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Autore: 1a1a_92    24/08/2013    0 recensioni
Sarah una ragazza di periferia che ha deciso di partire e andare via per un anno a New York, è felice ma è anche molto triste di andarsene, perchè questo vorrebbe dire addio alle persone più care a lei che ci sono sempre state che gli hanno sempre dato mille sicurezze! Prima di andare via però le amiche le fanno fare una specie di promessa "Niente innamoramenti per ragazzi wikipedia?". Lei ci riuscirà a mantenerla?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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© Tutto quanto è scritto appartene a Claudia Faverani e non è possibile copiarlo o stamparlo se non con previa autorizzazione scritta.


Cap.1 “Sognando New York!”



“Vestiti per un’ anno, presi, mutande e reggiseni presi pure quelli, custodia delle lenti a contatto prese, liquido delle lenti preso pure quello…beh direi che sono a posto” dissi tra me e me nella mia cameretta.
“Il dentifricio lo hai preso?” urlò mia madre dalla cucina “Merda! Vabbè lo compro li a New York!” urlai a mia volta in risposta. Stavo per partire per un anno a New York e quasi non mi sembrava vero, fra venti quattro ore sarei stata su quel meraviglioso aereo che mi avrebbe portato  negli U.S.A e addio a quella maledetta vita da vent’enne italiana. Stavo considerando quasi l’idea di farmi chiamare con un altro nome quando sarei arrivata la ma alla fine non ho trovato altri nomi che mi piacessero più di Sarah che sarebbe come mi chiamo. Ho vent’anni e vivo a Milano o meglio in provincia di Milano, a parte questo la mia vita è un disastro, non nella realtà del fatto perché ho una famiglia stupenda e e degli amici fantastici ma io ormai da mesi mi sento oppressa da tutto questo, mi sento quasi di valere di più di quello che ho o che faccio. Per questo qualche mese fa ho preso la mia grande decisione andare a lavorare a New York come ragazza alla pari, si insomma so perfettamente che fare la baby sitter a dei marmocchi non è la massima aspirazione della vita ma è il fatto che questo mi porterà a vivere da sola per un anno, a gestire una mia e ripeto SOLO MIA automobile e poi a vivere una vita completamente diversa dalla mia. Non vedo l’ora!
Accartocciando la lista che avevo appena riletto la buttai nel cestino e poi ancora in pigiama andai in cucina da mia madre “Vuoi il caffè?” mi chiese con la moka appena fatta senza dargli risposta feci si con il capo e poi dissi in tono melodrammatico “Forse questo sarà la mia ultima tazza che berrò”, senza pensarci su mi tirò una pacca in testa e poi disse “Non dire scemate perché non ne dovresti pere altre?”, “Semplice perché a New York non hanno la moka ..cosa avevi capito?” prendendo il latte dal frigorifero “Sembrava che dovessi morire da un momento all’altro! Ah comunque io e papà ieri ti abbiamo preso una moka piccola da mettere in valigia”.
Io: “Ma perché?! Ho sempre desiderato bermi il caffè per strada, se si può definire caffè quell’acqua sporca e tu mi hai comprato la moka, mammaaa!”  facendo la finta scocciata e portandomi la tacca verso la bocca “E io che ne sapevo di questo tuo sogno, pensavo che un po’ l’Italia ti sarebbe mancata! Comunque ricordati che quando sarai li non dovrai andare a mangiare tutti i giorni fast food non voglio uan figlia grassa ricordati! Mangia quintalate di verdura, frut….” E come una macchinetta continuò con i suoi soliti discorsi sulla dieta, sul cibo sano, sul rapporto tra carboidrati e proteine per concludere poi con “…. Perché da quando non pratichi più danza ti sei già un po’ ingrassata, per non parlare del fatto che da quando sei tornata dalle vacanze hai messo su qualche Kg!”. Non passava giorno che lei non parlasse di quanto fossi grassa, considerando il fatto che io ero alta un metro e settantacinque e pesavo cinquantanove kilogrammi, e di quanto mi abbuffassi, cosa non vera perché a casa mia non c’era nulla con cui abbuffarsi se non la pasta al kamut e ogni tipo di vegetale esistente al mondo.  “Mi hai capito Sarah?!”, guardandola torva dissi “si maaa ti ho capito! Ora vado a farmi la doccia che poi devo uscire con gli altri” alzandomi dalla sedia feci i primi passi per andare verso il bagno ma lei come una saetta mi bloccò e disse “Dove andate? Devo prendere la macchina?”, ecco un altro punto su cui discutere, la macchina. Mia madre odiava che io la prendessi anche se ormai da quasi tre anni avessi la patente lei si imbestialiva ogni volta e devo essere sincera che non so ancora come mai, ma un giorno ne dovremo parlare. “No mi viene a prendere Veronica!” e senza dargli il tempo di rispondere nient’altro andai a lavarmi.
Ero molto lenta e ci impiegai una buona mezz’ora, appena uscì dalla doccia presi l’accappatoio rosa e poi mi strofinai con l’asciugamano i miei capelli castani lunghi e ricci. Guardando l’orario vidi che erano le sette di sere e fra mezz’ora sarebbe arrivata Veronica “Cavolo! Ma quanto ci ho impiegato!” dovevo ancora asciugarmi, mettere la mousse ai capelli, vestirmi ed infine truccarmi. Correndo in camera vidi che in sala era arrivato mio fratello dal lavoro “ciao Lo!”, lui girando la testa dalla mia parte essendo stravaccato sul divano a guardare la testa disse alzando la voce “ciao! Stai uscendo?”
Io: “cosa te lo fa notare?” saltellando a destra a sinistra nella speranza di far entrare i jeans “Il fatto che stai facendo le cose in fretta e stai saltellando come un canguro” facendoli la linguaccia corsi in bagno a sistemare i capelli e a truccarmi. Alle sette e mezza ero pronta!
 “Scendiiiii!” mi urlò dal telefono  Veronica che stranamente era arrivata in ritardo alzandomi dal divano misi via il cellulare in borsa poi andando all’ingresso mi diedi un’ultima controllata “Escooo!”, “A che ora torni?” disse mio padre dalla cucina “Tempo di mangiare, chiacchiera con le mie amiche e salutarle e torno” dissi sbuffando ma mia madre disse “Torna a casa presto” senza degnare di una mia risposta mi chiusi alle spalle la porta per la grande serata prima della partenza.
   
 
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