Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Tomorrowlandgirl    26/08/2013    1 recensioni
Un amore celato, delle amicizia già predestinate a nascere, dei poteri fuori dal comune. Questa è la storia di Allison. Del suo segreto, che dovrà tenere ben custodito per non perdere ciò che ha appena riconquistato. Se lo dovesse fare, le conseguenze si potrebbero rivelare inaspettate. Cosa si cela dietro la lotta tra bene e male, tra Sagred e Remote? Ma soprattutto, chi sarà il vero nemico?
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Black angel tattoo




 

Cos'hai intenzione di fare?!”

 

 

Capire.”

 

 

 

Capire cosa?”

 

 

 

 

Te.”

 

 

 

 

                                                                                                                         ***

 

Un lampo squarciò le nuvole. Aprii gli occhi, confusa. Un cielo cupo e freddo inondò i miei occhi di lacrime silenziose. Il cuore tuonava nel mio petto più forte dei lampi. Ricacciai indietro la mia debolezza e mi sedetti sull'erba bagnata. Un sussurro: - Vivi ogni giorno come fosse l'ultimo.-

Lo ripetei ad alta voce, e il cielo si schiarì. Miliardi di stelle accesero il mio sguardo.

“E' ora.”

Passi brevi, veloci. Poi una nebbia umida oscurò il resto del mondo, e rimasi sola con i miei pensieri. Era cominciata l'iniziazione. Cinque ombre verdastre si allungarono sino a toccare i miei piedi scalzi. Mi circondarono. Sussurravano frasi incomprensibili, e agitavano animatamente le lunghe braccia. Polveroni di terra bruciata dal sole e gigli bianchi si sollevarono danzandomi intorno. Una delle ombre avanzò verso di me, rivelando una corporatura dalle proporzioni allungate, come se la stessa figura che mi stava osservando fosse stata un'ombra. Occhi grandi color ciliegia, un naso a dir poco minuscolo e una bocca dalle labbra sottili completavano la fisionomia straordinaria di quell'individuo. Lunghe onde nocciola sfioravano il terreno e un vestito verde opaco sopra le ginocchia lambiva la sua pelle di porcellana.

Era forse una lei? Non avrei saputo dirlo.

Alzò una mano verso il mio volto e un'ondata di luce e calore si sprigionò, inebriandomi con odori intensi di muschio e lavanda. Poi fu buio.

 

 

                                                                                                                          ***

 

Mi svegliai in un letto di ospedale: lo riconobbi dalle lenzuola perfettamente bianche e dall'odore di morte e malattia che impregnava l'aria. Arricciai il naso disgustata, poi mi misi a sedere. Solo allora mi accorsi dei lunghi tubi che dal mio braccio arrivavano sino ad una serie di macchine sistemate lì affianco. Chi me li aveva infilati? Ma soprattutto, perchè?

- Abby! Oh mio Dio, ti sei svegliata! Presto, Mark, chiama un dottore, chiama un dottore! Piccola mia, come ti senti?- mi domandò in preda all'agitazione una signora sulla quarantina dai grandi

occhi azzurri. Era appena entrata nella stanza in compagnia di un signore brizzolato, anche lui sulla quarantina, e subito era corsa accanto al mio letto singhiozzando e ridendo al tempo stesso. “Bella coppia.” pensai. Magra e bionda lei, alto e affascinante lui. Eppure non capivo cosa avevano tanto da urlare e agitarsi.

Così, la guardai, le sorrisi, e le risposi: - Grazie, signora, sto magnificamente. Ma per quale motivo mi trovo qui?-

 

-Oh santo cielo, Abby! Sono la mamma, non mi riconosci?- le luccicarono gli occhi e le orecchie fremettero in attesa della risposta.

 

-Ehm... si, certo, mamma, scusa. Ma cosa mi è successo?-

 

“Devo fare più attenzione.” ricordai.

 

- Hai avuto un brutto incidente con la bici-si soffiò il naso con un fazzoletto lilla, - ti hanno investita... e poi sei entrata in coma...ma ora ti sei risvegliata!- E scoppiò in un pianto di gioia pura.

In quel momento entrarono il signore brizzolato e una serie di medici. Per circa un'ora non fecero altro che ripetere -Miracolo!-, mentre il signore,o meglio, papà, abbracciava la mamma e mi stringeva la mano. Mi dissero che ero rimasta in coma per quasi un mese e che i medici avevano annunciato la mia morte celebrale già i primi giorni di ricovero. Solo le macchine e la speranza dei miei genitori mi avevano tenuta in vita, sino al mio miracoloso risveglio.

“Bene, non poteva capitarmi di meglio.”

Mi fecero numerosi esami e accertamenti per carpire qualsiasi possibile sintomo che avrebbe potuto lasciarmi lo stato di coma, ma a parte un po' di debolezza, ero sana come un pesce. Così decisero di rispedirmi a casa nei giorni seguenti. In quella frazione di tempo forse sarei riuscita ad ambientarmi meglio con la mia nuova famiglia, e sapere di più su me stessa e la mia vita.

La sedicenne Abigail Wintson. Era questa la mia nuova identità.

Ma come avrei fatto a nascondere a tutti il mio segreto?

 

 

                                                                                                                                     ***

 

-Sei pronta per la tua fine?- mi sussurrò nell'orecchio Fawn con tono di sfida.

 

-Cosa?-

 

-Ehi pronto! La partita. Battaglia navale. Sabato mattina. Quinta ora di lezione con la Brodwer. Ti ricorda qualcosa?-

 

-Ah si, scusa.-

 

Un sonoro “Shhh” arrivò dal fondo dell'aula, accanto la cattedra. Ero certa che la Prof ci avrebbe lanciato il gessetto, come la volta prima, ma forse l'ultimo richiamo del preside aveva contribuito a ridurre la sua aggressività in uno sguardo incandescente.

- Si può sapere a che pensi?-

 

- Niente, è solo un po' di stress, tranquilla.- Abbozzai un sorriso, anche se in realtà dentro di me si agitava un mare in tempesta che mi tormentava giorno e notte. – Allora, B-5.-

 

- Cavolo, affondata! Ma come fai?!- sbuffò Fawn, mentre un sorrisetto divertito affiorava dalle mie labbra.

Pazza, allegra Fawn, come avrei mai potuto fare senza di lei? Era riuscita a risollevarmi il morale sin da quando aveva saputo che ero uscita dal coma, e con un mazzo di rose gialle e un enorme sorriso si era presentata in ospedale seguita da Summer e Liza.

Summer, minuta e delicata come un'orchidea, e Liza, forte e sicura con il suo sguardo di ghiaccio. Insieme, Faw, Sum e Liz si incastravano perfettamente; e, stando a quanto loro mi avevano raccontato, io ero il quarto membro del loro originale gruppo.

Era stato difficile spiegare a tutti come non mi ricordassi molto di loro, anche se per mia fortuna i medici erano riusciti a trovare una scusa plausibile per la mia mancanza di memorie passate incolpando il recente stato di coma. A quella notizia la mia famiglia ed i miei amici si erano dati tutti un gran bel daffare per farmi ricordare anche il più insignificante dettaglio della mia vita, attraverso foto, racconti e video. Ed io non potevo far altro che sorridere e annuire, impietosita dai loro sforzi inutili e dall'affetto che provavano nei miei confronti. Fingevo di ricordare. Non avevo altre chance.

Come spiegare loro che in realtà io non ero Abigail, perchè lei era morta davvero due mesi prima?

 

Eppure, non sarei più potuta andare avanti così, tenendo dentro questo enorme segreto, e prendendo in giro tutti coloro che amavano la persona in cui la mia anima era stata imprigionata. Questo peso mi tormentava costantemente da quando, un paio di mesi prima, avevo lasciato l'ospedale. Inizialmente avevo creduto che forse sarei riuscita ad andare avanti fingendo e ingannando tutti sino a che non avessi raggiunto il mio obiettivo. Ma ora le mie certezze stavano crollando.

Era davvero giusto quello che stavo facendo alle persone che avevano fatto parte della vita di Abby?

No. Avrei detto tutto a Liz, Sum e Faw. A costo di farmi prendere per pazza.

Avevo avuto modo di conoscerle in quegli ultimi due mesi, e non si meritavano quello che stavo facendo loro. In fondo, anche se non lo avevano mai ammesso apertamente, sapevano quanto fosse cambiata la Abigail con cui erano cresciute; eppure, erano riuscite ad apprezzare e ad affezionarsi anche a quella nuova. A me. E forse, mi avrebbero aiutata a risolvere il problema in cui mi ero cacciata. Si, avrebbero capito, ne ero sicura.

Decisi che avrei parlato loro quel giorno stesso, all'uscita da scuola, al nostro solito incontro vicino agli armadietti.

“Non sono resistita più di tre mesi in questo corpo; a quanto pare, i Sagred avevano ragione.”

 

 

                                                                                                                                 ***


 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Tomorrowlandgirl