Ricominciare
a vivere
Cappy
1 ° - " PROLOGO " -
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Accidenti! Ma perchè ci siamo dovuti trasferire? - chiese una ragazza bionda
sui quindici anni a un ragazzo più grande
-
Perchè nostro padre ha spostato in questa città la sede dei suoi affari. -
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A te non dispiace di aver lasciato tutti i nostri amici? - chiese di nuovo la
bionda
-
No, Silvia. In fondo la maggior parte di loro sono miei compagni di università.
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Già che fortuna. Tu non devi nemmeno cambiare scuola. Puoi comunque arrivare
tranquillamente alla tua università anche da quì. - Sbuffò Silvia
L'altro
le sorrise: - Sono certo che ti farai molti amici, sorellina. -
Silvia
e Sirius De Alisia. Lei quindici anni lui venti. Entrambi avevano capelli lunghi
biondi e occhi celesti. La loro famiglia aveva comprato un'enorme villa nel
centro storico della città, anche se Silvia avrebbe preferito una casa un pò
più piccola e magari meno fredda. Si, lei aveva sempre vissuto in una casa
enorme circondata da tutto ciò che voleva, tranne dall'amore dei suoi genitori
che non c'erano mai. Suo padre lavorava sempre e sua madre era sempre impegnata
in campagne per la salvaguardia del pianeta, pensando molto poco ai due figli.
Silvia sospirò; per lei non era stato facile farsi degli amici nella sua
vecchia città, aveva un carattere molto timido e per non darlo a vedere si
mostrava superiore agli altri risultando, molte volte, antipatica. Sperava solo
di farsi almeno una o due amiche, almeno conoscenti...
Sbuffò
di nuovo, riprendendo a disfare le valige: il giorno seguente iniziava la scuola
e la sua nuova vita in quella città!
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La
sveglia suonò presto svegliandolo da un sonno senza sogni. Aprì svogliatamente
gli occhi dorati e allungò una mano per spegnere quel fastidioso rumore. Si
mise a sedere sul letto stropicciandosi gli occhi e scompigliandosi i corti
capelli rossi. Con le mani e le braccia si aiutò a spostarsi sulla sedia a
rotelle affianco al letto, dirigendosi poi in bagno.
Apollo
Fudo era paraplegico da ormai cinque anni, ovvero da quando a tredici anni ebbe
un incidente in cui morirono i suoi genitori. Lui se la cavò, se così si può
dire, con una cicatrice a X sulla guancia destra e restando paralizzato. Per sua
fortuna la paralisi comprendeva solo le gambe permettendogli di essere
autosufficiente nei propri bisogni. ( Penso abbiate capito che intendo che
riesce ad andare in bagno da solo senza bisogno di catetere o roba varia nda)
La
sua casa era a due piani, e dal pian terreno si poteva scendere ulteriormente
per andare in cantina. Il ragazzo si era rifiutato categoricamente di lasciare
casa sua e così suo zio Gen, il fratello maggiore del padre, aveva fatto
installare in casa dei montacarichi per permettergli di girare liberamente.
L'intera casa era stata rimessa a nuovo solo per lui. Apollo infatti viveva da
solo, ma se la cavava benissimo.
Uscì
di casa di buon ora per dirigersi a scuola. Con i suoi amici, o meglio con
quelli che erano rimasti con lui dopo l'incidente, cercava di comportarsi
normalmente, di scherzare sul suo handicap, ma dentro di lui sarebbe voluto
morire quel giorno. Ancora non sapeva che ben presto la sua vita sarebbe
completamente cambiata.
Fine
1° cappy
Allora
che ve ne sembra?? ( Allora prima uno sfigato e poi questo?? Dillo che ce l'hai
con me! ) Ma no non ce l'ho con te Apy! Non so da dove mi è uscita questa fic.
Ma spero che vi piaccia. E non preoccupatevi per le altre fic che ho in corso,
continuo anche quelle tranquilli!^^ ( Speriamo...)
A
presto saluti da Himi e Apy!!!! (Ciao!^__^)