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Autore: Coder    26/08/2013    0 recensioni
Come la vita, la guerra è sacrificio.Piegati nell'animo, e in una situazione drasticamente suicida, dodici persone affrontano la terribile realtà del loro mondo, sperando di riuscire a portarvi una svolta.
-Storia scritta per il concorso "Finiamola-
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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La Partenza

23 Gen. 3165

Ore 00.18
Ciao mamma.Oggi è il grande giorno.E’ iniziata la nostra operazione ed io sto per partire con la squadra.Non nascondo di avere paura.Non sappiamo a cosa andremo incontro, ne quanti di noi faranno ritorno a casa.Io vorrei tanto rassicurarti e dirti che andrà tutto bene ma...non è così.Il nostro è un attacco disperato.Cercheremo di fare del nostro meglio questo è certo.E’ pieno di persone molto valide, ma anche di cadetti come me.Non capisco neanche perchè mi abbiano scelto.Che siano a corto di soldati?E’ probabile.Ho paura.Vorrei essere qui a dirti che va tutto bene e che sarà una passeggiata, ma la guerra oramai è persa.Questo è la nostra ultima operazione contro i Kalar.Ora loro sono alle porte.Ci rivediamo quando torno.Ti voglio bene mamma.

L’olodiario si chiuse.Nero era nel suo angusto alloggio e non riusciva a prendere sonno.Quello era il suo ultimo messaggio per la sua famiglia.La sua armatura a placche dalle tonalità blu e grigie torreggiava nell’angolo della stanza, quasi come un monito.Il briefing della missione, nel pomeriggio, gli aveva permesso di vedere in faccia gli altri membri della squadra e di apprendere quanto disperata fosse la situazione.

“-I Kalar, sono alle porte.Noi di Yros, abbiamo intenzione di sferrare un attacco congiunto con le forze di Meynor.La nostra, tuttavia sarà un’operazione segreta e portata avanti da una squadra ristretta.Permettetemi di farvi un riassunto della situazione.

3150-Inizia la guerra fra le città per il controllo del pianeta

3160-Arrivano i Kalar

3164-Le maggiori città cadono per mano dei Kalar

3165-La nostra operazione

Non sappiamo niente di loro.In cinque anni di guerra siamo malapena riusciti a studiare il loro organismo.Non sappiamo da dove sono arrivati e perchè ci hanno attaccati.Noi troveremo una risposta a queste domande.E’ questa la nostra missione.Uno scienziato di Stevior ci ha mandato un messaggio prima che la città fosse sopraffatta.Ha criptato una serie di file nella torre di ricerca, dove asserisce di aver capito la natura dei Kalar e un modo di ricacciarli da dove sono venuti.Il nostro compito è quello di penetrare nella città mentre le forze di Meynor ci aprono la strada in un attacco massivo contro i Kalar, e di recuperare quei dati.-

-Perchè diavolo non li ha inviati direttamente prima che la città fosse presa?- disse una soldatessa dai capelli biondi

-Una simile mole di dati sarebbe stata facilmente intercettabile dai Kalar.La loro tecnologia gli permette di intercettare i dati ad alta frequenza, motivo per cui se avesse inviato il pacchetto dati non sarebbe mai arrivato.-”

La sostanza del piano esposto durante quell’incontro era stata che loro dovevano andare al centro di un inferno in guerra, dietro le linee nemiche, prendere i dati e uscirne pure vivi.Solo che oramai era chiaro che Yros stava lanciando questo ultimo attacco disperato prima di cadere.Yros, la sua bella città.Dove era cresciuto e vissuto per anni, nonostante la guerra incessante.Altissimi edifici bianchi la facevano da padrone, mentre un cupola elettromagnetica proteggeva dalle bufere di neve incessanti in quella regione.Era una enorme metropoli.Ma fra poco non sarebbe esistita più.

“-Ci muoveremo grazie a dei cargo da trasporto, ad una velocità base cercando di evitare le zone più calde.Saremo tagliati fuori dalle frequenze radio per evitare di essere rintracciati, le uniche attive saranno quelle a corto raggio-”

In poche parole avrebbero brancolato nel buio, da soli.

“La prima tappa è Alyna, che come ben saprete è nostra alleata.Avremo riparo per un’ora al massimo nei loro territori, dopodichè ripartiremo.E di li in poi ci dovremo arrangiare.Buona giornata soldati, tenetevi riposati per domani”

Un bel modo per lasciare i propri uomini.In realtà a Nero non sembrava che il capitano Sylo fosse molto convinto di quella operazione.Forse anche lui era consapevole che sarebbero andati a morire.I cargo erano ormai in movimento.Una bufera di neve impazzava, come al solito.La neve era così fitta, che non si riusciva a vedere niente a pochi centimetri dal finestrino.Una strana sensazione di inquietudine stava lentamente prendendo il controllo di Nero, mentre cercava di scrutare inutilmente l’esterno.Con lui sul cargo c’erano altri tre soldati.Alla sua sinistra una ragazza.Aveva i capelli castani raccolti in una coda, e vestiva un’armatura molto leggera di un verde scuro e rovinato.Il casco sottobraccio riportava un unico visore frontale molto sottile ed un respiratore al livello della bocca.Un grosso fucile di precisione a celle era al suo fianco.Davanti a Nero un’altra ragazza giovane.Aveva i capelli rasati e gli occhi di un verde intenso.Portava un’armatura a placche pesante di un azzurro glaciale.L’elmo che aveva sulle gambe aveva più strati di protezione e recava più fessure per gli occhi e un piccolo respiratore per la bocca.Alla destra di lei c’era un uomo sulla quarantina.La sua armatura era medio-pesante e di un forte colore blu, le placche più piccole del normale ed incastrate fra loro solo in alcuni punti vitali.Sulle gambe aveva delle piccole tasche metalliche per dell’attrezzatura.Era evidentemente un tecnico.Il suo casco montava dei visori laterali sincronizzati con il visore frontale  formato da più punti in grado di dare una maggiore visione tridimensionale.

Il silenzio attanagliava il cargo.All’improvviso, la ragazza rasata ruppe il silenzio
-Pensate che funzionerà?-
Tutti la guardarono con un sguardo eloquente
-Voglio dire, pensate che sopravviveremo, che torneremo a casa?-
L’uomo al suo fianco rispose -E’ un’operazione di fortuna questa.La nostra città è in ginocchio, i soldati stanno finendo.Non è una menzogna dire che siamo noi l’ultima speranza.Forse le informazioni che porteremo indietro ci permetteranno di vincere contro i Kalar-
-O forse alla fine saranno inutili anche le informazioni dello scienziato- la ragazza castana parlò.Era la paura, a guidare le sue parole, questo era chiaro.
-Forse non torneremo indietro.Ma di sicuro quei dati riusciremo a farli arrivare in qualche modo- disse Nero.
-La città è stata completamente presa dai Kalar.E’ una follia spedirci la dentro, questo lo riconosco- aggiunse l’uomo -ma dobbiamo farci forza e portare a compimento la missione-
-Piacere, io sono Axton, uno dei tecnici del gruppo- L’uomo tese la mano verso i tre commilitoni.Nero la strinse in un movimento goffo -Piacere, io sono Nero, uno dei cadetti-
-Io mi chiamo Aryel, sono un cadetto come te- disse la ragazza rasata
-Io sono Eryl.Scusate il mio pessimismo.Sono uno dei tiratori di precisione del gruppo- disse la castana
-Gruppo- disse Axton con fare ironico -Non ci conosciamo neanche.Non ci hanno dato neppure il tempo di sentirci una squadra unita, prima di partire-

E in effetti Axton non aveva tutti i torti.Nessuno conosceva nessuno.Anche se forse era pure vero che essendo il viaggio molto lungo, sarebbe stato quello il momento per conoscersi
-Avete mai avuto dei sogni, delle aspirazioni?- In quel momento, Aryel scosse il cuore di tutti.Nessuno le rispose.Gli sguardi vitrei per qualche secondo.La guerra aveva distrutto tutto.Anche i sogni.
-Io volevo fare la pittrice.Ma la guerra mi ha tolto tutto- Aryel sospirò -Voi?-

Altri secondi di silenzio si levarono fra i quattro

-Ok, scusate, non volevo- aggiunse velocemente lei
-No è ok, è solo che...almeno io personalmente, ho perso quella parte di me anni fa- disse Eryl
-La guerra distrugge tutto.Anche i sogni- disse Axton in tono cupo

 

Le ore seguenti di viaggio passarono piacevolmente.Nero parlò molto con Eryl delle sue origini.Lei  veniva dalla parte Est della città, ma i suoi genitori vi erano emigrati, dunque non era originaria di Yros.A Nero piacque molto poter parlare con lei.Per un po’ si dimenticò della missione e del perchè fossero li.Axton dal canto suo era un uomo evidentemente segnato dagli anni di battaglia, ma ancora molto grintoso e simpatico.Aryel era giovane quanto Nero, e secondo lui era l’unica persona libera su migliaia, perchè era ancora in grado di sognare.Progressivamente il paesaggio cambiò.Le lande gelate di Yros iniziavano a lasciare lo spazio alle terre dei laghi di Alyna.Per quanto ironico, esistevano ancora delle piccole concentrazioni di alberi, ma la maggior parte erano bruciati o rinsecchiti.La bufera lasciò il passo ad un cielo rosso, in preda al calare del sole.

La notte arrivò.Si accamparono e mangiarono la propria razione, dopodichè si stiparono nei loro cargo per dormire.

 

 

Quella mattina era su un cargo diverso.Era chiaro che il comandante avesse ordinato il rimescolamento, per far si che tutti si conoscessero un minimo.Lui era nel cargo con il comandante Sylo.Un uomo possente, temprato da mille battaglie.La sua armatura era pesante e le placche erano molto grosse.Era bianca, e recava un unico grande simbolo sul petto, ovvero il simbolo di Yros: una sottile spada.Il casco aveva un grosso visore centrale che ricopriva tutto il volto, mentre nella zona del cranio era rinforzata con più placche circolari.Un fucile d’assalto pesante, era poggiato al suo fianco.Nero si sentiva teso, e forse non stava neanche riuscendo a nasconderlo.A fianco al comandante, una donna sulla trentina dai capelli lisci e neri.Una grossa cicatrice le sfigurava il volto, che una volta doveva essere stato anche molto attraente.La sua armatura a placche era rovinata ma ancora funzionante.Era di un rosso scuro, molto rinforzata e ben modellata sul suo fisico.Anche lei portava un fucile d’assalto con se.A fianco di Nero invece una ragazza che sembrava spaventata quanto lui.Aveva un’armatura simile a quella di Axton, tuttavia di un verde più chiaro.Che fosse anche lei un ingegnere?Probabile viste le strumentazioni che portava in varie tasche fra le placche.Dei capelli ramati le arrivavano alla base del collo e degli occhi scuri le dominavano il viso.

-Voi siete il cadetto Nero e il tecnico Anna, giusto?- disse Sylo con un tono calmo
-Sissignore- risposero all’unisono
-Non c’è bisogno di essere tanto formali, state tranquilli- rispose Sylo
Nero e Anna si guardarono straniti per un veloce attimo.
-Dobbiamo essere una squadra, fratelli e sorelle- sospirò -dobbiamo essere uniti- disse Sylo guardandoli negli occhi
-Purtroppo questo sta venendo sempre meno nell’esercito per via della guerra, ma ci tengo che il nostro gruppo porti a termine la missione- la voce di Sylo era molto grave e profonda
-Piacere io sono Sera, il comandante in seconda-
Anna e Nero le strinsero la mano.La donna aveva uno strano fare, quasi materno.L’atmosfera era strana.Mai nell’esercito Nero si era ritrovato in quella situazione.Era come se i due comandanti stessero cercando effettivamente di stabilire un rapporto, cosa che mai aveva vissuto nelle altre operazioni.Che fosse un segno che quell’operazione sarebbe stata la fine di tutti loro? Forse.Ma preferiva non pensarci.

-Parlateci un po’ di voi- disse Sera con tono rassicurante

-Io vengo dal Alarth- disse Anna
L’atmosfera si congelò.Sylo non parve avere reazioni.Ma tutti sapevano cos’era successo ad Alarth.Era stata una delle prime città colpite dai Kalar.Pochissimi i sopravvissuti, ancora meno quelli ancora sani di mente.
-Mi sono arruolata qualche anno fa- continuò
Già.Si era arruolata.Ma per cosa? Per morire e porre fine alla propria sofferenza, o per vendetta?
Anna abbassò lentamente lo sguardo e si girò verso Nero-E tu?- gli rivolse un sorriso un po’ forzato, ma che la faceva apparire quasi bella.

-Sono di Yros.Mi sono arruolato nell’esercito pochi anni fa.Ho combattuto su pochi campi di battaglia, ma ho avuto già le mie esperienze.La mia famiglia siamo io, mia madre e mio fratello.Vorrei garantire loro un futuro- disse forzatamente Nero.Perchè quella sua speranza adolescenziale che lo aveva portato ad arruolarsi, era svanita una volta che aveva conosciuto l’amaro sapore della battaglia.
-E ce la farai, ne sono certa- aggiunse Sera.Quella donna gli dava quasi sicurezza.Era stranamente rassicurante, nonostante fosse stata evidentemente in guerra per anni.
-Già- aggiunse Sylo.Sylo.Lui conosceva di fama quel comandante.Era stato uno dei maggiori strateghi di Yros.Non riusciva a leggere il suo sguardo.Anche lui in quel momento stava provando paura?

Un forte e dirompente rumore provenne da fuori.I cargo si bloccarono.Sylo indossò il casco e imbracciò il fucile ed uscì, dietro di lui Sera.Nero agguantò velocemente la propria arma, e così fece Anna.

-Ma non dovremmo essere in incognito? Che succede?- mormorò la ragazza a Nero

Un urlo straziò il silenzio dell’attesa.Dei colpi partirono velocemente

-Tutti fuori!- Sylo urlò con forza.Nero mise il casco, e così Anna.Si precipitarono fuori.Si erano fermati in una piccola radura rocciosa.Pochi alberi la facevano da padrone e le vicine colline la imbottigliavano su un’altura.Erano quasi arrivati a valle verso Alyna, già si intravedevano i fiumi e i laghi caratteristici della città.Ma il cielo era nero, e coperto di nuvole.Poche goccie di pioggia iniziarono a cadere lentamente, poi sempre più forte.L’acqua iniziò a scorrere sul legno rovinato e sulla pietra delle rocce.Erano tutti fuori dai cargo, con le armi spianate e spalla contro spalla.

-Cos’è stato?- tuonò Axton
-Sono loro.I Kalar- disse amaramente Sera
-Ma è impossibile, siamo ancora lontani dalla zona di guerra!- disse un cecchino dall’armatura tendente al porpora.
-Silenzio Nyon- disse Sylo.
-Sono qui, intorno a noi, li posso sentire- disse un soldato pesantemente corazzato dall’armatura di un nero abissale.

Sylo fece un cenno con la testa -Stabiliamo un perimetro difensivo intorno ai cargo, non devono toccarli.I soldati si dispersero intorno alla carovana di mezzi.I Kalar non si facevano vedere.A fianco a Nero c’erano Axton e Aryel.

-Vedete niente ragazzi?- disse Aryel
-Nessun movimento- confermò Axton

-Eccoli!-

L’urlo metallico del soldato in nero lacerò le orecchie di tutti.I Kalar balzarono giù dalle sporgenze e si pararono di fronte ai soldati.Eccoli.Nelle loro armature bianche.La loro corporatura era simile a quella umana, giusto poco più esile.Una incredibile agilità li contraddistingueva.Le loro armature erano perfettamente adattate alla loro fisionomia, oltretutto erano talmente integrate con il corpo dell’utilizzatore che mutavano in base alle esigenze.Spesso dalle loro braccia articolazioni metalliche scorrevano e si fondevano fra di loro creando armi da fuoco, a volte lame si ritraevano dagli avambracci per lacerare la carne del nemico.

-Copertura!Tenete le posizioni!- urlò Sylo alla squadra.

 Nero scivolò immediatamente dietro una roccia.La prima salma di proiettili arrivo come un lampo a ciel sereno.La furia dei laser si abbattè con furia contro la pietra.Vicino a Nero c’era Aryel con la testa china.Axton si alzò repentinamente e sparò qualche veloce colpo.

Nero sentiva tutto in maniera confusa, non sapeva come muoversi

-Dereth, Olga, avanzate!Nyon coprili!Harold, Aryel, Nero e Axton prendeteli dal fianco, Porter ed Eryl copriteli!Tutti gli altri fuoco di soppressione!-

Dereth, con la sua armatura nera saltò velocemente di copertura in copertura.Alla sua destra a seguirlo una donna dall’armatura pesante verde e bianca.
-Seguitemi!- Axton prese le briglie della situazione
Un’altro soldato scivolò in copertura con loro
-Piacere, Harold!- disse attraverso il casco grigio
-Muoviamoci, muoviamoci!- esclamò Nero

Uscirono dalla copertura e si diressero velocemente verso il fianco del battaglione dei Kalar.Scivolarono di copertura in copertura velocemente.Di quando in quando un colpo di precisione tagliava l’aria e colpiva un Kalar di fronte a loro.I colpi di laser di un rosso intenso piovevano sulle teste dei 4.Alcuni alberi iniziarono a cedere e caddero in una voragine di legno sulle teste dei soldati, costretti a correre e spostarsi ancora più velocemente..Nero e gli altri si sporgevano per sparare ma spesso erano tenuti sotto fuoco di soppressione.Ci fu una grossa esplosione alle spalle di Nero, e lui venne sbalzato a terra.

Era buio.Un forte fischio attraversava le orecchie di Nero.Non vedeva più nulla.Era morto?No.Improvvisamente il mondo intorno a lui riprese vita.

-Alzati, alzati!- Harold lo sollevò velocemente

-Caricate!-Nero intravide altri 4 soldati sull’altro fianco.Erano Anna, Sera, ed altri due.
-Forza!- urlò Olga.Olga e Dereth uscirono di copertura sparando all’impazzata.Axton e gli altri fecero fuoco di soppressione.Una pioggia di proiettili si stava abbattendo sui Kalar, presi sotto fuoco incrociato.Sylo e gli altri uomini con lui avanzarono velocemente sparando e chiudendo le vie di fuga.Nero era paralizzato dalla paura.

Un rantolo sommesso dietro di lui lo fece girare.Una sottile lama usciva dal ventre di Aryel.Il Kalar piroettò su se stesso velocemente e colpì con un secondo fendente, mentre Aryel tendeva una mano verso Nero, recidendole di netto il capo.Il Kalar guardò Nero negli occhi mentre il corpo di Aryel cadeva esanime a terra e la sua testa rotolava via.Per un attimo il mondo si fermò.Un miscuglio di rabbia ed orrore prese il controllo delle emozioni di Nero.Più volte aveva visto morire i suoi compagni, ma non in una maniera così brutale, passati a fil di spada.

Un colpo secco decretò la fine del Kalar.Axton aveva la pistola fumante, ed il proiettile centrò in pieno il bersaglio sulla fronte.

La battaglia era finita.

 

-E’ morta- Nero era seduto contro un tronco -era dietro di me, ed un attimo dopo non c’era più-

Nero non voleva piangersi addosso.Non voleva darsi la colpa della morte di Aryel, perchè era così che le cose andavano in guerra: uomini e donne perivano in pochi secondi, cancellando le loro vite in pochi attimi.

-Le daremo una degna sepoltura- disse Harold
-Questo è il minimo.Siamo solo all’inizio e già iniziamo a perdere qualcuno.- disse la donna dai capelli biondi, nella sua armatura a placche argentea e blu.
-Io sono Aran, piacere- tese il braccio a Nero, che lo afferrò con forza e si fece tirare su
-Piacere, Nero- il suo tono di voce era vuoto.La morte di Aryel lo aveva scosso.

Era incredibile come una vita si potesse spegnere in pochi attimi.Come le speranze, i sogni, le emozioni, i pensieri di una persona potessero svanire in un letale zampillo di sangue.I cargo erano andati distrutti durante il combattimento.I reattori sembravano danneggiati irreparabilmente, altri erano letteralmente saltati in aria.Ancora prima di riunirsi con la squadra, Sylo era su una piccola altura, a scrutare l’orizzonte.

-Uomini.....qui-

Si avvicinarono e videro.Ecco Alyna.La città dove avrebbero trovato riparo, prima di partire e non rivedere mai più nessuno.Era in fiamme, devastata, le navi Kalar che torreggiavano come grandi monoliti sui palazzi della città.Di fronte alle mura, un mare di corpi.

-Siamo soli-

  
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