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Autore: Lulumiao    19/08/2013    5 recensioni
Dal testo: "Quella notte, a Ponyville, c’era un terribile temporale; faceva freddo, le strade erano vuote e dalla casa di Fluttershy l’Everfree Forest sembrava ancora più minacciosa del solito. La timida pony dalla criniera rosa era raggomitolata nel suo letto, tremante, incapace di prendere sonno: aveva sempre avuto paura dei temporali, e ogni volta che vedeva dei nuvoloni neri nel cielo sapeva che quella notte non avrebbe dormito." Questa fanfiction non è stata scritta a scopo di lucro e i personaggi e i luoghi descritti sono di proprietà di Hasbro.
EDIT 08/02/14: correzione fanfiction.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Fluttershy, Rainbow Dash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima fanfiction che scrivo su questo fandom, è una Flutterdash. Spero che vi piaccia :) buona lettura.
 
Il temporale
 
 
Quella notte, a Ponyville, c’era un terribile temporale; faceva freddo, le strade erano vuote e dalla casa di Fluttershy l’Everfree Forest sembrava ancora più minacciosa del solito. La timida pony dalla criniera rosa era raggomitolata nel suo letto, tremante, incapace di prendere sonno: aveva sempre avuto paura dei temporali, e ogni volta che vedeva dei nuvoloni neri nel cielo sapeva che quella notte non avrebbe dormito. Il suo coniglietto, invece, non sembrava affatto disturbato dai tuoni che terrorizzavano la sua padrona: dormiva beatamente ai piedi del letto. Fluttershy trovava sempre conforto nello stringere quell’animaletto peloso, ma in quel momento non voleva rischiare di svegliarlo, era troppo gentile per disturbare un amico addormentato.
Si rigirò nervosamente nel letto e l’occhio le cadde sulla finestra: dal vetro poteva scorgere le cime degli alberi della foresta, pericolosa abitazione di molte creature che avrebbe preferito non incontrare mai. Ironia della sorte, proprio lei, la pony più fifona della città, abitava vicino al luogo più pericoloso di tutta Equestria…
Decise che per conciliare il sonno avrebbe preso una camomilla. Si alzò senza svegliare Angel e uscì dalla sua camera. Scese le scale in punta di zoccoli e vide una figura avvolta nell’ombra distesa sul divano; sorrise intenerita: era Rainbow Dash.
La sera prima era venuta a trovarla per chiacchierare un po’. Avevano parlato del più e del meno, delle ultime notizie da Nuvola City e del party di Pinkie tenutosi la settimana precedente. Rainbow le aveva fatto compagnia, ma si era fatto tardi e Fluttershy l’aveva gentilmente invitata a rimanere per la notte. Rainbow Dash capiva che la sua amica preferiva stare in casa o nei suoi dintorni piuttosto che nel centro della città, ma la intristiva che avesse prevalentemente la compagnia degli animali. Perciò sempre più spesso le faceva delle visite a sorpresa, che erano sempre gradite da Fluttershy. Quest’ultima passava volentieri il tempo con le sue cinque migliori amiche, ma quando era con Rainbow Dash si sentiva protetta: la pony dalla criniera arcobaleno non avrebbe mai permesso che qualcuno le facesse del male.
 
Attenta a fare meno rumore possibile, e sorridendo al suono del forte russare di Rainbow Dash, Fluttershy si avviò in cucina, intimorita dai rombi del cielo. Preparò la camomilla, ma mentre cercava la tazza al buio fece cadere un intero scaffale di stoviglie, le quali produssero un frastuono infernale che sovrastò il rumore dei tuoni e della pioggia che batteva contro i vetri. Oh, cielo, che disastro, pensò Fluttershy. Alzò gli occhi e vide che la tazza che cercava era tra le poche cose che non erano rovinate a terra. La prese, si versò la camomilla, aggiunse una quantità di zucchero degna di Pinkie Pie e girò bene con un cucchiaino. Decise che avrebbe sistemato quel disordine la mattina seguente e tenendo la tazza in equilibrio sulla testa si avviò verso la porta.
Ma mentre usciva una figura nera le si parò davanti e urlò, riuscendo per un pelo a non far cadere la tazza; anche la figura urlò, e fece un balzo indietro. Aguzzando la vista, Fluttershy si accorse che era Rainbow Dash, evidentemente destatasi a causa del rumore di piatti e mestoli precipitati sul pavimento.
«Ehi, sei tu… Ma che stai combinando a quest’ora della notte? Pensavo fossi un ladro… Cos’era quel rumore?» chiese Rainbow Dash ancora un po’ intontita dal sonno.
«Ecco, io… non riuscivo a dormire per colpa del temporale, allora mi sono preparata una camomilla e mentre cercavo la tazza ho fatto cadere tutto…» mormorò Fluttershy mostrando i cocci sparsi per la cucina.
Rainbow Dash la capì a malapena, a causa del tono di voce bassissimo e della tempesta in corso all’esterno. «Ah, ecco perché hai una tazza sulla testa» disse. Poi la sua voce si addolcì: «Scusa, non volevo spaventarti… Perché non riesci a dormire? Non ti senti bene, per caso?» chiese.
«No, non riesco a dormire perché… ho paura dei temporali...» rispose Fluttershy abbassando lo sguardo azzurro.
Come di qualunque altra cosa, pensò Rainbow Dash rassegnata, ma intenerita. Fluttershy, un po’ imbarazzata dall’aver rivelato alla sua amica il suo ennesimo timore, divenne rossa come un pomodoro quando le venne un’idea; per fortuna era buio e Rainbow Dash non poteva vedere il suo colorito. La pony color crema decise che per una volta si sarebbe fatta coraggio e sussurrò qualcosa di incomprensibile.
«Cosa hai detto? Puoi ripetere più forte?» chiese Rainbow Dash tendendo l’orecchio.
Fluttershy ripeté: «Mi chiedevo… Se per caso tu volessi, ehm… se ti va… se sei d’accordo… se non hai nulla in contrario… se ti andasse di dormire con me, Rainbow…». Non si era mai sentita così in imbarazzo.
Rainbow Dash rimase per un attimo stupita, poi arrossì anche lei e dentro di sé esultò come se avesse ottenuto gli autografi dei Wonderbolts. «Ma certo che voglio, Fluttershy… Non c’è problema…» rispose sorridendo. Quale occasione migliore per coccolare la pony del suo cuore? Fluttershy rimase piacevolmente colpita dalla disponibilità di quella pony che raramente mostrava il suo lato tenero.
Rimasero a guardarsi negli occhi per qualche secondo come due perfette innamorate, poi Rainbow Dash si decise a rompere il silenzio pesante che si era creato: «Allora andiamo a letto, comincia a fare freddo qui…». L’altra annuì e insieme si diressero in camera. Fluttershy posò la camomilla sul comodino e si accomodò sul letto accanto a Rainbow Dash. Angel dormiva ancora e non si era accorto di niente, aveva proprio il sonno pesante…
«Si sta bene qui» disse Rainbow Dash, avvicinandosi a Fluttershy facendo finta di niente.
«Ora che ci sei tu sì…» rispose Fluttershy timidamente. Rimasero in silenzio per un po’, poi Fluttershy bevve la sua camomilla. «Direi che è ora di dormire…» disse con un filo di voce.
Rainbow Dash capì che l’amica era ancora un po’ impaurita e le disse con un sorriso, indicando il suo petto: «Dai, vieni qui». Fluttershy, contenta della piega che aveva preso la situazione, non se lo fece ripetere e si accoccolò contro l’altra. Rainbow Dash la abbracciò sotto le coperte e le disse: «Buonanotte, Fluttershy…» e accompagnò le parole con un bacino sul naso. L’altra, presa alla sprovvista, non poté fare altro che accostarsi ancora di più alla pony e rispondere: «Buonanotte, Rainbow».
 
 
 
 
  
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