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Autore: light_and_blue    25/08/2013    1 recensioni
Alice ha la sua vita e i suoi problemi, ma cosa succederebbe se si soffermasse a osservare qualcuno che, invece, l'ha sempre notata tra la folla?
One shot senza pretese...se cercate un po' di tenerezza, forse qui potrete trovarla.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Murales
 

 


“Perché anche se stare con te non è come bere un caffè, io ci sarò quando vorrai: sarò nascosto tra i ricordi, ma tu mi vedrai...”

 
Oddio. Quelli erano i segnali che supportavano la tesi sul declino dell'umanità. Quella scritta, impressa sul muro di un palazzo con una bomboletta rossa, era la più stupida, squallida e triste che Alice avesse mai letto in vita sua. Le persone che scrivevano quel tipo di frasi, per lei, erano dei disperati che avevano seri problemi a esprimere il loro affetto in modo normale. Vandali. Ecco, aveva trovato il termine giusto per descriverli.
La ragazza era persa in questi pensieri quando notò dall'altra parte della strada, illuminato dalla luce di un lampione, un ragazzo con una bomboletta di vernice nera in una mano e una busta nell'altra, che camminava nella sua direzione. Si fermò poco distante da lei. Probabilmente era un altro di quei pazzi che voleva approfittare della mancanza di luce per imprimere su di un muro i sentimenti che provava per la ragazza del suo cuore.
La giornataccia di Alice peggiorava ogni secondo di più. All'università i professori le avevano aspirato l'anima. Se poi si aggiungeva l'ennesima litigata con il suo ex, che non voleva saperne di lasciarla in pace, la negatività della ragazza era perfettamente comprensibile. Adesso ci si metteva pure il “romanticone” di turno! Che orrore: avrebbe dovuto osservarlo mentre scriveva! Maledetto autobus che non si decideva ad arrivare! E maledetto inverno: erano solo le cinque ed era già buio! In quel momento, l'unica consolazione che aveva, era la sua musica: con le cuffie nelle orecchie si sentiva un po' più sollevata.
Osservò incuriosita il ragazzo misterioso: si era seduto per terra e, dalla busta, aveva tirato fuori altre bombolette colorate. Che strano, a cosa gli sarebbero serviti tutti quei colori, se avesse dovuto scrivere soltanto una misera frase smielata? La domanda di Alice ricevette una risposta quando il ragazzo cominciò a delineale i contorni di qualche figura. Oh. Stava facendo un murale.
I murales le piacevano. Non li considerava atti vandalici, perché erano artistici, decorativi, e spesso anche molto belli. Alice non si rese nemmeno conto di aver appena perso l'autobus, ipnotizzata com'era dal movimento sicuro del ragazzo. Anzi, se ne accorse solo quando proprio lui si girò verso di lei, quasi per controllare che non fosse andata via, per poi riprendere la sua attività.
Dopo una buona mezz'ora, il murales era finito. Alice lo guardava a bocca aperta. O meglio: il suo sguardo stupito saettava dal murales al ragazzo, che si era girato verso di lei. A un certo punto, le si avvicinò e le si sedette accanto. Osservandolo più da vicino, si rese conto di averlo già visto più volte a quella stessa fermata: prendeva sempre il suo stesso autobus.
“Ti piace?” chiese lui con nonchalance, guardando un punto imprecisato all'orizzonte.
“Io...è...è davvero...bellissimo!”
“Bene. Perché l'ho fatto per te, se non l'avessi già capito.” A quel punto si alzò e fece per andarsene.
“A-aspetta! Posso...posso venire con te? Magari, non so, facciamo un giro...? Tanto l'autobus l'ho perso!” la ragazza decise di buttarsi. Non sapeva perché, ma sentiva il bisogno di conoscere quella persona. Sentiva il bisogno di capirla e di scoprirla. Non le bastava vederla alla fermata ogni tanto.
Il ragazzo si aprì in un sorriso. Alice perse un battito: era bellissimo.
“Mi chiamo Alessio.”
“I-io sono Alice.”
Si allontanarono, continuando a conversare e a conoscersi, finché le loro voci non si persero nel buio.

Era rimasto solo quel murale, illuminato dalla luce del lampione: una ragazza di profilo, mora. Con le cuffie nelle orecchie.

 

 

*Angolino "autrice"*

Beh, cosa dire...non prendetevela troppo per la stupidità di tutto ciò, è una one shot senza troppe pretese. Anche abbastanza inverosimile. Ma, diciamoci la verità, chi non si è mai fatto qualche filmino del genere in testa? Ah...tutti? Vabbè, allora sparisco. Però, giusto a titolo informativo, volevo dirvi che quella scritta oscena l'ho davvero letta sul muro di un palazzo della mia città. Non sapevo se ridere o piangere... E dopo questa dimostrazione di coraggio (ho pubblicato la mia seconda one shot! Yay! Immagino che siate tutti molto contenti! *Ma tutti chi?* D:), vado a rintanarmi nella mia stanzetta. Addio!

Saluti, L&B! <3

  
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