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Autore: noemicastle    20/08/2013    4 recensioni
"Senza pensarci ulteriormente, sgusciò via dal letto cercando di fare meno rumore possibile.
Se Peeta l’avesse vista, l’avrebbe certamente fermata.
Prese i suoi vestiti da caccia, sempre riposti accuratamente su una gruccia nell’armadio e la sua giacca appoggiata sul fondo del cassetto.
Si voltò solo un’altra volta prima di uscire. Peeta stava ancora dormendo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Remember

Un lieve soffio di vento accarezzò i capelli di Katniss che stava ancora dormendo. La ragazza aprì l’occhio destro e controllò la camera attorno a lei.
Peeta era lì accanto, quella mattina non si sarebbe alzato per andare al panificio. Era così bello nel sonno. I suoi capelli biondi gli ricadevano sulla fronte in modo disordinato, ma allo stesso tempo sembrava che qualcuno glieli avesse sistemati per farlo apparire ancora più perfetto di quello che già era.
Katniss sfiorò la pelle della spalla che il lenzuolo non aveva coperto e percepì un brivido percorrerle le dita della mano. Possibile che tra di loro ci fosse sempre una sorta di scintilla? Un ricordo le attraversò la mente: lei e Peeta nella loro seconda arena. Aveva capito che lo amava veramente e che lo desiderava.
Una lacrima scese dal suo occhio al pensiero di soli due anni prima. Non poteva farsi vedere da Peeta in quello stato e soprattutto non voleva che lui si preoccupasse inutilmente. Poteva scatenare ancora la furia del depistaggio subito e che ancora aveva effetti violenti su di lui. Quante volte lo aveva visto perdere lo sguardo nel vuoto per cercare di combattere i ricordi offuscati?
Senza pensarci ulteriormente, sgusciò via dal letto cercando di fare meno rumore possibile. Se Peeta l’avesse vista, l’avrebbe certamente fermata. Prese i suoi vestiti da caccia, sempre riposti accuratamente su una gruccia nell’armadio e la sua giacca appoggiata sul fondo del cassetto.
Si voltò solo un’altra volta prima di uscire. Peeta stava ancora dormendo. Osservò la sua camicia e i suoi pantaloni buttati alla rinfusa sul pavimento. Sapeva essere così ordinato e meticoloso a decorare le torte, ma in casa era sempre disordinato e impreciso. Quel pensiero le strappò un dolce sorriso. Il ragazzo del pane riusciva a farla sentire in pace con se stessa e con il mondo che li circondava.
Camminando a piedi scalzi, raggiunse la cucina. Mise nella sua borsa da caccia un panino dolce alle nocciole e una pallina di formaggio di capra. Da quando Prim era morta, ogni volta che assaporava quel formaggio le veniva in mente il suo viso così simile a quello della madre. Le mancava. Solo Peeta capiva tutte le volte che, nel pieno della notte, si svegliava urlando il nome di Prim piangendo. Lui le ripeteva sempre che era tutto a posto, che lui era lì per lei e la abbracciava accarezzandole i capelli fino a che non era caduta di nuovo nel sonno.
I suoi scarponi erano davanti alla porta d’ingresso, probabilmente li aveva lasciati lì l’ultima volta che si era avventurata nei boschi. Si chiuse la porta di casa alle spalle e uscì dal Villaggio dei vincitori.
Era deprimente vedere come il Distretto 12 era cambiato rispetto a soli tre anni prima. Le strade erano state ricostruite cercando di rispettare la disposizione precedente al bombardamento, ma le case e gli edifici erano state notevolmente migliorate. Nessuno aveva dovuto cacciare un soldo per farsi rimettere in piedi la casa, perciò anche i più poveri avevano avuto diritto ad un’abitazione mille volte più confortevole di prima.
Il sole era appena sorto e, anche se era estate, l’aria era ancora fresca e carica della rugiada lasciata dalla notte sulle foglie e sui prati.
Nessuno sembrava aver voglia di affaccendarsi così presto, così Katniss trovò le vie completamente deserte. Non avrebbe retto ad una conversazione con qualcuno dei superstiti del Distretto. Nemmeno con Gale, tornato qualche giorno prima da una missione nel Distretto 2. La loro amicizia era arrivata quasi alla fine da quando lei aveva preso la decisione di amare Peeta. Sapeva che Gale la amava ancora, ma era certa che lui avrebbe trovato una ragazza che lo potesse amare esattamente per quello che era.
Mano a mano che Katniss si allontanava dal centro del Distretto e si dirigeva verso Il Prato, le macerie delle case dei più poveri erano rimaste lì, coperte dalle erbacce e dai fiori che profumavano l’aria.
Passò di fianco a quella che era la sua casa e la sfiorò una sensazione di profonda nostalgia. Non c’era nemmeno l’ombra di Ranuncolo, il gatto di Prim, che era stato gentilmente adottato da Annie e che faceva da peluche al figlioletto di un anno e mezzo di Finnick.
Le mancava l’audacia e la simpatia del suo amico. Se non fosse stato per quegli stupidi ibridi, Finnick sarebbe stato ancora lì a veder crescere suo figlio. Esattamente come Finnick, il suo bambino aveva i capelli biondi e gli occhi azzurro mare. Chissà se un giorno sarebbe stato in grado di maneggiare un tridente con la stessa abilità del padre.
Arrivò nel punto in cui una volta sorgeva la recinzione elettrificata, ma che ormai era stata sostituita da un muretto che delimitava soltanto il perimetro sicuro. Katniss saltò il muretto e si ritrovò nella pace dei boschi, i suoi boschi. Prese dall’incavo del suo albero l’arco e la faretra colma di frecce. Anche se aveva a disposizione il super arco creato da Beetee, preferiva utilizzare quello costruito da suo padre. Non che avesse voglia di cacciare, ma un arco è pur sempre un’arma contro gli animali feroci e,se le fosse passato un coniglio o un cervo davanti, non avrebbe esitato a portare a casa un po’ di selvaggina.
Fece la strada che percorreva tutti i giorni prima che iniziassero i suoi primi Hunger Games, sapendo che, una volta arrivata al suo sperone di roccia preferito, non ci sarebbe stato Gale ad aspettarla. Il cuore le batteva forte appena scorse l’inizio della sua collina.
Arrivata in cima, lo spettacolo che le si presentò davanti agli occhi le tolse il respiro. Capitol City le aveva tolto tutto, ma non il suo bosco e la sua collina. Si sedette su una roccia piatta e prese tra le mani alcune bacche commestibili da un cespuglio lì accanto.
Buffo. Le bacche e la sua ribellione avevano scatenato tutto quello che era stato. L’unica cosa che non si spiegava dove fosse finita, era la spilla della ghiandaia imitatrice. L’aveva persa di vista da quando aveva ucciso la Coin al posto del Presidente Snow. A dire la verità non l’aveva più cercata.
Qualcosa le suggerì di rovistare nella tasca della giacca. Ed eccola lì. La sua spilla, la spilla che l’aveva protetta, ma che aveva scatenato la rivolta. Quell’oggetto sembrava ardere al solo contatto.
Decise che si sarebbe incamminata fino al laghetto all’interno dei boschi. Quando arrivò, erano passate circa tre ore da quando aveva lasciato casa e sapeva che Peeta si sarebbe svegliato in poco tempo e avrebbe notato la sua assenza. La spilla le ricordava troppe cose che lei voleva assolutamente dimenticare. Scavò con le mani un buco nel terreno argilloso e seppellì la ghiandaia imitatrice.
Le venne spontaneo canticchiare il motivetto di Rue, che in breve tempo, fu ripetuto dalle voci delle ghiandaie imitatrici lì attorno.
Consumò con calma il panino e il formaggio. Non voleva ancora tornare a casa al Distretto. Peeta non l’avrebbe mai raggiunta così lontano dalla sicurezza del muretto. Avrebbe voluto starsene da sola in quei posti che erano intrisi di ricordi di qualcosa che ormai non c’era più.
Si appoggiò con la schiena al tronco nodoso di una quercia che faceva ombra al laghetto. Chiuse gli occhi e rimase ad ascoltare i rumori del bosco.
In lontananza sentì dapprima un rumore indistinto e poi riconobbe il motivo del “L’albero degli impiccati”: “Verrai, verrai, all’albero verrai, cui hanno appeso un uomo che tre ne uccise o pare? Strani eventi qui si son verificati e nessuno verrebbe a curiosare se a mezzanotte ci incontrassimo all’albero degli impiccati.”
Katniss si girò, ma non vide nessuno nei dintorni.
“Verrai, verrai, all’albero verrai, là dove il morto implorò l’amor suo di scappare? Strani eventi qui si son verificati e nessuno verrebbe a curiosare se a mezzanotte ci incontrassimo all’albero degli impiccati.”
Ora che la voce si stava avvicinando, riusciva a distinguere bene un passo pesante e innaturale che faceva frusciare le foglie del sottobosco.
“Verrai, verrai, all’albero verrai, ove ti dissi: ‘Corri se ci vuoi liberare?’ Strani eventi qui si son verificati e nessuno verrebbe a curiosare se a mezzanotte ci incontrassimo all’albero degli impiccati.”
Quel rumore inconfondibile e quella voce potevano essere solo di una persona.
“Verrai, verrai, all’albero verrai, di corda una collana, insieme a dondolare? Strani eventi qui si son verificati e nessuno verrebbe a curiosare se a mezzanotte ci incontrassimo all’albero degli impiccati.”
Da dietro un’altra quercia spuntò il viso di Peeta. “Come hai fatto a sapere che ero qui?” “Lo sapevo e basta. Hai presente una sensazione? Mi sono svegliato che tu non c’eri, i tuoi vestiti da caccia e i tuoi scarponi non c’erano e ho fatto due più due.”
Katniss si girò verso lo specchio d’acqua e rispose: “Avevo soltanto voglia di scappare un po’ dai ricordi del Distretto e di rilassarmi qui nei boschi.” Katniss sentì le mani calde di Peeta cingerle la vita e abbandonò spontaneamente la testa all’indietro sulla spalla di lui. “Sai che io ci sono sempre. Non puoi scappare dai ricordi, puoi solo cercare di dimenticare quelli brutti e di tenere vivi quelli che ti fanno stare bene. Ad esempio, questo momento te lo vuoi ricordare o no?”
Katniss si girò e baciò le labbra morbide di Peeta. Passò le mani tra i suoi capelli biondi e rispose: “Sei venuto qui nei boschi disarmato a cercarmi. Come potrei dimenticarlo?” Gli sguardi valgono più di mille parole. Soltanto guardandosi negli occhi, ognuno confesso all’altro qualcosa che a voce non aveva il coraggio di dire.
Ti amo. 

 

*Spazio autrice*
 

Premetto che è la prima volta che mi cimento in un capitolo One Shot e quindi spero che il mio primo tentativo vi sia piaciuto. Tra l'altro è un argomento a cui tengo molto dato che sono una tribute e perciò avevo aspettative molto alte su questa mia produzione. Lascio a voi tutti i possibili commenti, fatemi sapere cosa ne pensate e recensite, recensite, RECENSITE! :)

  
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