25.O8.2O13 — ℬuon ℭompleanno.


La mano destra scivolò tra i lunghi capelli, ben accorta a non interrompere il leggero sonno che si era impadronito della gemella. Il viso di lei pareva pacifico e rilassato, le lunghe ciglia chiare si muovevano impercettibilmente seguendo il pacato ritmo del suo respiro; le palpebre tremavano appena nel sonno, mentre la sua bocca rosea restava dischiusa in cerca di ossigeno. Gentilmente la mancina di Sergey scivolò sotto il leggero lenzuolo che ricopriva i loro corpi, unica fonte di calore in quella stanza oltre a loro stessi, andando poi ad accarezzare il contorno di quelle labbra fini, a lui così familiari.
Non era passata da molto la mezzanotte, quando Sergey aveva deciso di abbandonare il proprio letto per raggiungere la stanza della bielorussa dall’altra parte della casa: ricordava ancora come lei quella stessa notte di un anno fa si fosse presentata alla porta della stanza di lui, avvolta in un leggero lenzuolo di lino e con un’espressione imperturbabile in viso. Eppure i suoi occhi brillavano, luccicavano allora quanto in ciascun 25 agosto già trascorso.
Sergey sorrise al ricordo di come quella notte lei fosse apparsa soddisfatta nel vederlo sveglio, in attesa del suo arrivo. Questa volta era stata la gemella ad aspettarlo, ed entrambi sapevano che avrebbero passato la giornata assieme a partire dalla mezzanotte; quell’incontro annuale era ormai diventato come un rito tra i due bielorussi, qualcosa che facevano solo per loro stessi e a cui soltanto loro sapevano dare un pieno significato. Raramente si erano scambiati dei doni durante la data che segnava la loro unione, semplicemente non ne sentivano il bisogno: Natalia era il miglior regalo che si potesse donare a Sergey e Sergey era il migliore per Natalia.
Nessuno riusciva facilmente a capire il folle attaccamento che l’uno aveva nei confronti dell’altra, ma a loro non importava essere compresi. Sapevano di appartenersi.
La gamba di Natalia s’insinuò tra le sue e le dita fredde strinsero con forza la presa sul suo fianco, mentre la bocca si abbandonava un leggero mugolio. Sergey si ritrovò osservato da un paio di iridi violacee identiche alle sue.
« … non dormi? »
Le parole frusciarono leggere tra le labbra di lei, sussurrate. Il bielorusso allontanò le falangi dalla sua bocca, lasciando che si fermassero per qualche istante sulla pallida pelle della sua spalla.
« Non ho sonno. »
Abbandonò le proprie dita ad un lento accarezzare, scivolando delicatamente sulla sua schiena nuda; la mano di Natalia compì il gesto opposto, risalendo la schiena del gemello ed andando a stringersi sulla sua spalla.
« З'яўляецца сёння.»
( È oggi.)
La sua bocca consegnò quella constatazione premendo le labbra sulla pelle del petto del gemello.
« … да. Шчаслівы дзенься стры. »
( Sì, auguri sorella. )
Sergey si scostò appena, inclinando il capo verso il basso, verso di lei; Natalia alzò le ametiste e con le dita gli sfiorò il viso, mentre la bocca si sporgeva a concedergli un lieve bacio a fior di labbra.
« Шчаслівы дзень брат. »
( Auguri fratello. )
Il bielorusso la strinse a sé, sussurrando appena il loro nome.
‹ Беларусь. ›
Venticinque agosto millenovecentonovantuno, il giorno in cui le nazioni riconobbero la loro indipendenza, il giorno in cui si appropriarono della loro bandiera, della loro libertà.