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Autore: Sophie Pratt    25/08/2013    2 recensioni
SPOILER!
La caduta non doveva essere durata più di qualche secondo, minuto forse, ma il dolore rendeva la sua concezione del tempo ingannevole.
Quando il fuoco smise di ardere e l’oscurità lo inghiottì, avrebbe giurato che il tormento fosse durato ore ed ore...
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Ottava stagione
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Il fuoco dilagava tutto intorno a lui.
Un bagliore accecante lo avvolgeva.
Stava cadendo.
Proprio come Anna prima di lui.
Il pensiero lo fece rabbrividire, nonostante il calore immenso.
E non solo.
Aveva costretto la sua intera razza ad affrontare quello stesso deplorevole destino.
Erano bloccati al di fuori della loro unica casa, l’eredità di Dio: il paradiso.
Migliaia di angeli stavano cadendo, proprio come lui, in quello stesso istante: gli stessi che saranno poi costretti a vivere una vita mortale, in un mondo a loro completamente sconosciuto.
Dopo moltissimi anni, gli angeli camminavano di nuovo sulla terra.

Un dolore insopportabile fece breccia nei suoi pensieri.
Le sue ali.
Le sue ali stavano bruciando sotto la morsa impietosa del fuoco.
 In quel momento avrebbe dato volentieri la vita, pur di farlo smettere.
Quando Anna parlava della caduta non esagerava paragonandola alla dolorosa sensazione di estrarsi un rene.
Ora che Castiel lo stava vivendo,  iniziava a considerare la sua definizione estremamente riduttiva.
La caduta non doveva essere durata più di qualche secondo, minuto forse, ma il dolore rendeva la sua concezione del tempo ingannevole.
Quando il fuoco smise di ardere e l’oscurità lo inghiottì, avrebbe giurato che il tormento fosse durato ore ed ore.
L’impatto con il terreno gli svuotò i polmoni della poca, preziosa aria che contenevano.
Si abbandonò all’oscurità, cieco e dimentico di tutto, tranne che del suo dolore.
Minacciava di schiacciarlo. Aleggiava sopra di lui come un nero sudario.

Aprì gli occhi restio ad abbandonare quell’unico luogo sicuro, dentro di sé.
Era caduto in un boschetto.
L’aroma di muschio e l’umidità riempivano l’aria.
Si alzò, facendo scricchiolare il manto di foglie secche sotto di lui. I possenti tronchi torreggiavano sopra di lui, scuri ed imperturbabili, nel loro secolare torpore, creando un cielo verdeggiante di foglie di ogni forma e dimensione.
Tutto era diverso ora.
Effimero.
Lui stesso lo era.
Riusciva a cogliere sensazioni mai provate prima.
Sentiva tutto in modo così chiaro e definito...
La ruvida corteccia degli alberi, la morbidezza delle foglie, il tocco dell’umidità sulla pelle…
Si fece strada verso i confini del bosco, ed eccolo.
Uno spettacolo mozzafiato.
Meraviglioso e doloroso al tempo stesso.
I suoi fratelli e sorelle continuavano a cadere.
Squarciavano  il cielo con una scia di luce abbagliante.

Dean…

Doveva trovare Dean.
Non sapeva dove fosse, nè come raggiungerlo, ma si avviò a passo deciso.
Solo.
Verso l’inospitale nuovo mondo.
  
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