Grazie a Miss Black per l'immagine.
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                                                                                                           ^{- Prologo -}  

I don't ever want to let you down
I don't ever want to leave this town.
'Cause after all,
this city never sleeps at night.

- Imagine Dragons, It's time

 Anche se la visuale era limitata a causa del cappuccio, sapeva per certo che il cielo sopra la sua testa era ormai plumbeo. Le strade di New York erano trafficate ed affollate, e poteva senitre gli occhi dei mondani che si posavano su di lei, una strana figura minuta con indosso un mantello nero lungo fino alle caviglie. Enormi grattacieli si stagliavano su entrambi i lati della strada. Era tornata a casa; dopo anni di vagabondaggio nei vari Istituti di tutta l'America, si ritrovava finalmente nella sua città natale. La città dove era nata, cresciuta, dove una grande amicizia aveva preso vita... I ricordi la travolsero come un'onda. Aveva abbandonato tutti. Per cosa, poi? Per vendetta, ecco cosa. Vendetta verso colui che le aveva portato via sua madre, che le aveva portato via una delle sue tre ancore a soli dieci anni. In sette anni, nei vari Istituti in cui era stata non era riuscita a scoprire granchè, onestamente. Non che ci avesse mai sperato. Anzi, l'unico motivo per cui era andata zigzagando per vari Istituti era l'addestramento; la procedura era sempre la stessa per tutti gli Istituti, visto che era dettata dal Conclave, ma ognuno le aveva rivelato un qualche trucchetto diverso. Era una Cacciatrice esperta. Ed eccola lì, ad andare a zonzo dove tutto era iniziato e finito al tempo stesso. Camminava a testa alta, un pò per ammirare la sua città un pò per abitudine. Si bloccò di colpo e un mondano le finì addosso, ma non fece caso ne a lui ne alle sue imprecazioni. Guardava dritta davanti a se, mentre un miscuglio di emozioni e ricordi le venivano riversate addosso come un secchio d'acqua gelata. Simon, il suo migliore amico -ex migliore amico, forse non si ricordava neanche di lei- era seduto al tavolino di un bar intento a leggere un fumetto mentre sorseggiava del liquido fumante da una tazza. I suoi occhiali gli erano ricaduti sulla punta del naso, dandogli un'aria da professore e invecchiandolo di almeno dieci anni. La ragazza non potè fare a meno di notare che l'unica cosa in cui Simon era cambiato era l'altezza. Abbozzò un sorriso, mentre le tornavano in mente tutti i giochi che facevano quando erano piccoli, gli abbracci, le risate, i film visti e commentati insieme nella sua vecchia stanza... Provò l'impulso di avvicinarsi al ragazzo, buttargli le braccia al collo e gridare ai quattro venti che non era morta, come tutti credevano in città. Quando decise di lasciare New York, Clary pensò a tutto. Per evitare che cominciassero le ricerche della polizia, la ragazza fece in modo di farsi dare per morta. Clary chiese aiuto a Magnus Bane – del quale aveva trovato i contatti scritti su un bigliettino, che evidentemente apparteneva a sua madre – e lui accolse la sua richiesta. Dopo aver creato un finto cadavere uguale in tutto e per tutto a lei e averlo gettato in un cassonetto, lo stregone le aveva rivelato tutto sul suo conto. Le aveva raccontato degli Shadowhunters, di come sua madre aveva voluto proteggerla da quel mondo facendole inserire un blocco mentale da lui. Quando lei gli disse che voleva essere addestrata per diventare una Cacciatrice, lui non si oppose, anzi, l'aiutò ad andarsene dalla città dandole un mucchio di contanti. In tutti quegli anni si era sempre tenuta frequentemente in contatto con Magnus, e le loro telefonate duravano spesso parecchie ore.
Clary scosse la testa, e invece di avvicinarsi e fare la figura della pazza esaurita, si avvicinò con passo cauto e lento. Arrivò all'altra estremità del tavolino rotondo, e dopo qualche secondo Simon la notò ed alzò la testa dal suo fumetto con un punto interrogativo stampato in faccia.
-Mmm... - disse. -Posso aiutarti?.
Per tutta risposta, Clary prese un profondo respiro e si abbassò il cappuccio. Guardò Simon dritto negli occhi. La prima cosa che Clary vide sul suo volto fu confusione.
-Ciao, Simon. - disse la ragazza. Il ragazzo spalancò gli occhi e la bocca. Doveva aver riconosciuto la sua voce.
-No...no...tu non...non sei...no...è...è impossibile...
Simon sembrava lì lì per cadere dalla sedia e fermare il traffico per gridare che era viva. Ansimava e balbettava, faceva strani gesti con le mani e ogni tanto le puntava il dito contro. Quando si fu calmato abbastanza, disse tutto ad un fiato:
-Sei davvero tu, Clary?
-Si, Simon. Sono proprio io. - rispose calma. 

Author's corner
Zalve zalvino!
Allora, da premettere che questa idea mi è venuta perchè volevo scrivere qualcuno che cammina con un cappuccio in testa... xD
Niente, grazie a chi leggerà e chi recensirà e...
alla prossima!
Il capitolo prossimo sarà più luungo, giuro :)

N13