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Autore: musa07    19/08/2013    6 recensioni
" ... i quattro famigerati si erano trovati costretti a dover dividere l’unica stanza rimasta in quella graziosa pensioncina e ora si stavano giocando chi avrebbe dormito sul matrimoniale e chi si sarebbe dovuto accontentare del letto ad una piazza. Peccato solo che Hayato si fosse incaponito che il tutto si sarebbe deciso non come aveva suggerito Takeshi con la morra cinese, oppure più velocemente con i bastoncini di varia misura. No: il futuro braccio destro del Decimo Boss Vongola li aveva praticamente costretti ad un torneo di briscola, con complicatissime ed intrigate sfide intrecciate, che li stava impegnando da più di un’ora ..."
No, veramente: stavolta non vi aspettate nulla di logico e sensato, meno che mai proprio! Ma divertitevi. Ho messo dentro i miei due pg adorati di KHR e non solo … Dai, vi lascio un po’ di suspense … (Come se non l’aveste già capito^^!)
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dino Cavallone, Hayato Gokudera, Kyoya Hibari, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No, veramente: stavolta non vi aspettate nulla di logico e sensato, meno che mai proprio! Ma divertitevi. Ho messo dentro i miei due pg adorati di KHR e non solo … Dai, vi lascio un po’ di suspense. (Come se non l’aveste già capito^^!)
 


“ Il pessimismo è pericoloso perché induce alla resa”

 


- Mamma mia Cavallone: ma quanto invornito* sei?! – sbraitò per l’ennesimo volta Gokudera, sputando – letteralmente – fumo dal naso. Quante volte aveva associato la parola “ invornito” al povero Cavallone nel giro di una sola mezzora? Decisamente troppe per poter essere contante.
E Dino, sarà perché abitualmente aveva a che fare con l’ascaro più ascaro dell’intero universo, alias il sociopatico per eccellenza, neanche ci faceva più caso. Alla fine anche Yamamoto non si metteva più sulla difensiva pronto a scattare in caso di necessità temendo che il biondino avesse potuto dar segni di cedimento e cercare, giustamente, di tentar di tirare una testata al dinamitario.
- Da qua. Faccio io! – grugnì Hayato strappando dalle mani del giovane boss italiano le carte da gioco che stava, inutilmente, tentando di mescolare.
- Ehm, Gokudera: non sarebbe più semplice giocarcela alla morra cinese? – ci provò per l’ennesima volta Takeshi con il suo sorriso serafico mentre un’occhiata di Hibari lo gelava sul posto.
- Che?! Stupido fissato del baseball ti pare che io possa affidare al caso e alla fortuna il fatto di poter dormire come Dio comanda stanotte? Ci vuole tecnica e metodo, tecnica e metodo. – gli imprecò contro mentre iniziava a distribuir le carte sul tavolo, con la sigaretta spenta a un lato della bocca da degno giocatore di pluriennale esperienza.
Sì perché i quattro famigerati si erano trovati costretti a dover dividere l’unica stanza rimasta in quella graziosa pensioncina e ora si stavano giocando chi avrebbe dormito sul matrimoniale e chi si sarebbe dovuto accontentare del letto ad una piazza. Peccato solo che Hayato si fosse incaponito che il tutto si sarebbe deciso non come aveva suggerito Takeshi con la morra cinese, oppure più velocemente con i bastoncini di varia misura. No: il futuro braccio destro del Decimo Boss Vongola li aveva praticamente costretti ad un torneo di briscola, con complicatissime ed intrigate sfide intrecciate, che li stava impegnando da più di un’ora. Dino sbadigliò per l’ennesima volta, con il mento appoggiato ad una mano lanciando un’occhiata speranzosa al letto. A quell’ora tarda della notte si sarebbe accontentato anche del pavimento pur di porre fine a quel martirio.
Takeshi si stava impegnando ma ovviamente, da giocatore istintivo quale era anche nel baseball, giocava a caso senza contare quali carte fossero già finite in tavola. E ovviamente, con grande frustrazione di Gokudera, stava vincendo.
- E se si dovessero produrre gli abbinamenti sbagliati? – se ne uscì ad un certo punto il biondino, mentre cercava di sopprimere l’ennesimo sbadiglio. Hayato e Hibari lo incenerirono con un grugnito. Sì, perché c’era anche questa possibilità visto che non stavano giocando a coppie ma singolarmente. Non necessariamente con quel metodo, Dino avrebbe dormito con Kyoya e Hayato con Takeshi, ma Gokudera era così convinto e sicuro della sua strategia
  che liquidò l’obiezione del giovane Cavallone con l’ennesimo grugnito mentre si sistemava meglio gli occhiali da vista.
Ed erano così talmente impegnati e assorti tutti e quattro che quasi fecero un colpo quando sentirono una voce alle loro spalle.
- Ahhh, finalmente! A letto! –
I quattro si girarono contemporaneamente giusto nel momento in cui videro G. infilarsi felicemente sotto le lenzuola dopo essersi sgranchito e aver prodotto un sonoro sbadiglio.
Hayato, boccheggiante e incredulo, riuscì solo ad alzare l’indice della mano sinistra come a voler richiamare l’attenzione su quella che lui considerava un’usurpazione bella e buona.
- ‘Notte Giotto. –
- ‘Notte G. – esclamò felice il Primo con un sospiro di soddisfazione nel momento in cui spense la luce posta sul comodino al suo lato del letto entrambi completamente incuranti della presenza degli altri quattro nella stanza. I quali non riuscirono a proferire parola alcuna, rimasti troppo interdetti nel vedere il tanto agognato letto matrimoniale occupato. Alla fine fu Gokudera a scattare.
- Ohi Teme! Alzatevi immediatamente! Questo letto è nostro! –
- Cosa?! – il rosso si limitò semplicemente ad aprire gli occhi e ringhiare con lo sguardo verso quella molesta seccatura.
- Ma soprattutto: da dove diavolo siete saltati fuori?! – continuò nella sua filippica il decimo Guardiano della Tempesta, continuando ad essere bellamente ignorato dal suo predecessore.
- Tch! – grugnì infatti quest’ultimo girandosi dall’altra parte non degnandogli risposta alcuna.
- E non m’ignorare!!! –
Ovviamente silenzio.
- Su su, calma calma. – ci pensò Takeshi a cercar di riportare l’ordine quando vide con la coda dell’occhio come Hayato fosse pronto a far saltare per aria, con le solite devastanti conseguenze, il suo predecessore.  – Ce la giochiamo per il letto singolo e la poltrona. –
- La poltrona?! – biascicò Hayato per niente contento incurvandosi sulle spalle. – Non perderò di certo! – si galvanizzò l’attimo immediatamente dopo il dinamitario.
 
 
- Hibari?-
- Hn! –
- Puoi stringerti un po’? –
- Perché? –
- Sto morendo soffocato dal caldo. -
- Muori pure per quello che mi riguarda. – fu la replica più che scontata del disciplinare che non si mosse di un solo centimetro né tanto meno si sognò di aprire gli occhi e degnare di uno sguardo l’altro.
- Che??!! – scattò al solito Gokudera ma rimanendo miseramente incastrato nella sua porzione di poltrona.
Alla fine aveva perso ed era rimasto beffato dalla sua stessa geniale trovata.
Cercando di riportare la colonna vertebrale alla posizione di homus erectus lanciò un’occhiata al letto lì affianco a controllare che quel demente del bronco mantenesse la distanza di sicurezza dal suo idiota del baseball. I quali due famigerati dormivano beatamente come due angioletti, distesi l’uno di fronte all’altro. Che rabbia gli facevano. Se poi pensava a come entrambi si fossero offerti di far cambio di posto con i loro rispettivi compagni, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, gli veniva ancora più nervoso. Grugnì, appoggiando il braccio libero sul bracciolo della poltrona giusto nell’istante in cui sentì il biondo mormorare nel sonno tutto felice un: - Kyoya … - e zompare sul suo compagno di letto abbracciandolo, convinto si trattasse del suo innamorato.
Da questo gesto al fatto di trovarsi con un morale in meno, passò all’incirca un milionesimo di frazione di secondo. Hayato era scattato senza neanche rendersene conto e ora era lì perplesso che si fissava il pugno che sembrava essersi animato di vita propria.
- Ahehm … - balbettò confuso tornandosi a sedere e spiando di sottecchi la reazione di Hibari che continuava a tenere gli occhi chiusi e le braccia conserte.
- L’hai sistemato? – si limitò a chiedergli questi.
- Ehm … sì … - dovette ammettere imbarazzato.
- La prossima volta ci penso io. – fu la replica sibillina del disciplinare.
- La prossima volta? – chiese dubbioso.
- Certo! Tu non puoi neanche immaginare quanto molesto sia quell’inetto anche quando dorme. – spiegò Hibari con un sospiro di esasperazione ricordando perfettamente ogni “assalto” notturno che doveva sopportare quando Dino, nella dolce incoscienza del sonno, lo abbracciava e stringeva tra le sue braccia ripetutamente.
“ E’ perché è affettuoso.” Avrebbe voluto permettersi di dissentire Hayato perché sapeva molto bene come anche Takeshi, quando dormivano insieme, non lo lasciava un solo istante ma lo teneva stretto a sé per tutta la notte.
Stava per dar voce a questi suoi pensieri quando fu la voce di G. invece che si levò nel cuore della notte e li fece scattare entrambi in allerta.
- Ci stanno attaccando! Siamo sotto assedio! –
Con il cuore in gola, armi in pungo, i due scandagliarono la stanza alla ricerca del nemico d’affrontare.
- Rompete le file! – l’ordine perentorio del rosso ancora una volta si levò nel silenzio della stanza e loro due nuovamente si misero sull’attenti. Uno sulla porta, uno davanti alla finestra sentendo il battito furioso ringhiare in petto.
- G. – lo ammonì divertito Giotto, abituato alle “chiacchierate” notturne del suo compagno, scuotendolo delicatamente per un braccio tenendo gli occhi socchiusi. Il suo fidato braccio destro biascicò qualcosa d’incomprensibile ma il tono delicato della sua voce gli era bastato per risvegliarlo penetrandogli direttamente nel sogno.
- Mmm … Giotto … - mugugnò felice per poi accoccolarsi come un gattino sul Primo attirandolo a sé in un abbraccio che li fece sorridere tutti e due beatamente.
Hayato e Kyoya assistettero impotenti e basiti a quella scena.
- Perché quello schizzato del tuo predecessore parla nel sonno?! – riuscì alla fine a spezzare il silenzio Hibari.
- Lo ignoro … - fu l’unica cosa che riuscì a proferire il dinamitario scuotendo la testa.
- Kyoya … -
Nuovo assalto.
E questa volta il povero Cavallone si trovò sotto un fuoco incrociato.
- Ahi-ahi … perché mi fa male dappertutto? – mugugnò il biondo nell’incoscienza del dormiveglia mentre si massaggiava la testa.
- Hibari: questa nottata è un incubo! – si lamentò Hayato sfinito mentre riprendeva posizione sulla famigerata poltrona appoggiando la testa sul cuscino.
- Hn! Sarete tutti morsi a morte per questo! – fu la minaccia poco rassicurante del ragazzo dagli occhi di ghiaccio.
- Ma che c’entro io?! Sono tuo compagno di sventura! – s’inalberò Gokudera.
In tutto quel frangente, Yamamoto Takeshi continuò a dormire beatamente.
 
 
LA MATTINA DOPO
 
G. e Giotto aprirono gli occhi nello stesso identico istante.
- Buongiorno … - mormorarono all’unisono mentre il Primo, dopo aver scostato la solita ciocca ribelle di capelli dagli occhi dell’altro, gli sfiorò la punta del naso con la propria. Gesto che fece incurvare le labbra dell’altro in un pigro sorriso così raro da vedere in lui. Proprio per questo, in quel momento d’intimità così ormai abituale in loro, il biondo rubò un bacio a fior di labbra al suo compagno.
- Giotto! – lo rimproverò G. – Non siamo soli. – lo ammonì in un sussurro. Rimprovero che l’altro non colse minimamente né tanto meno lo scompose.
- Non ho fatto niente di male. – si difese ridente.
- Non siamo soli. – ribadì il rosso. E Giotto sorrise ulteriormente perché conosceva molto bene il naturale riserbo del suo compagno e semplicemente adorava vedere come questi cercasse di mascherare l’imbarazzo tentando di mettere il broncio. Cosa che con lui non funzionava. E infatti gli rubò un altro bacio.
- Ancora? – lo redarguì nuovamente l’arciere ma stavolta anche lo sguardo di G. era divertito e infatti l’attimo dopo aver parlato lo prese per la maglia per attirarlo a sé e legarlo con un bacio ben più profondo.
- Ci alziamo? – chiese Giotto quando gli permise di riprendere fiato.
- C’è ancora tempo … - gli ricordò il rosso coprendoli completamente con il lenzuolo.
 
 
Takeshi aprì gli occhi lentamente per poi richiuderli ed infine riaprirli di nuovo. Dino giaceva profondamente addormentato di fronte a lui. La bocca leggermente socchiusa, le labbra dolcemente incurvate in un sorriso serafico, i capelli dorati adorabilmente arruffati a ricoprirgli in parte il viso, un’espressione di dolce beatitudine dipinta sul volto. Sembrava un angelo tentatore caduto dal cielo. Lo spadaccino si chiese se Hibari si rendesse conto della fortuna che aveva. Era sicuro di sì. Sorrise e proprio nel momento in cui le sue labbra si piegarono in quel dolce sorriso, anche il giovane Cavallone si svegliò.
- Buongiorno … - biascicò quest’ultimo stiracchiandosi e cercando di dare un senso logico ai suoi capelli.
 – Dormito bene? – gli chiese il biondo facendogli un buffetto e lui si limitò ad annuire con il capo.
- Anch’io … Ahehm … perché ho tutti questi ematomi? – si chiese alla fine dubbioso fissando perplesso i lividi che gli ricoprivano le braccia mentre si alzavano dal letto.
 
Takeshi raggiunse Hayato che giaceva, finalmente!, addormentato in poltrona. Eccolo il suo angelo travestito da diavoletto. S’inginocchiò davanti a lui accarezzandogli delicatamente una guancia. Sembrava sfinito. E infatti il povero Gokudera lo era davvero. Aveva preso sonno, stremato, alle prime luci dell’alba quando Hibari - forse mosso a pietà o forse mosso dal suo solito fastidio di avere qualcuno a meno di un metro di distanza (che ovviamente non fosse il suo molesto erbivoro) - era uscito sul terrazzo a godersi il sorgere del sole.
E fu lì che lo trovò Dino. Il biondo lo abbracciò da dietro, cingendolo per la vita e appoggiandogli la testa sulla spalla. Ovviamente Kyoya lo aveva sentito arrivare ma incredibilmente non fece niente per scostarsi da quella dolcezza.
- Ti sono mancato stanotte? – gli chiese ridente il giovane boss, ben sapendo già che risposta gli sarebbe arrivata.
- No! – fu la replica secca, e prevedibile, del diretto interessato che lo fece ridacchiare.
- Lo prendo come un sì. – mormorò rendendo ancora più salda la stretta.
- Fa come credi. – cercò di darsi un contegno il disciplinare.
- Ah Kyoya: tu hai mica idea di come mi sono procurato tutti questi lividi? Non c’erano ieri sera … – lo punzecchiò Dino che una mezza idea se l’era fatta.
- Hn. – grugnì Hibari dando conferma dei suoi sospetti.
 
- Gokudera … -
La dolce voce soave di Yamamoto gli penetrò come una carezza nel sonno. Così come le sue dita che gli sfioravano lievi una guancia.
- Mmmm … - mugugnò. Voleva dormire per almeno altri dieci minuti … Cinque dai!
Takeshi perse un battito del cuore quando gli occhi turchesi da felino di Hayato si aprirono davanti a lui e, come sempre, rimase senza fiato.
- Buongiorno. – lo salutò nuovamente con uno dei suoi splendidi sorrisi ad ornargli il viso.
Il dinamitario si coprì il volto con una mano mugugnando nuovamente mettendosi poi seduto a fatica.
- Mio Dio: stanotte è stata un incubo! – mormorò tra sé e sé mentre recuperava a tastoni i suoi occhiali da vista dal tavolino lì affianco e li inforcava.
- Hai dormito bene? – s’informò poi voltandosi verso il moretto.
- Sì … sì. – rispose questi, per poi aggiungere l’attimo immediatamente dopo: - Mi sei mancato però. – attirandolo in un abbraccio e posandogli un bacio tra i capelli.
- Stanotte rimediamo però. –
- Scordatelo stupido fissato del baseball! Questa notte io voglio, esigo, pretendo di dormire spaparanzato a stella. – grugnì facendolo scoppiare a ridere.
- Ok, allora vorrà dire che chiederò a Dino di farmi nuovamente compagnia. – si divertì a punzecchiarlo, sortendo l’effetto desiderato. Un destro micidiale gli arrivò in pieno stomaco infatti.
- Se mi prometti di stare sul tuo lato … - gli propose Hayato con un tono di finta irritazione che non avrebbe convinto neanche un sordo mentre si lasciava docilmente sollevare il viso verso quello del suo compagno socchiudendo gli occhi.
 
Le tre coppie erano così impegnate a farsi gli affaracci loro che Sasagawa Ryohei sarebbe potuto entrare tranquillamente in camera con un cingolato e forse, ma forse, l’unico che se ne sarebbe accorto sarebbe stato il super intuito dei Vongola. Cosa che invece i sei non poterono ignorare furono i soliti mille decibel che fecero irruzione nella stanza con il pugile più amato dalla storia.
- Oh ragazzi: è l’ora del risveglio muscolare! -

 
 
FINE
 


Clau: Eh dai: vi pare che non potevo far apparire anche il Ryohei? Ecco: così son riuscita ad inserire in una one-shotina (delirante! Moooolto strano^////^) tutti e tre i miei pg adorati di KHR. Se siete veramente arrivati fino a qui, tanto di cappello! Mi chiedo come ho fatto io stessa^////^ Baci baci e alla prossima.
 

 
*Dicesi “ invornito”: rincoglionito^^
   
 
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