UN BACIO SUL LAVORO


La sala aveva le luci soffuse e le pareti dai colori caldi e forti, bordaux e viola scuro. Era un localino simpatico, dopotutto, con molti tavolini e poltroncine ovunque e nessuno uguale all'altro. La musica era piacevole, da camera ma non solo. A volte era romantica.
Lory posò la penna e sorseggiò ancora il suo martini. Era il lato positivo del fare la giornalista per le riviste di moda: quella settimana era già il terzo Happy Hour che recensiva, e la cosa non le dispiaceva affatto.
Vide in lontanaza i suoi amici ridere animatamente mentre prendevano il bis di punch. In realtà era già la quarta porzione, ma ogni volta il conto scendeva per non imporre un limite: qualcuno poi avrebbe dovuto guidare ma nessuno riusciva a resistere a quella serata.
- Dove ho messo la borsetta?-, le chiese la sua amica e collega.
- L'hai lasciata in macchina. -
- Oh.. -, l'altra sembrò sinceramente addolorata. Guardò indietro il suo ragazzo e rispose al saluto. - Mi attarderei troppo.. Lory, non è che.. -
- Ok -, rispose infilando la penna nel tappo. Avrebbe potuto giudicare anche il resto del locale, era la scusa adatta.
L'altra le prese la mano. - Sei un'amica! -

Il corridoio era l'esatto opposto della sala: completamente vuoto. Il suono dei suoi tacchi rompeva il silenzio e le sue copie riflesse nei mille specchi colorati non la facevano sentire sola. Premette il pulsante dell'ascensore e attese.
Sulla parete accanto era appeso uno specchio dal fondo giallo. Approfittò dell'attesa dell'ascensore per sistemarsi i capelli. Ormai non si faceva più le trecce da anni, e gli occhiali erano diventati lenti a contatto.
Ogni volta che si guardava allo specchio risentiva nella mente le sue stesse parole di qualche anno prima, “non voglio essere questa Lory per sempre!”, e ogni volta che si guardava si ripeteva: “hai ventun'anni, Lory, finalmente ce l'hai fatta”. Ricordava benissimo l'espressione di Ryan una sera che si erano incontrati per caso in metropolitana.
Le piaceva da matti ripensarci, ma non per incantarsi sul biondino, no: era cambiata, quel che le piaceva era sentirsi bella -perchè lo era, finalmente-, e sentirsi ammirata per quel che era anche fuori, non solo per il cervello.
Ridacchiò per la sua nuova frivolezza, nata quasi un anno dopo l'ultima missione come MewMew.
Le porte dell'ascensore si aprirono con un “ding” e Lory enrtò sorridendo al ragazzo che era già dentro.
I loro sguardi s'incrociarono, eloquenti. Erano stati presentati la sera prima dal datore di lavoro di lui. Lory premette il pulsante del piano e le porte si chiusero.
Senza dire una sola parola, lui le si avvicinò. Lei si limitò ad un sorrisino malizioso: avvicinarsi era il minimo, aveva un vestito che le stava divinamente..
Un altro “ding” e le porte si aprirono. Lory scattò in avanti per uscire, ma il suo braccio venne trattenuto, non con forza ma con una dolcezza disarmante. Poi tutto si trasformò in un film, lui la tirò a sé lentamente e, con le mani sui suoi fianchi, la appoggiò alla parete dell'ascensore sollevandola un poco. Lei non oppose resistenza, non voleva affatto.
Le loro labbra si unirono delicatamente mentre le porte dell'ascensore li imitavano.

La borsa le scivolò dalle mani e interruppe la chiaccherata tra la collega e il suo compagno.
- Lory, sei rossissima! -, esclamò lei con sincera emozione, - E hai anche i capelli in disordine.. avanti, che è successo? -
La ex-mew mew non cedette al sorriso malizioso.
- Niente di speciale -, sorrise a sua volta, - Normale amministrazione.







Piaciuta? Spero di sì! XP L'ispirazione è venuta spontanea (e la fic è stata scritta nell'ora di diritto..!) e questa Lory francamente mi piace molto.. ditemi che ne pensate voi!!