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Autore: HermQFabray    21/08/2013    3 recensioni
Sdraiata sul materasso superiore del letto a castello, Quinn continuava a fissare, ormai da ore, il soffitto della stanza. Il respiro tranquillo di Sarah, la sorella minore di Noah, ed il ticchettio sempre uguale della sveglia dei pockemon posata sul comodino, erano le uniche cose che le facevano ricordare dove fosse.
(...)
"Lei era come una bolla di sapone che segui desideroso di sfiorare, rincorrendola solo per osservarla librarsi delicata davanti ai tuoi occhi senza osare avvicinarci un solo dito per paura che svanisca"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray | Coppie: Puck/Quinn
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sdraiata sul materasso superiore del letto a castello, Quinn continuava a fissare, ormai da ore, il soffitto della stanza. Il respiro tranquillo di Sarah, la sorella minore di Noah, ed il ticchettio sempre uguale della sveglia dei pockemon posata sul comodino, erano le uniche cose che le facevano ricordare dove fosse.


Noah l'aveva portata a casa sua dopo averla vista seduta su una delle panchine davanti all'ingresso del McKinley sotto la pioggia... più che pioggia era un acquazzone bello e buono.
Rimaneva lì, tutta bagnata a guardarsi le scarpe. L'ultima campanella era ormai già suonata da un pezzo, forse da un'ora o due...non le importava.
Dove andare? I suoi l'avevano cacciata di casa e non poteva nemmeno andare a casa di Finn...non dopo quello che gli aveva fatto...non dopo quello che lui aveva appena scoperto!
Noah era arrivato con un ombrello ed una vecchia coperta che le aveva poggiato sulle spalle...

"Vieni, starai da me...infondo..."

Ma Quinn lo aveva interroto. Sapeva cosa stava per dire "infondo è colpa mia". No, la colpa non era stata solo sua, il fatto che fosse lei quella incinta lo dimostrava. Aveva deciso di prendersi le sue responsabilità, di essere sincera, di smettere di ferire la gente. Si era lasciata sedurre, non aveva solo tradito il suo ragazzo, gli aveva anche mentito mentre lui la ospitava sotto il suo tetto. Non l'avrebbe perdonata facilmente e lei non lo biasimava.


Si alzò dal letto, aveva addosso una delle camicie quadrettate di Noah; gli unici vestiti che aveva erano bagnati e tutte le sue cose erano ancora a casa di Finn, non sapeva ancora quando sarebbe andata a prenderle ma
doveva prima trovare il coraggio di bussare a casa Hudson e dopo ciò che era successo ce ne sarebbe voluto un po' di tempo.


Scese dalla scaletta e si incamminò scalza, cercando di non fare rumore, verso il bagno. Una volta lì si guardò allo specchio, si tolse la camicia e l'intimo rimanendo nuda a fissarsi... sì guardò la pancia.
"Che razza di madre sarò? ferirò anche te?"

Entrò nel box doccia ed aprì l'acqua ed alzò lo sguardo; il getto, inizialmente freddò si riscaldò man mano, mentre l'acqua le cadeva sulle spalle e sul volto, scivolandole sulla pelle del resto del corpo.
I ricordi iniziarono a occupare caoticamente la sua mente.

------------------------------------QUINN

Vedevo me stessa con il test di gravidanza fra le dita.

La Silvester, il suo sguardo duro, le sue parole "Sei una disgrazia"

Mio padre che si alzava dal divano, le sue parole disgustate "Esci fuori da casa mia! Sei la vergogna di questa famiglia! Tu non sei mia figlia!"

L'espressione delusa di Finn "Ho chiuso con te! Ho chiuso con tutti voi!"

Avevo ferito troppe persone, "sbagliando si impara"? Sbagliando io imparavo una sola cosa: trovare un altro modo per sbagliare.


Non ce la facevo più, mi sedetti sul fondo della doccia, piegai le gambe avvicinandole al petto, misi la testa tra le mani e , stringendo i capelli iniziai a piangere.

-------------------------------------------------NOAH

Dalla mia camera si sentiva il rumore dell'acqua della doccia, dopo aver aspettato qualche secondo, mi alzai dal suo letto e mi diressi verso il bagno.
Stavo per bussare quando lo sentì, qualcuno piangeva...era Quinn.
Mi sedetti accanto allo stipide della porta con le gambe leggermente divaricate distese sul pavimento.
Rimasi lì ad ascoltarla. Quella ragazza era incredibile: sembrava dura, sicura, ma in realtà era fragilissima. Lei era come una bolla di sapone che segui desideroso di sfiorare, rincorrendola solo per osservarla librarsi delicata davanti ai tuoi occhi senza osare avvicinarci un solo dito per paura che svanisca; come un cristallo prezioso, uno di quei cristalli che rimani a guardare ipnotizzato ma che non osi toccare per paura di romperlo. Lei mi piaceva davvero ma io era troppo stupido... continuavo a fare casini! Me l'ero fatta mentre stava col mio migliore amico e, mentre lei aveva iniziato a darmi fiducia,mi ero fatto Santana... e non solo! Tanto per essere sicuri! Che razza di deficente!

-----------------------------------------------QUINN

Sono solo una stupida!
Continuavo a starmene lì, sotto l'acqua, da chissa quanto e in quel momento non mi importava niente del fatto che fosse un bene prezioso o di tutte le cose che gli ambientalisti erano venuti a dirci a scuola.
Speravo quasi che l'acqua portasse via i miei problemi e i miei errori lasciandomi completamente vuota. Sarei voluta scivolare anch'io via nello scarico, sparire per un po'. Lasciare che tutti si dimenticassero della Quinn Fabray che aveva fatto sesso con Puckerman ed era rimasta incinta, lasciare che tutti si ricordassero della vecchia Quinn Fabray: quella stronza, quella temuta e rispettata, la capo dei Cheerios alla quale nessuno avrebbe intralciato la strada nei corridoi o lanciato occhiate di superiorità..

"NOAH! Dì alla tua ragazza di chiudere quella maledetta doccia! Dannazione, voglio dormire!"


Le urla della madre di Noah sfociarono, abbassandosi di tono, in un borbottio indignato...

"Vedi tu se questa qua si deve mettere a fare la doccia alle tre del mattino... se vuole rimanere sotto questo tetto iniziasse a fare meno la reginetta.."

Uscii dalla doccia e mi asciugai con un telo rimettendomi la camicia di Noah.
Feci del mio meglio per nascondere il fatto che avevo pianto ma nulla macchia gli occhi più delle lacrime.
aprii la porta e lo vidi lì, abbandonato per terra...

------------------------------------------------NOAH

La guardai negli occhi, anche se li aveva asciugati prima di uscire si vedeva che erano ancora rossi...poteva soffrire quanto voleva ma il suo orgoglio l'avrebbe sempre spinta a tentare ostinatamente di celarlo. Lei era la prova che la bellezza nasconde storie...spesso dolorose.
Avrei voluto dirle mille parole, volevo che sapesse che io c'ero e che sapevo che in realtà era fragile ma, prima che riuscissi ad aprire bocca lei disse:

"scusa, la prossima volta eviterò di dare fastidio a tua madre. Cercherò un'altra sistemazione"

------------------------------------------------QUINN

Mi voltai per andarmene ma lui mi afferrò per una manica, si alzò, mi mise una mano dietro la nuca tra i capelli bagnati e mi diede un bacio. Era un bacio semplice, gentile... strano per gli standard passionali di Noah.

"Stanotte dormi in camera mia, io vado sul divano" 
  
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