Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Ricorda la storia  |      
Autore: xlittlerevenge    18/08/2013    2 recensioni
“Dove stiamo andando Joe?”
“Smettila di fare domande, goditi il viaggio e senti quanto è bello il vento fra i capelli.”
“Non possiamo proprio prendere l’auto di Nick? Odio profondamente le moto e tu non sei esattamente un eccellente motociclista.”
“Ma che bugiarda, sono grandioso!”
“Ma se sei appena passato con il rosso e hai superato il limite di velocità parecchi km fa? Non so nemmeno perché sono qui! Mi sono sempre rifiutata di salire su una moto. Ti odio.”
“Ci sei salita solo perché mi ami troppo, Grace. Smettila di frignare, non ci metteremo molto ad arrivare, prometto.”
In realtà quel giorno non avevo una meta precisa. Ci fermammo in un parco, e restammo lì a parlare fin quando il cielo non si fece scuro e il sole non scomparve l’orizzonte.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era stata ferita, da me. La persona che più amavo aveva il cuore spezzato ed era tutta colpa mia. Conoscevo la mia Grace perfettamente, così come conoscevo ogni sfumatura dei suoi occhi azzurri; era nel suo letto alla ricerca dei pezzi per ricomporre il suo cuore. Non amava aprirsi, era suo solito tenersi tutto dentro e superare le situazioni da sola, contando solo su se stessa.
Sapeva benissimo di poter contare sui suoi amici, e su di me, ma era esattamente per questo che la definivo speciale. Non le era mai piaciuto essere al centro dell’attenzione e a volte preferiva rimanere in disparte. Era fragile, odiava ammetterlo, ma era esattamente così. Si era costruita una corazza ed ero diventato la persona più felice del mondo quando ,diversi anni fa, era riuscita a farmi entrare nella sua vita.
Mentre io mi consolavo nel mio solito pub, con un bicchiere di Vodka, che si era riempito ormai troppe volte. Era come fare un salto nel passato, tutto si ripeteva ,e come sempre, a causa mia. Ed anno dopo anno eravamo rimasti sempre gli stessi, correvamo nello stesso terreno, entrambi lo conoscevamo alla perfezione. Cosa avevamo trovato? La stessa paura. Ma in quel istante avrei voluto fosse con me.
Mesi prima ,dopo diversi anni, avevamo deciso ,anzi, aveva deciso di prendersi una pausa da me e da noi. Si era stancata di me, del fatto che riuscivo a deluderla ogni volta che ne avevo l’occasione. Anche se sapeva che tenevo a lei, che l’amavo e che ero solo innamorato.
Mi sentii perso, ero quasi sicuro che non sarei riuscito a distinguere l’inferno dal paradiso. Non sarei riuscito a distinguere un campo verde da un freddo binario d’acciaio. E come avrei potuto? Mi sentivo solo e vuoto. Tutto aveva perso il suo senso.
Le cose erano cambiate, era riuscita a perdonarmi. Avevamo capito che il nostro amore andava oltre tutto questo e che sarei diventato una persona migliore, perché lo meritava.
Ma la frustrazione aveva portato all’ennesimo errore. Il mio ennesimo errore, non sapevo come fossi arrivato a quella situazione, ma avrei dovuto rimediare.
                                    

“Allora Joe veniamo a te”  disse l’intervistatrice con un sorrisetto compiaciuto dipinto sul volto. L’intervista ,fino a quel momento, era andata benissimo. Ricambiai il sorriso, anche se ero nervoso, non sapevo cosa aspettarmi da quella donna, era sempre stata un’arpia con le sue domande.
“Abbiamo saputo della tua rottura, ma girano ancora delle voci su voi due. Cosa ci nascondi? Ritorno di fiamma?”  Risi imbarazzato, non sapevo cosa dire e mentii. Una bugia che avrebbe compromesso il nostro rapporto, ancora. E questa volta sapevo che non mi avrebbe perdonato.
“Joe Jonas che ritorna sui suoi passi? Non si è mai visto. –risi ancora, sapendo che le idiozie sarebbero ancora uscite dalla mia stupida bocca– Non faccio per due volte lo stesso errore. Se una storie è chiusa, lo è per sempre.”
E poi non dissi più nulla, rimasi impassibile sapendo di aver commesso il peggiore degli errori. L’intervista era in diretta e lei ci stava sicuramente seguendo in tv e ascoltava le nostre parole. Avrei potuto sentire il suo cuore spezzarsi, anche se ero dall’altra parte della città.
Gli sguardi atroci di Nick non aiutarono in quello studio. Grace era la sua migliore amica e non mi avrebbe mai perdonato quelle frasi.
Non so nemmeno io cosa esattamente mi prese in quel momento, ma mi odiai. Forse non ero ancora pronto a condividere quella parte della mia vita con nessuno e perché volevo fosse solo una cosa nostra, ma dissi la peggiore delle bugie. Ciò che più avrebbe potuto ferirla.

Esattamente dopo aver pronunciato quelle parole capii che sarebbe stata dura. Avrei messo da parte l’orgoglio se fosse stato necessario, ma lei non mi avrebbe mai creduto, non avrebbe mai capito che in realtà volevo tenere la nostra relazione solo per noi. Chiunque ,dopo aver ridato completa fiducia, si sarebbe sentito perso in quella situazione.

Non avrei accettato un suo addio, perché ogni volta che passavamo del tempo assieme era come so fosse la prima volta.
Ritornai a fissare il mio bicchiere, per poi riperdermi nei pensieri.
Erano successe davvero troppe cose con lei, avevo condiviso troppo per poterlo cancellare dalla mia mente.
 

“Dove stiamo andando Joe?”
“Smettila di fare domande, goditi il viaggio e senti quanto è bello il vento fra i capelli.”
“Non possiamo proprio prendere l’auto di Nick? Odio profondamente le moto e tu non sei esattamente un eccellente motociclista.”
“Ma che bugiarda, sono grandioso!”
“Ma se sei appena passato con il rosso e hai superato il limite di velocità parecchi km fa? Non so nemmeno perché sono qui! Mi sono sempre rifiutata di salire su una moto. Ti odio.”
“Ci sei salita solo perché mi ami troppo, Grace. Smettila di frignare, non ci metteremo molto ad arrivare, prometto.”

 
In realtà quel giorno non avevo una meta precisa. Ci fermammo in un parco, e restammo lì a parlare fin quando il cielo non si fece scuro e il sole non scomparve l’orizzonte.
 

“Posso offrirti qualcosa da bere?”
“Ma guarda, il ragazzo che prima mi ballava troppo vicino”
“E la ragazza che mi ha colpito con una gomitata, grazie davvero.”
“Nulla, te la sei meritata, davvero. Non c’è da ringraziare.”

Ricordo ancora il modo in cui sorrise, fu in quel preciso istante che capii di essermi innamorato.

“Ti diverti?”
“Non sono esattamente il tipo da festa discoteca in spiaggia.”
“E allora perché sei qui?”
“Quante domande per essere un estraneo.”

Ci fu una pausa e poi ricominciò a parlare di sua spontanea volontà.

“Mi ci ha portato una mia amica, Abigail. Ma sì, alla fine ci stiamo divertendo. A lei piacciono queste feste, non sono riuscita a dirle di no e questa sera siamo qui.”
“Per caso è quella ragazza lì in fondo? Che parla con quel ragazzo dai capelli ricci?”
“Sì, è lei. Altrimenti detta la ragazza che mi costringe a venire a certe feste. Vi conoscete?”
”No, ma lei ha appena conosciuto il mio fratello minore.”

Ridemmo entrambi, fu esattamente quella sera che ci conoscemmo. Continuo a ringraziare Abigail per averla portata  a quella festa, non l’avrei mai conosciuta e non sarei mai stato felice.
 

“Ti piace qui Grace?”
“Joe è grandioso, ci sei mai stato prima?”
“Sì, ma da bambino. Ora è sicuramente più bello.”
“Perché? Cambiato qualcosa?”
“Ci sei tu.”

E ancora, altri ricordi affollarono la mia mente:
 

“Oggi i tuoi occhi sono esattamente dello stesso colore del cielo.”
“Io non posso fare un bel paragone, mi spiace.”
“Perché mai?”
“Il fango non è proprio carino come paragone.”
“Ma non scherzare, il colore dei miei occhi non ha niente a che fare con il colore del fango.”  Risi, guardandola mentre si fingeva seria.
”Se lo dici tu.”
“Ti ricordo che siamo in barca, se voglio posso buttarti in acqua e farti tornare a riva a nuoto.”
Si mise in salvo, correndo nella stiva e urlò di lì.
“Mi spiace, hai degli occhi bellissimi, giuro. Stavo scherzando.”
“Grace, vieni fuori. Scherzavo.”

 
Lei aveva letteralmente amato il mio regalo per il suo ultimo compleanno. L’avevo portata sul farlo della nostra città, aveva talmente tanto fantasticato su quel posto che non avrei potuto fare a meno. Tutti gli sforzi fatti per ricevere i vari permessi furono totalmente ripagati alla sua reazione.

“Ma io non ci posso credere. Stiamo salendo sul faro, come hai fatto Joe?”  chiunque avrebbe potuto notare la felicità nelle sue parole. Era innamorata di quel posto senza esserci mai stata ed io ero riuscito a renderla felice.
”Questo è il mio regalo di compleanno, non importa come abbia fatto.”
“Non avrei mai creduto che ci fossero tante scale in questo posto e guarda le finestre, il palmo della mia mano è più grande.” Disse quelle parole avvicinando la sua mano alla fessura intagliata nella pietra bianca, senza mai smettere di sorridere.
Continuammo a salire le scale a chioccia ,tanto ripide quanto scivolose, senza staccare la mano sinistra dal passamano in corda. Sono convinto che in quel momento avesse trovato anche quello splendido.
Arrivati in cima l’aiutai a salire l’ultimo scalino e lei sorrise vedendo il mare.
“Joe, è tutto così..”
“Grandioso?” la interruppi.
“No, non lo so, non ci sono parole per descriverlo.”

Si affacciò alla ringhiera circolare che delimitava la sporgenza, il mare sotto di noi rendeva il tutto ancora più bello. Mi avvicinai a lei e l’abbracciai, ricambiò subito e restammo per qualche istante in silenzio. Chiuse gli occhi e respirò profondamente:
”Grazie, Joe. È davvero il miglior regalo che avressi potuto desiderare.”
“Sono felice che ti piaccia, sai che farei qualsiasi cosa per renderti felice.”
“Possiamo restare qui per sempre? Solo io e te? È tutto troppo perfetto in questo momento.”

Continuo a pensarci, ogni giorno, e in quei momenti non avrei potuto desiderare di essere più felice.
 
Così capii, sarei sol potuto andare da lei, scusarmi e sperare che riuscisse a perdonare uno stupido idiota follemente innamorato di lei.
Così lasciai il bicchiere sul bancone il legno di quel pub dalla luce soffusa e corsi via, sulla mia moto. Sapevo dove ero diretto, Grace era sicuramente a casa.
 
Arrivato a casa sua salii i due scalini che separavano il giardino dalla porta correndo, bussai e dopo aver aperto ,quando mi vide sulla soglia, la richiuse pronunciano la frase –Esattamente l’ultima persona che avevo voglia di vedere.- Il mio cuore perse un battito sentendo quelle parole, ma non avrei potuto pretendere molto. Avevo sbagliato e lei si comportava di conseguenza.
Riuscii a malapena ad intravedere i suoi occhi chiari che brillavano al buio e i suoi capelli castani raccolti in una coda. Non riuscii a fermarla, la porta era ben chiusa e così decisi di bussare, ancora. Non avrei accettato un rifiuto, non prima delle dovute spiegazioni.
-Grace, ti prego, parliamo. Se non ti va che entri io, almeno esci tu. Staremo seduti qui sulle scale.- non rispose e non si sentì alcun rumore.
-Ti prego, devo spiegare.- e solo allora decise di parlare, quando io iniziavo a perdere le speranze.
–Va via Joe, non torni sui tuoi passi tu. Non fai lo stesso errore due volte. Joe Jonas non sbaglia mai un colpo.- E così rinfacciava le mie parole.
-Esci Grace.- aprì la porta e mentre io sorridevo lei era vicina alle lacrime. Non sopportavo l’idea di averla ferita tanto.
-Sappi- disse –che sono qui solo perché so che saresti capace di accamparti fuori casa tutta la notte.- Mi conosceva, accamparmi era sicuramente il mio piano B.
Ci sedemmo entrambi sulle scale, lei fu restia, ma alla fine si mise seduta accanto e me.
-Se avevi tanta voglia di spiegare e raccontare, saresti potuto venire qui ieri, esattamente dopo l’intervista. Ora cosa vuoi?- Spostai la testa dai suoi occhi al giardino.
Come darle torto? Oltre che da stupido mi ero comportato anche da immaturo.
-Lo so, mi spiace, mi sono reso conto della gran cazzata fatta. Solo che non possiamo buttarci tutto alle spalle solo per questo. Sono un emerito stronzo, lo so, lo ammetto. So anche che non ti merito, ma sai che tengo a te più di quanto io tenga a me stesso. Poi non so perché ho reagito così, forse non volevo condividerti con gli altri. Ma giuro amore, che se servisse a riavere te lo urlerei al mondo intero o se ti basta a tutto il quartiere. Potrei bussare a tutte le porte, farei un bel sorriso e ripeterò che sono follemente innamorato di te fino a quando non mi cacciano.- sorrise, amavo il suo sorriso.
-Le tue sono state parole forti Joe, lo hai chiamato errore eppure per me, quella parola, non ha niente a che fare il nostro rapporto. Ammetto di essermi sentita ferita a quelle parole, non avresti potuto dire cosa peggiore. Oddio Joe definirci un errore? Non dovrebbe nemmeno esistere nel nostro vocabolario questo termine! Trova un solo istante passato assieme in cui non ero felice. Scordiamo tutte le tue idiozie, ci sono abituata, ti conosco da troppo per poter dar loro troppo peso. Sei fatto così, va bene, benissimo.
Sai cosa mi spaventa Joe? Ero arrabbiatissima con te, ma non sono riuscita ad odiarti. Guarda come mi riduci. Non riesco a capire cosa ti fosse preso ieri, in quel momento e in quello studio.
 Posso passarci sopra, lo giuro, ma ripeto: tutto questo mi spaventa. Dipendo da te, non va affatto bene.-
Sorrisi, fu l’unica cosa che riuscii a fare, poi presi il suo viso fra le mie mani e la baciai.
-Sono perdonato?- le chiesi entusiasta, conoscevo la risposta.
-Sì, ma solo in parte, sappilo, idiota.- sorrise.
Questo era sicuramente uno di quei momenti che avrei potuto ricordare per sempre, eravamo felici.



Salve gente!
Torno con una os (tanto per cambiare.) sui Jonas (tanto per cambiare, parte due.).
Dedicata, ispirata e in qualche modo scritta con @pickupalltears
 aka Eli.
Vorrebbe essere una os a quattro mani, siamo talmente fighe che anche a 982 km di distanza scriviamo storie assieme, pft!
Detto questo, avete appena letto la storia dal punto di vista di Joe, ora siete praticamente costretti a passare QUI per leggere la storia dal punto di vista di Grace.
Straguro che la os scritta da Eli è splendida, non potete non leggerla e lasciare una rcensione anche nella sua! 
Quindi correte, non ci metterete le ore per leggere, Eli non vi mangia perchè e troppo dolce e ne varrà la pena.
Se non lo fate vi vengo a cercare. Suona come una minaccia, perchè è una minaccia :3
Spero vi sia piaciuta almeno la metà di quanto piace a me, è davvero molto importante boh sì, ci tengo particolarmente a questa storia.
Grazie per aver letto e come sapete le recensioni sono sempre ben accette.
Mi dileguo,
Marti ♥

p.s. Grazie per la collaborazione cuore ♥
p.p.s. Su questi due topoletti torno con una long che è già in fase di scrittura. ♥

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: xlittlerevenge