Capitolo 1. Ho ancora sonno,ma devo svegliarmi o farò tardi all’allenamento. Cerco nei cassetti, nell’armadio, ma non trovo la mia divisa,così vado da mia madre in cucina, sono arrabbiatissima, lo capisce che non posso fare tardi? Non so cos’abbia nel cervello quella.
“Mamma,dov’è la divisa?” Sto perdendo la pazienza.
“Oh cucciola mia,sei proprio sbadatella!” Odio la sua voce, la sua stupida voce da Mary Poppins; che diamine ci fa una come lei nel Distretto 2? “Oggi è il giorno della Mietitura niente divisa,proprio non te lo ricordi.” E fa la sua risatina odiosa,che odio ancora di più,no aspetta,ha detto… MIETITURA? Me l’ero  totalmente scordata,dovrò indossare un abito e tutto,lo odio. Questo è il quarto anno che partecipo, sinceramente non so se riuscirei a vincere,tutti i ragazzi dell’uno,del due e del tre si allenano tutto l’anno per gli Hunger Games,quindi non sono la sola,ci sono sempre ragazzi più forti di me,anche se io posso uccidere dieci persone con due coltelli. Anche se mi piacerebbe molto vincere,magari verrei notata da..si,da Cato! Sono sempre stata una ragazza scontrosa,che non sorride mai,cattiva,ma anche se non si vede ho dei sentimenti anch’io e ci ho messo tutta la vita per cacciargli  fuori,così ho subito scoperto che io amo Cato,basta incontrarlo per strada per sentire le farfalle nello stomaco,non capirci più niente. Ripenso a tutto questo mentre mi sto preparando per questa stupida Mietitura. Saluto mia madre e mio fratello e vado in piazza,eseguo le solite procedure,ma non ci faccio molto caso,sto pensando a  moltissime cose. Non mi accorgo di niente,nemmeno che la cerimonia è iniziata che è partito il filmato e che stanno estraendo i nomi. Ad un certo punto Fir,la ragazza che mi sta affianco,una sottospecie di amica mi da una gomitata e da lì mi accorgo che mi stanno guardando tutti,sono stata scelta per gli Hunger Games, sono senza parole,non ci posso credere. Avanzo verso il palco realizzando a tutto ciò che mi sta succedendo con un mezzo sorriso sulle labbra,così fanno tutti,sono contenti, ma io non so se lo sono.  Non sono molto imbarazzata a stare su quel palco,non sono il tipo e mentre mi guardo un po’ attorno notò che hanno estratto il nome del tributo maschio,il mio compagno, e rimango totalmente scioccata quando vedo che sul palco è salito Cato,l’amore della mia vita, e ho appena capito che starò in un arena con lui. Ci stringiamo la mano,anche se noi ci conosciamo già, stiamo nello stesso corso di addestramento anche se lui è due anni più grande di me. Sono ancora sconvolta mentre ci mandano dai nostri genitori a salutarli. Mia madre sta piangendo ma ha detto che ha fiducia in me e allora la abbraccio, odio tutto di lei,ma è mia madre e le voglio bene. Mi dispiace per mio fratello che ha solo otto anni, gli ho detto che vincerò e tornerò a casa,anche se non ne sono affatto sicura. Dopo quasi due ore siamo sul treno per Capitol City a parlare con il nostro mentore Darius,un ragazzo di diciannove anni che ha vinto due anni fa. Arriviamo in fretta a Capitol City, non ho parlato molto con Cato,ma cercherò di sembrare a mio agio in questi giorni. La gente ci accoglie festosa,ma io mi sento morire dentro.