Una splendida giornata di sole era iniziata alla Capsule Corporation.
All’interno della casa, una famiglia stava affrontando il
mattino con la solita quotidianità. Bulma Briefs era in
cucina, intenta a preparare una sostanziosa colazione per i suoi tre
Sayan. Il primo ad arrivare fu il marito, che si sedette con il solito
cipiglio stampato sul volto. Nonostante la sua faccia accigliata, la
moglie sapeva bene che Vegeta stava passando un periodo molto
tranquillo. Era rilassato. Continuava ad allenarsi e a passare intere
giornate chiuso dentro la Gravity Room, ma era più che altro
un modo per ammazzare la noia. Nei confronti della famiglia non aveva
cambiato il suo comportamento, almeno in apparenza. In
realtà Bulma sapeva che, a volte, la sera si tratteneva fino
a tardi nella Gravity Room, solo per accertarsi che i suoi figli non
facessero tardi e tornassero a casa sani e salvi. Tuttavia la donna
sapeva che lui non avrebbe mai ammesso spontaneamente di preoccuparsi
per loro.
- Buongiorno, tesoro. Dormito bene?
- Mpfh...
Bulma sorrise all’idea che se non fossero stati da soli, lui,
molto probabilmente sarebbe andato su tutte le furie per essere stato
chiamato ‘tesoro’. Pochi istanti dopo, anche i suoi
figli fecero il loro ingresso nella stanza, come al solito bisticciando.
- E, dai, Trunks! Vorrei sapere che cosa
ti costa, in fondo! Si tratta solo di un piccolo favore...
- Ti ho detto che non mi va,
d’accordo?! Perché non lo chiedi a qualcun altro!
- E a chi vuoi che lo chieda, scusa?
I due si sedettero, quasi ignorando i genitori. Questa cosa non piacque
al burbero principe dei Saiyan, che detestava assistere a quelle liti
che lui definiva alquanto infantili, vista l’età
dei ragazzi.
- ADESSO BASTA!!
Sia Trunks che Bra si zittirono immediatamente. Erano rare le volte in
cui Vegeta interagiva direttamente con loro, ma entrambi sapevano
quanto era irritabile.
- Mi avete stufato, voi due! Non siete
più due mocciosi!! Iniziate ad essere grandi ed io mi
aspetto che siate abbastanza maturi da non fare più queste
scenate! Inoltre non mi piace che non consideriate né me e
né vostra madre! Chiedete scusa!
- Scusa papi. Scusa mamy.
- Hai ragione, papà. Scusate.
Ancora di malumore, Vegeta si alzò dal tavolo e si diresse
verso la Gravity Room, per dedicarsi agli allenamenti. I ragazzi
stavano in silenzio, ancora un po’ in imbarazzo per lo sfogo
paterno. Bulma guardò i suoi figli. Si schiarì la
voce.
- Allora, ragazzi miei, posso sapere per
cosa stavate litigando, poco fa?
- Vedi, mamma, il fatto è che
oggi Pan mi ha invitato a fare shopping con lei. Così io ho
semplicemente chiesto a Trunks di accompagnarmi, ma lui non ne vuole
sapere.
- Andiamo, Trunks, perché non
vuoi accompagnarla?
- Non è che non voglio...
Cioè... il fatto è... Ecco, in realtà
io ho un impegno! Un appuntamento, per la verità...
Il ragazzo era notevolmente arrossito. Aveva un carattere molto
riservato, quasi quanto il padre. Non gli piaceva parlare dei suoi
affari privati, specie se riguardavano una certa ragazza bionda, che
abitava alla Kame House... Bulma sapeva che suo figlio aveva iniziato a
frequentare la figlia di Crillin. Certe cose una madre le capisce.
- Davvero? E con chi, di grazia?
- Ehm, ecco... Vedi mamma,
c’è una cosa che ti devo dire, in
realtà... Da qualche tempo, io avrei iniziato ad uscire, si,
ecco, con...
- Marron, la figlia di Crillin e C18!
- BRAAAA!!!!!!!!
- Oh, sono felice per te, tesoro! Marron
è veramente una ragazza molto carina!!
- G- grazie. Senti, mamma. Non
è che potresti evitare di parlarne con papà, per
il momento?
- Come vuoi. Però dovrai
dirglielo, prima o poi.
- Appunto, prima o POI.
- E tu, Bra, dimmi... Hai conosciuto
qualche ragazzo carino, di recente?
- Chi io?
Bulma era intenzionata a mettere tutte le carte in tavola. Come sapeva
di Trunks e Marron, sapeva anche del coinvolgimento di Bra con Goten,
il figlio minore di Goku. Un giorno Chichi l’aveva chiamata
per dirle di aver trovato i due ragazzi a baciarsi in giardino.
- Ma certo, piccola mia. Non so, non
c’è nessuno che ti piace?
- In realtà qualcuno
c’è!
- Trunks!
- Che vuoi? Tu hai spifferato tutto di
Marron!
- Allora dimmi, chi è il
fortunato?
- Okay, te lo dico. Però devi
promettermi una cosa...
- Stai tranquilla, non dirò
niente a papà.
- Bene. Allora si tratta di Goten, il
figlio dei Son.
- Okay. Ragazzi, adesso si è
fatto tardi, forza, è ora di andare a scuola.
Un paio d’ore dopo, Bulma fece una pausa dal lavoro che stava
svolgendo in laboratorio e si diresse in cucina. Lì pose su
un vassoio qualche panino e un po’ d’acqua,
dopodiché prese il corridoio che portava alla Gravity Room.
Era solita, tutti i giorni, a portare uno spuntino di metà
mattinata a suo marito. Arrivata fuori dalla stanza, Bulma
abbassò la gravità ad un livello normale ed
entrò. Non era necessario bussare: Vegeta la stava
aspettando, in piedi, appoggiato contro una parete. Si stava asciugando
il sudore.
- Tieni, caro. Ti ho portato qualcosa da
mangiare. I ragazzi alla fine sono andati a scuola ed hanno smesso di
urlarsi contro.
- Finalmente. Sarebbe l’ora che
dimostrassero comportamenti più maturi. E anche
più consoni alla loro età, nonché alla
loro razza.
- A proposito della loro
età... Sai che non passerà molto che conosceranno
qualcuno di cui si innamoreranno?
- Si, anzi credo che Trunks
l’abbia già fatto. Lo vedo strano, in questo
periodo.
- Chissà... Cosa mi dici
riguardo a Bra?
- Dico che è meglio che i
ragazzi le stiano lontano ancora per alcuni anni.
- Ma tesoro! Devi capire che lei non
è più una bambina... Io avevo pressappoco la sua
età quando mi sono messa con Yamcha.
Vegeta, a sentire quel nome emise un grugnito di avversione. Non gli
piaceva sentire niente che avesse a che fare con quella
nullità, ancora innamorato della sua donna. Men che mai se
venivano fatti riferimenti alla loro relazione. Bulma questo lo sapeva,
così decise di abbandonare l’argomento. Si
avvicinò al marito e gli sorrise.
- Bene, devo tornare a lavoro. E tu agli
allenamenti. Cerca di non fare troppi danni alla Gravity Room.
Bulma diede un piccolo bacio sulla guancia a Vegeta. Quando stava per
allontanarsi, l’uomo la prese per un braccio, tirandola a
sé. Prima che Bulma potesse protestare,
l’attirò in un bacio intenso, ma breve. Senza dire
niente, Vegeta la lasciò andare e si scostò da
lei.
- Adesso fuori, ho perso fin troppo tempo
in chiacchiere!
Bulma, ancora sorpresa del bacio, uscì, senza proferire
parola.
Dopo qualche giorno, Bulma era impegnata a pulire la stanza di suo
figlio. Nello spolverare, fece cadere a terra una fotografia. Si
chinò per raccoglierla e vide che si trattava di una foto
che ritraeva il ragazzo abbracciato a Marron. Quei due formavano una
coppia perfetta. Un’unica preoccupazione affliggeva la donna.
Cioè il fatto che né Trunks, né Bra
avessero detto niente delle loro relazioni al padre. Anzi, facevano di
tutto per nascondere tutto. Questa cosa non piaceva molto a Bulma.
Sapeva che se Vegeta avesse scoperto tutto per caso si sarebbe
infuriato. E lei non voleva scatenare nessun litigio familiare.
Tuttavia aveva promesso ai due di non dire niente al marito e avrebbe
mantenuto la parola data. Però avrebbe cercato di convincere
i figli a confidarsi con il loro burbero padre.
Quella sera a cena, c’era un silenzio quasi
d’imbarazzo. Vegeta, come al solito, consumava il suo pasto
in completo silenzio. Trunks si stava abbuffando, mentre Bra
continuava a fissare l’orologio appeso alla parete. Bulma,
dal canto suo, osservava i suoi tre familiari. Una volta che il pasto
fu terminato, Bra si alzò, per defilarsi in fretta, ma il
padre glielo impedì. Vegeta, dalla discussione avuta con la
moglie qualche giorno prima, aveva riflettuto. E il tarlo del sospetto
si era insinuato in lui. La paura che Bra avesse iniziato a vedersi con
qualche ragazzo era penetrata in lui ed era difficile non pensare alla
cosa.
- Sta ferma, lì. Dove credi di
andare?
- Ehm, vedi papà... Il fatto
è che dovrei uscire e sono già in ritardo.
- E con chi, se è dato saperlo?
- Ehm... Con Pan. Volevamo andare al
cinema.
- Non è un po’
tardi, per andare al cinema?
- Ma no, papà!
L’ultimo spettacolo è alle dieci e trenta.
- Beh, la cosa non mi interessa. Stasera
tu stai a casa.
- Che cosa?! Ma... Papà!!! Non
è giusto!!
- Si che lo è. Sono tuo padre,
devi obbedirmi.
- Ma, mamma?!
Bra guardò supplicante la madre, che era rimasta sorpresa
dal comportamento del marito. Ma Vegeta non aveva intenzione di
permettere che la moglie interferisse con la sua decisione.
- Non provare a fare moine con tua madre,
perché non funzionerà. Stasera stai a casa e
basta. Lo stesso vale per te, Trunks.
- Ma papà, io non esco da una
settimana!
- Tsk! Chi credi di prendere in giro?!
Non me, di certo! Sento la tua aurea allontanarsi, ogni dannata sera.
Non so che cosa state covando, ma le cose sono due: o vuotate il sacco,
o non uscirete più. Decidete voi cosa fare...
Il Saiyan si alzò da tavola, pronto per allontanarsi, ma la
voce di sua figlia lo fece fermare. Non si voltò, ma
intendeva ascoltare.
- Si può sapere che cosa ti
prende? Non ti è mai fregato niente di noi! Che cosa
è cambiato, adesso?! Che cosa, papà??
Prima che il Sayan potesse anche pensare a replicare, la figlia
scappò via, piangendo, in direzione del piano superiore, al
quale si trovava la sua camera da letto. Bulma non sapeva che pensare.
Osservava la schiena del marito. Vegeta era immobile, come se neanche
avesse sentito le parole che Bra gli aveva rivolto. La donna
passò ad osservare il figlio. Ma anche lui si
alzò e si dileguò in fretta. Probabilmente aveva
sperato che il padre avesse una reazione da fargli auspicare che
ciò che aveva detto la sorella non fosse vero. I due erano
rimasti soli. Indugiando per un attimo, Bulma si avvicinò al
marito. Poggiò una mano sulla sua spalla, ma
l’uomo eluse il contatto, allontanandosi. Il suo
voltò era imperscrutabile. Senza dire niente,
volò via dalla finestra della cucina che Bulma aveva
lasciato aperta. Lei sapeva che, molto probabilmente, per qualche
giorno, lui non si sarebbe fatto vivo; perciò era inutile
attenderlo. Era piuttosto il caso di fare una lunga chiacchierata con i
suoi figli. In fondo poteva capire i sentimenti di entrambi. Bra non
aveva mai conosciuto un gesto d’affetto da parte del padre.
Lo aveva sempre visto come una figura misteriosa e aveva cercato di non
mostrargli troppe smancerie, capendo che non sarebbero state ben
volute. Trunks invece sapeva quanto in realtà il padre
tenesse alla sua famiglia. Ne aveva avuto una valida dimostrazione
durante l’incubo di Majin Bu. Tuttavia da allora Vegeta non
aveva fatto niente per dimostrare che era realmente così.
Perciò adesso Bra pensava che a Vegeta non importasse niente
della sua vita e Trunks iniziava a pensarla come la sorella.
Scuotendo la testa al pensiero di quanto tempo ci sarebbe dovuto per
sbrogliare quella matassa di sentimenti, Bulma salì le
scale, per affrontare il suo primogenito. Bussò alla porta
della sua camera, ma non ottenne risposta. Provò ad entrare
e notò che la stanza era vuota. Intuendo dove il figlio si
potesse essere rifugiato, si diresse verso l’ascensore che
l’avrebbe portata sul tetto dell’abitazione. La sua
intuizione si rivelò giusta, quando vide la sagoma del
figlio. Trunks ne avvertì la presenza e si voltò
verso di lei.
- Ciao tesoro. Sei venuto a prendere un
po’ d’aria?
- No, in realtà non avvertivo
più l’aurea di papà. Sono salito
quassù per cercarla meglio, ma non ci sono riuscito.
E’ andato via?
- Già. Ma tornerà.
- Ne sei sicura?
L’espressione fredda di Trunks non la stupì
più di tanto.
- Trunks, lo so che è
difficile comprendere tuo padre, ma devi sforzarti di farlo. Lui ci
vuole bene, solo che non sa come dimostrarlo. Lui non sa gestire
l’amore o il ruolo di padre. Nessuno gli ha insegnato a
farlo. Il suo unico esempio è stato suo padre. Un uomo
spietato, che pensava solo a distruggere pianeti, che per la fama di
potere è giunto a vendere il figlio a quel mercenario di
Freezer. Che, forse, non l’ha mai neanche guardato negli
occhi. Non puoi aspettarti da lui gesti affettuosi.
- Lo so, mamma. Ma fra smancerie varie e
indifferenza totale ci sono parecchie vie di mezzo...
- Hai ragione. Il fatto è che
lui preferisce evitare le vie dirette. Sai quante volte la sera, quando
uno di voi esce, si trattiene nella Gravity Room fino a tardi,
finché non vi sente rincasare? Non lo ammetterebbe mai, ma
è così. Inoltre Trunks, da te mi aspetto che tu
non scordi il gesto che anni fa lui ha fatto per noi.
- Non potrei mai farlo. Eppure a volte
non riesco a non avere dubbi sulla questione. Pensavo, ad esempio, che
questa sera sarebbe stata l’occasione più giusta
per togliermeli. Pensavo che reagisse contro Bra, che le dicesse che a
lui interessa di noi. Invece lui se n’è andato di
casa. Che devo pensare? Che deve pensare Bra, allora? Lei non
c’era quando papà si è sacrificato per
noi... A cosa può aggrapparsi lei, per non smettere di
sperare che papà le vuole davvero bene?
La realtà colpì Bulma. Suo figlio era
più scosso di quanto non credesse. E Bra anche peggio. Era
il caso di attendere il ritorno del marito per chiarire molti punti in
sospeso.
- Vai a dormire Trunks. Io vado a parlare
con Bra.
- No, non vuole parlare con nessuno.
Credo che sia meglio lasciarla in pace, per stasera.
Dopo essersi congedata dal figlio, Bulma andò in camera da
letto. La ‘Loro’ camera. Sua e di Vegeta. Nella
quale, molto probabilmente, avrebbe dovuto stare da sola per un
po’. Non si preoccupò neanche di accendere la
luce. Piuttosto si diresse verso la finestra che non ricordava di aver
lasciato aperta. La chiuse e fu allora che una voce familiare le fece
capire di non essere da sola.
- Perché perdi tempo con me,
donna? Non hai ancora capito che non valgo niente?
Bulma premette l’interruttore della luce. Quando la camera si
fu illuminata potè vedere Vegeta appoggiato contro una
parete. Bulma dedusse che aveva azzerato la sua aurea per non farsi
percepire dai figli.
- Questo non è vero, tesoro.
- Tsk. Non sono in grado neanche di
dimostrare il minimo interesse per i miei figli. Non pensavo mi avrebbe
fatto così male che me lo rinfacciassero.
Bulma sapeva che quella era una di quelle rare volta che Vegeta era
disposto ad aprire il suo cuore con lei. E lei sarebbe rimasta in
silenzio ad ascoltarlo.
- Io non so come si fa ad esternare i
propri sentimenti. Non so neanche che cosa provo nei loro... nei vostri
confronti.
- Vegeta, non ci sono problemi. Io so che
tu ci ami. Altrimenti non avresti mai sacrificato la tua vita contro
Majin Bu. Devi solo sforzarti di farlo capire ai tuoi figli. Devi
dimostrare loro che li ami.
- E come posso fare?
- Parla con loro.
- Mpfh... Hai detto niente...
Bulma ridacchiò al commento di lui. Il Saiyan non
gradì troppo la cosa.
- Non ho bisogno che tu rida di me... Al
momento ho già troppi grattacapi.
- Scusa, caro. Comunque sia, io sono a
tua disposizione per aiutarti.
- Parlerai tu con loro?
- No. Però sarò
lì quando Tu lo farai. Su, forza, andiamo.
- Che cosa? Non possiamo farlo domani?
- No! Tu intanto vai in salotto.
Mentre Vegeta si dirigeva in salotto, Bulma andò a chiamare
i figli. Prima che potesse raggiungere la stanza di Bra, la donna si
scontrò con il figlio maggiore.
- Mamma, ho avvertito l’aurea
di papà. E’ tornato a casa?
- Si e vuole parlare con te e tua
sorella.
- Perché?
- Tu vai disotto in salotto da lui e
basta. Io vi raggiungo con tua sorella.
Qualche minuto più tardi tutta la famiglia era riunita nel
grande salotto di casa. Vegeta osservò i volti dei figli.
Poi guardò sua moglie, come per ricevere un qualche
incoraggiamento. In seguito l’uomo si voltò nella
direzione della vetrata, dando le spalle ai presenti.
- Trunks, Bra, ascoltate bene quello che
ho da dirvi, perché non posso promettervi che un giorno ve
lo ripeterò. Mi dispiace per come sono. Mi dispiace se non
sono un padre modello, che vi ascolta o vi abbraccia. Ma non per questo
non vi voglio bene. Credo che sappiate quanto è difficile
per me parlare in questo momento, perciò sarò il
più breve possibile. Io non ho avuto un padre che mi ha
seguito durante la mia crescita. Lui mi ha venduto quando ero ancora un
ragazzino a Freezer. Quando sei nato tu, Trunks, dopo la sconfitta di
Cell, ho ripensato a tutto questo e ho deciso di rimanere vicino a te e
a tua madre. Speravo che la mia sola presenza fosse molto di
più di quello che mi aveva dato mio padre. Poi è
venuto Majin Bu e mi sono fatto sopraffare dalla mia passata
malvagità. In quel momento volevo tornare come ero un tempo:
spietato e insensibile. Pensavo che fosse quello che volevo realmente
dalla mia vita, ma poi ho capito. Ho capito che avevo sbagliato tutto.
Avevo messo in pericolo l’unica cosa di cui mi importava
realmente: la mia famiglia. Trunks, quando tu e il figlio di Kaarot
siete venuti in mio soccorso, ho capito quello che avrei dovuto fare:
distruggere il mostro rosa. E l’unico modo era quello di
sacrificare la mia vita. Ricordi, ragazzo? In quell’occasione
ti ho abbracciato per la prima volta... l’unica volta in cui
l’ho fatto... dopo che quell’incubo ha avuto fine,
siamo tornati tutti a casa. Quella notte vostra madre mi ha detto che
aspettava un altro bambino. Così sei nata tu, Bra.
Nonostante quello che era accaduto, non sono riuscito a mostrarmi
diverso, più attaccato a voi. Ma dentro di me lo ero. E lo
sono. Sono fiero di te, Trunks, per il guerriero che stai diventando. E
sono fiero di te, Bra, perché ogni giorno che passa sei
sempre più bella e assomigli sempre di più a tua
madre. Solo che poi ho capito che entrambi mi state nascondendo
qualcosa. La rabbia ha avuto il sopravvento questa sera. Voglio che voi
siate sinceri con me e con vostra madre.
Trunks e Bra rimasero molto stupiti dal discorso del padre. Il ragazzo
fu il primo che trovò qualcosa da dire.
- Papà, sapevo che, in qualche
modo, tu ti interessi a noi. Volevo solo averne una conferma da te.
Comunque hai ragione. Ho qualcosa da dirti. Ho iniziato ad uscire con
una ragazza. Tu la conosci si tratta di Marron, la figlia di Crillin e
C18.
- Tsk! Ha capito di chi parli. Bene.
Ricordati solo che sua madre, un tempo, mi ha rotto un braccio. Se ha
preso da lei, stai in guardia.
- Lo ricorderò.
Tutti voltarono lo sguardo verso Bra, che si decise a parlare.
- Scusa, papà. Anche io ti ho
nascosto una cosa. Anch’io sto frequentando un ragazzo.
Solo... Prometti di non arrabbiarti quando ti dirò chi
è?
- No!
- Papà!!
- Tu parla.
- E’ Goten, il figlio minore di
Son Goku.
- Cosa? Il figlio di quella terza
classe?! Tsk! Ma vi siete alleati contro di me?! Va beh, in fondo non
mi sembra così stupido come il padre. Solo una cosa Bra:
digli di tenere le mani a posto e andarci piano, mi sono spiegato?
La ragazza arrossì. Poi si buttò fra le braccia
del padre, che divenne molto imbarazzato dal gesto. Trunks nel
frattempo se la rideva sotto i baffi. Anche Bulma sorrise, asciugandosi
una lacrima di soddisfazione. Finalmente Vegeta era riuscito a parlare
apertamente ai suoi figli. Non poteva essere più felice di
così. Anche mentre guardava Vegeta urlare alla figlia di
scrollarsi di dosso.