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Autore: KatherineWinchester    26/08/2013    3 recensioni
Castiel, come tutti i suoi fratelli, è caduto e si ritrova ad affrontare il mondo (e anche sé stesso) da solo, lontano dai suoi amici Dean e Sam..
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Castiel non sapeva se sarebbe uscito vivo o meno dalla nuova situazione in cui si era ritrovato - sarebbe potuto morire per la disperazione, per mano di uno dei suoi fratelli in cerca di vendetta, o semplicemente per la fame.. era sicuro che sarebbe morto almeno in uno di questo modi -, ma di una cosa era certo: doveva assolutamente trovare Dean e Sam. I fratelli Winchester erano i suoi unici amici - più o meno - e gli unici a poterlo aiutare in questo suo nuovo percorso, sempre se avrebbero voluto ancora vederlo dopo ciò che era successo.

Era tutto così strano. Tutto così.. reale. Umano. Cose di cui non aveva mai sentito il bisogno lo assalivano con frequenza ormai. La fame. La sete. Il sonno.

In attesa di avere un'illuminazione su come contattare i Winchester, si era ritrovato a vagabondare per le strade di una cittadina di cui non conosceva neanche il nome. Poteva essere in California, cosi come poteva essere in Massachusetts. Non ne aveva la minima idea.

Sopravvivere era ogni giorno più faticoso.
Castiel sapeva bene che per coprirsi, nutrirsi e trovare un posto in cui almeno poter dormire, aveva bisogno di soldi, ma dove avrebbe potuto trovarli!?

Perciò era stato costretto a spulciare dentro alcuni scatoloni abbandonati vicino ad una chiesa per trovare qualche capo da indossare e liberarsi, seppur a malincuore, di quel trench ormai logoro, che era stato come un compagno negli ultimi cinque anni.
Il cibo lo trovava nel più umiliante dei modi: rovistando nei bidoni dei rifiuti che si trovavano sul retro dei ristoranti, pratica che aveva appreso dalle decine di senzatetto che incontrava quotidianamente per strada.
C'erano alcuni giorni in cui poteva ritenersi 'fortunato' perché riusciva a trovare avanzi decenti; altri in cui non trovava praticamente nulla di commestibile ed era costretto a digiunare; altri ancora in cui veniva colto sul fatto dai ristoratori, con la testa infilata dentro ai bidoni e i piedi che quasi non toccavano terra, e veniva, quindi, scacciato il malo modo. Se aveva fortuna, qualche cameriere di buon cuore gli lanciava un pezzo di pane prima di mandarlo via.
Inoltre, aveva trovato - neanche lui sapeva come - una sorta di accampamento per senzatetto, situato al di sotto di un ponte, dove aveva scorto un autobus fatiscente in cui risiedeva solamente nelle ore notturne. Infatti, trascorreva il resto della giornata girovagando senza una meta ben precisa.

Castiel si sentiva così umiliato. Un tempo era stato un angelo del Signore. Come si era ridotto!...

Ormai conduceva quella vita - se così la si poteva chiamare - da più di tre settimane, e ancora non era riuscito a mettersi in contatto con i Winchester in alcun modo.
Prima era tutto così dannatamente semplice! Gli bastava udire la voce di Dean o Sam, focalizzare i loro volti nella sua mente e, in un millesimo di secondo, era lì dai suoi amici. Adesso, invece, l'unica cosa che riusciva a sentire era la voce della sua coscienza che non gli dava tregua neanche per mezzo secondo.

Castiel sapeva di aver combinato un disastro, pari forse solo a quando si era autoproclamato Dio e aveva ucciso tutti quegli angeli che non lo avevano riconosciuto come tale.
Inoltre, temeva che la maggior parte dei suoi fratelli caduti - se non tutti - volesse la sua testa. E non poteva biasimarli affatto. Essere la causa della caduta di tutti gli angeli... L'aveva combinata davvero, davvero grossa!

''Perché è così difficile fare la cosa giusta? Sono sempre in buona fede, ma le cose non vanno mai come mi aspetto che vadano.. Com'è possibile?''
Era questo che l'ex angelo continuava a ripetere tra sé e sé dalla notte in cui si era svegliato solo nel bosco e aveva assistito al tragico spettacolo fornito dagli angeli, suoi fratelli, che venivano brutalmente allontanati dal Paradiso, dalla loro casa, cadendo come delle comete incandescenti. Chissà il dolore fisico che avevano provato durante la caduta...

In effetti, negli ultimi anni Castiel si era fatto sfuggire le cose di mano molto spesso. Troppo spesso. Ogni 'missione' che aveva intrapreso, seppur con intenzioni nobili, lo aveva portato a distruggere tutto ciò che lo circondava. Forse era colpa della sua tenera ingenuità se tutti coloro che lo avevano affiancato (Crowley.. Naomi.. Metatron) nelle sue ultime 'missioni' lo avevano usato solo ed esclusivamente per i loro scopi.


L'ex angelo si trovava nei pressi della chiesa davanti alla quale aveva trovato quei vestiti sgualciti che aveva indosso, perso come al solito in quei pensieri con in viso una delle espressioni più sofferenti del mondo, quando la sua attenzione fu catturata da un'auto che era parcheggiata in doppia fila a qualche centinaio di metri da lui.
''E se fosse proprio quell'auto...?''
Castiel aguzzò la vista e, grazie a qualche residuo che gli era rimasto delle sue abilità angeliche, riuscì a leggerne perfettamente la targa. Era una targa dell'Ohio. CNK 80Q3.
''Sono loro!'' Riconobbe subito la Chevy Impala che apparteneva al maggiore dei Winchester, la stessa Impala su cui aveva posato le sue 'chiappe piumate' parecchie volte in passato.

In quel momento si rese conto di provare una sensazione nuova, sensazione che era sicuro di non aver ancora provato nella sua nuova vita da umano. Era sollievo. 
D'altronde, non aveva avuto modo di sentirsi sollevato nei giorni passati. Le primissime sensazioni che avevano pervaso il povero Castiel dall'esatto momento in cui si era ritrovato umano erano angoscia, paura e senso di colpa, sensazioni che lo avevano accompagnato nelle tre settimane e mezzo successive.

Rimase immobile, in mezzo alla strada, a fissare quell'auto lontana per un po', quando vide Dean e Sam uscire da un bar, in procinto di saltare sull'amata Impala, con Dean che urlava ''Ma insomma.. Calmatevi un po'! Ce ne andiamo, ce ne andiamo!! Ma che modi..'' contro gli automobilisti che li rimproveravano a parole e a suon di clacson per il modo in cui avevano parcheggiato.

''DEAN!! Sono qui!''

Sì, c'era anche Sam. Eppure, il primo nome che a Castiel venne in mente di pronunciare fu quello del maggiore dei Winchester.

''Sono Cas!!!''

Castiel aveva iniziato a correre verso i due amici. Quasi non lo investì un'auto.

''DEAAAAAAN!!!!!!''

Castiel urlava a squarciagola il nome dell'amico e si sbracciava per attirare la sua attenzione. 
Ma Dean non poteva sentirlo. Era troppo lontano.

''DEAAAAAN!!!''

La Chevy Impala sfrecciò via come un fulmine, lasciando dietro di sé una scia di fumo grigio scuro, mentre Castiel pian piano rallentava la sua corsa inutile.

''Dean..'' disse infine a bassa voce, continuando a fissare l'auto che ormai era troppo lontana, anche per i residui dei suoi poteri angelici, perché non la vedesse anche lui come un lontano, lontanissimo puntino nero.







Nota dell'autrice:
Come avrete già capito, questa ff descrive quello che è successo a Cas (il mio amato Cas!) dopo la caduta.
E' tutto frutto della mia immaginazione, eccezion fatta per l'idea dell'accampamento dei senzatetto e dell'autobus. Quella l'ho presa da uno spoiler.
Beh.. a voi i commenti! :)

  
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