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Autore: Edward    25/02/2008    11 recensioni
Naminč esisteva. Respirava, camminava, parlava. Ma bastava che uno solo di loro la dimenticasse...e sarebbe scomparsa per sempre in uno sbuffo di oscuritą.
Nullitą.
Axel, dopotutto, aveva ragione.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naminč
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Axel ripeteva spesso quella parola

Titolo: Thanks Naminč

Serie: Kingdom Hearts II

Personaggi: Naminč

Rating: Verde

Note: Flashfic

 

 

«Thanks Naminč»

 

 

 

“…quei fogli diventavano sempre pił grigi…”

 

 

 

Axel ripeteva spesso quella parola.

«Nullitą.»

E lei ci aveva sempre creduto, in un modo o nell’altro. Perché, da piccola strega qual’era, non aveva mai visto il mondo. E Sora glielo aveva portato dentro con una forza tale da scuoterle l’animo.

Ma, in fondo in fondo, quella parola l’aveva segnata. Ogni volta che lui la ripeteva, ogni sillaba, ogni soffio di voce le marchiava a fuoco l’animo, bruciacchiandole inesorabilmente i contorni.

Naminč disegnava, quando era sola. L’aveva sempre fatto, o almeno le sembrava. Non ricordava di un prima, o di un passato. Non ricordava di aver mai avuto una vita all’infuori del Castello dell’Oblio.

E per questo sapeva che non avrebbe mai potuto esserci un futuro, un progetto, un qualsiasi cosa che le assicurasse una vera vita.

Axel ripeteva spesso quella parola.

«Nullitą.»

E Naminč aveva finito per affezionarsi a quel termine, nel modo contorto e doloroso di chi non ha mai avuto niente.

Per questo disegnava.

Sapeva che sarebbe finito tutto, un giorno. Quando Sora si sarebbe ricordato di Kairi. Quando Roxas se ne sarebbe andato. Quando Axel avrebbe dato il cuore che non aveva per salvare qualcuno di cui relativamente non gli importava.

A quel punto si sarebbe semplicemente dissolta, in uno sbuffo di oscuritą, e avrebbe visto pezzo per pezzo il proprio corpo evaporare, cosģ come avevano fatto tutti gi altri.

Sarebbe semplicemente passata da Nessuno a Niente.

Quindi Naminč disegnava. Lasciava in quel mondo contorto una traccia contorta di un essere contorto.

«Nullitą.»

Non ci sarebbe mai stato un lieto fine.

Per Nessuno.

 

 

 

Quindi Naminč disegnava. Lasciava in quel mondo contorto una traccia contorta di un essere contorto.

Anche se nessuno si sarebbe mai ricordato di lei.

 

 

«Thanks Naminč»

 

 

 

 

«...chi č Naminč?»

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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