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Autore: TheIrishGirl_    18/08/2013    2 recensioni
Lei. Non è quello che sembra. Dietro ai suoi abiti. Ordinati. Puliti. Perfetti. Dietro al suo viso da bambina. Dietro al suo sorriso. Si nasconde. Lei,la vera lei. Ribelle. Coraggiosa e spavalda. Bon,la chiamano. Nessuno sa chi sia,realmente. Nessuno lo sa,eccetto lui. Solo lui sa la verità.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Cliffors, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sedeva. Composta. Elegante. Sulla sedia. Di legno. Freddo. Gelido. Ghiacciato. Le spalle. Salde. Come una colonna. Erano poggiate contro lo schienale. Respirò. La sensazione di pulito. Di nuovo. Di disinfettante. Di chiuso. Raggiunse le sue vie respiratorie. Tossì. Quell'odore nauseante infestava la sua camera. La sala. La grande stanza di suo padre. L'intera casa. Bonnie. Era lì. Gli occhi fissi sul suo diario. Di cuoio. Nero. Scriveva. Velocemente. Con cura. La sua calligrafia si estendeva sulle pagine bianche. Candide. Come la neve. Come il cotone. Come la pelle di un bambino. Le dita le facevano male. Non smetteva. Il profumo dell'inchiostro impregnava l'aria. Dolcemente. Rimase deliziata. Inspirò profondamente. La sua gabbia toracica si gonfiò. Come un piccolo palloncino che come un sogno si infrange. Sorrise. Un sorriso.Amaro. Timido. Crudo. Rimase impresso sul suo delicato volto da bambina. Rimase impresso sulla sua sottile bocca. I capelli biondo cenere cadevano sulla sua fronte infastidendo la sua vista. Mosse i piedi. Di scatto. Mise una ciocca dietro l'orecchio. Le fece solletico. Trattenne la risata. La soffocò. Con violenza. Scosse la testa. Arricciò il naso. Un'espressione tenera dominò il suo viso. Si morse il labbro inferiore. Senza farsi male. Battè rapidamente le dita sulla scrivania. Bianca. Lucida. L'agitazione uccideva il suo corpo. La voglia di fumare la riduceva in mille pezzi. L'immagine di una bottiglia di birra le apparve nella mente. Il liquido fresco le dissetò la gola. La voglia di bere la stava facendo impazzire. La lunga coda le cadeva sul seno. Copriva il suo tatuaggio. Sul collo. Una stellina. Nera. Piccola. Anzi,piccolissima. Quasi invisibile,da lontano. La luce della lampada posta vicino a lei le illuminava il lobo bucato.  
-Sogni d'oro.- Disse suo padre sbucando dalla porta.
Bonnie sussultò. Il suo cuore batteva velocemente. Non voleva fermarsi. Non voleva smettere di correre.
-Notte..-Sussurrò lei,mentre le sue gote si coloravano di rosa.
L'uomo sorrise. Il sorriso finto. Senza sentimenti. Si scagliò contro la ragazza. Digrignò i denti. I pochi capelli grigi nascondevano la testa pelata del padre. Una camicia bianca. Nascondeva la sua pancia. La giacca nera. Pesante. Si intonava con i pantaloni. Ordinati. Perfetti. Le enormi tasche contenevano il telefono. Le chiavi della macchina. In mano. La cravatta sfatta. Le occhiaie. Viola. Cupe. Le rughe. Profonde. Il viso. Stanco. Triste. Chinò il mento verso il suo petto. Chiuse gli occhi. Azzurri. Spenti. Cercò di essere felice. Allegro. Chiuse la porta. Senza far rumore. Silenziosamente. I passi. Pesanti. Rumorosi. Compensavano quella mancanza. Sentì il letto cigolare. Suo padre sbadigliare. Era ora. Bonnie scattò in piedi. Come una molla. Come un coniglio in pericolo. Alzò le braccia. Al cielo. Si mise davanti allo specchio. Il suo corpo appariva sfocato. La figura alta e magra la salutava. Le mani lungo in fianchi. Le gambe unite. Salde tra loro. La testa alta. I capelli all'indietro. Era una bella figura. Davvero una bella figura. Femminile. Delicata. Debole. Preziosa. Si slacciò il vestito. Giallo. Di raso. Leggero. La cerniera scivolò. Senza problemi. La giovane lasciò cadere l'abito. Lungo il suo corpo. Lungo il suo seno. La sua pancia. Piatta. Le sue cosce. Fino a terra. Ai piedi. Si tolse le ballerine. Si fissò. Il reggiseno le coprimeva l'addome. Lo allentò. Si accucciò a terra. Guardò sotto il suo letto. Alto. Grande,forse troppo per una sola persona. Ed estrasse una busta. Di plastica. Tutta usurata. Rovinata. Sporca. La aprì. Prese tra le minute manine la maglietta nera. Stropicciata. E la indossò. Le arrivava alle gambe. Era lunga. I jeans,anch'essi neri,le avvolgevano le gambe. Nude. Gli anfibi le calzavano a pennello come il chiodo di pelle che era solita indossare. Si legò i capelli in una stretta coda. Sorrise. Si sbavò il trucco. Con il dorso della mano. Si guardò attorno. Aprì la finestra. L'aria gelida. Le congelava le ossa. In profondità. Le pietrificò. Si sedette sul davanzale. Di marmo. Di pietra. Inspirò quel profumo meraviglioso. Libertà. Libertà. Libertà. Si ripetè nella mente affollata,prima di lasciarsi cadere. Con i piedi nel fango. E le mani sporche. Con il rossetto rovinato,ma con il cuore sereno. Felice. Ribelle,come era lei. Ribelle.
  
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