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Autore: bLoody queeN    25/02/2008    7 recensioni
"E' questa la sola ed unica via d'uscita?" si chiede, in un ultimo attimo di lucidità. La risposta, evidentemente, è un "sì" secco e indiscutibile.
Sono tornata! Se non vi ricordate di me, vi rinfresco la memoria: fullmetalQUEEN vi dice nulla? Edwin neanche? Vabbè, spero che comunque questa fic vi piaccia. Vincitrice della sfida contro EnvyLove su Writers Arena.
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Envy, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Fandom: Full Metal Alchemist
Personaggi: Winry Rockbell, Envy, Edward Elric
Rating: Giallo
Genere: Introspettivo, Malinconico
Avvertimenti: Spoiler Post Film [The Conqueror of Shamballa], What If...?
Disclaimer: I personaggi citati in questa storia non mi appartengono, ma sono proprietà di Hiromu Arakawa e della serie Full Metal Alchemist. Il racconto non è ascopo di lucro.
Tipologia: One Shot
Note dell'Autrice: La storia si svolge dopo la scomparsa definitiva di Edward ed Alphonse nel nostro mondo, oltre il portale. Winry non è così tranquilla come può sembrare nel finale originale del film ed Envy non è morto durante l'apertura del portale sotto gli occhi di Edward. Potrebbe risultare OOC Envy, io mi auguro di no, anche se ammetto che è stato piuttosto difficile trovare una situazione in cui questo pair potesse risultare possibile.
Introduzione: "E' questa la sola ed unica via d'uscita?" si chiede, in un ultimo attimo di lucidità. La risposta, evidentemente, è un "sì" secco e indiscutibile.

Illusions

[...] tutti coloro che, in qualunque modo, fanno torto altrui, sono rei, non solo del male che commettono,
ma del pervertimento ancora a cui portano gli animi degli offesi.

Alessandro Manzoni, Promessi Sposi, Capitolo II


« Fa male, vero? » la sua voce arriva come derisione, su un cuore già lacerato e ferito. Cosa ci faccia lui lì, incubo di tempi passati ed ormai irrecuperabili, non riesce neanche a chiederselo. Perchè farsi una domanda tanto inutile? Non c'è più motivo di porsi un tale problema, perchè lui, come sta tentando di ripetersi da quelle che sembrano ore e forse lo sono, se n'è andato di nuovo, lasciandola da sola. Uccisa, distrutta nell'animo, quello stesso animo che per tanto tempo aveva covato la speranza di un suo ritorno. Ed infatti era tornato, ma non per restare. Non risponde, Winry, alzando gli occhi verso il cielo che ora minaccia un temporale, per lavare via le tracce di quella guerra conclusasi solo poche ore prima. Portandoselo via, per sempre, insieme a quella sua ultima speranza, quell'ultima immagine che Alphonse riusciva ad alimentare in lei. « Abbandonata per quante volte, ragazzina? Non ti stufi? »
« Chiudi il becco. » sibila, con la voce che pensava di aver perso per sempre. Le prime gocce iniziano a cadere, inesorabili, cattive, non lasciando che il ricordo sbiadito di quella strana macchina volante, di quelle esplosioni che, lo aveva saputo sin dal primo momento in cui le aveva viste, significavano lui. Ma non c'era più, puff. Sparito.
« Quanto fa male, l'amore? » chiese, ma stavolta è palese che si tratta di una domanda sincera. Quindi lo osserva, con i suoi occhi blu ormai spenti, bui e lo vede, esattamente come lo ricorda: i lunghi capelli scuri, di quella tonalità che riprende il verde muschio, gli occhi ametista che guardano in ogni direzione, meno che lei. Apre bocca per rispondergli in malomodo, ma si accorge di non riuscirci.
« Tanto, se non lo si riesce a vivere. » dice invece, in un solo e quasi impercettibile mormorio. Ma lui, Envy, è un homunculus ed i suoi sensi sono decisamente superiori a quelli dei comuni esseri umani e la malinconia della ragazza lo colpisce in pieno, come un fiume uscito durante un'alluvione. Cos'è quella sensazione? Se lo chiede ripetutamente e trova una sola spiegazione: c'è una strana empatia tra lui e la ragazza, che ha sempre visto solo di sfuggita, da quando aveva avuto a che fare col Piccoletto d'Acciaio e sa anche che ha bisogno di evadere da quel vuoto incolmabile che opprime lei, ma anche lui stesso.
« Posso darti la libertà, ragazzina. Da ciò che provi adesso, intendo. » La meccanica si volta quasi in modo automatico, gli occhi improvvisamente vivi di un sincero interesse nei suoi confronti; è lo sguardo di chi non può andare avanti, se non con l'aiuto di qualcuno. Ma è impossibile anche solo pensare che quell'ignoto salvatore sia davvero Envy, colui che aveva quasi ucciso Ed una volta ed aveva tentato di farlo innumerevoli volte in passato. Perchè, ora, aiutare lei, che l'aveva amato praticamente da sempre?
« Come? » ma, per quanto si sforzi di darsi una calmata e una buona dose di razionalità, al posto dell'impulsiva fuga dal dolore che brama, non può far altro che chiederglielo. Tutto ciò che vuole - oltre al ritorno di Edward, da dirsi ormai impossibile - è un'uscita dal tunnel lungo e buio di una vita senza lui. Aveva già provato a vivere senza la sua presenza, fino a quel momento e si era convinta di avercela fatta, per un certo periodo. Forse allietata dalla presenza di Alphonse, che la faceva sentire meno sola, viveva la vita di tutti giorni, a Resembool. E ora, anche Alphonse se n'è andato, seguendo il fratello che per tanto aveva cercato.
« Seguimi e vedrai. » e le tende la mano. Quel gesto, che può nascondere mille e più segreti, inganni e trucchi, viene accettato di buon grado. Il tunnel comincia a rischiararsi, illuminato dalla luce della mano innaturalmente fredda dell'homunculus e Winry si lascia investire da quella che ritiene la sua salvezza, la sua fuga, la sua uscita. Questa gioia la pervade a tal punto da non sentire neanche il braccio di Envy, mutato in una lama, penetrare nel suo petto, dritto verso il cuore. Le lacrime che scorrono copiose dai suoi occhi, più vivi in punto di morte che mai, fanno da contorno al sorriso che va mano a mano allargandosi. Il suo corpo smette di funzionare e cade tra le braccia dell'homunculus, il quale se lo carica in spalla e si allontana.
Nella sua mente, nel frattempo, si sovrappongono immagini su immagini, voci confuse che si allontanano sempre più da lei. Ma non le ferma, lascia andare il ricordo di lei bambina, in cucina, che si accingeva a preparare con tanta cura la sua zuppa preferita solo per lui, dell'immagine dei due piccoli Elric che si contendono il primato l'uno sull'altro per farla divenire la loro principessa e del suono del suo nome che esce dalle loro labbra fanciullesche. Ogni ricordo, felice o triste che sia, abbandona la sua anima, rendendola libera, ma vuota. "E' questa la sola ed unica via d'uscita?" si chiede, in un ultimo attimo di lucidità. La risposta, evidentemente, è un "sì" secco e indiscutibile.
Il suo risveglio è il più strano che abbia mai avuto: le sembra di essere sdraiata su aghi dalla punta affilitassima, sente migliaia di voci rimbombarle nella testa, tutte intente a bisbigliare vicino a lei, concitate e sente l'acuto odore dello sterile, tipico degli ospedali. Apre gli occhi, ma li chiude subito, accecata da una luce fortissima. Le servono un paio di minuti per abituarcisi e, quando ci riesce, lo vede, appoggiato con fare indifferente alla parete bianca della stanza. Lo guarda, apre bocca, ma la richiude subito.
« Ti sei ripresa in fretta, vedo. » osserva, avvicinandosi al letto su cui è distesa. « Buongiorno, Lust. » la saluta, infine, mentre gli occhi ora color porpora di Winry vagano sullo specchio, appostato esattamente nell'unico punto in cui può vedere un busto alzato, riflesso di quello che, in teoria, dovrebbe essere il suo: i capelli biondi, lisci, sono sconvolti dal lungo riposo appena colcuso, o quello che le era sembrato tale, mentre gli occhi le sembrano diversi, nel suo subconscio. Ma lei non può sapere, perchè non ricorda: questo è stato il prezzo da pagare, per non soffrire più. L'oblio era l'unica e sola via d'uscita.
« Lust? » ripete, senza comprendere. Quello è il suo nome? La sua testa è vuota, non riesce a pensare a niente, ma neanche vuole sapere il motivo di quel senso di incompletezza che prova. Sinceramente, preferisce così. « Che cosa succede, qui? » chiede, ma il suo tono non risulta alterato, né freme per una risposta. E' solo l'unica domanda che al momento le pare consona alla situazione, perchè non sembra importarle poi molto.
« Capirai molto presto. »

***


Notte. La brezza notturna rinfresca le vie deserte di Central City e la accompagna, passo per passo, verso il Quartier Generale. Non è sola, ha un compagno. Lo stesso del suo risveglio, lo stesso che le aveva spiegato che cos'era lei e quale scopo aveva. In realtà, gli homunculus si trovavano senza guida da un pò di tempo e, cavarsela senza uno di quegli odiosi alchimisti, era stato un po' più complicato del previsto. Ma, dopo la trasmutazione sul cadavere di Winry Rockbell e la nascita di Lust, avevano scoperto che lei era l'unica in grado di manipolare le menti più deboli e non; caratteristica decisamente vantaggiosa, se non si poteva usare l'alchimia. Quindi, lei ed Envy, gli homunculus liberi, avevano solo intenzione di sbarazzarsi del loro passato, stranamente intrecciato. Questo comprendeva una decina di persone.
« A cosa pensi, Lust? » le chiede, mentre comincia già a mutare forma, prendendo le sembianze di un soldato. Lei continua a camminare, senza degnarlo di uno sguardo.
« A niente. » risponde, secca. Envy ride sguaiato, mentre le sfiora con gentilezza una ciocca dei capelli biondi scintillanti, prima di annusarli. Il Quartier Generale si fa più vicino, comincia a delinearsi in ogni sua forma, stagliandosi come un'imponente struttura persino nell'oscurità della notte. Entrano, senza essere ostacolati, forse agevolati dall'attuale aspetto di Envy e dalla presenza di Winry, data dispersa ormai da settimane. Il corridoio, così come le strade della città che hanno percorso poco prima, è vuoto, senza l'ombra di una guardia e lei, ad un tratto, si rende conto che quel luogo le è spiacevolmente familiare.
Raggiungono una porta finemente intagliata e rivestita di una tintura dorata e si rendono conto di aver raggiunto il loro obiettivo.
Il giorno dopo, non senza difficoltà nel ritrovare i loro cadaveri, sono proclamate le morti dell'assistente del Comandante Supremo, Riza Hawkeye, e dello stesso Comandante Supremo, Roy Mustang.
Envy segue divertito la scena dall'alto, mentre Winry gli si mette di fianco, imperturbabile.
« Sei sicuro che fosse necessario, tutto questo? » Gli occhi ametista di lui la trapassano, ma Winry non li teme. Conosce ogni lato del suo carattere, per complicato che sia, sa cosa c'è dietro alla sua rabbia così improvvisa: quell'umanità che, nonostante la sua natura, Winry non ha mai perso. Non sa perchè, ma Envy la tiene lontana da tutto ciò che può ricordarle il suo passato, oppure la spinge a distruggere ogni tassello di quella che era la sua precedente vita.
« Ne abbiamo già parlato, Lust. » sibila, allontanandosi da lei e dalla scena di raccoglimento che si svolge sotto i loro occhi, dall'alto, in cima a quel tetto. « Andiamo, adesso. Ci aspetta Resembool, ora. »







Allora, vi sono mancata un pochino? Un pochino pochino? Prometto che dopo quest'asssaggio riprenderò a postare anche le mie vecchie longfic <3 Bacio veloce <3
  
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