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Autore: MaryElizabethVictoria    26/08/2013    1 recensioni
In una nuova StoryBrook, ricca di vecchi e nuovi personaggi, una nuova regina cattiva decide di sfruttare la maledizione per pareggiare i conti con la sua antica rivale, la Principessa Aurora, separandola dal suo vero amore. Ravenna non immagina però che le sue macchianzioni finiranno col riportare alla luce il suo stesso passato e la sua tormentata storia con Rumpelstiltskin, il demone con cui strinse il patto che fece di lei la più bella del reame...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aurora, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nel regno di re Morpheius erano in corso i preparativi per ricevere degnamente un ospite di riguardo come ve ne erano ben pochi. Da molti giorni ormai il principe Philip e il suo seguito erano in marcia per raggiungere quelle terre dove si sarebbe celebrato il matrimonio del loro signore. Il popolo gioiva a inneggiava al loro passaggio perchè il valoroso principe era ben conosciuto e amato anche al di fori del suo regno.. .Non esisteva un altro cavaliere che lo eguagliasse, si diceva, nè un eroe più prode e galante, generoso verso i più poveri e giusto verso i suoi nobili. Non appena i suoi ambasciatori si erano presentati alla corte di Morpheius recando la proposta di matrimonio il sovrano li aveva subito accolti con grandi onori e aveva di cuore acconsentito promettergli in sposa la sua unica figlia, una creatura di rara bellezza chiamata Aurora.

Una notizia così lieta fece presto il giro dei regni, in ogni locanda si brindava alla felicità dei due futuri sposi. Vi era un unico luogo nel regno dove non si era mai accennato a una simile prospettiva, un luogo segreto che di rado le notizie provenienti dal mondo esterno riuscivano a penetrare. Accanto al palazzo si ergeva infatti una possente torre,sorvegliata da cento tra i più fedeli cavalieri, dove da sempre dimorava la principessa Aurora.

Il motivo per cui fosse tenuta confinata lassù era ignoto ai più , tuttavia il re era stato categorico, disponendo che sua figlia rimanesse lì sorvegliata giorno e notte da uomini di sua fiducia. L'unica persona che aveva ottenuto il permesso di farle visita nella solitudine della torre in cui viveva, separata dal resto del mondo era la regina Amelia, che passava quanto più tempo possibile a confortarla e farle compagnia.

La giovane principessa passava le sue giornate a leggere ogni genere di libro su cui riusciva a mettere le mani, sognando incessantemente il giorno in cui sarebbe potuta uscire dalla torre e vivere una di quelle avventure in prima persona.

Quel giorno giaceva abbandonata languidamente sul letto, quasi non sentì annunciare l'ingresso di sua madre, al cui passaggio le guardie alla porta si scostarono ossequiosamente lasciando entrare insieme a lei un prezioso spiraglio di luce nelle sue stanze buie.

-Dovresti aprire quelle tende ... non ti fa bene tutta questa oscurità- disse con apprensione.

-A che scopo?- rispose Aurora in un sospiro- Per poter guardare dalle mie finestre tutti gli altri vivere liberamente la propria vita ... mentre io devo restare chiusa in questa torre, sorvegliata giorno e notte come una prigioniera ignara del crimine che ha commesso.

-Sei di malumore, per questo parli così- la regina sorrise comprensiva, sedendosi accanto a lei- andiamo perchè non ti tiri su, come si conviene a una principessa e non vieni con me sul balcone a prendere una boccata d'aria fresca? Non è certo volontà di tuo padre che tu ti riduca in questo stato.

- La volontà di mio padre dev'essere diventata follia se intende vedere la sua stessa figlia consumare i suoi giorni nella prigionia!- ribattè la principessa con amarezza- Mi è consentito di lasciare queste stanze poche volte in ricorrenze particolari e sempre sotto stretta sorveglianza. Come se tutti si aspettassero che possa capitarmi qualcosa di orribile!

-Aurora- la apostrofò la madre con severità- Considera che ogni cosa che tuo padre fa la fa esclusivamente nel tuo interesse, il mondo fuori è estremamente pericoloso per una fanciulla inesperta come te, ma finchè resterai in questa torre sarai protetta e al sicuro. Lo so che è difficile ... ma devi fidarti di lui.

-Sei venuta per dirmi qualcosa di particolare, o solo per giustificare il suo comportamento da stolto, come al solito?- la sua voce lasciava ben intendere tutta la sua amarezza.

La regina Amelia ne fu devastata, ma decise di non darlo a vedere. Dopotutto tutta quella farsa sarebbe finita presto , si disse, e doveva ricordare che era solo per il bene di Aurora che tutto era stato pianificato. Nessun altro motivo avrebbe potuto convincerla che quello che stava per fare era la cosa giusta.

-Figlia mia diletta- esordì con tutto il suo regale contegno- tu hai un padre che ti adora e che ha deciso di mettere fine alle tue sofferenze e a questa reclusione dandoti ...una lieta notizia. Il prode principe Philip sta per giungere in questo regno con il nobile proposito di chiedere la tua mano. Dopo che avrai accettato è volontà di tuo padre che tu possa lasciare per sempre questa torre e diventare la regina che ti abbiamo cresciuto per essere... accanto a Philip.

Sul bel volto di Aurora tutto quello che si poteva leggere ora era il suo completo stupore. Sapeva quale dispotico tiranno potesse essere suo padre ma mai avrebbe immaginato potesse arrivare a tanto.

-E' dunque questo il prezzo che mi si impone per lasciare la torre?- ribattè con fervore- Passare da una prigione a un altra? Diventare una proprietà di questo Philip come ora lo sono del re mio padre? Io non sono un oggetto da poter passare di mano in mano!

-Ora basta signorina, tu farai come ti è stato ordinato-la interruppe la regina, anch'ella alterata- tra tre giorni sposerai il principe Philip e da quel momento passerai ogni momento della tua esistenza a cercare di essere una buona moglie per lui!

-No madre- la fronteggiò Aurora- non è questo che voglio per la mia vita.

-E che cosa vorresti, dimmi?- la regina le sia avvicinò per carezzarle il viso.

Aurora ricambiò il suo sguardo con tenerezza, quanto desiderava che almeno lei potesse capirla...

-Io voglio l'avventura!- rispose senza esitazioni - io voglio provare tutto quello che il vasto mondo può offrire prima di legarmi per la vita a qualcuno!Ci sono così tante terre inesplorate al di là dei mari...pensate madre, creature che nessuno a mai visto e di cui non si è ancora scritto...e forse io potrei...

- Ma cara, sai così poco del mondo e di cosa ci sia là fuori...- la interruppe Amelia con l'indulgenza tipi ca che si mostra verso i bambini- la vita vera non è come quella che leggi in quei tuoi libri sui pirati...finchè ubbidirai a Philip sarai sempre protetta, nessuno ti potrà far del male.

- Quello che so per certo è che non voglio fare da serva a un uomo per il resto dei miei giorni anche se costui è un re... io non voglio essere come te!!!

Amelia si ritrasse come se l'avessero schiaffeggiata. Seguì un pesante silenzio in cui ciascuna delle due donne evitò accuratamente di guardarsi.

-Benissimo se è questo che pensi...

-E' questo che penso- insistette la principessa con ostinazione- forse hai ragione, non conosco molto del mondo là fuori... non sono mai andata oltre le mura di questo palazzo...ma so una cosa per certo: che non permetterò a nessuno di portarmi via la mia vita!

 

- Non permetterò a nessuno di portarmi via la mia vita!- dichiarò Alice, irrompendo nell'ufficio di suo padre col suo miglior cipiglio battagliero.

-Il signor Gold non è nessuno- la corresse pigramente suo padre, senza smettere di aspirare in tutta calma dal suo sigaro cubano- e se sei venuta per aver il mio parere ti ha fatto un'offerta molto generosa per rilevare quello che resta della tua piccola attività.

-Sono venuta per aver una spiegazione- lo incalzò Alice sbattendogli in faccia una pila di documenti provenienti dai loro legali- che diamine significa questa?

Il signor Stone non si prese nemmeno il disturbo di darci un'occhiata, tanto sapeva benissimo a cosa la figlia si riferiva. Il maneggio era solo l'ultima delle numerose proprietà che gli Stone , una volta potenti e rispettati a Storybrook, erano stati costretti a vendere per far fronte allo stile di vita estremamente dispendioso del capofamiglia. Incurante delle loro pessime finanze il signor Stone continuava a frequentare il country club, a mangiare solo nei ristoranti più raffinati e ad uscire in compagnia di signorine dai gusti piuttosto dispendiosi, convinto che uno Stone non si meritasse niente di meno. Sua figlia Alice al contrario aveva lottato con le unghie e con i denti per salvare quell'attività, lasciata loro in eredità dalla madre in parti uguali. Gli affari non andavano bene purtroppo, era come se gli investitori si fossero messi d'accordo per rovinarli!

-Sono tempi difficili Alice, la nostra economia è in recessione-le disse come se stesse spiegando le tabelline a un bambino particolarmente recalcitrante- mantenere quel posto ci costava più soldi di quanti ce ne facesse guadagnare... in più non abbiamo più denaro per pagare chi si occupa di quelle bestiacce e noi Stone non siamo certo fatti per sporcarci le mani, dico bene?

Quella sua dannata aria di superiorità non fece altro che riempire la giovane donna di un nuovo furore. Ora, suo padre poteva anche aver venduto la sua parte a Gold per pochi spiccioli, ma il restante cinquanta per cento dell'attività restava sua di diritto e lei sarebbe morta prima di firmare quelle carte.

-Quel maneggio era il posto che la mamma amava di più al mondo- disse la ragazza- davvero non ti importa niente che cada nelle mani di quello spregevole approfittatore?

-Tua madre era una sciocca sentimentale- le rispose burbero suo padre- ho sempre creduto che tu somigliassi di più a me almeno per quanto riguarda la gestione degli affari, ma a quel che vedo alla fine le femmine sono tutte uguali... Dammi retta tesoro, firma quelle carte da brava bambina e levati il pensiero.

Alice fremeva di rabbia, ma si impose di controllarsi. Certo era increscioso vedere come il signor Stone si permetteva di parlare di quella santa donna che era stata la sua compianta moglie. Di salute estremamente cagionevole, dopo aver dedicato la sua intera vita ad accudire sia lui che la figlia si era spenta ,si diceva in giro, per i troppi dispiaceri che i continui tradimenti del marito le avevano provocato.

-Sai non m'importa se non vuoi aiutarmi...troverò da sola il denaro che mi serve per riscattare anche la tua parte!- asserì fieramente Alice.

-Ah, le femmine...- imprecò suo padre, infastidito- e dove conti di grazia di trovare quella cifra? Lo sai che i soldi non crescono sugli alberi vero?

-Li chiederò a Philip - ribattè prontamente Alice.

Ah, onesto, irreprensibile e fedele Philip!Era davvero il fidanzato perfetto... Lui che non le negava mai nulla ed era sempre pronto a sostenerla in tutte le sue scelte di certo non avrebbe mosso obiezioni a prestarle quel denaro. Dopotutto la sua famiglia era talmente facoltosa che non sarebbe stato un problema per lui avere accesso a quella cifra, si disse, già probabilmente non si sarebbe nemmeno disturbato a chiedergliela indietro. E perchè avrebbe dovuto, visto che a breve l'avrebbe comunque sposata...

-Tu vivi proprio nel mondo dei sogni non è vero Alice? - la schernì suo padre- quel bamboccio del tuo fidanzato è ancora più sprovveduto di te quando si tratta di affari...si dà il caso che tutto il suo denaro sia investito in un fondo fiduciario a cui lui non avrà accesso prima dei trent'anni. Fino ad allora il suo stesso mantenimento è a carico del buon cuore della sua matrigna. Ah , quella donna si che non ha paura di niente!

-Quella donna che tu ammiri tanto non è altro che una squallida approfittatrice esattamente come il signor Gold!- ribattè Alice, che si sentiva disgustata dal solo pensiero che suo padre si complimentasse apertamente con quel genere di donna mentre alla buon'anima di sua madre aveva riservato solo commenti acidi e cattiverie, sia adesso sia quando era in vita- Non può di certo avere più della mia età o di quella di Philip e non ha certo sposato suo padre per amore!!Dicono che il padre di Philip non fosse neanche il suo primo marito e che alla signora capiti spesso di sposare uomini facoltosi .... per poi improvvisamente rimanere vedova!

Erano voci molto diffuse in paese, da Granny praticamente non si sparlava d'altro che dell'affascinante signora Raven, la più giovane e allegra vedova che Storybrook ricordasse. Praticamente solo Philip non prestava attenzione a quei pettegolezzi, sostenendo invece che la sua matrigna fosse davvero prostrata per la scomparsa prematura del marito e che lo shopping sfrenato,le continue feste a casa loro e le uscite nei locali notturni fossero solo il suo modo di sfogare il dolore e reagire a quella perdita terribile.

-Qualsiasi cosa tu abbia da dire sul suo conto,non mi farai certo cambiare idea- le ricordò il signor Stone con aria di sufficienza - non intendo sborsare un altro centesimo per tenere in piedi quella catapecchia e francamente non capisco il motivo di tanta ostinazione da parte tua.

Alice gettò uno sguardo alla fotografia della sua famiglia incorniciata sulla scrivania di suo padre, volti sorridenti che simulavano una pace e una felicità che quella casa non aveva mai realmente conosciuto. Forse era stata tutta quella ipocrisia ad avere la meglio sulla fragile salute di sua madre, dopotutto...

-La mamma avrebbe capito- disse tristemente, prima di andarsene come una furia sbattendo la porta dell'ufficio.

 

Quella notte Aurora non riuscì a prendere sonno, era ancora troppo arrabbiata per la discussione di quella mattina, troppo delusa dal comportamento egoistico dei suoi genitori. Forse lei non sapeva ancora che cosa voleva davvero ma come avrebbe potuto scoprirlo senza che nessuno le desse un'occasione?

Bastò lo scricchiolante rumore della porta per farla drizzare immediatamente in piedi. Nessuno veniva mai nella torre a quell'ora tarda, nemmeno i servi si sarebbero mai avventurati per quelle scale tortuose nell'oscurità.

-Chi c'è ?- domandò la principessa ad alta voce- mostra il tuo volto, è un ordine!

- Shhh abbassa la voce- le disse una figura incappucciata che si rivelò essere sua madre- abbiamo poco tempo, coraggio vestiti e metti questo mantello...- aggiunse porgendole la cappa che indossava.

-Madre, che cosa significa?- domandò Aurora, sconcertata.

La regina le sorrise con dolcezza.

-Avevi ragione oggi quando hai detto che non è giusto che siano gli altri a decidere della tua vita. Io stessa ho ceduto alle pressioni dei miei genitori quando hanno scelto il mio sposo e ...bè, possiamo dire che il mio matrimonio non è stato esattamente un successo. Non voglio che anche tu alla mia età debba avere dei rimpianti...perciò vai, lontano da qui, cerca da sola la persona che ti renderà finalmente felice.

-Mamma per quello che ho detto oggi, io non intendevo...

-Lo so cara lo so...ma ora devi fare presto. Ho detto alle guardie che sono di sotto che volevo dare la buonanotte a mia figlia, se ci metto troppo potrebbero insospettirsi... Là fuori è molto buio e se indosserai il mio mantello ti scambieranno facilmente per me. Recati al porto seguendo la strada principale, è l'unica col selciato di pietra non puoi sbagliare... lì ho corrotto un ufficiale della marina che ti porterà dovunque tu voglia andare.

Aurora fece quello che le veniva chiesto senza indugiare, impressionata dal coraggio di quella donna che stava rischiando tutto per la felicità di sua figlia.

-Vieni con me mamma, andiamocene insieme- propose Aurora- possiamo ricominciare da un'altra parte, lontano da qui...

-No- affermò la regina Amelia con fierezza - il mio posto è qui accanto all'uomo che ho sposato. Non importa se non lo amo o sei lui non ha amore per me...rimane pur sempre mio marito e il matrimonio è un vincolo sacro. Scegli con saggezza quando verrà il momento perchè resterai legata a quella persona per tutta la tua vita. Segui solo il tuo cuore e trova colui che ti darà la felicità.

-Lo farò...- disse Aurora- ... e non mi arrenderò finchè non ci sarò riuscita.

 

-Mi arrendo...- sospirò la ragazza.

Alice si trovava semi accasciata sul bancone di Granny, Ruby si era appena rifiutata di servirle l'ennesima tequila ed era andata a chiamare Philip perchè riaccompagnasse a casa la sua fidanzata, che non poteva certo guidare in quelle condizioni.

Il mondo era tremendamente ingiusto, pensò amaramente fissando il fondo vuoto del suo bicchiere... Nessuna banca le aveva concesso il prestito di cui aveva bisogno nonostante le garanzie che lei gli aveva offerto, nessuno di quei codardi voleva mettersi contro il signor Gold o intromettersi nei suoi affari, così sarebbe stata pressoché costretta a cedergli la sua quota del maneggio o affrontare il fallimento.

-Brutta giornata?

La ragazza sollevò lo sguardo verso la donna che aveva parlato, una bionda dall'aria sofisticata in tailleur nero dall'aspetto vagamente familiare.

-Alice non è vero?- proseguì lei- Il caro Philip mi ha molto parlato di te...sono contenta di conoscerti finalmente di persona.

Ecco dove l'aveva già vista, realizzò improvvisamente,la casa di Philip era praticamente tappezzata di fotografie della sua matrigna il cui miglio pregio non era certo la modestia.

-Raven...è davvero starno incontrarti...qui- biascicò la ragazza, cercando di sistemarsi i capelli per apparire almeno presentabile- non sapevo che frequentassi Granny...

-Diciamo che non è esattamente il mio genere di locale, infatti sono venuta qui solo per parlarti, sciocchina!- le rispose quella con un gesto noncurante della mano ingioiellata- un uccellino mi ha detto del tuo piccolo problema e allora ho pensato...che diamine, sta per sposare il mio Philip,siamo praticamente una famiglia!Per questo ho deciso che ti aiuterò diventando tua socia nella gestione di quel... coso- per- i cavalli o come si chiama...

Alice la guardò scettica.

-E' davvero generoso da parte tua- disse cautamente- ma ...la metà della proprietà si trova già nelle mani del signor Gold e la restante parte...bè, non è decisamente messa bene.

Ma Raven non sembrava minimamente scoraggiata dalle sue obiezioni.

-Allora vorrà dire che dobbiamo darci da fare, ma ci sarà tempo per discutere dei dettagli...quanto a Gold non ti devi preoccupare , abbiamo già fatto affari insieme in passato... di sicuro non si rifiuterà di cedermi la sua parte. Allora siamo d'accordo?

-Io...certo , non vedo l'ora- disse Alice, ancora non capiva le motivazioni di quella donna ,ma era comunque contenta di non dover rinunciare al suo maneggio. Per ora quella soluzione sarebbe bastata.

-Splendido!- esclamò Raven -Sento che noi due faremo grandi cose insieme...

 

-Come avete potuto lasciarla andare?- sbraitò Morpheius -Questa vostra disobbedienza vi costerà la vita!

-Non temo la morte- rispose pacatamente la regina- e tutto il male che potevate farmi me lo avete già fatto in vita. Aurora sarà felice solo lontano da qui...non mi interessa altro.

- Almeno qui sarebbe stata protetta, andando in sposa al più valoroso principe di queste terre sarebbe stata al sicuro! Ma ora che è là fuori da sola Ravenna la troverà facilmente... ha giurato che mi avrebbe distrutto, ha giurato che me l'avrebbe portata via... e quando accadrà sarà solo colpa vostra!

-Colpa mia?- lei gli riservò uno sguardo sprezzante- ditemi ,mio diletto, chi ha attirato le ire di quella strega sulla nostra famiglia? A quest'ora Aurora sarà lontana da qui , dove le colpe di suo padre non la potranno raggiungere.

 

Raven si trovava nel lussuoso salotto della sua abitazione,con addosso una lunga vestaglia di seta nera bordata di pizzo che lasciava ben poco spazio all'immaginazione. Era intenta a versarsi un drink quando udì bussare alla porta principale. Aveva dato alla governante la serata libera per potere accogliere lei stessa la visita che stava aspettando.

-Gold, puntuale come sempre...- lo salutò languidamente.

In qualche modo la divertiva sempre provocarlo.

-Onoro sempre le mie promesse- rispose lui compito, fingendo di non notare nemmeno la scollatura della vestaglia- questi sono gli atti di proprietà che desiderava, l'intero patrimonio Stone come aveva chiesto- aggiunse porgendole un plico di documenti che la donna degnò a malapena di uno sguardo.

-Ottimo, confido che un assegno vada bene per la cifra che avevamo pattuito...- disse porgendogli il foglietto di carta intestata,sul qual non lasciò la presa finchè lui non la guardò negli occhi, la mano dell'uomo indugiò un secondo più del necessario su quella di lei prima di prendere l'assegno.

-Cosa c'è?Vede qualcosa che la interessa per caso?-domandò Raven con una finta voce da ingenua.

-Quello che io trovo molto interessante, mia cara, è come mai mi ha chiesto di rovinare finanziariamente quel povero Stone fino a togliergli anche l'ultima delle sue proprietà, per non parlare di quel maneggio fatiscente...

Ravenna sorrise in maniera inquietante.

-Perchè anche io onoro sempre le mie promesse.

 

 

 

 

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