-Sogni d'oro.- Disse suo padre sbucando dalla porta.
Bonnie sussultò. Il suo cuore batteva velocemente. Non voleva fermarsi. Non voleva smettere di correre.
-Notte..-Sussurrò lei,mentre le sue gote si coloravano di rosa.
L'uomo sorrise. Il sorriso finto. Senza sentimenti. Si scagliò contro la ragazza. Digrignò i denti. I pochi capelli grigi nascondevano la testa pelata del padre. Una camicia bianca. Nascondeva la sua pancia. La giacca nera. Pesante. Si intonava con i pantaloni. Ordinati. Perfetti. Le enormi tasche contenevano il telefono. Le chiavi della macchina. In mano. La cravatta sfatta. Le occhiaie. Viola. Cupe. Le rughe. Profonde. Il viso. Stanco. Triste. Chinò il mento verso il suo petto. Chiuse gli occhi. Azzurri. Spenti. Cercò di essere felice. Allegro. Chiuse la porta. Senza far rumore. Silenziosamente. I passi. Pesanti. Rumorosi. Compensavano quella mancanza. Sentì il letto cigolare. Suo padre sbadigliare. Era ora. Bonnie scattò in piedi. Come una molla. Come un coniglio in pericolo. Alzò le braccia. Al cielo. Si mise davanti allo specchio. Il suo corpo appariva sfocato. La figura alta e magra la salutava. Le mani lungo in fianchi. Le gambe unite. Salde tra loro. La testa alta. I capelli all'indietro. Era una bella figura. Davvero una bella figura. Femminile. Delicata. Debole. Preziosa. Si slacciò il vestito. Giallo. Di raso. Leggero. La cerniera scivolò. Senza problemi. La giovane lasciò cadere l'abito. Lungo il suo corpo. Lungo il suo seno. La sua pancia. Piatta. Le sue cosce. Fino a terra. Ai piedi. Si tolse le ballerine. Si fissò. Il reggiseno le coprimeva l'addome. Lo allentò. Si accucciò a terra. Guardò sotto il suo letto. Alto. Grande,forse troppo per una sola persona. Ed estrasse una busta. Di plastica. Tutta usurata. Rovinata. Sporca. La aprì. Prese tra le minute manine la maglietta nera. Stropicciata. E la indossò. Le arrivava alle gambe. Era lunga. I jeans,anch'essi neri,le avvolgevano le gambe. Nude. Gli anfibi le calzavano a pennello come il chiodo di pelle che era solita indossare. Si legò i capelli in una stretta coda. Sorrise. Si sbavò il trucco. Con il dorso della mano. Si guardò attorno. Aprì la finestra. L'aria gelida. Le congelava le ossa. In profondità. Le pietrificò. Si sedette sul davanzale. Di marmo. Di pietra. Inspirò quel profumo meraviglioso. Libertà. Libertà. Libertà. Si ripetè nella mente affollata,prima di lasciarsi cadere. Con i piedi nel fango. E le mani sporche. Con il rossetto rovinato,ma con il cuore sereno. Felice. Ribelle,come era lei. Ribelle.