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Autore: Maru_kaite    22/08/2013    2 recensioni
"Ho fallito", è il pensiero che mi rimbomba nella testa e mi fa sentire uno schifo.
"La mia vita è stata tutta un errore".
Mi viene da pensare con un'amara ironia che sono piuttosto bravo a deprimermi.
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Cosa avrà provato Gin Ichimaru, traditore di entrambe le metà, nel momento della sua morte? Me lo sono chiesta, ed ecco cosa ne è venuto fuori.
[Accenni GinxRan]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gin Ichimaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A\N: Scusatemi se fa pena. >\\\< L'ho scritta di getto. 


I wanna die


Ho passato una vita intera nell'inganno, a tradire, o meglio, a essere etichettato come traditore. E in effetti non ho mai avuto fede in niente. Sono sempre stato subdolo, sfuggente, non volevo avere legami con nessuno e nessuno voleva averne con me. Avevo deciso molto tempo prima di diventare qualcosa di non più umano, per non dover essere poi deluso e soffrire. Chissà quanti secoli prima. Noi shinigami viviamo troppo a lungo per poter contare quanti anni abbiamo, figuriamoci per ricordare eventi accaduti poco dopo la nostra dipartita dalla Terra.

 

L'unica mia dottrina e regola di vita è stata quella piccola, graziosa bambina dai capelli fiammeggianti che trovai tanto tempo fa in un bosco, quasi morta per le botte e per la fame, e a cui decisi di dare l'ultimo biscotto che mi era rimasto. Lei è stata lo scopo di tutte le mie azioni. Non ho cercato di rubare e distruggere l'Hogyoku per salvare la Soul Society o cose del genere. Non ho tutta questa premura nei confronti degli altri. A me interessava solamente far sì che lei non soffrisse più e che io potessi, un giorno, tornare al suo fianco. Tutto qua.

 

Evidentemente, però, mi sono sopravvalutato, o, piuttosto, ho commesso l'imperdonabile errore di sottovalutare colui a cui ho finto di giurare fedeltà, quell'essere ripugnante che un tempo era il rispettato e stimato capitano Aizen. E ora che la sua lama mi trapassa il petto da parte a parte, io non posso fare nient'altro che stare a guardare e pensare a tutti questi anni, tutti questi sforzi buttati al vento, con l'unico risultato di dare ancora più dolore a Rangiku e ancora più problemi agli altri.

Ho fallito, è il pensiero che mi rimbomba nella testa e mi fa sentire uno schifo.

La mia vita è stata tutta un errore.

Mi viene da pensare con un'amara ironia che sono piuttosto bravo a deprimermi. Il dolore fisico? Non me ne frega niente. La sensazione di essere inutile è molto peggio. E quando vedo quella bambina di tanto tempo fa, ormai donna, venirmi incontro con gli occhi pieni di lacrime, questa sensazione aumenta. Non solo sono inutile, sono anche un peso per gli altri. Fantastico, vero? Eppure la parte più egoistica di me, quella che ha sempre prevalso, è contenta che ci sia qualcuno a piangere la mia morte.

 

Spero di morire in fretta. Così starò molto meglio, non sentirò più niente. Già le grida di Rangiku si dissolvono. Tutto diventa una nube indistinta di colori diversi. Rivolgo un ultimo sguardo a Kurosaki, che ora fronteggia Aizen. Spero che almeno lui sarà in grado di batterlo. Sì, ce la farà. E' una bella illusione questa, perciò mi piace pensarla. Inizia a mancarmi l'aria. Il cuore rallenta la sua corsa. E gli occhi iniziano inesorabilmente a chiudersi.

 

 

Poi sento una lacrima cadermi sul viso e scivolarmi giù per la guancia.

 

Voglio morire.

  
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