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Autore: roro    28/02/2008    5 recensioni
Alzo lo sguardo, e finalmente ricambio la tua occhiata: non è una sfida, la nostra, e neppure un atto superbo. Tu mi sorridi, conscia che tra pochi attimi non ci sarai più – e sento le lacrime premere ai lati degli occhi, e sento il respiro fermarsi in gola, e sento il desiderio di urlare.
Come fai a sorridere, conscia che tra un po’ non ci sarai più?
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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perché comunque sarai con noi;

Stai morendo.

Qui, davanti a me – davanti ai miei occhi, fragile e debole come mai ti sei mostrata, in questi mesi. Umana. Donna.

Non sono riuscita a salvarti, questa volta. Del resto, il piano di Naraku era molto ben congeniato: mi ha intrappolata, mi ha resa schiava di un passato non mio. Ha fatto sì che io cedessi al dolore e alle lacrime.

Mi ha tolto il mio unico potere.

Non posso più salvarti, Kikyo, e questo mi annichilisce. Perché sai, davvero: non doveva finire così. Non doveva finire così, no davvero.

 

InuYasha t’ha stretta a sé, forte – sei il suo primo amore, del resto, un qualcosa di dolceamaro che non potrà mai dimenticare. E perché dovrebbe, poi?

…ti ha amata. È difficile ammetterlo, e fa male, ma è così: ti ha amata. E io non vorrei mai, né mai potrei, strapparti quel posticino speciale che hai nel suo cuore.

Ti ama, Kikyo, e ti ha amata, e forse sempre ti amerà.

 

Sei debole, stanca. InuYasha ha quasi il terrore di tenerti al petto, ma ci implora di lasciarvi soli – vuole un ultimo ricordo, e qui nessuno ha il diritto di negarvelo.

Qualcuno forse asserisce col capo, o forse qualcuno lo dice a voce, che potete allontanarvi – chissà. Non presto molta attenzione al mondo, davvero.

Tu mi stai guardando.

Guardi me, fissi il mio volto, sono io l’unica del gruppo che osservi. Mi guardi come se fosse importante, essenziale, con l’aria impassibile che sempre ti ha contraddistinta.

…e Koga, Koga cerca di farmi rilassare. Mi carezza il capo, gentile, e mi esorta a non mollare.

Perché non mi sono innamorata di lui?, mi chiedo. Ma è una domanda retorica, la mia, una di quelle a cui mai nessuno potrà dare una risposta.

Potrei chiedermi: «Perché mi sono innamorata di InuYasha, dato che lui ha una cotta spaventosa per un’altra donna?», ma non riceverei mai una spiegazione esauriente.

È un mistero, la vita, e nessuno ha la chiave – né l’intenzione – per scoprirlo.

 

Alzo lo sguardo, e finalmente ricambio la tua occhiata: non è una sfida, la nostra, e neppure un atto superbo. Tu mi sorridi, conscia che tra pochi attimi non ci sarai più – e sento le lacrime premere ai lati degli occhi, e sento il respiro fermarsi in gola, e sento il desiderio di urlare.

Come fai a sorridere, conscia che tra un po’ non ci sarai più?

Non ne ho idea.

Perché tu sei un’incognita, Kikyo, e lo sei sempre stata. Perché ogni tuo gesto mi ha sempre lasciata perplessa, indecisa, curiosa di sapere la ragione. Perché non potrò mai capirti, Kikyo, e neppure ci tengo.

È l’amore per InuYasha, a legarci – ed è questo sentimento a dividerci, a renderci nemiche. A far sì che l’una non possa provare affetto per l’altra.

Lui ci lega – e ci divide, Kami. È InuYasha la ragione per cui noi due non potremo mai odiarci, ed è lui stesso la ragione per cui divenire amiche ci sarà precluso.

Eppure mi sarebbe piaciuto, chissà. Forse saremmo state bene, insieme.

 

Ah, mi dico. Socchiudo gli occhi.

Hai sempre avuto una voce strana, tu. Te l’ho invidiata a lungo, e ancora adesso te la invidio.

«Non piangere, Kagome… Hai salvato la mia anima».

So che l’hai solo pensato.

So che quella frase non è mai stata pronunciata ad alta voce, ma che anzi!, è solo un tuo flebile pensiero. So che quella parola mi accusano, ma che quell’accusa non me la rivolgi tu – sono io stessa a pentirmi.

Non sono riuscita a salvarti. Per quanto io ci abbia provato, e per quanto abbia sperato di riuscirci, ho miseramente fallito. E tu stai morendo.

 

Vi siete seduti in uno spiazzo, lontano. InuYasha ti abbraccia, forse vi state sussurrando qualcosa di tenero e strappalacrime. Vorrei ascoltarvi – no, anzi. Sarebbe ingiusto.

Questo è il vostro momento.

Siete voi quelli che devono parlare, ora, voi quelli che devono consolarsi. Sarei di troppo, come sempre.

 

Continuo a piangere.

Forse sono un po’ ipocrita – ti ho augurato di morire, sai? –, a disperarmi così, e poi di certo non sono quella che soffre più di tutti. C’è InuYasha, del resto.

E poi, tu e InuYasha eravate simili, troppo simili, e vi appartenevate in un modo che io posso solamente immaginare ed invidiare. Perché InuYasha era una parte di te, quella cocciuta e desiderosa d’affetto, e tu eri l’altra metà della medaglia, rigida e severa.

Eravate simili, voi, e vi amavate anche per questo.

 

Oh.

Oh, Kami.

Socchiudo gli occhi – tanto lo so, è inutile guardare. È inutile osservare il volto di Sango, corrucciato, o l’espressione discreta di Miroku, o anche lo sguardo ferito di Shippo. Non è importante che la stretta di Koga si sia intensificata.

Lo so, lo so, lo so.

Mi volto per inerzia, solo perché lo fanno tutti. Non c’è bisogno che io guardi.

Non ci sei più.

 

C’è qualcosa di caldo, intorno a noi.

E forse ha ragione Shippo: forse sei tu che ci saluti, che ci dici addio. Sei tu che ci auguri di sconfiggere Naraku.

InuYasha ha gli occhi puntati verso il cielo, quasi stesse cercando la tua figura tra le stelle – non lo tocco, non ora. Sa che sono qui, e sa che resterò al suo fianco.

 

Ciao, Kikyo. E grazie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Okay, questo è il genere di storie che non dovrebbero mai uscire dal pc. Fa troppo, troppo schifo! XD

L’ho un po’ rivista, oggi 03/04/10, ma non chissà quanto. XDXDXD

Bon, spero siate vivi. <3

   
 
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