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Autore: KatherineWinchester    23/08/2013    5 recensioni
Prendendo spunto da una notizia appresa sul web (non confermata e sicuramente inventata da qualche fan, ma ognuno può sperare!) in base alla quale, in un episodio della nona stagione di Spn, Dean e Castiel si baceranno in sogno (non è stato però detto di chi sia il sogno) ho deciso di creare questa ff, che è anche la mia prima, quindi mi rimetto alla vostra clemenza ;)
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Dopo aver passato la notte a sbronzarsi con l'amico Castiel, che ormai non era più un angelo e a cui aveva deciso di mostrare quelli che fossero i piaceri della vita per gli umani, Dean entrò nella sua stanza (la sua stanza! Dean non riusciva ancora a crederci. Aveva una stanza tutta per se! Dio benedica i Men of the Letters e il loro covo!!), si gettò di peso sul letto e si addormentò quasi subito con ancora i vestiti addosso. Passarono pochi minuti (o ore, Dean non ne era sicuro) quando, insolitamente lucido considerato l'alcool che aveva assunto poco prima, aprì gli occhi e vide una sagoma davanti alla finestra. Riuscì subito a distinguere i lineamenti di Castiel, il quale, con addosso solo i pantaloni del pigiama, gli voltava le spalle, assorto nella contemplazione delle stelle che brillavano intensamente nel cielo scuro della notte.

''Cas! Che ci fai qui? E perché indossi solo i pantaloni!?''
Castiel sembrava non aver udito l'amico, preso com'era dai suoi pensieri. Non si mosse, mentre i raggi della luna, che costituivano l'unica fonte di luce in quella stanza buia, lo colpivano sul volto e sul torace perfetto.
''Cas..'' Dean si alzò piano dal letto e si accostò alla destra dell'amico.
''Non ci riesco... Non posso sopportare tutto questo. E' tutta colpa mia. Ho combinato un disastro.''
Mentre pronunciava quelle parole, dall'occhio destro dell'ex angelo scese una lacrima.

Dean capì subito. Castiel sapeva di essere stata la causa della caduta degli angeli, e a volte il senso di colpa era talmente forte che non riusciva a soffocarlo e aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno. Ma non si era mai presentato in piena notte in camera di Dean (almeno da quando era diventato umano), per di più semi svestito!

Il cacciatore, leggermente a disagio perché Castiel non indossava la maglietta, poggiò la mano sinistra sulla spalla dell'amico come per dargli forza, ma non disse nulla. 
Nell'esatto momento in cui percepì il calore della mano di Dean, l'ex angelo voltò lo sguardo verso di lui, gli occhi blu lucidi per le lacrime che cercava disperatamente di trattenere.

Non dissero nulla. Si limitarono a fissarsi per un po'. D'altronde, tra di loro non c'era bisogno delle parole. Si erano sempre capiti al volo. Bastava uno sguardo perché l'uno capisse quello che l'altro voleva dire. Era sempre stato così, da quando Castiel aveva salvato Dean dalla perdizione, dall'Inferno. Da allora fra i due si era creato un legame talmente forte che né Dio né Satana avrebbero potuto distruggere.

Dean e Castiel si fissarono per quella che sembrò un'eternità, finché l'ex angelo, cupo in volto, non abbassò lo sguardo sulla mano dell'amico che era ancora appoggiata sulla sua spalla.
''Non riesco a capire come tu faccia a non odiarmi. Dopo tutto quello che ho fatto non solo ai miei fratelli, ma anche a te.. Ti ho dato motivo di dubitare di me più di una volta, eppure sei rimasto al mio fianco. Perché?''
Dean rispose automaticamente, senza ragionare sulle sue parole. ''Perché è questo che fa un uomo quando è innamorato di una persona. Perdona.''

Castiel socchiuse gli occhi e piegò leggermente la testa di lato, e sul suo volto affiorò l'espressione che era solito fare quando non capiva anche le cose più elementari. Era confuso. E lo era anche Dean. Quella parola, 'innamorato', gli era uscita dalla bocca senza rendersene conto.

E quindi era questo che provava per Castiel? Lo amava? Possibile che non se ne fosse mai reso conto?
Tolse la mano dalla spalla dell'amico cercando di posare lo sguardo su qualsiasi cosa meno che su Castiel.

E mentre Dean sembrava essere impegnato in una sorta di monologo interiore, Castiel continuava a fissarlo. Piano piano stava incominciando a capire il significato delle parole pronunciate dall'amico. Lui ci metteva sempre un po' a comprendere le 'cose umane'. Era fatto così. D'altro canto, era umano solo da qualche mese. Anche se, dentro di lui aveva sempre sospettato che i sentimenti che provava per Dean fossero particolari, diversi, per esempio, da quelli che provava per Sam o per qualsiasi altro essere con cui fosse mai vanuto a contatto. Quello che provava per Dean non era semplice affetto. Era amore. Puro e semplice amore. Castiel ne aveva combinate di tutti i colori, lo sapeva bene, e finiva sempre per tornare da Dean. Adesso aveva capito perché. C'era voluta una disgrazia come la caduta degli angeli e una parola di troppo, 'innamorato', perché lo capisse.

Sia Dean che Castiel erano persi nei loro pensieri, in un silenzio carico di tensione e imbarazzo, quando il primo, rosso in viso, fece per allontanarsi. Castiel allungò subito una mano e gli strinse un braccio per impedirgli di andarsene. Il cacciatore, allora, si voltò verso di lui, ma non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. L'amico gli sollevo il mento con la stessa mano con cui l'aveva afferrato per il braccio poco prima, e lo costrinse a posare lo sguardo su di lui. Fu lui il primo a parlare.
''Mi stai dicendo che sei innamorato di me, Dean Winchester?''
''Così sembra..'', disse Dean, stupito dalle sue stesse parole.
''Se è così, allora...'' L'ex angelo si avvicinò a Dean sempre di più. Quest'ultimo fece per indietreggiare, ma Castiel lo bloccò di nuovo, afferrandolo per la nuca con una stretta forte e decisa con una mano e per la schiena con l'altra. Avvicinò lentamente il viso a quello del biondo e, senza pensarci troppo, gli stampò un bacio sulle labbra. Dean, con stupore di Castiel, non oppose resistenza e ricambiò subito il bacio. Le labbra del primo sembravano fatte per modellarsi con quelle del secondo e viceversa.
Nel momento in cui Castiel accolse la sua lingua, in Dean si accese qualcosa e iniziò a ricambiare la stretta dell'ex angelo. Gli accarezzò la schiena nuda. Era evidente che i due volessero di più l'uno dall'altro. Castiel fu scosso da un fremito e, ansimando, si staccò da Dean con tanta veemenza che il cacciatore gli morse per sbaglio il labbro inferiore.
''Questo lascerà il segno'', sogghignò Dean. L'amico non era pronto per andare oltre (come esperienza umana bastava e avanzava per quella sera!)

I due si guardarono negli occhi per l'ennesima volta e sorrisero, due sorrisi che bastavano ad illuminare quella stanza buia.

''Posso chiederti una cosa, Cas?''
''Tutti quello che vuoi, Dean.'' Castiel si sentiva così euforico. Non riusciva a smettere di sorridere.
''Perché sei entrato in camera mia senza la maglietta?''


 

Le prime luci dell'alba colpirono Dean dritto in faccia. Aprì gli occhi, si guardò intorno e si alzò di scatto (brutta mossa! La sera prima aveva bevuto parecchio). Tutto intorno a lui cominciò a girare e decise di stendersi di nuovo.
Era confuso. Era successo qualcosa quella notte, Dean ne era sicuro, ma non riusciva a ricordare cosa. Forse aveva sognato qualcosa di importante, ma anche in questo caso, non ricordava di cosa si trattasse.
La testa gli faceva troppo male per continuare a rimuginare sulla notte passata, perciò chiamò Sam perché gli portasse qualcosa per alleviare il mal di testa.

''Sam! Sammy!!'' Dean chiamò il fratello due, tre, quattro volte senza ricevere alcuna risposta. Fece per rialzarsi, quando vide la porta aprirsi.

''Finalmente, Sam! Dove diavolo eri finito? Mi sta scoppiando la test.. Cas!''
Castiel si era presentato in camera di Dean con un bicchiere d'acqua e un'aspirina.
''Buongiorno, Dean. Sam è uscito a prendere qualcosa da mangiare. Ti ho portato questa per aiutarti ad alleviare il mal di testa''. Gli sventolò l'aspirina sotto gli occhi. ''L'altra volta mi hai detto che questa pallina che si dissolve nell'acqua aiuta dopo una sbornia''.
''Grazie, Cas!'' Il cacciatore guardava l'amico con un'espressione perplessa. Era sicuro che c'entrasse qualcosa con quello che non riusciva a ricordare della notte precedente.
Prese l'aspirina dalle mani dell'amico e nel momento in cui si sfiorarono, i ricordi della notte passata iniziarono a riaffiorare nella mente di Dean.

Castiel davanti alla sua finestra, lui che gli poggia la mano sulla spalla, le lacrime dell'amico, le parole che si sono detti... il bacio.

Dean strabuzzò gli occhi, incredulo, e per poco non fece cadere il bicchiere d'acqua per terra.
''Meglio che ti rimetta a letto, Dean. Non hai una bella cera''. Castiel lo guardava con in volto la sua solita espressione confusa, ma non fece alcun accenno alla notte precedente.

Possibile che non ricordasse nulla? Forse Dean aveva solo sognato, ma nel momento in cui Castiel gli sorrise e fece per andarsene, il cacciatore notò un piccolo taglio sul labbro inferiore dell'amico.

L'ex angelo si chiuse la porta alle spalle, lasciando Dean da solo con i suoi pensieri.

  
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