mi sta fissando.
È da un po' che non dice nulla.
Si limita a guardarmi.
Quando le impongo di dire qualcosa mi domanda:
«Ti diverti ad alzarmi l'istinto suicida? Perché dopo questa mi voglio far investire da un tir.»
Ribatto che non è così male.
È solo una questione di prospettive.
Allora lei attacca con questa:
«Hai una fame da lupi. Così fame, che ti mangeresti anche il tuo e-book reader. Be', sempre se hai fame di conoscenza.»
E dato che io rido alle battute di merda, mi lacrimano gli occhi per le risate.
Dopo un po', siamo arrivati engtrambi al "punto di non ritorno", 
ovvero quello che se continui a sparare battute squallide ti suicidi.
Cerco di parlarle un altro po', ma comincia a mugugnare,
e capisco che si sta addormentando.
Lo fa sempre.
Continuo a coccolarla,
mentre lo stereo che avevo acceso prima che venisse continua a suonare,
mentre io sto per raggiungere Addie nel mondo dei sogni.



Hush Just Stop.
chiariamo una cosa.
Io non volevo scriverla.
È venuta in mente da sola.
Dato che sono ministorielle a parte può darsi che è finito qua oppure continuo. 
Non lo so.
Come non so neppure se a Robert piace cucinare.
Era un particolare carino e l'ho aggiunto.
Ah! Non dimentichiamo l'arrosto all'italiana.
Se la ricetta esiste davvero, sono una geniaccia.
L'ho inventato.
Anche questo.
FUCK YEAH!

1: Jemima West, co-protagonista e interprete di Isabelle Lightwood ne: 'Shadowhunters The Mortal Instruments City Of Bones'. Attrice inglese naturalizzata francese.
2Iwan Rheon, co-protagonista e interprete di Simon Bellamy nella serie televisiva inglese 'Misfits'. Attore inglese.
   
 
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