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Autore: Klaintannie    21/08/2013    1 recensioni
Credo che sia una specie di tradizione il fatto che mi racconti questa storia al primo diluvio di ottobre, un po' come quello di dire per cosa siamo grati il giorno del Ringraziamento, prima di pranzo.
Lui dice sempre che è grato per averti avuto accanto, e di solito cala un silenzio. Ma non come quello che si fa a scuola, è un silenzio diverso.
Sembra quasi parli, anche se non so come sia possibile.
Il silenzio non parla, quando c'è silenzio si sta zitti o il silenzio va via, eppure lì ci sono un sacco di cose non dette che rimangono sospese nell'aria.
O almeno è quello che ha cercato di spiegarmi zia Rachel, io non ho capito bene che intendesse.
{Klaine!Daddy, Death!Character}
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rain in October.

Caro papà Kurt,
come va lì tra le stelle?
Papà Blaine non parla molto di te, però dice spesso che sono un bambino fortunato perché sono figlio della stella più bella e luminosa del cielo. Io non ti ricordo, ma so chi sei. Il salotto è pieno di tue foto in cui sorridi.

Quando papà Blaine deve fare delle commissioni o andare a lavoro, spesso viene nonno Burt a farmi compagnia.
Lui mi racconta di te.
Si siede sulla poltrona e io mi accomodo sulle sue gambe, così incomincia a dirmi di quanto fosse sempre fiero di te, perché non avevi mai paura di mostrare chi eri anche quando eri solo un bambino. E poi mi parla di quanto tu e papà Blaine vi amavate, di quanto viveste l'un per l'altro ogni giorno della vostra vita.
Dopo però si intristisce e i suoi occhi diventano lucidi.
C'è come un buco lì, in mezzo a tutto quell'amore, a cui non ha mai fatto l'abitudine. E cade. Cade sempre e si fa male, ma si rialza in un modo o nell'altro. Lui ci riesce.
Papà Blaine invece non sembra essersi mai rialzato del tutto, come aveva fatto questa primavera quando, per aiutarmi ad imparare ad andare sulla bicicletta senza le rotelle dietro, è inciampato, finendo sul marciapiede e rovinando un paio di pantaloni gialli canarino.
Questo buco è più profondo e faticoso da superare, e fa male. A lui in particolar modo. Si vede, anche se lui cerca di nasconderlo.
Ma perché dovrebbe farlo?

Qualche volta lo sento piangere, quando crede che io non lo veda. Va in cucina e finge di star lavando i piatti, quando in realtà sfoglia un album di foto.
Me l'ha mostrato solo una volta, quell'album. Lo conserva sempre in un cassetto in alto, dove io non arrivo, dove tiene i tuoi vestiti.
Zio Finn, una volta, ha detto che lì dentro c'è ancora il tuo profumo e papà Blaine non è uscito dalla cucina fino a quando non è arrivata la sera.

C'è quasi sempre zia Rachel, con me, che cerca di distrarmi; ma le sue visite a casa diventano sempre di più quando le foglie cominciano ad ingiallire e papà Blaine prepara le sciarpe fatte ai ferri da nonna Carole per rimetterle nell'armadio.
Quando arrivano i primi venti e i primi acquazzoni è l'unico momento in cui mi parla di te.
Mi racconta sempre la stessa storia.
Di come, appena sposati, vi siate presi entrambi la febbre durante il viaggio di nozze e di come siate stati giorni a letto con la sola compagnia ininterrotta delle chiacchere di zia Rachel e delle medicine.
Avevate ballato sotto la pioggia, dice.
In pieno ottobre, nonostante nonna Carole e nonno Burt avessero cercato di tirarvi dentro casa a forza.
Dice anche che è stato il giorno più bello della sua vita dopo la mia nascita e quello in cui ti ha conosciuto.

Credo che sia una specie di tradizione il fatto che mi racconti questa storia al primo diluvio di ottobre, un po' come quello di dire per cosa siamo grati il giorno del Ringraziamento, prima di pranzo.
Lui dice sempre che è grato per averti avuto accanto, e di solito cala un silenzio. Ma non come quello che si fa a scuola, è un silenzio diverso.
Sembra quasi parli, anche se non so come sia possibile.
Il silenzio non parla, quando c'è silenzio si sta zitti o il silenzio va via, eppure lì ci sono un sacco di cose non dette che rimangono sospese nell'aria.
O almeno è quello che ha cercato di spiegarmi zia Rachel, io non ho capito bene che intendesse. Certe volte è peggio dei puzzle che ho nella mia stanza, sul comodino vicino al mio letto dove dorme Ellie, e in cui io sono proprio negato.

Ellie è il mio orsacchiotto.
Nonno ha detto che era tua da bambino, è veramente morbidissima e dolce.
Non mi separo mai da lei, soprattutto quando fuori tuona e c'è freddo. Anche se papà Blaine dice che non dovrei avere paura, che è solo l'eco della tua risata in lontananza, ma a me la luce che viene subito dopo terrorizza.
Lui invece mi stringe tra le braccia, seduto sul davanzale della finestra, e mi passa le mani tra i capelli castani mentre guarda fuori.
Amavi l'odore della pioggia, mi sempre ha detto zio Finn.
Papà Blaine sembra sul punto di crollare ad ogni singola goccia che precipita e colpisce il vetro della finestra.

Zia Rachel mi ha spiegato che le persone crollano, proprio come i castelli di sabbia con l'acqua del mare. Quando il vento è forte abbastanza da spingere l'acqua e farla arrivare ai castelli, questa cerca di accarezzarli ma loro si piegano e cadono.
Anche papà Blaine lo fa, quando i ricordi che ha con te lo cullano. Lui crolla e le lacrime gli scendono lungo le guance in silenzio, non come me quando mi faccio male giocando.
Io vorrei aiutarlo, dirgli di non piangere, fare qualcosa per lui come quando ho il raffreddore e lui mi porta la coperta morbida e calda nel letto insieme a una tazza di latte e miele, ma non so mai cosa fare.
Zia Rachel dice anche che non c'è mai niente da fare, perché quel buco dove papà Blaine è caduto è stato lasciato da te ed è pieno dei ricordi più dolci e cari che lui ha, quelli che non lo lasciano mai veramente perché sono parte di lui. Quelli che vogliono accarezzarlo.
Che è solo un sapore agrodolce quello che prova, un dolore provocato da cose che sono dentro e che non può fare uscire e che non farebbe uscire nemmeno se potesse.
Questo penso di averlo capito, credo.
Non è come un graffio che si vede e sanguina, quello che ha papà Blaine.
È come quelle brutte malattie che lui cura ai bambini dell'ospedale, ma lui non può guarire perché il farmaco che gli serve non esiste più.
Il cielo ha rivoluto indietro la stella più bella del cielo perché sulla Terra era sprecata, ripete quando parla di te, papà Kurt.
Ma come si gestisce qualcosa che ti ferisce dall'interno?

Qualche volta però mi guarda e sorride.
Dice che ho i tuoi stessi occhi e sorride davvero dopo tanto tempo. E solitamente è quando il sole torna nel cielo, le rondini tornano a fare il nido nel nostro garage e io posso andare a giocare in cortile con lui e Ellie e organizzare piccoli Tea Party solo per noi, prima della prossima pioggia di ottobre.
Papà Blaine torna ad essere un po' più se stesso, per quei mesi, e la sera mi fa sdraiare con lui sul prato del giardino sul retro e mi indica la stella più luminosa e bianca del cielo.
Quella stella c'è sempre, puntuale, come se non volesse mancare a quell'incontro tanto vicino quanto lontano a metà di Marzo, quando c'è ancora un po' di vento ma di quelli dolci e tiepidi.
Mi dice sempre che sei tu, ed è allora che capisco che sono davvero un bambino fortunato.
Perché sono figlio della stella più bella del cielo ed ho un papà fantastico, che mi aiuta sempre nonostante spesso sia triste e questa tristezza non possa essere portata via da lui.
Che non vuole piangere davanti a me solo per evitare di far scoppiare in lacrime anche me.

Papà Blaine è la persona più forte che conosco, anche se so che da quella buca che hai lasciato non ci uscirà mai veramente.
Perché ha perso davvero tanto, ha perso la sua ragione di vita come dice zia Rachel, ma non si è mai arreso. Nemmeno quando era tutto buio ed aveva paura, perché anche lui ne ha.
In un modo o nell'altro tu c'eri ogni giorno vicino a lui, io lo so per certo.
E posso dire di avere la famiglia più bella del mondo, anche se tu ora sei tra le stelle; anche se tu ora sei una stella, la più brillante come mi ripetono sempre tutti.
Dicono che splendevi anche quando eri qui e che le foto non ti rendono giustizia.

Spero davvero che quell'auto non ti abbia fatto male, quando ti è venuta addosso.
Papà Blaine ti ama ancora e sono sicuro che anche tu lo ami come il primo giorno.
Ti voglio bene, papà Kurt.

James.                       

Spazio autrice.

Vi prego, non odiatemi.
Non c'entro nulla, è la mia mente che fa questi brutti scherzi, picchiate lei.
Ringrazio quell'adorabile creatura di Eleonora, per avermi betato il capitolo.
Love ya, pretty girl ♥.
E grazie anche alla "mia persona", perché si è presa i miei scleri, persino fino alle sei del mattino.

   
 
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