Mi chiedo cosa abbia senso.
Se la rabbia, la vergogna, il dolore o l’insensatezza.
Delirio inconsciamente, ferisco, uccido.
Meschina e arrogante realtà, che ti sei presentata alla mia porta, fischiettando.
Hai bussato tre volte e sei entrata.
Cieco e fiducioso ti ho accolta, senza sapere. Senza immaginare.
E poi tu piano, alla luce del sole, mi hai strangolato.
Con brutale ferocia.
E ora mi chiedo che ne sarà del mio futuro, guardando le mie mani rinsecchite e pallide, sentendo il mio polso mancare.
Ti guardo, penso e rido.
Una risata soffocata, annuncio della mia morte.
Rido e penso.
E tu mi lasci cadere a terra, disgustata.
Scappi via lontano, terrorizzata.
Perché mai nessuno ti aveva riso in faccia.
E mentre fuggi e scappi io mi rialzo e piango.
Senza emettere alcun suono.
Mi chiedo ora che senso abbia questo.
Che senso abbia la tua visita.
Falsa e ipocrita realtà, che illudi la gente, facendo credere che tutto sia puro, quando invece il marcio è nascosto in ogni cosa.
Vattene.
E lasciami piangere solo.