Capitolo 1

One year ago

Aisha point of view

Sono quasi le quattro del pomeriggio e tra meno di dieci minuti lo vedrò.
Sono circa otto ore che aspetto davanti questa tenda nera, con gente che spinge, urla, piange..
Ci saranno circa cento ragazze impegnate a fare il solito "countdown psicologico" per realizzare il proprio sogno; oh sì, ovviamente sono compresa anch'io nella marmaglia.
Arrivo da un piccolo paesino della California, Riverside, e ,per quanto mi sia stato difficile, ora sono qui, attendendo che il sogno di ben quattro anni si avveri. Molte persone care mi dicevano che comprare uno stupido biglietto da trecento dollari ,solo per poter incotrare un cantate per circa trenta secondi, sarebbe stato decisamente da persona irresponsabile e ,soprattutto, uno sperpero di denaro. Nella mia famiglia, poi, la situazione econimica non è delle migliori.
Ho riflettuto per molto tempo se comprare questo biglietto, ma poi mi sono resa conto che sarebbe stata la mia sola occasione per realizzare il mio sogno. Non ho voluto chiedere soldi a nessuno dei miei parenti, sapendo innanzitutto che sarebbe stata una cosa che avesse riguardato me. Così ho cominciato a lavorare il pomeriggio, dopo scuola, e qualche volta anche la sera; facevo la cameriera in un lurido bar vicino casa. Ho dovuto fare del lavoro exstra un paio di volte, perché altrimenti non sarei arrivata alla somma prestabilita. Ma ,in fin dei conti, ce l'ho fatta.
Ho combattuto per essere dove sono, ed è soprattutto per questo che sono così orgogliosa.
''Ehy, tu sei la prossima ad entrare'' mi urla un uomo alto, robusto, pelato e sulla cinquantina d'anni.
Annuisco con il capo, non avendo neppure la forza di aprire la bocca e pronunciare due stupide lettere. Sono così emozionata che sento le gambe cedere e il panino al formaggio salirmi in gola; percepisco vicina una forte crisi di pianto, forse miscelata a panico e felicità. Mi sembra tutto così surreale.
''Tocca a te'' mi dice lo stesso uomo, dopo pochi secondi.
La vista è annebbiata dalle lacrime e le mani tremano come foglie al vento. Sorpasso la transenna e l'uomo mi conduce ad un passo dalla tenda, fino a quando mi chiede: ''Sei pronta?''-
Prendo un forte, fortissimo respiro, per poi prununciare il fatidico ''Sì''.
Circa due secondi dopo, mi ritrovo di fronte lo scenario più bello che avessi mai potuto vedere nella mia vita: Justin Bieber.
Insomma, non può essere possibile. Io, un semplice diciottenne californiana, proveniente da uno sconosciuto paesino statunitense, che fa parte di un ceto sociale medio-basso, è di fronte la star mondiale, più famosa degli ultimi tempi, Justin Bieber. Più lo ripeto a me stessa e meno mi sembra reale.
''Ciao, dolcezza'' sussurra lui, con un filo di ironia.
''Cciao, Justin'' rispondo, abbassando il volto.
Lo sento ridere. Il miglior suono che le mie orecchie avessero mai potuto udire.
''Vuoi rimanere lì, ferma, per tutto il resto della tua vita?'' dice, sarcastico.
Sorrido, arrossendo.
''No, certo che no.'' proferisco, camminando verso di lui.
Mi ritrovo ad passo dalla persona che mi ha completamente stravolto la vita, e che faccio? Mi comporto da idiota.
Guardo i suoi occhi, certa che quella sarebbe stata la sola occasione per poterlo fare. Sento il suo sguardo scrutarmi ogni particolare del mio volto e ,poi, le sue mani cingermi la vita.
''Guarda l'obbietivo, tesoro'' sussura delicatamente al mio orecchio.
Mi giro verso la fotocamera, mentre il mio braccio circonda le spalle di Justin.
Dopo circa tre secondi (il tempo necessario per la foto), mi volto nuovamente verso di lui, decisa a dirgli le cose che conservavo nel cuore da anni.
''Justin, io..ecco, volevo solo che sapessi che sei una delle cose più belle che il Signore potesse regalarmi, e che..io non ti abbandonerò mai. Non potrei mai farlo. Tu mi hai davvero salvata. Mi hai salvata in tutti i modi in cui può essere possibile. Sembra così stupido, perché tu non sei effettivamente reale per me, ma..è così, e non posso far altro che ringraziare te e chi abbia permesso tutto questo. Io ci sarò sempre per te, Justin, perché so che tu farai lo stesso con me. Quindi.. grazie per aver reso la mia vita meno inutile di quanto non sia già. Ti voglio bene, Justin. Non dimenticarlo.''
I suoi occhi sono fissi su di me e si nota che le lacrime sono al punto di farsi vedere; mi sorride e mi stringe a sé, facendomi sentire la persona più fortunata dell'intero universo. E' quasi come un sogno. Un sogno che ,purtroppo, viene interrotto da una stupida guardia del corpo, che mi prende i finchi e mi trascina via, verso l'uscita.
Lo ammiro per un'ultima volta, con le lacrime che mi rigano le guance, e sorrido, così come fa lui. Credevo che quello sarebbe stato il nostro ultimo incontro, ma evidentemente mi sbagliavo.