“Inoue”
Un
sussurro quello che uscì dalle labbra di Renji,
un sussurro rivolto alla ragazza che sedeva sul ramo di un alto albero,
contemplando le stelle; non aveva mai parlato con quella ragazzina, ma
la
conosceva per fama, se così si può dire. Era la
migliore della sua classe, una
ragazzina incredibilmente dotata, senza dubbio, ma senza particolari
qualità
combattive; il suo potere, a quanto aveva sentito, scaturiva dai
fermagli che indossava
sempre, ed era soprattutto un potere curativo.
Orihime
abbassò lo sguardo su Renji, incontrando le
iridi scure del ragazzo; “Abarai-kun” rispose la
ragazza, tornando a portare
gli occhi sul cielo stellato, senza particolare interesse. Aveva gli
occhi
arrossati, cosa della quale Renji si accorse subito, anche se non disse
nulla; il
silenzio calò fra i due per qualche minuto, mentre Inoue
continuava a fissare
le stelle e Renji a fissare lei. “Come mai ti trovi qui,
Abarai-kun?” fu
proprio la ragazza a rompere il silenzio, distogliendo finalmente lo
sguardo dalle
stelle e portandolo sul giovane, che si trovava ancora sotto
l’albero; “Potrei
farti la stessa domanda…” rispose evasivo il
ragazzo dai capelli magenta,
tornando a posare lo sguardo scuro su Orihime, sul volto
un’espressione
totalmente vuota, come suo solito. “Guardo le
stelle…” affermò la ragazza,
tornando a poggiare gli occhi sul cielo stellato di quella meravigliosa
serata
estiva; “E quando guardi le stelle piangi sempre?”
domandò duro Renji,
guardando severamente Orihime, non sopportava quando la gente gli
mentiva. La
ragazza trasalì, e mancò poco che cadesse dal
ramo per la sorpresa, ma non
rispose subito, fissando il vuoto davanti a lei;
“Pensavo” rispose
semplicemente la giovane, sospirando rumorosamente, mentre una mano
veniva
portata all’altezza degli occhi, probabilmente ad asciugare
qualche lacrima
residua. Non disse nulla, il giovane Abarai, continuando a guardarla
con un
misto di curiosità e rabbia, dopodiché si
arrampicò velocemente sull’albero,
andando a sedersi sul suo stesso ramo; “A cosa
pensavi?” chiese, le gambe
penzoloni nel vuoto, come la giovane, gli occhi ancora puntati su di
lei,
incapaci di staccarsi dalla sua figura. Un singhiozzo giunse in
risposta, prima
che le parole uscissero tremolanti dalle labbra di Orihime;
“Sono inutile…non
riesco mai a fare nulla e vi metto tutti nei guai…tu,
Kurosaki-kun,
Kuchiki-san, Sado-kun…oltre a dover combattere gli Hollow
dovete anche pensare
a salvare me…” balbettò la ragazza, le
parole intervallate dai singhiozzi,
mentre calde lacrime le scendevano dagli occhi. “Ti
sbagli…io non penso a te…non
preoccuparti per me” rispose freddo l’Abarai,
abbassando lo sguardo verso il
terreno e rimanendo silente. “E’ ora che impari a
gestirti da sola…ormai sei
abbastanza grande da poterti proteggere da te…”
continuò, sempre senza alzare
lo sguardo, la voce pacata e distaccata, come suo solito; Orihime si
voltò
verso di lui, le guance rigate dalle lacrime, che continuavano a
scendere, i
singhiozzi sempre più numerosi, fissandolo come stupita. Fu
un attimo, e la giovane
si gettò fra le sue braccia, stringendo la camicia del
ragazzo con tutta la
forza di cui era capace, soffocando i singhiozzi sul petto
dell’Abarai;
normalmente Renji l’avrebbe scacciata in malo modo, ma
guardando quegli occhi
velati dalle lacrime e sentendo quei singhiozzi disperati, non se la
sentì di
respingerla. Le braccia non si mossero a stringere Inoue, ma rimasero
ferme al
loro posto, lasciando che la giovane si sfogasse da sola; rimasero in
quella
posizione per molto tempo quand’ecco che la ragazza si
staccò dal giovane,
allontanandosi di scatto. “Abarai-kun, scusami, io non
volevo…guarda cos’ho
combinato alla tua maglietta! Te la ripulirò io, non ti
preoccupare…” cominciò
la ragazza, gesticolando ridicolmente con le mani, cosa che fece alzare
un
sopracciglio a Renji, decisamente sconvolto dal comportamento della
ragazza; lo
sguardo dell’Abarai si portò dunque sulla
maglietta a mezze maniche, ormai
spiegazzata e bagnata dove Orihime aveva poggiato il volto, proprio al
centro
del petto di lui. “Non è
niente…” affermò solamente il ragazzo,
scuotendo la
testa e tornando a fissarla, sempre più sconvolto dalla
giovane; passarono
altro tempo in silenzio, a contemplare le stelle e la luna piena ormai
alta nel
cielo, unica fonte di luce nel parco in cui si trovavano, pareva che
nessuno
dei due volesse tornare a casa. “Abarai-kun, posso chiederti
una cosa?” domandò
all’improvviso Orihime, tornando finalmente a guardarlo,
negli occhi una strana
luce; “Se proprio devi…” rispose
distaccato il ragazzo, senza spostare gli
occhi scuri dal cielo, come se fosse imbambolato. “Stavo
pensando…che ne dici
di allenarmi per qualche tempo?” proferì tutto
d’un fiato Inoue, continuando a
guardare Renji in attesa di una sua risposta, possibilmente positiva.
“Tu sei
così bravo…e coraggioso…e forte,
anche…” proseguì la giovane, cercando
di
motivare la sua scelta, il busto proteso verso l’Abarai, che
nonostante tutto
ancora non rispondeva; “…ok” rispose
infine il ragazzo, voltandosi verso la
giovane con uno sguardo sadico. “Ma dovrai fare tutto quello
che ti dico io…e
non dovrai farne parola con nessuno” proseguì il
ragazzo, annuendo ad ogni sua
affermazione come per rafforzarla, mentre Orihime pendeva praticamente
dalle
sue labbra; “Va bene…quando iniziamo?”
domandò tutta felice la ragazza, che
aveva la stessa espressione di un bambino a cui è appena
stata data una
caramella gigante. “Quando mi andrà”
rispose solamente il ragazzo, guardando la
giovane e provando un brivido di terrore nel vedere i suoi occhi,
veramente
terrificanti; “Grazie!!!” affermò Inoue,
gettandosi contro il ragazzo ed
abbracciandolo forte, peccato non avesse calcolato il luogo in cui si
trovavano.
Un forte scrocchio, poi il ramo cedette di botto, lasciando precipitare i due a terra; a rimetterci, naturalmente, fu Renji, che si ritrovò schiacciato fra il ramo caduto ed Orihime, che non accennava a staccarsi. “I-Inoue…alzati!” fece il ragazzo sofferente, mentre un enorme bernoccolo andava a formarsi sulla sua testa, spuntando fra i capelli magenta. “Oh, sì…scusami” affermò la giovane, sollevandosi ed osservando l’Abarai steso a terra e dolorante, l’espressione felice; fra lamenti vari, Renji si alzò da terra, passandosi una mano sulla testa e tastando il bozzo appena spuntato. “Vuoi che ti curi?” domandò cinguettante Orihime, sorridendo al giovane e preparandosi a richiamare le sue fatine; “NON VOGLIO CHE TU MI CURI!!!” urlò alterato il ragazzo, una vena pulsante a forma di X che era misteriosamente comparsa sulla sua fronte. “Ok, buonanotte Abarai-kun” affermò sorridente la ragazza, iniziando poi a correre verso casa sua, alzando un gran polverone dietro di se; il ragazzo continuò a fissarla per un po’, il sopracciglio destro leggermente sollevato, per poi iniziare ad incamminarsi verso casa sua. “Chi la capisce è bravo” mormorò Renji, le mani sepolte nelle tasche dei pantaloni marroncini, mentre con passo lento e strascicato proseguiva la sua passeggiata nel nulla.
°*° Note dell'Autrice °*°Ok, sono tornata nuovamente a disturbarvi con le mie fic sulle coppie più improbabili!!! Allora, questa è la prima fan fiction che posto nella sezione di Bleach, e devo dire che sono un po' nervosa, perché ho iniziato a leggere questo manga da pochissimo e non credo di aver compreso appieno il carattere dei vari pg, quindi scusate se risulteranno un po' sfasati e avvertitemi se secondo voi devo mettere la nota OOC!!! Detto questo, grazie per aver letto, si accettano suggerimenti e commenti, soprattutto se costruttivi...al prossimo capitolo!!!