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Autore: roseinwonderland    24/08/2013    1 recensioni
Prompt: "Perchè voglio provare paura di fronte al vuoto, una paura che non posso controllare."
Raiting : Verde
Coppia : Magneto/Nuovo personaggio
Relativo a: X-Men First Class
E' la prima volta che scrivo. Non so cosa ne verrà fuori, ma ho pensato che da qualcosa dovevo iniziare, così ho scritto questa piccola storia, incentrata sul rapporto tra il più che famoso Magneto una mutante dalla capacità di mutare il suo corpo in quello di un rettile alato, dalle squame nere. Per metà umana e metà drago, dalle splendide ali richiuse sulle spalle. Il tutto è ambientato in cima a un palazzo di New York. I due si danno addio dopo aver scelto strade diverse, sicuri che la prossima volta si incontreranno sul campo di battaglia. Ambientata subito dopo gli eventi del film X-Men First Class. Il nuovo personaggio era già presente prima, era uno della squadra di x-men guidata da Charles e Erik. Spero vi piaccia questa piccola favola, e non vi annoi troppo. Se potete, una piccola recensione è gradita!
~Viandante
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erik Lehnsherr/Magneto, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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FEAR

Una brezza leggera avvolge il tetto desolato di un edificio in costruzione, al centro di New York. Enormi teli di plastica si muovono mossi dal vento, producendo un fastidioso scricchiolio. Nessun altro rumore pervade lassù: la rumorosa città è cento piani più in basso, troppo lontana per essere udita. Una ragazza sta giocando con una ciocca di capelli castani, lisci, seduta immobile sul parapetto, le gambe che penzolano nel vuoto, inermi.
 
Aspetta.
 
In mente continua a tornarle la canzone che davano alla radio sul pullman mentre veniva lì: una canzone dei Beatles, quasi sicuramente, ma non conosceva il titolo.  Improvvisamente si alza di scatto, spalancando due enormi ali nere, che erano ripiegate con cura sotto la giacca, ora riversa mollemente a terra; inspira lentamente l’aria gelida della notte, e punta i suoi occhi color ghiaccio verso il cielo nero come l’inchiostro; sotto la leggera camicia si vede la sua pelle scura, le squame da rettile che rifulgono al chiarore della luna.  Ora è in punta di piedi sul corrimano:  avanza e si getta nell’abisso. Per qualche istante lascia che l’aria le entri nelle orecchie, che il corpo precipiti trascinato dalla gravità verso il terreno, e, giunta al sessantesimo piano, sbatte delicatamente le ali e torna sul tetto, atterrando con un sospiro.
“Ancora tenti di suicidarti senza successo?”
Una voce maschile compare alle sue spalle, facendola sussultare, ma non la lascia stupita: sapeva che sarebbe venuto, anzi, lo stava aspettando. Erik Lehnsherr si avvicina all’orlo del precipizio lentamente, con passi misurati.
“Non pensare che io sia qui per unirmi alla tua causa, Erik. O devo chiamarti Magneto?” chiese maliziosa la giovane.
“Non sono qui per arruolarti. So bene che hai già fatto una scelta tempo fa, e che non mi comprendeva purtroppo.”
“Allora perché sei qui?”
“ E’ la domanda che dovrei fare a te.”
Andromeda si gira, i loro sguardi s’incrociano. Quindi riprende a parlare:
“Sono qui per dirti addio.”
Erik si volta di scatto. “Perché?” chiede.
Lei si mette a passeggiare per il tetto. “Le nostre strade si dividono qui: tu seguirai la tua battaglia, io seguirò quella di Charles. Non pensare che ti disapprovi in alcun modo, solo non voglio esser parte in un’inutile guerra agli umani.  Le guerre sono tutte uguali: sangue, morti, un falso vincitore e un vero perdente. Non c’è vittoria duratura che si basa su una strage.”
“Parole molto sagge.”
“Parole logiche, nulla di più.”
“Quindi ti trasferirai definitivamente alla Xavier’s School?”
“Certo. La base delle operazioni sarà lì.”
“Naturale. Nelle condizioni di Charles sarebbe difficile andare altrove.” L’ultima frase gli sfuggì con una punta di amarezza. La colpa lo appesantiva ancora, un delitto imperdonabile, verso un amico. Erik desiderava un perdono, che non poteva permettersi.
 La mutante salì sul parapetto: aveva in mano una corda. Si lego le ali strette al corpo, così da non poterle spalancare, e, prima che Erik potesse fermarla, si gettò  senza pensare nel vuoto. Era una sensazione nuova, mista tra il panico e l’adrenalina; l’aria le sfrecciava attorno, i palazzi stessi sembravano cadere con lei, che per la prima volta volava senza paracadute, senza la sua consueta sicurezza data dalla capacità di librarsi nel cielo senza sforzo. Colma dell’eccitazione del momento, fu interrotta da due mani forti che si serrarono attorno alla sua vita, e la trascinarono nuovamente in cima all’edificio, dove la lasciarono cadere pesantemente sul cemento con un tonfo.
“Ahi! Mio caro Magneto, potresti essere più gentile! “ replico offesa la ragazza drago.
“Non farlo più. Mai più.” Disse l’uomo con voce roca, rotta dalla fatica. Lentamente planò verso terra e gettò lontano la lastra di metallo che aveva usato come uno skateboard volante.  “Perché lo hai fatto?” chiese , la voce incrinata dalla rabbia repressa a forza. Andromeda si avvicinò, lo guardo nei suoi occhi gelidi: “Volevo vedere cosa si provava ad avere paura. Paura di cadere, di perdere tutto, di non ritrovarsi. Paura di morire.”
“Ebbene, lo hai trovato di tuo gradimento?” ribattè l’altro.
“ No. Non ero io la persona che volevo osservare. Volevo vedere la tua reazione.”
Lei si avvicinò ancora, lo fissò per un istante e quindi lo baciò. Subito lui rispose al contatto, la strinse a sé delicatamente. Sapevano entrambi che quello era il loro ultimo incontro da alleati. La prossima volta si sarebbero trovati su un campo di battaglia. Quel bacio era una promessa, promessa di non ferirsi, non lasciarsi, non dividersi. Rimasero così per secondi, minuti: il mondo andava avanti per gli altri, non per loro.
Si separarono, infine. Andromeda fece qualche passo avanti e spiccò il volo nella notte. Un secondo prima di gettarsi nell’oscurità notturna, si voltò un’ultima volta.
“Addio, mio signore dei metalli.”
Lui sorrise: “Addio, mia regina dei cieli.”


                                                                                                                          ♦♦♦


Grazie per aver letto questa mia One shot piccina piccina. Spero vi piaccia, è la prima volta che scrivo, quindi vorrei ricevere qualche consiglio per imparare e migliorare. Grazie mille!

~Viandante


   
 
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