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Autore: Alys93    20/08/2013    2 recensioni
Sono trascorsi molti anni dalla sconfitta di Naraku e la vita, sia nel periodo Sengoku che nel ventunesimo secolo, scorre tranquilla. Ma quanto può durare questa incantevole pace, allietata da nuovi, dolci arrivi?
Nubi oscure si accumulano all'orizzonte ed una nuova minaccia sembra profilarsi in lontananza, quando l'armonia che equilibra il mondo sembra spezzarsi. In un avventuroso viaggio tra passato e futuro, i nostri amici e nuovi coraggiosi protagonisti cercheranno di ristabilire la pace, ricomponendo l'equilibrio tra il bene ed il male.
Dopo molta fatica e giornate passate a rompermi la testa sul sequel di "Al di là del Pozzo", dopo il consiglio di un'amica finalmente sono riuscita ad ottenere questa storia. Mi auguro con tutto il cuore che possa piacervi.
P.S
"Tamashī no danpen" significa Frammenti d'anima. Il motivo lo capirete poi ^_^
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Ok, lo so. Lo so. Sono in un ritardo che farebbe spazientire chiunque... e non perderò tempo a chiedere scusa, quando poi non cambia niente. Dico solo che mi dispiace, ma.. ho avuto un grosso blocco dello scrittore. Cercherò di rimediare come posso. Ora vi lascio al capitolo, sperando che vi piaccia e.. che non vorrete uccidermi per la mia lentezza. buona lettura a tutti!


Capitolo 9: Frammenti d'anima

Un grido di puro terrore invase la casa, echeggiando tra le pareti di legno.
Colta di sorpresa, Izumi scattò in piedi con tale velocità da scagliare le coperte all'altro capo della stanza e prese a scandagliare le stanza con i suoi occhi acuti.
Al suo fianco, Miyu e Yumi si sollevarono a sedere di scatto, con il cuore in gola per lo spavento.
"Chi ha urlato?" chiese l'hanyou, affacciandosi dalla porta scorrevole "Ragazzi, che succede?".
Anche il fratello e Hisaki si slanciarono nel corridoio, seguendo la fonte del grido "Heiji! Hikaru! Hiro! Che cavolo succede?!".
Una volta nella camera, rimasero tutti paralizzati nel vedere la luce di una fioca lanterna riflettersi su di una pallidissima Hikaru.
La ragazza sembrava fissare qualcosa nel vuoto davanti a sé, mentre copiose lacrime le rigavano le guance.
Al suo fianco, Hiro si era stretto alla schiena del fratello con uno sguardo terrorizzato, mentre quest'ultimo cercava di riscuotere Hikaru da quello che aveva tutta l'aria di essere uno stato di trance.
"Cos'è successo?" chiese Izumi, inginocchiandosi accanto all'amica "Hikaru… Hikaru mi senti?".
"Si è svegliata di colpo, urlando" mormorò Heiji, pallido in volto "Ho provato a chiederle che avesse, ma non reagisce. Sembra che neanche mi senta".
In preda all'ansia, la scosse di nuovo per le spalle, ma la sorella non dava alcun segno di ripresa.
Continuava a fissare il vuoto, singhiozzando sommessamente, sorda ai richiami degli amici che le stavano intorno.
Sembrava come essere prigioniera in un mondo dove gli altri non potevano entrare.
"Questa situazione non mi piace" mormorò Hisaki "Sembra che abbia visto un fantasma... o peggio".
"Si può sapere che sta succedendo, qui dentro?" chiese Kaede, sbucando improvvisamente nel corridoio con una lanterna tra le mani "Tutto il villaggio ha sentito un grido venire da qui dentro!".
"Kaede-sama, grazie al cielo siete qui" mormorò Yumi, sollevata nel vedere l'anziana miko "Si tratta di Hikaru...".
"Si è svegliata di colpo, urlando come un'ossessa" disse Hiro, tremando da capo a piedi "Ma, quando le abbiamo chiesto cos'aveva, non ci ha risposto. Non ci sente".
La sacerdotessa osservò attentamente il volto della yasha, aggrottando la fronte nel vederla pallida e con le guance arrossate dalle lacrime.
Quegli occhi verdi così spaventati...
"Ho già visto una situazione del genere" mormorò cupa, aggrottando al fronte "Accadde a vostra madre, poco prima della battaglia finale con Naraku".
I ragazzi si voltarono a guardarla, perplessi da quelle parole; cosa c'entrava la battaglia contro Naraku, in quel momento?
"Kaori aveva dei sogni premonitori, di tanto in tanto" spiegò la donna "Sogni che spesso le mostravano cose terribili, che l'avvertivano di un imminente pericolo".
"Forse Hikaru ha ereditato quel potere" suggerì pensierosa "Deve aver visto qualcosa che l'ha scossa nel profondo".
"Mamma aveva dei.. sogni premonitori?" chiese Heiji, decisamente spiazzato da quella scoperta.
"Già, e non hai idea di quanto si siano rivelati utili"  mormorò la sacerdotessa, battendo dolcemente una mano su quella della yasha per farla riprendere.
Sapeva per esperienza che i genti bruschi non avrebbero sortito alcun effetto...
Dopo qualche minuto, la ragazza sembrò riprendersi e un gemito di puro orrore le invase la gola.
"No!" gemette terrorizzata "Non è vero... Era un incubo. Un incubo orrendo...", "Cos'hai sognato, Hikaru?!" le chiese Miyu.
Solo a quel punto, la demone lupo sembrò rendersi conto che tutti i suoi amici erano nella stanza e la fissavano con espressioni preoccupate.
"Ho.. ho sognato mia madre" sussurrò flebile, stringendo le coperte "Urlava... E-Era tutto buio, intorno a lei, ma poi...".
Un singhiozzo le mozzò il respiro "Poi ho visto papà. Era incatenato e una.. una mano gli affondava nel petto, come per.. per strappargli il cuore".
Alle sue spalle, Heiji si morse le labbra a sangue, augurandosi che quello non fosse un sogno premonitore.
Non avrebbe mai potuto tollerare l'idea di perdere i suoi genitori.
"Che altro hai visto?" chiese Kaede, incitando Hikaru a continuare "Qualunque cosa può essere importante".
"Qualcuno rideva" mormorò l'altra "E poi... una luce azzurra ha illuminato papà, diventando u-una.. una piccola sfera".
"Ne ho viste altre cinque" aggiunse flebile "Di colori diversi... Ma sono finite tutte in pezzi. E la risata si è fatta più crudele".
"Sentivo la mamma urlare. C'era così tanto dolore nella sua voce… " sussurrò flebile, abbassando lo sguardo "È stato.. orribile".
"Vedrai che sarà solo un incubo" cercò di rassicurarla Keichi, ma non ne era molto convinto neanche lui.
Lo sguardo dell'amica e quello di Kaede non lasciavano ben sperare...
Per diversi minuti, l'unico suono che impregnò la casa fu quello delle fiamme che ardevano all'interno delle lanterne, mentre i presenti si guardavano in volto, riflettendo su quanto avevano udito.
"Cosa dovrebbero essere queste sfere colorate?" chiese alla fine Yumi, aggrottando la fronte "Potrebbero essere un simbolo o qualcosa del genere?".
"Ne dubito" mormorò l'anziana miko "Ma neanche io so cosa potrebbero essere. So solo che adesso dovremmo...".
Le parole le morirono in bocca quando delle urla arrivarono dal villaggio e tutto il gruppo si precipitò alla porta.
"Co-cosa sono quelle luci, Kaede-sama?" chiese Hiro, aggrappato alla gamba del fratello.
"Se non sapessi che è impossibile, li prenderei per fuochi d'artificio" mormorò Izumi "Quelli che abbiamo visto con mamma e papà, la scorsa estate".
"Già, quando siamo andati a trovare la nonna e zio Sota" concordò il gemello, fissando quelle scie colorate che illuminavano la volta stellata.
Erano di svariati colori e sembrava sbucare quasi dal nulla in un'unica fonte, per poi dividersi in numerose scie che andavano in ogni direzione.
Nessuno di loro aveva mai visto niente del genere, neanche nel futuro...
Hisaki fece un passo in avanti, deciso a capirci qualcosa in più, ma si ritrasse di scatto quando una di quelle scie gli passò davanti a tutta velocità, sparendo dentro la sua casa.
"Oh, per tutti i Kami!" imprecò spaventato, correndo all'interno per essere sicuro che non ci fossero danni.
"Hisaki, attento!" lo avvertirono le sorelle, ed il ragazzo si scansò appena in tempo per evitare una seconda scia che stava arrivando a tutta velocità.
Cadendo sul pavimento, un leggero brillare attirò la sua attenzione e si mosse gattonando verso quel punto.
"Ma si può sapere cosa diamine sono queste..." iniziò a borbottare, prima che le sue dita si stringessero intorno a quello che sembrava un frammento di vetro colorato di un intenso blu mare.
Che strano… Lo stesso colore degli occhi di papà mormorò tra sé, prima che una luce lo investisse in pieno assieme alle sorelle, accorse al suo fianco.
I tre ragazzi fissarono come inebetiti la luce assumere una forma ben definita, una sorta di schermo nebuloso sul quale si stagliarono delle sagome sempre più nitide.
"Ma quello.. quello è nostro padre!" esclamò Miyu, osservando una delle ombre "Ed è con la mamma...".
"Ragazzi... Non vi sembra che mamma sia decisamente più.. rotonda, qui?" chiese la gemella, indicando la figura di Sango seduta sotto il portico di casa.
I fratelli assottigliarono lo sguardo, prima di annuire "Hai ragione, chissà cosa...", ma si bloccarono di colpo quando quelle ombre dei loro genitori presero a parlare.
 
"Non dovresti sforzarti in questo modo" stava dicendo Miroku "Kaede ti ha detto di stare a riposo, Sango".
La sterminatrice sorrise dolcemente nel prendergli una mano e poggiarsela sul grembo "Lo so, lo so... Ma senti come si muove! Sembra un piccolo terremoto!".
Sul volto del compagno si dipinse un sorriso intenerito, mentre diceva "Dopotutto, è anche figlio mio. La cosa non mi sorprende".
"La cosa strana è che, a volte, mi sembra di sentire i colpi in due punti diversi" mormorò l'altra, accarezzandosi dolcemente il grembo.
"Se non sapessi che è un evento raro, direi che sono due" aggiunse flebile, ma chiaramente udibile anche dal marito.
Il quale rimase per qualche istante immobile, troppo sorpreso per parlare...
L'idea di avere due figli in un colpo solo avrebbe impensierito chiunque.
Di colpo, strinse a sé Sango, sussurrando tra i suoi capelli "Che sia uno, oppure un paio di gemelli non importa. Ciò che mi preme è che sia in salute e che tu stia bene. Il resto non conta".

 
Così com'era apparso, quell'insieme di ombre svanì lentamente, lasciando i tre giovani a bocca aperta.
Hisaki fu il primo a recuperare l'uso della parola, tuttavia sua voce uscì simile a un gracidio per lo shock.
"A-ave-avete visto?" sussurrò incredulo, fissando quel frammento blu come se fosse una bomba sul punto di esplodere.
"Sì che abbiamo visto" replicarono le gemelle "Il punto è: cos'era quella specie di visione?!".
"Forse sarebbe il caso di parlarne con Kaede-sama..." suggerì Yumi, dopo qualche istante.
"E dobbiamo recuperare l'altra scia che è finita qui dentro" aggiunse la sorella, iniziando a setacciare il pavimento palmo a palmo.
Qualunque cosa fossero quelle schegge, per nulla al mondo le avrebbero lasciate in casa.
Specie dopo quello che avevano visto!
Gli altri andarono subito a darle man forte, ma fu lei a ripescare il frammento da un'asse del pavimento.
"Questo qui è giallo come il sole" mormorò incuriosita, mentre i fratelli si avvicinavano "Chissà come mai...".
"Miyu, non lo stringere così forte" le disse la gemella, leggermente impensierita "Potresti tagliart... Ahhhh!".
Anche il secondo frammento aveva preso improvvisamente a brillare e i tre ragazzi rimasero immobili, fissando le ombre che divenivano sempre più nitide, creando una nuova scena.
 
"Miyu, Yumi! Non correte così!" stava esclamando Sango, immersa fino alla vita tra il grano dorato "Rischiate di farvi male, se cadete!".
Davanti a lei, due piccole scie facevano smuovere le alte spighe, rivelando a tratti due chiome castane tenute a bada da fermagli di colore diverso.
"Bambine, tornate qui!" le richiamò la madre, muovendosi lentamente per non spezzare i frutti del campo "Da brave, andiamo al fiume a giocare!".
"Ma noi vogliamo giocare a nascondino con te!" replicarono ad una voce le piccole "Dai, mamma! Vieni a prenderci!".
La donna sospirò appena, incapace di trattenere un sorriso materno "E va bene, ma sono una volta! Dobbiamo ancora lavare i kimoni nuovi per la festa, ve lo ricordate?".
"La festa?" chiese una delle gemelle, fermandosi di colpo e facendo ondeggiare le spighe tutt'intorno "Quale festa, mamma?".
"Quella al tempio di zia Kagome" rispose la madre "E noi dobbiamo farci belle per vostro padre, così sarà contento".
Sembrò che avesse pronunciato delle parole magiche, tanto furono rapide le piccole a tornare da lei.
"Sì, mamma! Sì! Andiamo a farci belle!" esclamarono in coro, aggrappandosi alla gonna verde che cingeva il suo kimono.
Sango rise di cuore nel prenderle in braccio, mentre si avviava verso il fiume.
"Fortuna che Hisaki è con vostro padre, o non ce l'avrei fatta a gestirvi tutti insieme. Siete tre piccoli terremoti" commentò allegra.

 
Quando la luce scemò, fino a svanire, la stanza era avvolta nell'immobilità più assoluta.
Occorsero diversi minuti prima che i ragazzi riuscissero a riprendersi da quello che avevano visto e fu il singhiozzo soffocato di Yumi a spezzare il silenzio.
"Me lo ricordo" sussurrò a fatica "Mi ricordo quel giorno... La prima volta che siamo andati tutti insieme a vedere le feste nel futuro".
"Hisaki aveva appena sei mesi, se non sbaglio" mormorò la sorella, anche lei con gli occhi lucidi di lacrime.
"Ve-ve lo ricordate?" chiese Hisaki sporgendosi verso di loro "È qualcosa che accaduto in passato?!".
Quando le vide annuire, il ragazzo prese entrambi i frammenti, fissandoli con attenzione "Che possano essere...".
Un grido sorpreso li fece trasalire e i tre corsero rapidamente fino a casa di Keichi e Izumi, trovando i due fratelli a fissare il vuoto.
Nelle loro mani, brillavano tenui due schegge di colore diverso; una color ambra intenso e l'altra della stessa tonalità dei fiori di ciliegio.
"A-anche voi li avete visti?" chiese Izumi, voltandosi verso di loro "Avete visto i nostri genitori?".
"No, ma abbiamo visto i nostri" mormorò Miyu, mostrando i frammenti che avevano trovato in casa "Anche voi avete visto dei.. ricordi?".
"Non so se fossero ricordi" ammise Keichi, afflosciando le orecchie sul capo in un'espressione abbattuta "So solo che li abbiamo visti, ma.. non potevamo toccarli".
Si fissò una mano artigliata con sguardo spento "Erano evanescenti come nebbia... Così vicini, eppure.. impossibili da toccare".
"Io penso siano dei ricordi" esordì Yumi "Perché io e mia sorella ricordiamo quello che abbiamo visto quando si è illuminata la scheggia gialla".
"Mi sa che è il caso di andare da Kaede" propose il fratello, guidando il gruppo fino a casa di Heiji, ma si bloccarono di colpo nel vedere una tenue luce azzurra provenire dalle finestre.
"Che stiano..", Keichi non finì neanche la frase, che si era già catapultato dentro assieme agli altri.
Arrivarono appena in tempo per vedere i volti sorridenti di Kaori e Reito, seduti sulla sponda del fiume, prima che l'immagine svanisse, lasciando la stanza al buio.
"È successo anche a voi, allora" mormorò Hisaki, sedendosi accanto agli amici che fissavano il vuoto come paralizzati.
"Come sarebbe a dire?" chiese Kaede, fissandolo con un'espressione incredula "Spiegati meglio, ragazzo".
Senza tergiversare, il giovane raccontò tutto quello che era successo e anche Izumi e Keichi confermarono di aver vissuto la stessa esperienza.
"Noi pensiamo siano ricordi, Kaede-sama" mormorò Miyu "Perché io e mia sorella ricordavamo ciò che ci ha mostrato una delle schegge".
La donna rimase in silenzio per diversi istanti, ponderando le possibili ipotesi che potessero spiegare quella situazione così assurda.
"Non ho mai visto niente del genere" mormorò impensierita "Schegge luminose che mostrano ricordi?".
"Sembra quella che ho visto nel mio sogno..." sussurrò improvvisamente Hikaru, fissando la scheggia azzurra che le brillava sul palmo "La sfera che è uscita dal petto di mio padre".
Con il cuore in gola, Izumi le mostrò quelle che lei e il fratello avevano trovato "Hikaru-chan... C'erano anche due sfere di questi colori, nel tuo sogno?".
L'amica rimase in silenzio per qualche istante, prima di annuire, e ripeté gli stessi gesti quando le gemelle mostrarono a loro volta le schegge trovate in casa.
"Sfere strappate dal corpo, che contengono ricordi? Frammenti dispersi ovunque?" borbottò Heiji "Giuro che non ci capisco niente!".
"Tranquillo, non sei l'unico" commentò Keichi, grattandosi un orecchio candido "Giuro che questa storia è proprio stramba!".
"Sarà stramba, ma non mi piace per niente" disse Miyu, stringendo le schegge nella mano destra "Mi sa tanto di magia nera".
"Purtroppo per noi, hai centrato il punto, ragazza mia" mormorò Kaede, facendoli trasalire "Un incantesimo così potente... Ma chi potrebbe evocare una cosa simile?".
"Hai pronunciate queste stesse parole quando mia madre perse la memoria, Kaede-sama" la interruppe Hikaru, alzandosi in piedi "È possibile che dietro tutto questo ci sia lo stesso... lo stesso mostro?".
I ricordi di quei lunghi giorni passati a cercare ogni minima scintilla di riconoscimento nello sguardo della madre non l'avevano mai abbandonata.
E il pensiero che dietro la sua scomparsa ci fosse la stessa persona...
"È molto più che possibile, Hikaru" replicò la donna "Pochissimi hanno la forza e la conoscenza necessaria per utilizzare simili poteri".
"E temo che queste schegge siano frammenti delle anime dei vostri genitori..." aggiunse tetra, scrollando il capo "Non ho altre spiegazioni per ciò che ho visto".
"Fra-frammenti d'anima?" ripeté Hiro, sgranando gli occhi violetti "Davvero si può togliere l'anima alle persone?".
"Non ci credo..." sussurrò Hisaki, abbassando lo sguardo sul pavimento "È assurdo! Perché qualcuno dovrebbe compiere un simile gesto?".
"Qualcuno di maledettamente potente e malvagio" ringhiò Izumi "In una delle vecchie pergamene del bis-nonno, ho letto qualcosa in proposito".
"È un processo dannatamente doloroso, se la vittima non viene prima addormentata" aggiunse flebile, incapace di trattenere le lacrime che le avevano invaso gli occhi.
"E tu pensi che tra tutto il ciarpame del bis-nonno ci sia qualcosa di vero?" le chiese il fratello, beccandosi un'occhiataccia tale che decise di tacere di colpo.
Facendo sobbalzare i presenti, Heiji si alzò in piedi e, presa la spada del padre, disse "Ormai, il sole sta per sorgere. Io propongo di finire i bagagli e partire al più presto".
"Non posso restare qui un minuto di più, non sapendo cosa sta succedendo ai nostri genitori!" sussurrò in un ringhio, stringendo il fodero di Nelseiga fino a far sbiancare le nocche.
Non poteva tollerare una simile situazione; doveva fare qualcosa!
Kaede gli poggiò una mano sulla spalla, facendolo sedere "E partirete. Dopo tutto questo, non posso trattenervi. Ma prima dovete riflettere".
"Questi frammenti potrebbero essere finiti in ogni angolo del Paese e non sarà facile trovarli" aggiunse pacata "Sopratutto quelli dell'anima di Reito".
Hiro le rivolse uno sguardo spaventato "Perché, Kaede-sama? Perché l'anima del mio papà non...".
"Confrontate le schegge" spiegò la sacerdotessa "Il frammento che è piombato qui dentro è molto più piccolo degli altri. Ricomporre l'anima sarà più difficile, ma non per questo impossibile".
Un nuovo silenzio si fece largo tra i presenti, mentre si sforzavano di assimilare quello che avevano compreso.
"Ma qui i conti non tornano" disse improvvisamente Keichi "Hikaru, tu hai detto di aver visto un totale di sei sfere, giusto?".
"Sì, erano sei in tutto" annuì la ragazza, con una ruga di concentrazione a solcarle la fronte "Ne sono sicura".
"Beh, qui ne abbiamo cinque frammenti diversi. Ne manca uno" continuò l'hanyou, facendo danzare le orecchie argentate.
"Ma questo è un miracolo! Mio fratello ha appena imparato a contare!" commentò la gemella, strappandogli una smorfia irritata.
Per quanto preoccupato per la situazione, Hisaki non poté non distrarsi nel fissarne le punte nere, che si agitavano continuamente.
Quello spettacolo aveva il potere di farlo sorridere anche nei momenti più assurdi...
"Quelle che abbiamo trovato sono quelle dei nostri genitori" riprese Miyu, facendolo tornare con i piedi per terra "Chi manca, allora?".
"Voi avete i frammenti di entrambi i genitori" fece notare Izumi "E lo stesso noi. Poi c'è il frammento di zio Reito, ma...".
"Manca quello di zia Kaori" continuò il gemello, socchiudendo gli occhi ambrati in un'espressione pensierosa.
"Non è l'anima di mia madre a mancare" li interruppe Hikaru, la voce ridotta a un sibilo tetro "Nel mio sogno, lei gridava, ma nessuno la stava toccando".
"E ha continuato a singhiozzare anche dopo che.. che mio padre si è afflosciato come un manichino" aggiunse a stento "No, a lei non è stata tolta l'anima".
"Ma allora chi manca?" chiese Yumi, prima di battersi il palmo aperto sulla fronte "Shippo! Come ho fatto a non pensarci prima?".
"È vero" convenne la gemella "Anche Shippo è sparito assieme ai nostri genitori...".
"Andiamo a vedere se troviamo qualcosa" propose Hisaki, alzandosi in piedi e prendendo una delle lanterne "Dovrà pur esserci un frammento da qualche parte...".
"Sono d'accordo, ma penso che... prima dobbiamo vestirci" commentò Miyu, arrossendo di colpo.
Solo in quel momento, ragazzi si resero conto di non avere altro che i tipici kimoni bianchi usati come pigiami, e un intenso rossore imporporò loro le guance.
Le ragazze furono le prime a dileguarsi nelle stanze per indossare qualcosa, mentre Kaede scuoteva la testa con aria accondiscendente.
Quei ragazzi erano davvero qualcosa d'indescrivibile!  
 
Come deciso, il gruppo si mise in marcia alle prime luci dell'alba, dopo aver salutato gli abitanti del villaggio e aver accolto la loro benedizione affinché avessero un viaggio tranquillo.
Dopotutto, i cittadini di Musashi volevano bene a quel piccolo gruppo di demoni che era entrato a far parte della loro vita, quasi due decenni prima...
Vederli partire, era come salutare dei figli.
Durante le due ore che avevano preceduto il sorgere del sole, li avevano aiutati a cercare altri frammenti all'interno del villaggio, comprendendo con un brivido di cosa fosse capace il nuovo nemico che aveva distrutto la loro pace.
Erano decisi a dare il proprio contributo per aiutare i ragazzi a riportare a casa i proprio genitori e quindi i protettori del villaggio.
Ne andava della vita di tutti, in fondo.
I frammenti trovati, compreso quello di Shippo, erano stati raccolti in diversi sacchetti di cuoio che i giovani portavano al collo, in modo da tenerli al sicuro.
Ormai, era tutto pronto e il gruppo era in partenza.
"Kaede-sama, riguardatevi" disse Yumi, sistemandosi l'hiraikotsu sulla schiena "Noi vi faremo avere nostre notizie ogni volta che potremo".
"Nel caso sbucassero fuori altri frammenti, vi preghiamo di conservarli per noi" aggiunse la sorella "Torneremo non appena ci sarà possibile".
La sacerdotessa annuì mesta, mentre porgeva a ognuno di loro dei fagotti con provviste ed erbe mediche.
"State attenti" disse, scrutandoli attentamente "Là fuori, incontrerete più pericoli di quanti ne possiate immaginare e desidero che teniate gli occhi aperti".
"Lo faremo, Kaede-sama, non temete" la rassicurò Izumi, stringendo appena l'arco tra le mani "Staremo attenti".
"Rammentate i luoghi che vi ho indicato? Quelli che i vostri genitori hanno incrociato nella loro ricerca della Sfera dei Quattro Spiriti?" domandò ancora la donna, sperando di non aver dimenticato nulla.
"Kirara potrebbe aiutarvi a riconoscerli" aggiunse poi, fissando il piccolo demone gatto intento a strusciarsi contro le gambe delle gemelle.
"Sì, li ricordiamo tutti" disse Heiji, mentre la sorella frugava nello zaino per mostrarle un quadernetto nero dalla copertina leggermente rovinata, "Inoltre, abbiamo questo".
"Cos'è, esattamente?" chiese Hisaki, avvicinandosi incuriosito per capirci qualcosa in più "Sembra un.. come si chiama? Quaderno?".
"Sì, ma questo è più di un quaderno" spiegò Hikaru "È il diario di nostra madre, quello che ha tenuto dal momento in cui ha scoperto di essere una yasha fino alla morte di Naraku".
"Comunque sia, manca la bellezza di un anno a tutta la faccenda" commentò Keichi "I nostri genitori davano la caccia a quel verme già da parecchio tempo, quando arrivò zia Kaori".
"Ce lo disse nostro padre, un po' di tempo fa" aggiunse flebile, fissando la spada che portava al fianco.
Per un attimo si chiese se sarebbe stato all'altezza d'impugnare quell'arma così antica e potente, che sapeva essere stata forgiata da una zanna di suo nonno.
Avrebbe avuto la forza necessaria per usarla a dovere e difendere le persone che gli erano più care?
Quasi gli avesse letto nel pensiero, la sorella gli poggiò una mano sulla spalla in segno di conforto che gli strappò un leggero sorriso.
Izumi era così dolce.. come la madre, anche se sapeva essere più terribile del padre quando perdeva le staffe.
E lui aveva imparato ad allontanarsi velocemente, in quelle situazioni...
"Abbiamo una bella lista da spuntare" disse Heiji, sistemandosi la sacca sulla schiena "E non sono esattamente a due passi, quindi sarà meglio darsi da fare".
"Potremo anche raccogliere informazioni lungo la strada" aggiunse a mezza voce, per quanto fosse consapevole che ben pochi umani avrebbero dato loro retta.
Per non parlare dei demoni...
Hiro lo affiancò rapidamente, per chiedergli di chiudere la sacca, dato che lui non ci riusciva.
"Ho preso anche quella scatola che mi hai detto" disse in un sussurro "Sicuro che ci servirà quella roba strana?".
"Sì, purtroppo. Ma ti spiegherò poi, ora non dire niente" rispose l'altro, sistemando meglio il nodo.
"Siamo pronti?" chiese Hisaki, facendo tintinnare il bastone dorato che ben si adattava alla sua tunica da monaco "Dobbiamo darci una mossa, ragazzi!".
"Mi fa uno strano effetto vedervi così" ammise Kaede, fissandoli con un sorriso intenerito "Assomigliate così tanto ai vostri genitori...".
"Mi auguro di avere la loro stessa forza" sussurrò Hikaru, stringendo gli spallacci della sacca in cuoio.
Dopo un ultimo saluto, i ragazzi voltarono le spalle al villaggio dov'erano nati e cresciuti.
Fu un arrivederci più doloroso di quanto avessero immaginato, ma sapevano di dover andare.
I loro genitori erano in pericolo e loro avevano il preciso dovere di aiutarli.
 
Con il sole alle spalle, seguirono la via maestra che si snodava lungo gli alberi della foresta, i sensi tesi al massimo per percepire un qualsiasi segnale.
"Come faremo a trovare i vari frammenti?" chiese Keichi, dopo all'incirca un'ora di cammino "Insomma, possiamo anche arrivare nella zona giusta, ma non credo proprio che quelle schegge ci salteranno tra le mani...".
"Certo che, a volte, sei proprio torto" commentò Yumi, voltandosi appena per guardarlo al di sopra della propria spalla.
Prima che il giovane potesse ribattere, spiegò "Non hai visto che i frammenti s'illuminano, se vengono avvicinati? Per questo dobbiamo tenerli dove possiamo vederli".
Come a ribadire il concetto, Kirara prese a giocare con il sacchetto di cuoio che la ragazza aveva al collo, strappandole un leggero sorriso.
In fondo, era contenta che il demone gatto fosse con loro; aveva combattuto al fianco della madre per molto tempo e avrebbe aiutato anche loro.
"Quando si trattava della Sfera dei Quattro Spiriti, zia Kagome era fondamentale perché è l'unica in grado di percepirli, ma adesso la situazione è diversa" aggiunse la gemella, dandole man forte "Questi frammenti non emanano energia spirituale".
Le sue dita andarono a stringersi per un attimo sulla katana che portava al fianco, in un gesto nervoso che compiva spesso quando doveva fare qualcosa d'importante.
Fino a quel momento, non aveva preso troppo sul serio le missioni a cui aveva partecipato assieme alla madre, ma adesso doveva dar fondo a tutta l'esperienza accumulata se voleva sopravvivere.
Con la coda dell'occhio, fissò la coppia di asce a doppia lama che portava di traverso sulla schiena.
Dai racconti di sua madre e di suo zio Kohaku, quelle armi erano appartenute a un loro zio, uno dei migliori guerrieri del villaggio degli sterminatori.
Quando aveva iniziato ad allenarla, avevano capito subito che lei era dotata di un'indole ben più agguerrita della gemella.
Per questo motivo a lei erano toccate le asce e a Yumi l'hiraikotsu.
La cosa non le dispiaceva affatto, anzi preferiva di gran lunga quelle armi così maneggevoli al gigantesco boomerang d'osso usato dalla gemella.
Come potesse maneggiarlo per lei era ancora un mistero.
"Dovremo impegnarci per percepire a nostra volta almeno una traccia dei frammenti, però" commentò Heiji, strappandola ai suoi pensieri "Non possiamo girare a vuoto per chissà quanto".
"Più il tempo passa e più non sappiamo cosa succederà ai nostri genitori" aggiunse cupo "Non sappiamo neanche per quanto potranno sopravvivere, senza l'anima".
"Senza contare che non oso neanche pensare cosa dovrà passare zia Kaori, dato che è l'unica ad essere ancora.. cosciente" commentò Hisaki, trattenendo a stento un brivido.
Con un gesto stizzito, si passò una mano tra i corti capelli castani, augurandosi che le cose potessero risolversi nel migliore dei modi.
Quella situazione era così maledettamente intricata...
"Non farmici pensare, Hisaki. Ti prego" sibilò l'amico a denti stretti, fissando l'orizzonte in un misto di rabbia e apprensione.
"Scusami" mormorò l'altro, abbassando lo sguardo "Certe volte dovrei collegare il cervello alla bocca, prima di parlare".
"Ma perché? Tu ce l'hai pure, un cervello?" lo prese in giro Keichi, sogghignando appena.
"Sicuramente, più di un certo cagnolino di mia conoscenza" replicò il giovane monaco, restituendogli lo stesso sorrisetto sfrontato.
Con un ringhio offeso, l'hanyou gli si catapultò addosso, rotolando sul terreno polveroso "Rimangiati subito quello che hai detto!".
"E se mi rifiutassi?" ribatté l'altro, allontanandolo con una spinta "Cosa mi fai, Keichi?".
Il mezzo-demone sembrava sul punto di restituirgli pan per focaccia, quando si rimise in piedi e scoppiò a ridere, contagiando ben presto anche gli amici.
"Non ci credo, ci stiamo comportando come dei bambini di cinque anni!" esclamò divertito.
"Perché, magari, il tuo cervello si è fermato a quell'età" propose Hiro, sorridendo allegro "Io ne ho dieci, eppure non faccio queste scemenze".
Il fratello gli diede un leggero cazzotto sulla nuca "Non dire così. Quei due scemi hanno stemperato la tensione. Dovremmo ringraziarli, non prenderli in giro".
Anche Hikaru annuì vigorosamente, schioccando un bacio colmo di gratitudine sulle guance dei due amici.
Che reagirono in modo totalmente diverso a quel gesto.
Keichi divenne rosso come un peperone, facendo scoppiare a ridere la sorella, mentre Hisaki... beh, fece onore al sangue che gli scorreva nelle vene.
La giovane yasha sentì un intenso rossore imporporarle le guance nell'avvertire la mano dell'amico sul fondoschiena e, reagendo d'impulso, gli rifilò un ceffone in piena regola.
Il monaco, dopo un paio di ruzzoloni sul sentiero polveroso, prese a ridacchiare divertito, ma la risata gli si spense in gola nel vedere le espressioni minacciose sui volti di Heiji e di Hiro.
Cavoli, ora sì che sono nei guai!
sussurrò flebile, con un grosso gocciolone che gli scendeva lungo la tempia.
I due fratelli fecero scrocchiare pericolosamente le nocche in segno di avvertimento, ma il ragazzo fu salvato dall'intervento delle gemelle.
"Sei proprio identico a papà!" esclamò Miyu, rifilandogli una tirata d'orecchi che lo fece gemere "Proprio non capisci che quelle manacce le devi tenere a posto, eh?".
"Inutile, non cambierà mai" sospirò l'altra, passandosi una mano tra i capelli con aria sconfortata.
"Secondo me, quand'è nato, Kaede deve averlo fatto cadere per sbaglio" aggiunse affranta, spingendo appena il fratello affinché si desse una mossa a camminare.
"Beh, questo spiegherebbe molte cose, non è vero ragazzi?" commentò Izumi, passandosi una mano sugli occhi per cancellare le lacrime d'ilarità che le segnavano il viso.
Trattenendosi a stento dal ricominciare a ridere, diede una leggera spinta al gemello "Coraggio, razza di scemo! Riprenditi e vediamo di rimetterci in marcia".
"Che ne abbiamo ancora di strada da fare!" aggiunse Hisaki, precedendoli in cima alla fila per evitare due demoni lupo alquanto irritati.  


Ecco fatto. Spero possa piacervi. Il viaggio è ormai iniziato e i nostri giovani amici sanno cosa devono cercare.. ma sarà facile come sperano? Francamente, temo di no XD Ne dovranno affrontare di sfide, parola mia! Ora, augurandomi che non vorrete uccidermi per il mio immenso ritardo, vi giuro che mi sforzerò di rimettermi in carreggiata con TUTTE le storie. ve lo prometto. Per ora, un bacione! a presto (si spera...)
vostra
Alys 93


   
 
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