Autore:
Kira 16
Titolo
della storia: Maschere
Rating:
verde
Genere:
Introspettivo
Note
autore: breve one shot introspettiva su Kira, un approfondimento sulla
sua
doppia personalità e il suo modo di vedere il mondo.
Maschere
Uno
sguardo può dire molto, specie se la persona che ci sta
davanti sembra
l’essenza stessa di uno stereotipo.
La
prima impressione viene sempre catalogata come la più
importante, il fulcro
attorno alla quale deve girare il nostro giudizio, sono davvero pochi i
tentativi della gente d’andare oltre, al di là di
ciò che si vede; le cause
possono variare: c’è la paura ad esempio, la paura
di scoprire che sotto una
maschera di perfezione si cela un volto putrefatto, oppure
l’indifferenza, in
fondo cosa ci spinge a perlustrare l’animo altrui?
Affetto,
amicizia, amore, tanti bei
sentimenti, quasi toglie il fiato lo stupore nel vedere
com’essi possano essere
solo falsità, basta un sorriso di tanto in tanto, una bella
parola buttata lì,
apparentemente per caso, un’espressione contrita e pacata al
momento giusto ed
ecco che subito si viene lodati e ammirati per il rispetto che si
dimostra nel
prossimo.
Le
menzogne sono il punto fisso della società, senza di esse
non ci sarebbe
complicità, se fossimo troppo diretti e dicessimo quel che
pensiamo verremmo
catalogati come dei maleducati, degli stupidi, in qualche caso
appariremmo
persino folli.
L’ipocrisia
è indispensabile come l’aria stessa.
Ma
quando si è da soli, nella propria camera, dove nessuno
può vedere né sentire
nulla, possiamo lasciar andare il nostro vero io e liberarci dalle
catene che
la nostra stessa mentalità c’impone.
Ѐ
certo che in molti abbiano sfoghi più modesti rispetto ai
miei, ma ogni
individuo è unico, c’è da dire che la
diversità stessa causa le fandonie,
altrimenti non ci sarebbe certo il bisogno di nascondere i propri
istinti e
pensieri sapendo che anche il prossimo condivide le tue stesse idee.
Mi
rilasso sulla sedia a rotelle e concedo uno sguardo curioso al mio
operato.
Nomi
su nomi, morti su morti.
Ognuno
deve recitare la sua parte, io sono Light Yagami, miglior studente del
Giappone, questo è l’unico ruolo che devo
ricoprire in pubblico, ma in privato
non ho regole, sono capace di mantenere una doppia vita, lo fanno in
molti e
figuriamoci se non ne sono capace io, io che sono Kira, assassino tra
gli
assassini, il loro Dio, colui che li giudicherà e che li
punirà dei loro
misfatti.
Di
giorno sono il ragazzo perfetto, colui che tutti amano e stimano, ma
anche in
questo caso vi è un rovescio della medaglia,
c’è chi m’invidia, chi vorrebbe
essere al mio posto, ovviamente nessuno di loro ammetterebbe
ciò.
Di
notte sono il giustiziere, colui che è temuto, odiato,
respinto, ma anche qui
il mondo si contraddice, c’è chi mi ama in queste
vesti, chi mi adora, chi mi
venera e chissà che un giorno il mio volto verrà
conosciuto come quello di
Kira, come quello di un Dio.
Un tuono
fragoroso squarcia il
cielo, il lampo ostacola la mia vista per un attimo, l’udito
è disturbato da
quel suono potente.
La pioggia cade,
violenta e continua,
mi da fastidio, sembra non voglia finire, l’ho sempre odiata;
l’acqua scivola
via da quel groviglio di capelli neri e bagna quelle palpebre cerchiate
da
profonde occhiaie.
Smettila,
perché non la smette?
Gli occhi neri
sono spenti, lo
sguardo lontano lo dimostra, le labbra si muovono però,
sfidandomi per quella
che so sarà l’ultima volta.
Ancora
frastuono, ancora gocce d’acqua
a lambire quel volto, il temporale non cessa, il rumore non si annulla,
è
assordante, basta!
“Dimmi
una cosa, dal giorno in
cui sei nato hai mai detto anche una sola volta la
verità?”
E finalmente
il silenzio.
No
L,
nessuno dice la verità, mai.
Però
quest’ultimo è ancor più insopportabile.