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Autore: lafilledeEris    17/08/2013    1 recensioni
Mi ama.
Un petalo che volava leggero.
Non mi ama.
Un altro imbronciato abbandonava il fiore.
Perché non scrivo da troppo tempo e l'idea di stare ferma mi logorava, un esperimento per rimettermi in pista
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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N.d.a Lo so, sono sparita da un po'. Ma capitemi: fra sessione estiva, stanchezza, vari pensieri per la testa ci si è messo anche il blocco dello scrittore: qualunque cosa scrivessi non meritava, non piaceva e finiva irrimediabilmente per essere cestinata. Credo che forse questa si avvicini a ciò che volevo scrivere. Forse sì, forse no. Però dovevo scrivere. Sono ferma da troppo tempo.

Quindi questa è per voi e per me. E per chiunque crede che avere un cielo sopra la testa e lo si fissi a testa in giù rende l'idea di raggiungerlo più fattibile.

 

Sotto il cielo d'agosto

 

 

 

Alle anime perse dovremmo dare un tetto
ai corpi senza pace offro il mio letto


 

 

 

 

 

 

Mi ama.

Un petalo che volava leggero.

Non mi ama.

Un altro imbronciato abbandonava il fiore.

Sotto il cielo d'agosto, terso e stellato, Kurt era accovacciato e si nascondeva fra le braccia di Sebastian che teneva le gambe larghe e poggiava il mento sulla sua spalla, intento a giocare con una margherita ormai spoglia.

“Non mi ami!” protestò Smythe.

“Bas, non dire sciocchezze!” Kurt in risposta gli pizzicò il fianco.

“Ma le margherite non mentono!”

Kurt prese il suo viso fra le mani e lo scrutò nella penombra, in sottofondo solo il rumore della brezza estiva che accarezzava le fronde della vegetazione.

“Potrei mentirti?”

“Mai.”

Nessun dubbio, né tentennamento. Era solo lo sguardo, un bacio a fior di labbra.

Anime perse nel buio di una notte d'estate. Non cercavano la pace. Cedersi a vicenda, era questo il loro intento. Dividere lo stesso letto, imparare a baciare.

Non erano una storia da raccontare. Erano da vivere.

“Non fidarti dei fiori” gli disse Kurt.

“Perché?”

“Lo vedi? Adesso è bello, mostra il suo lato migliore, sfoggiando pomposo tutti quei petali. Ma si seccherà, cambierà e si imbruttirà”.

“ Ma anche io prima ero così: imbruttito e triste. Eppure mi hai scelto” rispose Sebastian.

“Le anime perse non sono mai brutte. Sono distrutte, sfatte, ubriache di tristezza, ma mai brutte, forse nemmeno sole come credono o come le vede il mondo”.

“Sono un'anima persa?”

“Se così non fosse stato, non ti avrei mai trovato”.

Amare vuole dire perdersi, delle volte. Perché chi ci trova merita il nostro sorriso.

Ogni anima ne ha uno. E Kurt aveva visto quello di Sebastian: era in ogni sguardo che gli rivolgeva, in ogni carezza.

Per Sebastian quelle carezze erano come il pane. Kurt non gli aveva solo offerto il suo letto – in maniera incondizionata, come si fa con la persona amata -, gli aveva dato quel tipo di amore che si trova solo una volta.

Oscar Wilde una volta scrisse “Si possono insegnare tante cose, ma le cose più importanti, le cose che importano di più, non si possono insegnare, si possono solo incontrare”. È così che era nato tutto:un incontro sbaglio, il detestarsi, il conoscersi meglio, l'avvicinarsi. Nessuno impara ad amare, il cuore è fin troppo saccente per lasciarsi domare.

Nessuno è padrone del proprio battito, del rossore sulle guance, delle mani sudate.

Solo l'anima è capace di comprendere e assecondare tutto questo.

Forse è per questo motivo che sotto quello stesso cielo Sebastian aveva deciso che Kurt quella notte - e per tutte le altre a venire -avrebbe custodito la propria.

 

E passerà la guerra e passerà la fame
e il deserto di ragioni che ci hanno dato da attraversare
di storie come questa ne ho da raccontare se mi vuoi ascoltare

[Alle anime perse – Tre Allegri Ragazzi Morti]

   
 
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