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Autore: Stellyna    22/02/2008    1 recensioni
"il nostro non è un brutto lavoro i medici non sono cattivi! Noi proviamo ad aiutare la gente ma il destino ha quasi sempre l’ultima parola. La nostra è una lotta contro il tempo, a volte troppo poco per raggiungere i nostri scopi…"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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il destino ha sempre l'ultima parola "-UILocale it-IT -contentLocale IT"

Ciao raga!

Questa non è la mia prima ff, ne avevo già pubblicate altre sotto un altro nick che mi hanno cancellato. Quindi rieccomi, vogliosa come prima a farvi provare delle emozioni…

Buona lettura!

il destino ha sempre l’ultima parola”

Mi chiamo Veronica, ho trentacinque anni e sono un’oncologa.

Faccio parte di un gruppo di medici a Miami: città in cui ho passato metà della mia vita.

Lavorano con me altri tre ragazzi: Martina, Donatella e Andrea.

Ci conosciamo dal primo superiore e da allora seguiamo lo stesso sogno: diventare medici.

Tutti gli altri li abbiamo persi di vista, sono anni che non li vediamo ma di loro abbiamo sempre un bel ricordo e non li scorderemo mai.

Assieme ci troviamo bene anche se, tra una birra ed un’altra, dopo i turni di lavoro ci sentiamo come insoddisfatti.

<<Che giornataccia oggi…>> disse Andrea,

<< Lo so! Non è il massimo dire ad una paziente che ha il cancro>> aggiunsi <>.

Fare l’oncologo non è proprio un bel lavoro, bisogna solo saperlo gestire.

Mai affezionarsi ad un paziente terminale ma quel che è peggio, ed è proprio quello che io ho passato, è innamorarsene.

Si chiamava Simone, la persona più dolce che io abbia mai conosciuto, e un tumore scoperto troppo tardi lo ha ucciso.

C’è voluto del tempo per superarlo ma grazie a i miei amici ,che mi hanno dato la forza per continuare, ce l’ho fatta.

Andrea è molto soddisfatto del suo lavoro: è un ginecologo!

Marty e Dody sono invece due ottime neurologhe.

Insieme siamo una bella squadra e sappiamo superare le difficoltà contando l’uno sull’altro.

Quella sera al Van Dyke cafè,ci stavamo deprimendo, quando Andrea sciolse il ghiaccio:

<< oggi ho fatto il record di malattie veneree!>>

<< Wow! Ed io che pensavo le visitassi prima di fartele…!!!>> esclamai.

Tutti scoppiammo in una risata, anche troppo rumorosa per la battuta.

Ci voleva proprio.

Poco dopo tornammo a casa. Vivevamo nello stesso appartamento che puzzava di calzini e sudore: avevamo troppo poco tempo per fare le pulizie.

era composto da sole tre stanze anche se abbastanza ampie: salotto-cucina, camera da letto e bagno.

Dormivamo nella stessa stanza, ci consideravamo fratelli ormai.

Arrivammo e ci precipitammo in cucina, l’unica stanza decente che profumava di rose e di aromi: io e le ragazze l’adoravamo. Alle pareti vi erano delle foto:le foto del viaggio dopo la laurea, una foto di gruppo e il matrimonio di Giovanna e Giuseppe.

Andrea passò dal bagno, mentre noi ragazze preparammo il caffé:

<..>> disse Marty < una principessa>>.

<< mamma mia, ci mancano, eh? >> dissi io

<< già…>>

Preparammo la tavola e ci sedemmo assieme come una vera famiglia.

Cenammo come si deve. La cena era surgelata ma deliziosa e il caffé di Dody era ottimo.

Ci sedemmo sul divano a chiacchierare e a tarda notte (verso le due del mattino) andammo a letto, era tanto che non facevamo una cosa del genere: come ai vecchi tempi.

Mi stesi sul letto infreddolita, ma non riuscivo a dormire era più forte di me.

Pensavo, sudavo, piangevo.

<< Quante vite ho visto spezzarsi. In quanti occhi ho visto paura di morire…>>

Dody si alzò , sapeva come stavo, mi ha sempre capita, mi ha sempre aiutata.

Venne a stendersi accanto a me: << stai tranquilla Very! Lo so cos’hai, l’ho passato anch’io>>.

<<è tutta colpa mia…>> dissi io fissandola negli occhi,disperata.

<< No! non è colpa tua!>>

<< Quelle persone mi odiano, i loro parenti mi odiano. Porto solo brutte notizie, proprio come i messaggeri di morte della guerra. La gente li odia. La gente odia me.>>

Continuavo a piangere, ma in silenzio, non volevo svegliare Andrea anche se solitamente neanche le cannonate lo svegliano!

<< Simone non ti odiava>>.

I miei occhi si spalancarono, il mio cuore si spense e smisi di respirare per un attimo, mi sentii cadere tutto addosso. Non parlavo di lui da tanto, troppo tempo.

<< Simone non c’entra!>> urlai

Andrea si rigirò nel letto.

<< Invece c’entra! Se non era per te che gli consigliavi la risonanza, e che scoprivi quel tumore sarebbe morto prima e senza sapere perché!

Guardami! Quali furono le ultime parole che ti disse?>>

<< Non ne voglio parlare…>>

<< ti ha ringraziata…>>

Diventavo sempre più triste, mi sedetti sul letto e dody mi seguì.

Abbassai lo sguardo, aveva ragione.

<< mi disse “grazie amore”..>>

Ci fu un attimo di silenzio, dody continuava a fissarmi, era stata un po’ brusca, ma se non avesse fatto così non avrei mai capito e non avrei mai ammesso quanto tutto ciò che diceva fosse vero e quanto io non c’entrassi con la sua morte.

Marty si svegliò, aveva avuto una giornata più dura della nostra ma venne lo stesso ad aiutarmi: <> , mi diede dei fazzoletti. Io la guardai e le sorrisi tra le lacrime come per ringraziarla.

Dody fece un lungo sospiro, poi riprese: <ringraziata! Nonostante tutto Simone ti amava>>

<< il nostro non è un brutto lavoro>> continuò Marty <gente ma il destino ha quasi sempre l’ultima parola. La nostra è una lotta contro il tempo, a volte troppo poco per raggiungere i nostri scopi…>>.

Ci fu una pausa, giusto il tempo di capire e tranquillizzarmi.

<< avete ragione ragazze, grazie. Dai torniamo a letto adesso!>>

Sorrisi e ci stendemmo assieme sul mio letto, come sorelle.

Aprii gli occhi un’ultima volta quella sera, e fissai il cielo fuori dalla finestra.

Una stella splendeva più di altre.

Era fantastica proprio come lui.

<< ti amo…>> sussurrai.

E ci addormentammo sotto le coperte al canto delle cicale e Andrea che russava!

The end!

Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento! A presto!

  
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