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Autore: VioletTurner    20/08/2013    0 recensioni
"Bene, lo sospettavo, ero incinta da 3 settimane ormai. E il padre non c'era più. Cominciai a chiedermi, o almeno ad immaginarmi la mia vita da quell'istante. Si era fermato il tempo da quando la dottoressa mi aveva dato la notizia al telefono. Ero ufficialmente una ragazza madre. Ero ancora una studentessa, non lavoravo, come avrei potuto mantenerlo? Tutti questi pensieri mi attanagliavano.
Mi stesi sul letto e fissai il soffitto, sperando che gli occhi si chiudessero e si riaprissero, come fosse stato soltanto un sogno.
Ma quale sogno e sogno, pensai mentre un altro conato di nausea mi attanagliava le viscere.
Johnny mi aveva fatto delle domande precise...l'avrei tenuto? No...Si...Oddio non lo so…"
Eppure mi era sembrato molto interessato, come se si volesse occupare di me e del bambino. Ma perché prendersi a carico una ragazza madre? Pagarle addirittura il posto in una clinica francese? E io che avrei fatto? Chi mi avrebbe mantenuta economicamente? Avevo una tremenda paura di come sarebbe andata avanti la mi vita. E soprattutto avevo paura che la decisione che stavo per prendere era sbagliata. Qualunque essa sia"
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, PWP
Capitoli:
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-* Even in death our love goes on *-

"Ti colpiscono sbucando dal nulla. Quando le cose brutte arrivano, arrivano all'improvviso, senza avvertire. È raro vedere che la catastrofe si avvicina. Non importa quanto ci prepariamo ad affrontarla. Facciamo del nostro meglio, ma a volte non è abbastanza. Allacciamo le cinture, indossiamo il casco, scegliamo strade illuminate... cerchiamo di difenderci. Cerchiamo di proteggerci con tutte le forze, ma non fa alcuna differenza. Perché quando le cose brutte arrivano sbucano dal nulla. Le cose brutte arrivano all'improvviso, senza avvertire. Ma dimentichiamo che, a volte, arrivano così anche le cose belle."(Grey's Anatomy)

da PensieriParole

 

Avevo una sensazione strana...perchè il mio ragazzo non rispondeva al cellulare? Eppure squillava...Un'ora, che sembrava un eternità, era tempo di cenare...ma le pizze non arrivavano, e nemmeno lui. La mano che teneva il cellulare tremava. Pensai che magari c'era una cosa che non mi aveva detto, che aveva un impegno di lavoro, che si sarebbe dovuto vedere con Johnny.
Posai il cellulare sul tavolo della cucina poi lo ripresi nervosamente e lo richiamai; nessuna risposta...solo squilli e dopo, la segreteria.
Ad un certo punto il cellulare tremò...era un numero fisso.

"Pronto?"
"Pronto Viola, sono Johnny...senti ma...il cellulare di Damiano squilla ma lui non risponde…"
"Si lo so…è da un'ora che chiamo di continuo...pensavo stesse con te…" parlai agitata, come se avessi avuto un topo in bocca.
"No…" rispose Johnny, il suo tono era preoccupato.
"Johnny...ho paura...io...io vado a cercarlo…" balbettai in preda al panico, e alle lacrime.
"Non muoverti…sto arrivando"…
Johnny ci mise pochissimo, accompagnato da Jerry. Sentii il citofono suonare.
"Oh grazie al cielo sei qui" esclamai buttandomi fra le sue braccia amichevoli.
Johnny ne rimase sorpreso poi mi prese le spalle e mi guardò negli occhi "Hai provato a richiamarlo? Sai dove doveva andare?"
"Si...in palestra…"
"A piedi è vicino?"
"Si abbastanza…".
"Andiamo" disse di colpo invitandomi a infilare il cappotto...mi strinse forte la mano e uscimmo di corsa per le scale...non c'era tempo di aspettare l'ascensore.
Fuori c'era un venticello freddo ma noi non lo sentivamo per la corsa…
Appena attraversammo la strada svoltammo a sinistra e vidi delle luci delle volanti più lontane da noi. Deglutii, avevo la gola a fuoco, un bolo isterico. Strinsi la mano di Johnny ancora più forte, gli stavo facendo male...lo vidi dalla sua faccia, ma lui non aveva intenzione di mollare la mia nonostante il crampo che gli avevo procurato, che la mia forza insolita gli aveva procurato.
Ci avvicinammo, la zona era circondata da strisce oltre il quale non si poteva passare.
"Circolare per favore" disse un carabiniere che si parò davanti a noi.
"Cosa è successo?" chiese Johnny.
"Un semplice incidente...non c'è nulla di cui preoccuparsi…"disse il carabiniere che poi guardò il mio viso allucinato.
La moto...la Honda di Damiano giaceva a terra, un po’ incrinata e con il parabrezza scheggiato…
Sentivo una lacrima scendere giù e la sentivo fresca sulla guancia.
Anche Johnny notò la mia espressione… e mi abbracciò, stretta. Ma io avevo ancora lo sguardo nel vuoto incredula. Non sentivo più il cuore… o almeno lo sentivo ma dava delle fitte tremende. Riuscii a deglutire e la gola che prima era in fiamme per il nervosismo era talmente anestetizzata dal dolore che non sentivo più nulla. Ero vuota...mi sentivo vuota…
Chiusi gli occhi e poi li riaprii sperando che fosse solo un incubo...ma il rumore alle mie orecchie mi tradiva...il rumore delle sirene era reale…
"Signorina?" chiese il carabiniere "si sente bene?"
Riaprii gli occhi guardando il carabiniere ma non riuscivo a parlare.
"Dove l'hanno portato?" chiese Johnny per me.
"Non posso fornire informazioni se non ai..." disse il carabiniere
"Senta" lo interruppe Johnny adirato "La ragazza che ha davanti è la sua fidanzata che ha riconosciuto la moto...oppure crede che sia talmente rimasta sconvolta da un qualunque incidente stradale perché sensibile?"
"All'Ospedale San Giovanni" rispose il carabiniere dopo avermi dato un altro sguardo.
E' incredibile quanto Johnny potesse esprimere la mia rabbia per una cosa così ingiusta, mentre io ero ridotta ad automa con le lacrime agli occhi.
Capii che non riuscivo a muovermi da lì...Io continuavo a fissare il casco posto vicino alla sagoma disegnata con il gesso, un cerchio.
"Può mettermi a disposizione una volante ?". Il carabiniere annuì.
Johnny mi fece accomodare sul sedile posteriore e chiuse la portiera. Le mie lacrime si erano bloccate, ma i miei occhi sempre rossi e vacui…
Il cellulare mio squillò. "E' Luciana" disse Johnny porgendomi il Samsung...per la prima volta da quando avevo visto quella scena che non avrei mai voluto vedere, il mio sguardo vacuo si posò su Johnny e presi di scatto il cellulare. Me lo portai all'orecchio
"Viola?" chiamò Lù in preda alle lacrime.
Con la gola ancora secca risposi quasi afona "Dimmi che non è vero Lù…"
"Viola cerca di essere forte...stai venendo qui?"
Deglutii "Si" risposi ancora afona, poi mi schiarii la voce "Come sta?"
"Viola…"rispose Lù che stavolta era scoppiata
"Come sta?" piagnucolai guardando nel vuoto, alzando il tono di quando potevo
"E' in coma... irreversibile…" rispose Luciana con sempre più difficoltà.
Chiusi gli occhi e una lacrima scese di nuovo. "Damiano ci ha lasciati" continuò
"Sto arrivando" dissi coprendomi gli occhi con la mano libera e chiusi la conversazione.
"Siamo quasi vicini" disse il carabiniere che guidava…
Senza emettere grido scoppiai in lacrime…La mano di Johnny era sulla mia spalla e la massaggiava…
Arrivammo all'ospedale e una forza sovraumana si impossessò del mio corpo...avrei scavalcato chiunque per andare a vedere Damiano… era un misto di emozioni che non avevano nome, ma che mi davano la carica.
Aprii la portiera della volante afferrando anche la borsa e il cellulare e avanzai a passo spedito verso la porta scorrevole di vetro… mi avventai sulla prima infermiera "Damiano Russo" chiesi con un filo di voce
"Rianimazione… terzo piano…" e indicò l'atrio dove c'erano gli ascensori. Io partii a tutta bomba con Johnny che faceva fatica a starmi dietro; finalmente trovammo un ascensore che stava arrivando e appena si aprirono le porte entrammo dentro. Johnny spinse il bottone e sentii salire l'ascensore…
"Johnny grazie" dissi guardandolo
"Non dirlo neanche" rispose. Arrivati al piano si aprì la porta e io mi guardai intorno, una folla di gente, compresi attori italiani che avevano lavorato con Damiano al cinema ed in tv.
"Viola!" esclamò Luciana venendomi incontro e stringendomi forte. Cominciammo a singhiozzare insieme…
"Oh Lù ti prego dammi un pizzico...svegliami...questo è un incubo…" dissi in lacrime.
"Viola...tesoro" Rosamaria, la mamma, si avvicinò. Abbracciai anche lei con le lacrime agli occhi poi salutai Stefania e Rosa con lo stesso affetto.
"Voglio vederlo" dissi alle due...che nel frattempo si erano incantate davanti alla figura di Johnny dietro di me…."Possiamo entrare in 4" disse Stefania prendendomi la mano "Vieni"
Entrai in un posto pieno di armadietti e io e Johnny indossammo i camici verdi...Procedemmo in un corridoio illuminato e bianco fino ad arrivare ad una porta chiusa…
Stefania la aprì… Damiano era lì attaccato con dei tubi ad un respiratore...mentre un apparecchio controllava i battiti cardiaci…
Mi avvicinai al capezzale. Era irriconoscibile...gonfio, ma non sfregiato, con il cranio fasciato. Il respiratore gli faceva gonfiare il petto, come se stesse dormendo...afferrai la sua mano e mi abbandonai su una sedia, ancora più sconvolta...La mia testa cominciò a dondolare incredula...volevo negare ciò che mi stava davanti.
Johnny era sempre dietro di me con il viso tra le mani…"Un ragazzo così giovane…è così ingiusto" sospirò Johnny
Scoppiai a piangere; Stefania e Rosa mi lasciarono da sola, Johnny invece non voleva andare.
"Voglio rimanere da sola con lui" chiesi a Johnny"
"Non ti lascio sola Viola"
"Per favore" esclamai piagnucolando. Johnny abbassò la testa.
"Sto qui fuori". Rimanetti ore e ore a parlare con il corpo immobile del mio principe…finchè non si fece mattina...
Carezzavo la mano in modo da potergli trasmettere calore, come se volessi ridargli la vita…
"Amore mio svegliati…". Arrivò il neurologo che registrò i parametri...e guardò me...scosse la testa più e più volte… "Mi dispiace signorina...ma il coma è troppo profondo...dovremmo annunciare la morte celebrale...a meno che si speri in un miracolo. Ma a livello clinico non c'è nulla da fare…Condoglianze"
Annuii senza rendermi conto di averlo fatto…"Grazie…" sospirai...
Dopo aver soffiato un bacio sulla sua guancia barbuta e fredda uscii dalla camera…
Johnny era rimasto lì ad aspettarmi.
"Accompagnami a casa...devo fare i bagagli...torno dai miei"
"Permettimi di pagarti una stanza d'albergo...qui vicino...ne prenderò una accanto alla tua"
Un sorriso debole affiorò sul mio viso. "Grazie...sei gentile…ma non ho nulla appresso...e devo prendere Trilly…"

Johnny annuì...
   
 
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