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Autore: Seki    27/08/2013    2 recensioni
Quando era bambino, Shun aveva un coniglietto di pezza, uno di quegli orribili peluche che tentavano di assomigliare a dei piccoli batuffoli di pelo bianco col naso rosa senza riuscirci davvero, avvicinandosi di più alla parodia dello stesso.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun, Phoenix Ikki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fight for the Bunny

 

Quando era bambino, Shun aveva un coniglietto di pezza, uno di quegli orribili peluche che tentavano di assomigliare a dei piccoli batuffoli di pelo bianco col naso rosa senza riuscirci davvero, avvicinandosi di più alla parodia dello stesso.

Tuttavia Shun amava quel coniglio un po’ sporco e con uno degli occhietti neri che minacciava di staccarsi ogni giorno sempre un po’ di più: era uno dei pochi ricordi che gli erano rimasti della loro vera casa, della loro vera famiglia; assieme al piccolo ciondolo d’argento e a suo fratello, formava il suo preziosissimo tesoro personale, che portava sempre con se.

Tuttavia, proprio suo fratello Ikki, sembrava essere quello che meno amava il piccolo animale di pezza.

-Ormai sei grande, Shun! Lascia perdere quello stupido giocattolo! Devi diventare un uomo!-

Gridava Ikki, guardando con odio il coniglietto, come se gli avesse fatto un torto imperdonabile.

-Non voglio…-

Rispondeva Shun e iniziava piangere, stringendo forte al petto l’ultimo rimasuglio della sua infanzia, prima che suo fratello lo strappasse dalle sue dita deboli, gettandolo lontano, nella polvere.

E allora le lacrime del più piccolo scendevano più copiose di prime, arrabbiato e disperato, incapace di fare nulla che potesse in qualche modo ferire suo fratello, o anche solo di combattere per sostenere i suoi desideri.

Ripensando a quella scena ora, Shun, dopo tutti gli anni passati lontani e il dolore causati da un addestramento che non aveva voluto, si sentiva uno stupido per quell’attaccamento infantile, sebbene la vera cosa stupida fosse pensarci proprio lì, proprio ora.

Tuttavia il braccio legato dalla catena tesa a quello del fratello, gli occhi carichi di lacrime fissi in quelli irosi di lui, lo avevano riportato al passato, a quello stupido litigio causato da un coniglio dimenticato.

Forse, pensò Shun mentre l’attacco di suo fratello giungeva, colpendolo dolorosamente con tutto il disprezzo possibile, il suo inconscio aveva voluto sperare di tornare a quei tempi: sarebbe stato meraviglioso trasformare il Cloth che Ikki stava cercando di rubare in un animaletto di pezza; sarebbe stato stupendo se, anche adesso, vedendo le sue lacrime, suo fratello si fosse fermato grattandosi il collo imbarazzato, per poi abbracciarlo chiedendo scusa e restituendo il coniglietto, appena più sporco di prima.

Sarebbe stato bello, ma era solo un misero sogno e Shun, sebbene fosse come aver accettato volontariamente di tenere un’enorme scheggia nel cuore, lo sapeva.

Non ci sarebbero state scuse, non ci sarebbero stati caldi abbracci né conigli o altri miseri palliativi dell’infanzia.

Ciò che era rimasto del loro rapporto era solo un lontano ricordo: da adesso ci saranno solo battaglie e morte.

Eppure, Shun era felice di rivedere Ikki, che stava bene ed era vivo, non importa se ora lo odiava: andava bene così, bastava vederlo.

Nonostante ciò, il bambino dentro di lui pianse, ma nessuno venne a restituirgli suo fratello.

 

 

 

°blaterazione autorevoli°
Non sono sicura di aver scritto qualcosa di sensato, ma va bene lo stesso.
Voglio terribilmente ben a Shun, quindi, naturalmente, se non lo faccio disperare ogni due righe non sono contenta. Mi sembra giusto!
Alla prossima, Seki 

   
 
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