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Autore: Knifelover94    20/08/2013    1 recensioni
Fiona May è una ragazza di 17 anni. Un giorno riceve un'invito a cena dal ragazzo nuovo, John Wilkins.
Suo padre non sembra essere d'accordo, soprattuto per colpa dell' "Incidente" di due anni fa.
Cosa sarà succeso?
E' la prima volta che scrivo una storia di un solo capitolo ed è la prima volta che scrivo un' introduzione così schifosa ma non volevo spoilerare perché la bellezza di questo racconto sta proprio nelle "rivelazioni" che esso fa.
"La macchina si fermò vicino ad un bosco, era un posto molto appartato e isolato.
"Scendi dalla macchina" disse ad un tratto John, non aveva più un tono rassicurante, al suo posto apparve un tono minaccioso.

Suggerisco di leggere questo racconto ascoltando Sweet Dreams di Marilyn Manson!
Genere: Dark, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Ehi, ti andrebbe di uscire con me stasera?"
John Wilkins, il ragazzo nuovo, mi aveva aspettata fuori dalla scuola.
"Come scusa?" chiesi stupita. Non ero mai stata una ragazza popolare mentre John sembra essere nato apposta per i riflettori. In poche settimane era riuscito a diventare uno dei ragazzi più popolari e ambiti della scuola. Era entrato nella squadra di football e aveva stretto amicizia con i ragazzi più "in".
"Vuoi uscire con me?" ripetè, i suoi occhi azzurri, così luminosi così vivaci,erano fissi su di me.
Dietro di lui, vedevo Trevor, Rick e Cassidy ridere.
Ci pensai su, volevo uscire con lui? Lo guardai, era un bel ragazzo, aveva un bel fisico e dei bellissimi capelli biondi.
"Allora?" chiese impaziente.
Mhhh...era davvero un bel ragazzo.
"Va bene" dissi, con un mezzo sorriso, rossa in faccia.
"Allora, ti vengo a prendere stasera, alle otto" disse e poi se ne andò verso la macchina dei suoi amici.
"Non mi piace" disse ad un tratto una voce dietro a me, mi girai: era mia sorella Anastasia.
"Beh, meno male che non devi uscire con lui allora!" dissi con un sorriso.
"Perché ti ha chiesto di uscire? perchè farlo quando nel parcheggio della scuola non c'è più nessuno? perchè il trio dei cazzoni stava ridendo?" disse mia sorella.
"Ana, stai tranquilla, so cavermela...e poi voglio divertirmi" risposi, chiudendo la discussione.

Erano le sette e mezza ed ero già pronta. Mi guardai allo specchio, avevo raccolto i miei capelli rossi in una coda e mi ero messa un po' di trucco per far risaltare i miei occhi azzurri.
"Stai bene" disse mio padre, entrando nella mia stanza. Aveva un'aria stanca.
"Grazie papà" dissi "Come va con il lavoro?" chiesi distrattamente mentre cercavo la borsa che avevo preparato.
"Va tutto bene piccola, nonostante sia lo sceriffo, qui a Rearwood non succede mai niente" disse con un sorriso, poi continuò "agitata?"
"Un po' " ammisi.
"Stai attenta Fiona" disse mio padre.
"Sì signore."
"Non ti fidare dei ragazzi come quelli, la maggior parte delle volte vogliono solo una cosa." disse con tono severo.
"Papà..."
"Lo so, lo so, però non vorrei che finisse come due anni fa."
Il ricordo mi fece trasalire.
"Andrà tutto bene" dissi.

John Wilkins indossava una camicia bianca e un paio di jeans. Inutile dire che stava benissimo.
"Ciao" dissi.
"Ciao, sei bellissima".
"Grazie, dove andiamo?" chiesi mentre salivo nella sua macchina.
"Oh, vedrai" disse con un sorrisetto.

La macchina si fermò vicino ad un bosco, era un posto molto appartato e isolato.
"Scendi dalla macchina" disse ad un tratto John, non aveva più un tono rassicurante, al suo posto apparve un tono minaccioso.
"V-va bene" dissi confusa, iniziando a giocherellare con la zip della mia borsa.
Scendemmo dalla macchina e lui mi prese la mano, tirandomi con forza dentro il bosco.
"Ehi, fermati, mi stai facendo male!" mi lamentai.
John ignorò la mia lamentela, continuando a trascinarmi.
Il terrore cominciò ad impadronirsi del mio corpo. Il mio cuore iniziò a battere a mille.
Mi feci corraggio e forza e cercai di liberare il mio braccio da lui.
"FERMATI" ringhiai. Mi fissò e scoppiò a ridere.
"No!" disse con calma. I suoi occhi azzurri ora erano gelidi, sembravano colmi di pazzia.
Trasalì, avevo già visto occhi simili...due anni fa.
"Lasciami!" urlai e cercai di liberarmi. "Cosa vuoi farmi?" Chiesi.
"Oh, voglio solo divertirmi con te" disse ridendo.
L'orrore attraversò  la mia faccia, mi deminai e alla fine riuscì a liberare la mia mano.
Comincia a correre verso la macchina di John.
"Corri pure, ma bella, io sono un'atleta" disse tutto soddisfatto e poi si precipitò al mio inseguimento.
MERDA, aveva ragione.
Cercai di cambiare direzione, ma vidi tre ombre bloccare la mia strada.
La luce della luna, illuminò la foresta e mi permise di vedere i volti delle tre ombre, erano Trevor, Rick e Cassidy.
Le mie gambe cedettero e cadì per terra.
I quattro ragazzi si avvicinarono verso di me.
"Oh ma che bella ragazza che abbiamo qui!" disse Cassidy.
"Ci divertiremo moltissimo" disse Trevor.
"Chissà come reagirebbe lo sceriffo se scoprisse che stiamo per scoparci sua figlia" disse Rick, accarrezzandomi la faccia.
"P-perché state facendo questo?!?" riuscì a chiedere mentre John saliva sopra di me.
"Oh, perché noi sappiamo che non avresti il corraggio di parlare" disse John.
Iniziai a singhiozzare.
"Ci andremo piano piccola" mi sussurò nell'orecchio.
Iniziai a ridere.
I quattro ragazzi mi guardarono confusi.
"E' impazzita" commentò qualcuno.
Presi per il colletto John e gli diedi un calcio nelle palle. Il bastardo rotolò per terra, agonizzante.
Il trio mi fissò, nei loro occhi leggevo terrore e confusione. Uno strano senso di soddisfazione pervase il mio corpo. Mi alzai, mi avvicinai alla borsetta che avevo fatto cadere e tirai fuori un coltello.
"Fiona, che diamine fai!?" chiese  Trevor, terrorizzato. Risi, per un ragazzo così robusto, è proprio una mezza sega.
"Oh, ma non avevi detto che volevi divertirti?" chiesi con tono innocente, giocherellando con il mio coltello.
"Stronza!" disse Cassidy.
"Oh Cassidy, non si parla a una ragazza in questo modo!" lo provocai.
Basto quella frase per fargli perdere le staffe, neanche un minuto dopo stava correndo verso di me. Imbecille, pensai. Cercò di tirarmi un pugno ma fui più veloce e gli affondai il mio coltello nell'occhio. Il suo sangue schizzò sul mio viso e sporcò la mia mano. Cassidy urlò.
Mhhh, pensai, musica per le mie orecchie. Trevor s'irrigidì, sembrava in uno stato di shock. Rick, invece, aveva approffitato del momento per darsela a gambe.Non era ancora così lontano, così decisi di prendermela con calma. Sospirai e poi dissi "Rick, non scappare tesoro, non volevi scoparmi?" L'ombra di Rick si fermò per un'attimo e poi ricominciò a correre. Sbuffai, perché scappava in quel modo? Non era divertente così. Apri la mia borsa e presi il mio Calibro 22. Presi la mira e sparai. Vidi l'ombra di Rick accasciarsi per terra. Rimasi molto delusa e poi guardai verso Trevor. Era pallido e spaventato. Ohhh, dietro la facciata del duro, si nascondeva una bambina con il tutu rosa? Estrassi il coltello dall'occhio di Cassidy mentre quest'ultimo imprecava poi gli sparai sulle ginocchia, per evitargli di scappare. Feci lo stesso con John.
"Trevor, amore, non scappare anche tu ok? Non è divertente così." dissi avvicinandomi verso di lui con il coltello in mano.
"N-non farlo...p-per favore!" mi pregò.
"Oh Trevor, te l'hanno mai detto che sei tenero quando preghi qualcuno?" dissi, accarrezzando il suo viso con il coltello.
"N-non sei una persona cattiva!" disse.
"Oh, lo so, io sono una brava ragazza ed è per questo che volevate divertirvi con me...a voi piacciono le ragazze così" dissi, colpendolo allo stomaco con il coltello.
"N-no, ti p-prego!"
"Oh, cos'è sta storia che quando pregate voi, io devo fermarmi, ma quando prego io, voi mi ignorate?" chiesi irritata, colpendolo ancora un'altra volta e ancora e ancora.
Poi, presi il cellulare e chiamai mio padre.
"Papà" dissi, con voce dolce e tranquilla.
"Piccola?"
"Ho fatto di nuovo casino" dissi, con tono di scuse.
"Prendo la pala e arrivo" disse mio padre con tono rassegnato.
"Ti voglio bene papà."
"Anche io piccola."
Rick, Trevor e Cassidy avevano perso i sensi mentre John continuava ad agonizzare.
"P-perché hai fatto questo?" chiese con un filo di voce.
"Oh, è il mio hobby" dissi con un sorriso, mentre gli accarezzavo la faccia. "Vedi, John, avevo un' amica due anni fa...avevamo 14 anni e mentre tornavamo verso casa di sera, un uomo ci aggredì. Ci violentò e poi uccise la mia amica. Non mi ricordo un granchè di quella sera, so solo che all'alba mia sorella Ana mi ha ritrovata, avevo in mano un sasso ricoperto di sangue e vicino a me c'era il cadavere della mia amica. L'uomo invece era a pochi metri lontano da me, sembrava essere stato lapidato ed era messo male.
Mia sorella prese il sasso che avevo in mano e cominciò a colpire anche lei l'uomo. Mio padre, che era stato avvisato da mia sorella, ci trovò e anzichè fermarci ci aiutò a colpire l'uomo. Non mi dimenticherò mai di quella bellissima sensazione." dissi con un sorriso.
"Fiona?" era la voce di mio padre.
"Papà sono qua!" dissi.
"Cazzo Fiona! Perché non ce ne hai lasciati qualcuna?" chiese Ana, che era dietro mio padre.
"Non sono ancora del tutto morti" dissi con calma.
"Oh che bello!" disse entusiasta mia sorella "Papà possiamo tenerne uno con cui giocare?" chiese.
"No!"
"Per favoreeeeeeeee!"     
"Va bene...basta che non sporchi la casa" accettò mio padre.
Ana cominciò a saltare dalla gioia.
"Lo so che è un po' presto, ma sono felice che tu conosca la mia famiglia John, perché ti divertirai moltissimo con noi" dissi al ragazzo, con tono rassicurante.
I suoi occhi azzurri si reimpirono di terrore.
E la felicità attraversò il mio cuore.
  
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