Il sole sta sorgendo. Sono passate ore da quando è calata l’oscurità, fa freddo… E non sento niente. Ho bisogno di fermarmi qui per un momento; è stata una lunga notte, ma devo vedere. Voglio vedere con i miei occhi il campo di battaglia. Voglio vedere il tappeto di cadaveri ai miei piedi, lo scintillio delle loro patetiche e inutili armi alle prime luci dell’alba; voglio sentire l’odore del sangue, il silenzio della morte.
Silenzio...
I miei uomini sanno che conviene loro tacere, hanno imparato ben presto, a loro spese, che non devono violare il mio silenzio con i loro inutili e fastidiosi schiamazzi. Non capiranno mai il perché, ma non occorre che lo facciano; eseguono i miei ordini, senza discutere, perché io ho il potere.

Il sole sta sorgendo. L’atmosfera su questo pianeta è dieci volte più pesante di quella che conosco… E mi sento leggero. Immagino la mia espressione appagata; sento ancora la forza fluirmi nelle viscere, l’adrenalina della battaglia. Immagino i miei occhi riempirsi d’orgoglio, le mie labbra incurvarsi maligne in una smorfia soddisfatta; la mia posa rilassata, seduto qui, lo sguardo rivolto ad est a colmarsi di luce, a saziare un appetito insaziabile che la carne delle mie vittime non può placare.
Fame...
Non erano che deboli, fragili esseri insignificanti, lo sono tutti; ma trovano sempre ugualmente la forza di opporre resistenza. È sempre lunga la notte, questa è una delle cose che ho imparato. Non capirò mai perché lo fanno, ma la loro ostinazione mi piace, perché è ciò che mi darà il potere.

Il sole sta sorgendo, ancora. Ogni giorno lo osservo illuminare il campo di battaglia, da vincitore. Ogni luogo nell’universo continua a rinascere sulla cenere dei miei nemici. Macerie, che costruiscono il mio regno, mattone su mattone. Un giorno in meno, fino a quel giorno. La mia forza; il potere, oltre ogni limite.
Orizzonte...
Non m’importa quante altre volte vedrò sorgere il sole sulle membra devastate delle mie vittime, avrò il potere su ogni cosa e creatura dell’universo; è questa l’unica cosa che conta. L’avrò, so che l’avrò. Io posso.
Non m’importa quanto tempo c’impiegherò, Freezer, ma avrò la tua testa… E la mia vendetta. Ciò che mi spetta.
Non m’importa quanto tempo, fosse anche un’intera vita…

E forse mi riprenderò anche quella... La mia vita...

“...eta? ... Vegeta! Ma mi ascolti?!”
Il saiyan si costringe ad incrociare i due occhi azzurri che lo fissano indispettiti. Annuisce svogliatamente, vagamente infastidito e ritorna a fissare fuori dalla finestra.
È quasi l’alba.
“Bene. Allora cosa ti ho appena detto?” Lo sfida la donna sicura di sé.
“Sei in ritardo perché il progetto a cui stavi lavorando ha richiesto più tempo del previsto”.
Riporta fedelmente le sue parole, senza voltarsi. Non lascia minimamente trasparire l’intima soddisfazione di aver vinto, ancora una volta. Risponde seccato, forse distratto, ma si lascia sfuggire una smorfia divertita quando nota l’espressione di lei, con la coda dell’occhio; un po’ sorpresa, ancora più stizzita... Quasi delusa...
Nemmeno a lei piace perdere.