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Autore: Lila_88    24/02/2008    0 recensioni
Sawyer riflette sulla sua vita passata.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sawyer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I promise… I will meet you

Era nella sua gabbia. Ormai non ricordava neanche più da quanti giorni erano stati imprigionati. Davanti a sé poteva scorgere l’esile figura di Kate. Era sdraiata su quella specie di lettino. Gli stava rivolgendo le spalle. Era arrabbiata con lui e non poteva di certo biasimarla. Aveva ogni ragione per esserlo, ma lui non poteva spiegarle quello che era successo.
Quei momenti di solitudine lo portarono a riflettere sulla propria vita. Quella era per caso una  punizione per tutto ciò di male che aveva fatto prima di finire su quella  maledetta isola? Non sarebbe stato poi così sbagliata come teoria, in fondo...
Non aveva mai fatto niente di buono, nella sua vita. Aveva truffato tanta gente, aveva rubato, ingannato, cosa avrebbe dovuto attendersi dalla vita?
Sawyer ripensò alla sua ultima truffa, dalla prigione. Neanche lì era riuscito a rigare dritto. D’altronde quel penitenziario era totalmente corrotto, a partire dallo stesso direttore. Lui aveva, con mezzi illeciti, patteggiato la propria pena. Per farlo, aveva truffato il nuovo carcerato. Ci aveva guadagnato anche abbastanza soldi, per stare abbastanza tranquillo per almeno dieci anni, ma lui, di quella somma, non aveva visto neanche un centesimo. Per sua scelta. Aveva preferito investire quei soldi per l’unica cosa di buono a cui aveva dato, involontariamente, vita.
Sua figlia. Un brivido gli corse lungo la schiena, al pensiero di avere una bambina. Lui, l’indifferente, l’insensibile Sawyer aveva generato una figlia. Da qualche parte in quel mondo adesso c’era una bambina che cresceva, ignara che suo padre, colui che le aveva dato la vita, era un mostro, che non aveva fatto altro che fare un’azione criminale dopo l’altra. Spontanea gli sorse la domanda: chissà che stava facendo, in quel momento? Cosa poteva fare una bambina di pochi mesi?
L’aveva rinnegata. Aveva detto che non era possibile che fosse sua figlia. Aveva accusato la madre della bambina di dire delle falsità. Non riusciva a credere di essere padre, quando non riusciva quasi ad essere se stesso. Era come se in qualche modo, il fatto di avere una figlia, gli imponesse delle responsabilità che andavano  al di là delle proprie possibilità. Eppure la madre della bambina non gli aveva chiesto niente, non un soldo, non di riconoscerla, non la sua presenza. L’aveva solo messo al corrente di una verità troppo scomoda da accettare.
Che cosa ne sarebbe stato di lui? Magari non sarebbe mai andato via da quell’isola. Ma, forse, un giorno, se mai fosse riuscito a cavarsela, sarebbe andato nella sua città, per andare a vederla. Non a conoscerla, ma a vederla. Magari un attimo, da lontano, solo per vedere sua figlia. La sua bambina, Clementine. Clementine che portava il cognome della madre, perché non aveva un padre, ma un sacco si soldi si. I soldi si, perché lui aveva aperto un conto a suo nome, sul quale aveva versato i soldi dell’ultima truffa, senza che lei, un giorno, potesse risalire al “misterioso benefattore”.
Clementine Ford... voleva sentire che effetto potesse avere questo nome. Era una sensazione molto strana. Un calore sconosciuto lo avvolse, nel momento in cui nella sua mente si formò l’immagine della piccolina che lui aveva visto solo una volta, in una foto.
In quel momento, nella sua gabbia, con poche speranze di andarsene da quell’isola, Sawyer fece una promessa a se stesso. Un giorno, vita permettendo, avrebbe incontrato sua figlia. Senza dirgli chi lui fosse, ma l’avrebbe incontrata. Gli sarebbero bastati pochi attimi, voleva solo incontrare i suoi occhi una volta sola, nella sua vita, per essere felice. Per sentire di aver realizzato qualcosa di importante nella vita.

  
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